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FEDELTÀ ( - , 1925 )
StampaQuotidiana ,
Se riandiamo col pensiero a questo primo triennio mussoliniano , quale lo abbiamo ardentemente vissuto nella dura e immacolata posizione di battaglia di cui ci spettavano l ' onore ed il rischio , possiamo considerare con orgoglio la situazione politica che si è venuta determinando tra le popolazioni subalpine a cui più direttamente parliamo . Per quanto ormai possano dispensarcene le accoglienze che Mussolini ha trovato recentemente in Piemonte , ed i risultati della sottoscrizione del dollaro , quale noi l ' abbiamo condotta ed animata , dobbiamo rendere giustizia , ancora una volta , a questa sana e possente regione dove , innegabilmente , pure quando le apparenze erano scarse si andava affondando e diffondendo di zolla in zolla l ' humus rigeneratore . Poche regioni più che il Piemonte sono ardue ad intendersi , in certi stati d ' animo . Esso si rifiuta ai superficiali ed ai profani . Concede la sua confidenza soltanto attraverso lunga prova e lunga consuetudine . « Gente fredda » dicono i presuntuosi . « Gente seria » dice con l ' intuizione dei privilegiati Mussolini . L ' opera del giolittismo , lunga , gelida , corrompitrice ; la disordinata baldanza del sovversivismo ubriacato dal coraggio dell ' impunità ; i luoghi comuni che generalizzavano episodi particolari : tutto , in certi anni , concorse a determinare , intorno al Piemonte , un concetto di maniera , una specie di zona franca dell ' egoismo e dell ' indifferenza . L ' innata riservatezza della grande massa della popolazione , poco parolaia , punto retorica , non si curò troppo di polemizzare in proposito , ma l ' amarezza dell ' ingiustizia non affievolì l ' intimo , onesto fervore della buona razza . Diffidenze suscitate da qualche uomo o da qualche fatto non indussero mai ad avventate conclusioni generali . Senonché tutto concorse a determinare false apparenze , così durante il redentore triennio mussoliniano come già durante la guerra . Gli è che queste false apparenze erano adoperate non tanto nei giudizi esterni verso il Piemonte , quanto nel Piemonte stesso , da scaltre minoranze , per millantare , come forza propria , alcuni presunti caratteri negativi . Durante la guerra , nel fosco 1917 , a chi aveva l ' onore di portare di trincea in trincea contro gli austriaci l ' intima religione della Gazzetta del Popolo , Delfino Orsi , che allora dirigeva questo giornale , ed era rimasto all ' arduo comando col suo patriottismo intemerato , così scriveva amaramente : « Beati voi , che potete correre pericoli più onorevoli » . Ma non per questo s ' attenuava la sua fede : ché anzi chiamava a raccolta « per l ' ultimo sforzo » e non invano chiamava tutta Torino a giurare : « Vinceremo » . E tutta Torino fu una onda sola . Il dopo guerra della viltà ricercò anche qui le radici di male piante che la vittoria aveva travolte ; le ricercò per suggerne i perfidi succhi . Ma , malgrado il giolittismo ed i suoi derivati , malgrado la facile sobillazione di masse inquiete e disorientate , il Piemonte sentì , come niun ' altra terra forse , che occorreva cambiare : e vi erano segni confortanti come quelli del liberalismo e del combattentismo novarese . Sentì che occorreva , sopratutto , un uomo . E quando l ' uomo apparve , assai più vasto negli spiriti che nelle piazze fu il movimento di fiducia e di consenso . Ad ostacolarne l ' estrinsecazione , dettero opera i detentori di posizioni che vacillavano . Ed ogni errore , anche errore di parte , fascista in quella prima improvvisazione di uomini e di uffici , fu sfruttato per raffreddare l ' ambiente e scaldar l ' illusione degli assurdi ritorni . Ma a mano a mano che le artifiziose sovrastrutture si sono sgretolate sotto la incoercibile azione della realtà , il Piemonte è diventato tutto un irrompere