StampaQuotidiana ,
Nessun
conforto
maggiore
,
nessun
maggior
premio
a
questo
nostro
giornale
,
il
quale
vive
di
immutabile
passione
italiana
,
che
quello
di
potersi
riconoscere
interprete
del
vecchio
Piemonte
in
tutte
le
grandi
ore
della
Patria
.
Né
mai
ci
parve
di
intendere
che
cosa
dovette
essere
per
i
primi
scrittori
della
Gazzetta
del
Popolo
l
'
ardente
partecipazione
al
prodigio
del
Risorgimento
,
come
quando
nel
1915
,
nel
1917
,
nel
1918
,
il
calunniato
e
sobillato
Piemonte
vibrò
ed
operò
,
nella
speranza
,
nell
'
angoscia
,
nella
gioia
nella
fede
sempre
con
l
'
animo
stesso
che
in
queste
pagine
vibrava
.
E
più
tardi
,
quando
,
in
tempi
di
diffusa
viltà
,
Gabriele
d
'
Annunzio
confidato
il
suo
luminoso
programma
al
nostro
giornale
ed
a
Benito
Mussolini
andò
a
Fiume
e
salvò
il
confine
orientale
,
l
'
entusiastica
solidarietà
della
Gazzetta
del
Popolo
con
il
Poeta
mosse
,
fra
la
gente
subalpina
,
la
più
profonda
passione
.
Ora
poi
i
fatti
stanno
dicendo
ed
il
popolo
sta
entusiasticamente
proclamando
come
fossimo
nel
vero
quando
,
dovendosi
ridecidere
il
destino
d
'
Italia
salutammo
in
Mussolini
la
decisione
felice
;
in
Mussolini
capo
ed
arbitro
:
non
in
coloro
che
farneticavano
di
servirsi
di
lui
,
in
sott
'
ordine
,
per
contrabbandare
la
vecchia
rovina
.
E
se
allora
,
come
già
contro
la
guerra
e
contro
la
vittoria
cominciarono
ad
insinuarsi
dagli
spodestati
i
dubbi
,
le
malignazioni
,
le
sommesse
profezie
di
rivincita
e
di
vendetta
,
Torino
espresse
il
suo
cuore
a
Mussolini
nel
memorabile
ottobre
,
e
dette
al
risanamento
tutte
le
sue
formidabili
energie
.
Se
infine
,
dopo
Matteotti
,
in
mezzo
alla
frenetica
sobillazione
dell
'
odio
,
toccò
nuovamente
alla
Gazzetta
del
Popolo
l
'
arduo
onore
di
riaffermare
più
necessaria
e
più
insospettabile
che
mai
la
gigantesca
opera
del
Capo
,
ecco
che
nuovamente
il
popolo
piemontese
in
questi
giorni
riprende
quel
nostro
linguaggio
,
rammenta
gli
inganni
contro
cui
lo
mettemmo
in
guardia
,
festeggia
l
'
accertato
avvento
di
un
ordine
migliore
,
si
compiace
di
aver
dato
tutta
la
sua
attività
,
la
sua
serietà
,
la
sua
rettitudine
alla
generale
riscossa
nazionale
.
Come
la
vittoria
fu
conquistata
due
volte
,
così
due
volte
volle
il
destino
che
l
'
Italia
avesse
la
certezza
di
essere
salvata
da
Mussolini
:
nel
1922
e
nel
1924
.
È
di
ciò
,
sopratutto
,
che
le
manifestazioni
di
questi
giorni
dànno
atto
al
Presidente
.
Non
scriviamo
apologie
.
Elenchiamo
fatti
e
stati
d
'
animo
.
Di
leggende
inique
sul
Piemonte
,
molte
ne
sono
cadute
ed
altre
ne
cadono
.
Ora
si
vede
con
quanta
superficialità
là
dove
non
era
ostinato
calcolo
si
volesse
prospettare
un
Piemonte
ad
immagine
e
somiglianza
di
alcune
mediocrità
politiche
incapaci
di
contatto
,
nelle
ore
insigni
,
con
l
'
anima
nazionale
.
