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La mattina del 25 luglio il conte Dino Grandi di Mordano si rese irreperibile . Invano fu cercato alla Camera , invano fu cercato nella sua villa pare abbastanza sontuosa di Frascati , anche vana fu la telefonata per rintracciarlo a Bologna presso il Resto del Carlino . Nessuno degli interpellati seppe dare qualche notizia : da Frascati si disse che era partito in auto diretto a Bologna . In realtà egli era rimasto a Roma , nascosto , nell ' attesa del colpo di Stato . Anche nei giorni successivi rimase a Roma . Non appena conobbe la composizione del Governo Badoglio , egli scrisse una lettera al Maresciallo , per dirgli che " si trattava di un Ministero solido e che la scelta degli uomini non avrebbe potuto essere migliore " . Dopo qualche altro giorno di inutile attesa , diventò l ' avvocato Domenico Galli , e filò verso la penisola iberica . Si trattenne poco in Spagna , dove trovò una ospitalità che si può chiamare singolare da parte del console di Siviglia , e non sentendosi sicuro , sotto il regime di Franco , si trasferì nel Portogallo , nelle vicinanze di Lisbona , e precisamente a Estoril . Il suo atteggiamento di prima , il suo discorso nella seduta del Gran Consiglio , la sua fuga in aereo dall ' Italia , con passaporti badoglieschi , tolgono anche l ' ombra del dubbio sulla parte sostenuta da lui nell ' effettuazione della congiura . Da lui , prima Sottogretario all ' Interno , quindi Sottosegretario agli Esteri , successivamente Ministro degli Esteri , poi ambasciatore a Londra , finalmente Ministro della Giustizia e nel contempo Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni nonché coNte col predicato di Mordano . Poteva bastare ? No . Non bastava . Ai primi di marzo del 1943 , egli si presentò a Palazzo Venezia , munito dell ' annuario del Ministero degli Esteri e così parlò a Mussolini : Non è la prima volta che io sono imbarazzato davanti a te , ma in questa circostanza lo sono in modo particolare . Tu sai che dopo un certo periodo di tempo gli ambasciatori , specialmente se sono stati lunghi anni accreditati presso la Corte di San Giacomo a Londra , sono insigniti del Collare dell ' Annunziata . Io credo di trovarmi in queste condizioni . Vorresti parlarne al re ? Questi erano i discorsi che annoiavano terribilmente Mussolini . Già altra volta , a proposito del Collare , egli aveva rinunciato al suo , in favore di Tomaso Tittoni . Va bene rispose Mussolini ne parlerò al prossimo colloquio . Così avvenne . Ma di primo acchito il re non parve affatto entusiasta della cosa . Anzitutto , egli disse , non è vero che chi è stato ambasciatore a Londra sia per ciò decano degli ambasciatori e abbia diritto al Collare . Questo è un motivo che non va . L ' altro , ampliamento del territorio dello Stato , non esiste nel caso Grandi . Egli può essere insignito del Collare solo in quanto è Presidente della Camera . Però , conferendolo a lui , bisognerebbe darlo anche al conte Suardo , Presidente del Senato , e non è il caso dopo le chiacchiere fattesi , in questi ultimi tempi , a carico di senatori che avrebbero fornito notizie alla Polizia . Mussolini interruppe per dire che una inchiesta aveva a tal proposito concluso con la insussistenza del fatto . Nell ' udienza successiva , il re non fece più alcuna obiezione . Al contrario , riconobbe che anche come Guardasigilli dopo la ultimazione dei Codici il Grandi meritava l ' alta distinzione . Questo cambiamento alla distanza di quarantott ' ore sembrò strano . Quanto all ' epoca , fu scelta la festa dell ' Annunziata , e di lì a poco , il 25 marzo del 1943 , il conte Dino Grandi diventava cugino di Vittorio Emanuele Savoia . I giornali pubblicarono la notizia senza eccessivo rilievo . Il Grandi di lì a qualche giorno tornò a Palazzo Venezia e fece tali dichiarazioni di fedeltà , di devozione a Mussolini , da fare tremare i muri perimetrali dell ' edificio . Che il conferimento del Collare fosse un elemento della congiura ? Chi avrebbe infatti potuto dubitare della fede fascista di Grandi ? Qualcuno c ' era , ma non fu ascoltato . Nelle diverse migliaia di " fascicoli " che contengono vita , morte e miracoli di