di fiumi allo squaglio delle grandi nevi . Ne abbiamo avuta la sensazione precisa , durante questo triennio giornalistico a cui tanto dovrà attingere la storia della nuova e più grande Italia : la diffidenza cedeva terreno lentamente , tacitamente , ma costantemente ; e s ' afforzava e si affinava l ' ardimento dei credenti . Ogni giorno a questo giornale , che teneva a suo onore gridar più forte il verbo della passione italiana , quanto più torbido era il tempo e più restii gli ascoltatori lusingati da più facili allettamenti , ogni giorno la rispondenza all ' appello giunse più vibrante e più franca . L ' ondata matteottiana parve isolarci per un momento nella nostra fedeltà : ma sotto lo scomposto chiasso e le perfide speranze ritrovammo poi intatte le basi del patriottismo e della rettitudine subalpina . La grande industria , che usciva da prove tremende , ritrovava finalmente nelle nuove forme di vita nazionale le sue possibilità ed i diritti della produzione . Le maestranze , pur non adeguatamente avvicinate dagli iniziatori della organizzazione devota alla Patria , accettavano mirabilmente , come un bene proprio , anziché come un sacrificio , la disciplina e l ' ordine . L ' industria piemontese poteva così , vittoriosamente , fare il balzo verso il primo posto . Crisi locali ritardarono nelle provincie il consolidamento estensivo del fascismo , ma quanto più questo si identificava con la Nazione , tanto più il Piemonte viveva con spirito fascista , anche se non lo diceva . Sapendole volgere allo scopo , vi sono nel carattere piemontese le qualità più idonee all ' ordine nuovo : serietà , lavoro , gerarchia . L ' assimilazione fascista è un fatto naturale , ritardato , qua e là , da alcuni degli elementi e delle circostanze che siamo andati accennando . È bastato qualche mese di vigile lavoro dell ' on . Gianferrari per volgere a buon fine tante situazioni locali sfavorevoli o intricate . In provincia di Alessandria il fascismo ha ripreso tutte le sue posizioni ; il dissidentismo che pure alimentava tante illusioni ostili è polverizzato ; le resistenze di varia specie sono o capovolte o mortificate . Da Cuneo le notizie sono recenti e già le abbiamo ricollegate - a scanso di facili svalutazioni con la manifestazione di quella provincia per l ' interventismo e per l ' antidisfattismo della Gazzetta , nel 1919 . Nel Novarese si ricompone finalmente quella magnifica e poderosa solidarietà patriottica che non soffre antagonismi di tessere e che alla famosa « provincia rossa » sovrappose la gloria del tricolore . A Torino molti valori affiorano , molte energie si raccordano ; cómpiti delicati , ma attraenti si offrono e si impongono al fascismo . L ' on . Rossoni potrà pertanto compiacersi , nell ' attuale suo soggiorno , dei risultati raggiunti ed anche più delle possibilità imminenti . L ' eco della trionfale significativa campagna del dollaro è fervida , insistente , dovunque . Se il Piemonte , pur votatosi per primo agli ardimenti della guerra nazionale , rifugge da inquiete avventure , ben intende e ben accetta , nella definizione datane dal presidente del Consiglio ad un giornale americano , l ' imperialismo che è norma di vita per un maggior domani , maggiore in ogni elemento di pensiero e di azione . Talché il vecchio giornale , che tenne fede alle idealità , anche quando delle idealità si sorrideva come di fantasticherie , mentre esse recavano in grembo la realtà provvidenziale ; il vecchio giornale subalpino che non si distrasse dalla méta durante lo scomposto arrancare post - matteottiano , ed anche nei giorni più ardui , come aveva detto ai caporettisti : « L ' Italia vincerà » , aveva soggiunto più tardi : « Il Piemonte sarà con voi , on . Mussolini » , dice adesso , al , titano che spiana i secoli alla progrediente Patria : « È con voi » , con la fedeltà che affretta ogni giustizia .