Rimane
verissimo
che
il
Piemonte
non
è
un
popolo
di
rètori
.
Niente
retorica
,
dunque
,
nelle
accoglienze
di
Asti
e
dei
colli
monferrini
all
'
uomo
che
si
adegua
alle
ragioni
vitali
del
Paese
,
in
anni
asperrimi
.
Niente
retorica
,
oggi
,
nel
fervore
dell
'
aurea
Vercelli
,
che
pure
negli
anni
rossi
custodi
e
celebrò
il
valore
perpetuandolo
contro
le
aberrazioni
antinazionali
nei
superstiti
ed
incorrotti
artefici
della
Vittoria
.
Niente
retorica
,
oggi
,
a
Casale
Monferrato
memore
dell
'
eccidio
dei
tamburini
sardi
e
dell
'
attentato
all
'
on
.
Devecchi
;
niente
retorica
nel
plebiscito
mussoliniano
;
così
come
non
era
retorica
quella
dei
credenti
nella
vittoria
anche
se
gli
esegeti
della
abilità
politica
-
corruttrice
e
patteggiatrice
,
all
'
interno
ed
all
'
estero
irridevano
al
«
mito
di
Trieste
»
.
Liberi
da
ogni
altro
impegno
che
non
sia
quello
di
servire
il
popolo
italiano
;
convinti
di
militare
,
militando
per
Mussolini
,
per
la
Patria
;
immuni
da
ogni
e
qualsiasi
pretesa
di
infallibilità
,
siamo
fieri
di
sentirci
dire
oggi
da
voci
innumerevoli
e
da
fatti
eloquentissimi
che
non
ci
siamo
sbagliati
.
Unico
nostro
orgoglio
è
che
il
destino
continui
a
commettere
a
queste
pagine
il
privilegio
di
precorrere
e
di
condividere
i
più
decisivi
atteggiamenti
popolari
a
servizio
della
grande
Patria
.
Così
oggi
riteniamo
di
dover
portare
ogni
nostra
modesta
fatica
alla
realizzazione
di
quella
compiuta
e
feconda
armonia
tra
Stato
nazionale
e
sindacalismo
operaio
,
che
non
chiede
abdicazioni
e
generalizzazioni
politiche
,
ed
è
la
conditio
sine
qua
non
per
l
'
ascesa
del
lavoro
.
.
In
vista
di
tale
realizzazione
a
cui
tende
indubbiamente
l
'
animo
dell
'
onorevole
Mussolini
il
possibile
contributo
del
Piemonte
è
da
considerare
con
la
più
grande
attenzione
e
con
cordiale
fiducia
.
Terremo
a
nostro
altissimo
onore
non
meno
che
quando
si
trattò
di
protendersi
totalmente
verso
la
vittoria
e
verso
la
riscossa
nazionale
quanto
ci
sarà
possibile
fare
a
servizio
di
questo
sforzo
esemplare
di
civiltà
,
di
giustizia
e
di
pace
.
Le
officine
del
Piemonte
contengono
imponenti
energie
che
meritano
dallo
Stato
ogni
considerazione
ed
ogni
simpatia
.
Il
fenomeno
sindacale
è
fenomeno
di
primo
piano
nel
tempo
nostro
.
E
sarà
per
l
'
Italia
un
glorioso
primato
quello
che
il
Governo
di
Mussolini
fa
diventare
possibile
e
forse
ineluttabile
.
Il
ciclo
del
risanamento
,
della
coordinazione
e
della
pacificazione
continua
,
e
non
s
'
arresta
.
«
L
'
Italia
di
tutti
gli
italiani
»
,
che
gli
accaniti
suoi
avversari
riducevano
ad
un
grido
d
'
odio
e
di
impotenza
.
Mussolini
la
crea
,
la
plasma
,
e
la
avvia
per
il
mondo
.