duecentomila personaggi fra i maggiori e minori d ' Italia , quello di Grandi è straordinariamente voluminoso . Per non essere costretti a scrivere centinaia di pagine , trascuriamo le manifestazioni pubbliche scritte e orali , dalle quali risulta che egli si gloriava di essere un " ortodosso " del Fascismo ; un fedelissimo di Mussolini , che aveva fatto di lui , oscuro cronista del Resto del Carlino , un uomo politico di rilievo prima nel Partito , quindi nella Nazione . Che cosa sarei stato io diceva Grandi - se non ti avessi incontrato ? Nella più propizia delle ipotesi un oscuro avvocato di provincia . Sfogliamo il fascicolo che contiene documenti non destinati alla pubblicità e quindi , si suppone , senza secondi fini . Dopo la Marcia su Roma e precisamente nel marzo del 1923 viene chiamato a Roma per riprendere l ' attività politica e in tale occasione così scrive al Duce : « Ti ringrazio per le tue parole che mi hanno ridato a un tratto tutta la mia vecchia forza di lottare e di lavorare . Rimprovero a me stesso questo tempo perduto a consumarmi in silenzio sterilmente . Nessuno più di me conosce e sa i miei difetti . Essi sono grandissimi e infiniti . Ma tu che sei il mio Capo mi vedrai alla prova . Vedrai di quale devozione e di quale lealtà sarà esempio il tuo Dino Grandi » . Nel maggio del 1925 , Mussolini chiamò Dino Grandi a coprire la carica di Sottosegretario al Ministero degli Esteri . Il Grandi aveva molto desiderato questa nomina e non lo nasconde . In questi termini egli ringrazia il Duce : « Senza perplessità e goffe modestie ti dico che la inaspettata nomina mi ha molto lusingato , anche perché l ' avermi tu prescelto ad una funzione tanto importante mi permetterà di esserti più vicino . Questa è la massima ambizione e il maggior premio che io possa desiderare . Tu sai d ' altra parte quanto illimitata e incondizionata sia la mia fedeltà e come mio unico desiderio sia quello di ubbidirti . Fai perciò di me quello che riterrai più opportuno e più rispondente alle esigenze del momento che tu soltanto sai e puoi valutare » . In data 14 dicembre 1927 , indirizzò un ' altra lettera al Duce nella quale sono contenute le seguenti parole : « Qualche mese fa tu mi ordinasti di riprendere il mio posto . L ' ho ripreso . E riprendendolo con tutta la mia passione non ti ripeto che una assicurazione che è un giuramento di fedeltà . Ti dico solo che la mia fedeltà è cieca , assoluta e indistruttibile . Essa è la conquista spirituale di un uomo di silenzio e di meditazione . Mi vedrai alla prova » . Dopo avere diretto per molti anni il Ministero degli Esteri , egli fu sostituito . Perché ? Frequentando assiduamente Ginevra , egli si era alquanto mimetizzato in quel perfido ambiente . La sua linea era oramai " societaria " . Non vi è dubbio che egli si era fatto un certo nome nel mondo internazionale . Aveva visitato quasi tutte le capitali europee , compresa Ankara . Lo si considerava un uomo di tendenze democratiche , un uomo di destra nella politica estera del Fascismo . La linea del Governo , dopo il fallimento del patto a quattro , divergeva . Un giorno , egli fu sostituito e mandato ambasciatore a Londra . Si può pensare che da quel giorno egli cominciasse a covare un risentimento che lo avrebbe portato lontano . Tuttavia lo tenne accuratamente celato . Quando già nell ' aria si sentiva che qualche cosa di nuovo maturava in terra d ' Africa , in data 20 febbraio 1935 , da Londra così scriveva : « Sono ritornato al mio posto di lavoro con una immagine dell ' Italia fascista quale non avevo visto mai ; la vera Italia del tuo tempo , che va incontro agli eventi misurandoli freddamente , senza preoccupazioni da una parte , senza manifestazioni di isterico entusiasmo dall ' altra . Le cose che sono . I Romani che se ne intendevano avrebbero chiamato questo il tempo della Fortuna virile . Credo che tu debba essere soddisfatto del come l ' Italia ha risposto al tuo ordine di marcia » . Di quando in quando , l ' ambasciatore a Londra scende a riprendere contatto con la vita della Nazione e del Regime . Nessuna riserva o critica nelle manifestazioni destinate alla pubblicità , nessuna riserva nelle manifestazioni epistolari