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IL SANGUE FRATERNO ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Tre anni e mezzo di guerra contro il nemico secolare , sacrifici inenarrabili , una vittoria senza eguale , due anni di torbido e febbrile armistizio con tumulti , ire , miserie , amarezze di ogni genere . Finalmente il 12 novembre la pace è scritta . Quasi tutti gl ' italiani , e tutti gli stranieri a una voce la proclamano degna della vittoria . L ' Austria - Ungheria degli Absburgo è una morta senza resurrezione , i Jugoslavi che mirarono all ' Isonzo si ritraggono dietro il crinale delle Alpi Giulie ; Gorizia , Trieste , Pola , tutta l ' Istria , Zara son nostre ; Fiume è libera . Nell ' inevitabile dibattito gli Slavi cedono cinquecentomila loro fratelli all ' Italia , l ' Italia cede . poche decine di migliaia d ' italiani al vicino , ma li vuole protetti con effettive garanzie . Il 12 novembre pareva il principio di nuova storia , la data iniziale della pace e della ricostruzione . Ed ecco la nuova storia . Ecco la pace e la ricostruzione . Un figlio dell ' Italia , glorioso per opere scritte ed agite , esige che la sua gloria sia sopra a tutte le leggi e la sua volontà personale stia sopra ai Trattati . Egli rifiuta di sanzionare il Trattato di Rapallo sanzionato dal Governo , dai due rami del Parlamento , dal Re ; insulta ; minaccia ; semina lo spirito di sedizione fra le truppe dell ' esercito patrio e fra le unità della marina nazionale ; accoglie trionfalmente i marinai che gli portano in dono navi di cui non erano i padroni ; tollera che i suoi legionari versino il sangue fraterno ; respinge le lusinghe , le preghiere , le supplicazioni di tutto un popolo che sta quasi ai suoi piedi implorando che un figlio prediletto risparmi alla patria un lutto ed un ' onta incancellabili per sempre . Finalmente alla dichiarazione di blocco egli risponde con una dichiarazione di guerra in piena regola contro il Governo d ' Italia . Il sangue scorre ed è sangue italiano , di commilitoni che furono allo stesso fuoco e patirono le stesse ferite . D ' Annunzio pubblica un bollettino di guerra , in cui l ' esercito d ' Italia è chiamato l ' esercito avversario e dove , come dopo un ' azione contro lo straniero implacabile , il Comando di Fiume si vanta che le sue perdite siano « certamente di gran lunga inferiori a quelle subite dall ' avversario » . Ma l ' « avversario » marciava il più spesso con l ' ordine : avanti senza sparare ! Lo spettacolo è orrendo , e l ' animo se ne ritrae sbigottito . A Fiume , in questa che era l ' ultimogenita fra le città sacre dell ' Italia e per due anni di passione diventò la più cara , furono adunate armi contro l ' Italia ! Da Fiume si dirama un comunicato , il secondo di D ' Annunzio , anche più incredibile del primo , in cui gli alpini costretti a un duro dovere sono oltraggiati come ubriachi e gli ufficiali di marina sono vituperati come assassini e l ' Italia è trattata da un italiano con lo stesso stile che adoperavano i tedeschi , nei tempi del loro più truce orgoglio , contro gli spregevoli nemici . Prova di insania più lampante di quella che offre questo secondo bollettino di guerra civile non potrebbe né desiderarsi dai malvagi né temersi dai buoni . Gli occhi stessi non reggono alla lettura di queste intollerabili cronache . Quale spirito puro avrà la forza di commuovere l ' anima di Gabriele D ' Annunzio ? di persuadergli che non è umiliazione e vergogna , ma gloria suprema alzare bandiera bianca davanti all ’ « avversario » , quando l ' avversario è la patria ?