StampaQuotidiana ,
Milano
,
19
maggio
.
A
Milano
,
in
casa
del
signor
Giovanni
Treccani
,
davanti
alla
Bibbia
di
Borso
d
'
Este
.
I
due
volumi
della
Bibbia
sono
giunti
ieri
da
Parigi
,
vigilati
da
due
cerberi
,
uno
membruto
villoso
flemmatico
e
romanesco
,
Colasanti
,
direttore
generale
delle
Belle
Arti
;
l
'
altro
,
magro
irrequieto
esclamativo
e
napoletano
,
de
Marinis
.
Diamo
,
per
quel
che
ci
costa
,
a
ognuno
il
suo
:
se
il
Treccani
è
l
'
Amerigo
Vespucci
,
il
de
Marinis
è
il
Cristoforo
Colombo
del
rutilante
eldorado
chiuso
dentro
queste
fodere
di
panno
verde
,
dentro
queste
copertine
di
marocchino
rosso
.
E
adesso
,
varcato
l
'
oceano
tempestoso
dei
sì
e
dei
no
,
il
de
Marinis
è
felice
di
guidarci
tra
le
divinità
,
gli
angeli
,
gli
uomini
,
le
piante
,
i
fiori
,
le
nuvole
,
i
fiumi
,
i
prati
,
i
pianeti
,
i
palagi
,
gli
animali
di
questo
mondo
di
sogno
,
pagina
per
pagina
:
milleduecento
e
tante
pagine
.
Mi
ricordo
questo
entusiasta
,
poco
più
d
'
un
mese
fa
,
quando
entrò
a
tarda
sera
nel
mio
studio
,
correndo
.
Piccolo
com
'
è
,
e
sempre
sulla
punta
dei
piedi
,
pareva
che
avesse
le
ali
.
Era
sceso
dal
treno
di
Parigi
poche
ore
prima
:
la
Bibbia
di
Borso
che
l
'
imperatore
Carlo
s
'
era
fuggendo
portata
in
Isvizzera
come
nel
1859
il
duca
di
Modena
se
l
'
era
fuggendo
portata
a
Vienna
e
che
nessuno
più
riusciva
a
scovare
,
egli
l
'
aveva
veduta
a
Parigi
nelle
mani
del
signor
tal
de
'
tali
.
Bisognava
riportarla
in
Italia
,
bisognava
che
finisse
di
far
da
viatico
ai
principi
in
fuga
:
bastava
un
niente
,
tre
o
quattro
milioni
.
Io
che
,
per
quanto
mi
sforzi
di
seguire
la
moda
,
ho
ancora
il
torto
di
dubitar
dei
miracoli
,
lo
guardavo
preoccupato
e
insistevo
a
dirgli
:
Segga
,
mi
faccia
il
piacere
,
segga
.
Un
pazzo
seduto
è
meno
pericoloso
che
in
piedi
.
Vor
dì
che
voi
portate
li
rigistri
De
le
spese
,
l
'
esatta
relazione
,
Ché
ve
farò
parlà
co
'
li
ministri
.
E
lo
spedii
col
primo
treno
al
ministro
dell
'
Istruzione
che
sapevo
gentile
e
,
in
queste
faccende
,
liberale
.
Ed
ecco
:
il
miracolo
s
'
è
avverato
,
la
Bibbia
è
in
Italia
.
«
Ho
il
piacere
di
annunciarle
che
la
Bibbia
di
Borso
d
'
Este
è
assicurata
all
'Italia.»
Questo
semplice
telegramma
Giovanni
Treccani
mandò
il
3
maggio
da
Parigi
a
Benito
Mussolini
:
gli
costava
,
come
è
noto
,
più
di
duecentocinquantamila
lire
a
parola
.
Adesso
,
prima
della
gran
Bibbia
,
guardo
lui
.
Lombardamente
posato
e
imperturbabile
,
giovane
ancora
,
biondo
e
sorridente
,
il
naso
piccolo
e
mobile
,
le
palpebre
gravi
ed
esangui
sugli
occhi
azzurri
,
egli
ha
già
imparato
a
maneggiare
il
suo
codice
con
la
delicatezza
del
vecchio
bibliofilo
,
la
quale
sfiora
e
non
tocca
ed
è
paragonabile
solo
alla
delicatezza
delle
donne
quando
s
'
aggiustano
sulla
pettinatura
una
ciocca
che
sfugge
.