riservate , ma apologia osannante di tutto . Nel febbraio del 1939 , visitando una caserma della Milizia così scrive : « L ' impressione che vi ho riportata è profonda . Guidonia è il più maschio generatore di potenza per la nostra guerra di domani , e , tra le tue creazioni , quella che dà forse con più plastica evidenza il senso del Genio e della Potenza » . È l ' anno in cui nell ' Esercito italiano si introduce , cominciando dalla Milizia , il " passo romano " di parata , sul quale tante oziose discussioni si fecero allora . Sta di fatto che l ' unico esercito al mondo che sfilasse senza uno " stile " di marcia , era l ' Esercito italiano . Che il passo di parata sia il coronamento indispensabile dell ' istruzione in ordine chiuso è di tutta evidenza e che tale passo sia di una importanza educativa grandissima è indiscutibile . È noto l ' episodio di Waterloo . A un certo momento della battaglia , sorpresi da un violento fuoco a massa dell ' artiglieria francese , alcuni reparti prussiani ebbero un momento di incertezza . Blücher li fece ritornare in linea al " passo dell ' oca " e ripresero intrepidamente il combattimento . Quando in una delle sue periodiche visite a Roma , l ' ambasciatore Grandi ha l ' occasione di assistere alle prime sfilate del " passo romano " , egli ne resta semplicemente elettrizzato . Lo spettatore si lascia trasportare dall ' entusiasmo e interpreta dal punto di vista fonico e da quello morale l ' importanza del " passo " con questo brano di una lettera apologetica indirizzata a Mussolini : « La terra tremava sotto la picchiata o meglio la martellata dei piedi dei legionari . Ho osservato da vicino queste Camicie Nere : quando essi marciano al passo romano , i loro occhi sfavillano , la bocca si fa dura e lineare e la faccia acquista un senso nuovo che , non è soltanto il senso marziale , ma è piuttosto il senso di superbia soddisfatta di un martellatore che spacca , che schiaccia la testa del suo nemico . Infatti , è dopo i primi 10-12 passi che la picchiata diventa di una potenza uniformemente crescente e questo perché la eco della martellata nell ' orecchio stesso del martellatore vi raddoppia la forza . Nella necessaria rivoluzione del costume , che tu stai facendo , il passo romano , è e sarà sempre più il più potente strumento di pedagogia fascista . Per questo mi domando se nel passo di parata la musica non vi sia di troppo . Mentre il tamburo " sigilla " , la musica della banda ( non darmi del presuntuoso per queste impressioni ) crea delle diversioni spirituali a tutto scapito di quello che deve essere ingigantito dal silenzio e dal tamburo , la eco e la vibrazione di questa ritmica potente collettiva martellata di bronzo » . Erano quelli gli anni in cui il Partito si proponeva di " rivoluzionare " il costume . A tale scopo fu introdotta la cerimonia del cambio della guardia . Il cambio della guardia era diventato col tempo la più sciatta delle cerimonie militari . Non aveva pubblico , perché non interessava nessuno . Dopo avere migliorato lo stile del cambio della guardia al Quirinale , facendo marciare insieme alla guardia almeno una compagnia con musica , quasi identica cerimonia si svolgeva davanti a Palazzo Venezia , dinanzi a un pubblico sempre più numeroso di Italiani e di stranieri . Una volta , Grandi ha l ' occasione di assistere al cambio della guardia a Palazzo Venezia e dopo aver definito la cerimonia " superba e formidabile " così prosegue : « Quanto ho visto a Berlino tempo fa , e quello che vedo assai spesso a Londra non hanno nulla a che vedere . L ' ordine chiuso che tu hai insegnato ai tuoi soldati è di una originalità unica e superba . Quei tuoi soldati stamane , del colore dell ' acciaio , si muovevano con cuore , muscoli e tendini di acciaio . Non era il " balletto " anglo - sassone . Non era la " catapulta " teutonica . Era un monoblocco di acciaio , una massa potentemente pesante come quella tedesca , ma non tuttavia di ghisa , bensì di metallo vibrante . È il più potente strumento di pedagogia popolare che tu abbia creato » . Chi non ha in questi ultimi tempi gettato un sassolino contro il Segretario Starace ? Nella seduta del Gran Consiglio , il Grandi fu addirittura feroce . Eppure nel 1938 , in una lettera scritta a Mussolini , dopo una visita alla Farnesina , trova modo di dire « che ivi Starace sta facendo delle cose straordinarie » e annunciando la sua partenza per Londra dichiara che eviterà di passare per la Francia , ma andrà via Germania perché , egli dice , « in questi sette anni dacché sono a Londra , io non mi sono mai , dico mai , fermato una sola notte a Parigi , città che odio » . All ' epoca dell ' occupazione dell ' Albania , così scriveva da Londra : « Gli avvenimenti di oggi mi hanno elettrizzato lo spirito . Tu , Duce , fai camminare la Rivoluzione col moto fatale e spietato della trattrice . Dopo la vendetta di Adua , la vendetta di Valona , il tuo collaboratore fedele , il quale ha avuto il privilegio di essere stato , per otto anni , testimonio quotidiano della tua azione , sa che questa azione tu non l ' hai mollata mai , neppure per un secondo . Questa conquista fa dell ' Adriatico , per la prima volta , un mare militarmente italiano e apre all ' Italia di Mussolini le antiche strade delle conquiste romane in Oriente » . Quando all ' atteggiamento del conte Grandi di fronte alla guerra attuale , esso fu , all ' inizio , di assoluta entusiastica adesione . Il 9 agosto del 1940 presentando al Duce una copia fotografica di un suo articolo scritto 26 anni prima ( dicembre 1914 ) , dal quale risulta che le basi dell ' interventismo del 1914 erano le stesse basi ideali e politiche dell ' interventismo di 25 anni dopo , scrive : « Sin da allora , sotto la tua guida , Duce , pensavamo che la guerra vera , la guerra rivoluzionaria dell ' Italia , doveva ancora venire e sarebbe stata la guerra futura , la guerra proletaria fra Italia , Germania e Russia da un lato , Francia e Inghilterra dall ' altro e contro queste ultime che sin da allora dichiaravamo essere le nostre vere nemiche , anche se ci preparavamo a combattere insieme ad esse » . Tornato definitivamente da Londra dove in taluni circoli godeva di una certa considerazione , fu nominato Guardasigilli e come tale diede forte impulso al completamento dei Codici ch ' egli volle chiamati " mussoliniani " . Scelto a presiedere la Camera dei Fasci e delle Corporazioni , pur rimanendo Guardasigilli , in data 27 marzo XVIII così scriveva al Duce : « Ti sono profondamente grato di quanto hai avuto la bontà di dirmi stasera . Essere sempre più uno degli Italiani nuovi che sbalzi a martellate . Questo vogliono la mia vita , la mia fede , il mio spirito che da 25 anni sono tuoi , del mio Duce » . Il 2 dicembre del 1942 , il Duce parlò alla Camera sulla situazione politico - militare . Presiedeva Grandi . L ' assemblea ebbe una tonalità accesa e sembrava denunciare una perfetta unanimità degli spiriti . All ' indomani , fu consegnata al Duce una lettera firmata " una donna " che così si esprimeva : « Voi avete accanto due o tre gerarchi che tramano qualche cosa . Dalla tribuna della stampa ho seguito la seduta di ieri e osservato l ' atteggiamento impenetrabile di Grandi . I suoi applausi erano di convenienza . È stato troppo tempo a Londra . Una che lo conosce vi dice : diffidate ! » Il caso Grandi non è il solo , è uno dei tanti , e tutti si rassomigliano . Storicamente è accertato che nelle grandi crisi i capi mollano o tradiscono mentre i piccoli tengono e rimangono fedeli . È , dunque , il calcolo ( cioè l ' intelligenza ) che gioca nei primi , mentre nei secondi è la forza primigenia ed elementare del sentimento che li guida . Davanti a capovolgimenti spirituali come quelli che l ' epistolario Grandi documenta ( e non è che una minima parte ) , si comprende lo scetticismo di Mussolini , dovuto anche al fatto che nella sua vita egli non ha mai avuto amici . È stato un bene ? Un male ? Alla Maddalena egli si è posto il problema , ma non lo ha risolto perché : « Bene o male oramai è troppo tardi . Vi è nel mondo biblico chi ha gridato : Guai ai solitari e chi nel mondo del Rinascimento ha proclamato : Sii solo e sarai tutto tuo . Se oggi io avessi degli amici , dovrebbero o potrebbero " compatirmi " , cioè letteralmente " patire con me " . Non avendone , i miei casi non escono dal cerchio chiuso della mia vita » .