L
'
ha
veduto
ancora
poco
il
suo
tesoro
,
ma
lo
conosce
già
molto
bene
,
dall
'
a
alla
zeta
,
e
ne
gradua
con
buon
gusto
le
tante
bellezze
e
finezze
.
Purtroppo
il
metodo
da
lui
scelto
per
uno
studio
rapido
e
pratico
dell
'
arte
della
miniatura
non
é
da
tutti
.
E
il
vecchio
proverbio
qui
è
rovesciato
:
metti
da
parte
e
poi
impara
l
'
arte
.
Vede
:
io
volevo
lasciare
ai
miei
figlioli
un
nome
che
valesse
per
qualcosa
di
nobile
e
di
durevole
.
Non
sono
un
artista
io
,
non
sono
uno
scrittore
.
Ho
cercato
:
ho
trovato
.
È
stata
una
fortuna
per
me
.
Parla
senza
enfasi
,
parla
sottovoce
in
quest
'
alacre
città
dove
anche
nei
salotti
americanamente
si
grida
.
E
convince
e
conquista
sùbito
,
almeno
gli
artisti
e
gli
scrittori
stupefatti
di
sentirsi
invidiati
.
Dalle
pareti
della
sala
che
oggi
ospita
la
Bibbia
,
pendono
quadri
di
Tranquillo
Cremona
,
di
Daniele
Eanzoni
,
di
Mosè
Bianchi
,
di
Filippo
Carcano
:
sembrano
i
nobili
deputati
dai
moderni
pittori
lombardi
ad
accogliere
onorevolmente
i
signori
Taddeo
Crivelli
,
Franco
Russi
,
Marco
dell
'
Avogaro
e
gli
altri
pittori
della
Bibbia
ferrarese
.
Ma
ecco
s
'
apre
la
Bibbia
,
e
tutto
il
resto
scompare
.
Quel
che
prima
fa
stupire
,
è
trovarla
così
intatta
.
Ad
aprire
certe
pagine
,
a
vedere
i
fondi
d
'
oro
senza
un
'
incrinatura
,
i
fondi
d
'
oltremare
senza
una
ruga
,
sembra
d
'
aprirle
noi
per
la
prima
volta
dopo
messer
Borso
.
Non
c
'
è
che
gl
'
illetterati
per
conservare
bene
i
libri
.
Francesco
Giuseppe
d
'
Austria
o
Francesco
di
Modena
,
senza
risalir
più
lontano
,
dovevano
spendere
il
loro
tempo
in
ben
altre
,
oh
gravissime
,
occupazioni
;
e
la
Bibbia
la
lasciavano
dormire
collocata
nel
suo
forziere
,
vergine
e
immacolata
,
diciamo
pure
,
per
noi
.
Questo
stupore
è
moltiplicato
dalla
minutezza
e
fragilità
di
tanta
arte
e
splendore
.
Sarebbe
come
ritrovare
vivi
un
fiore
o
una
farfalla
di
cinque
secoli
fa
.
Il
prodigio
della
sopravvivenza
si
aggiungerebbe
al
prodigio
della
sua
piccolezza
e
bellezza
nativa
,
tanto
da
lasciarti
sulle
prime
senza
respiro
.
Hanno
voluto
,
è
vero
,
questi
pittori
maestri
dare
ad
ogni
pagina
una
sua
bilicata
architettura
,
farne
uno
stabile
monumento
:
in
alto
un
frontone
con
la
sua
lapide
,
ai
lati
due
fioriti
pilastri
con
statue
e
medaglioni
,
nel
mezzo
tra
i
due
spazii
scritti
,
come
tra
due
finestre
,
una
colonnina
o
un
festone
,
in
basso
un
'
alta
base
e
così
salda
che
le
storie
e
i
paesi
in
essa
dipinte
vi
sono
divisi
,
scena
per
scena
,
da
classiche
colonne
,
nude
o
scannellate
,
di
bronzo
o
di
marmo
,
capaci
di
reggere
davvero
da
sole
una
fabbrica
tanto
eccelsa
ed
ariosa
,
se
al
signor
Duca
fosse
venuto
il
ghiribizzo
di
costruirsela
in
pietra
.
Ma
dentro
questi
vani
e
nicchie
e
finestre
,
appoggiati
a
questi
larghi
pilastri
,
i
pittori
si
sentono
finalmente
a
loro
agio
come
e
meglio
che
a
casa
loro
:
e
allora
si
divertono
a
raccontare
favole
in
libertà
e
ad
immaginare
leggiadrie
come
in
un
decamerone
sull
'
erba
.
Oggi
nella
scorsa
non
so
seguire
che
questi
svaghi
e
capricci
:
cervi
alla
fonte
timidi
e
stupiti
a
vedersi
sul
capo
quei
tanti
rami
,
levrieri
assaettati
,
candide
aquile
e
verdi
girifalchi
araldici
ed
accigliati
come
tiranni
in
trono
,
aironi
in
volo
dentro
un
fuso
d
'
azzurro
come
se
un
lembo
di
cielo
si
fosse
avvolto
intorno
al
loro
corpo
lanciato
,
colombe
e
tortore
,
quaglie
e
pernici
accovacciate
dentro
una
rosa
come
nel
loro
vero
nido
,
elefanti
e
camelli
e
scimmie
e
leopardi
e
orsi
e
struzzi
,
tratti
o
cavalcati
con
guinzagli
e
redini
di
porpora
da
pargoli
bianchi
e
paffuti
.
E
poi
farfalle
e
farfalle
.
Ve
ne
saranno
di
cento
specie
,
azzurre
,
viola
,
nere
,
gialle
,
bianche
,
ferme
e
vaganti
,
così
naturali
e
vive
che
sembra
proprio
si
vengano
adesso
a
posare
su
queste
aiole
di
fiori
per
goderne
e
nutrirsene
.
Alla
fine
,
la
farfalla
ti
resta
nella
memoria
come
l
'
emblema
di
Taddeo
Crivelli
e
di
Franco
Russi
:
preciso
.
Alla
fine
....
Sono
tre
ore
che
sfogliamo
e
guardiamo
e
cerchiamo
aggettivi
.
S
'
è
stanchi
e
si
sta
per
diventare
ciechi
,
col
cervello
vuoto
:
il
povero
cervello
che
alle
prime
pagine
s
'
illudeva
di
confrontare
,
di
giudicare
,
di
ricordare
.
Quest
'
angelo
con
la
fronte
tonda
,
con
le
palpebre
a
campana
col
nasino
a
martello
,
con
la
bocca
gonfia
,
non
par
di
Cosmé
Tura
?
Questa
dama
con
la
fronte
rasa
e
i
capelli
dietro
a
turbante
,
con
un
collo
più
lungo
del
volto
,
con
una
veste
a
strascico
tutta
perle
smeraldi
e
oro
,
questo
smilzo
cavaliere
con
un
gran
cappello
aguzzo
come
una
prora
,
non
paiono
di
Pisanello
?
Questi
cavalli
tondi
sotto
una
selva
di
lance
non
sono
di
Paolo
Uccello
?
Si
dura
poco
in
questi
raffronti
.
Ci
si
sente
soffocati
come
sotto
una
pioggia
di
fiori
sempre
più
folta
e
pesante
.
E
non
s
'
osa
dir
basta
,
e
non
si
vuole
dir
basta
.
Le
si
prepara
una
vita
difficile
,
diciamo
al
signor
Treccani
per
svagarci
dai
milioni
dell
'
arte
con
un
centesimo
di
realtà
:
Quanta
gente
le
ha
dato
consigli
e
le
ha
chiesto
soccorsi
dopo
il
suo
ritorno
da
Parigi
?
Il
signor
Treccani
che
è
di
poche
parole
,
sorride
,
esce
,
torna
con
un
fascio
di
lettere
.
Leggiamo
due
righe
della
prima
:
«
Io
vengo
a
proporle
un
'
impresa
che
renderà
gloriosi
e
ricchissimi
me
e
lei
:
il
prosciugamento
del
mar
Caspio
e
la
fine
dei
terremoti
»
.
E
una
riga
della
seconda
:
«
Io
sono
stata
sedotta
da
un
uomo
.
»
Perché
questa
Bibbia
di
Borso
si
guarda
e
non
si
legge
?
Vorrei
consigliare
al
suo
munifico
possessore
,
se
i
mille
visitatori
gli
lasciano
cinque
minuti
di
respiro
,
di
leggersi
almeno
un
versetto
nel
Libro
dell
'
Ecclesiaste
:
«
Dove
sono
molti
beni
,
sono
anche
molti
mangiatori
di
essi
;
e
che
pro
ne
trae
il
padrone
di
essi
,
salvo
la
vista
degli
occhi
?
»
Ma
i
poeti
esagerano
.