StampaQuotidiana ,
La
lettera
aperta
del
Partito
d
'
Azione
agli
altri
partiti
del
CLNAI
ha
provocato
una
presa
di
posizione
di
questi
circa
i
compiti
e
le
funzioni
,
attuali
e
futuri
,
del
massimo
organismo
politico
della
resistenza
:
che
cosifatta
presa
di
posizione
non
consenta
di
constatare
un
solido
accordo
fra
i
partiti
,
capace
di
costituire
un
terreno
comune
per
la
riforma
in
profondità
della
struttura
politica
e
amministrativa
dell
'
organismo
statale
,
sviluppando
e
coronando
la
comune
lotta
di
resistenza
al
nazifascismo
,
è
cosa
che
non
ci
scoraggia
,
né
diminuisce
la
nostra
ragionata
fiducia
nella
intrinseca
capacità
rivoluzionaria
e
costruttiva
degli
organismi
del
potere
popolare
spontaneamente
formatisi
dallo
sfacelo
del
vecchio
stato
.
Lo
vogliano
o
no
i
partiti
verso
i
quali
siamo
ben
lontani
dal
nutrire
quella
ostile
prevenzione
che
con
troppo
comodo
argomentare
ci
vorrebbe
attribuire
la
DC
i
Comitati
di
liberazione
periferici
,
i
Comitati
di
agitazione
nelle
fabbriche
,
i
«
fronti
»
giovanile
,
di
difesa
della
donna
,
degli
intellettuali
,
dei
contadini
,
il
Corpo
Volontari
della
libertà
,
i
GAP
e
i
SAP
,
sono
sorti
,
hanno
saputo
assumere
con
energia
e
spesso
con
eroismo
il
compito
di
guidare
tutta
la
popolazione
nella
lotta
di
liberazione
,
e
,
con
ciò
stesso
,
il
titolo
legittimo
,
altrettanto
e
più
che
quello
stesso
dei
partiti
,
a
costituire
le
cellule
organiche
del
rinnovamento
nazionale
:
essi
non
scompariranno
al
primo
raggio
di
sole
e
neppure
al
primo
soffio
d
'
uragano
,
poiché
organismi
vivi
e
vitali
non
dileguano
nell
'
ombra
prima
di
avere
esaurito
tutta
la
propria
capacità
realizzatrice
e
la
loro
storica
ragion
d
'
essere
.
Potremmo
aggiungere
che
essi
facilmente
sopravviveranno
allo
stesso
CLN
centrale
,
ove
quest
'
ultimo
ritenga
esaurito
il
suo
compito
come
vorrebbero
il
Partito
Liberale
e
la
Democrazia
Cristiana
con
la
liberazione
del
territorio
e
la
remissione
dei
poteri
al
governo
nazionale
.
C
'
è
di
fatti
una
politica
del
Comitato
di
Liberazione
e
una
politica
dei
comitati
di
liberazione
:
e
mentre
la
vita
del
Comitato
centrale
finché
persista
nella
sua
attuale
struttura
di
organo
di
collegamento
fra
i
partiti
che
lo
costituiscono
,
la
stessa
cosa
non
si
può
dire
dei
comitati
periferici
,
comunali
,
aziendali
professionali
e
così
via
,
la
cui
spontaneità
e
aderenza
intima
alle
esigenze
della
volontà
popolare
li
rende
assai
più
indipendenti
dal
controllo
dei
partiti
politici
;
come
tali
,
essi
continueranno
la
loro
funzione
insostituibile
di
organi
del
potere
liberale
:
i
fatti
proveranno
se
la
rinuncia
eventuale
del
CLNAI
a
coordinare
,
raccogliere
e
potenziale
le
esperienze
di
questi
organismi
periferici
sarà
stata
una
buona
o
una
cattiva
politica
,
se
avrà
contribuito
ad
arricchire
,
o
se
non
piuttosto
a
depauperare
,
la
vita
politica
nazionale
,
il
cui
contenuto
più
vivo
ed
energico
non
può
che
venire
dalla
periferia
,
vale
a
dire
dall
'
iniziativa
popolare
.
Il
problema
politico
centrale
difatti
si
riassume
in
questo
semplice
dilemma
:
ritorno
allo
stato
prefascista
del
1922
o
rinnovamento
organico
della
struttura
dello
stato
;
in
altri
termini
legalitarismo
costituzionalistico
o
democrazia
progressiva
.
Se
si
vuole
il
ritorno
allo
stato
prefascista
,
sia
pure
con
le
migliori
intenzioni
di
adoperarne
gli
istituti
per
proporre
riforme
anche
cospicue
,
il
CLN
altro
non
può
essere
che
un
espediente
,
importante
quanto
si
vuole
ma
transitorio
,
necessitato
dalla
fase
cospirativa
della
lotta
di
liberazione
e
destinato
a
finire
insieme
ad
essa
;
se
si
vuole
al
contrario
la
democrazia
progressiva
,
o
la
rivoluzione
democratica
come
piace
anche
chiamarla
,
il
CLN
è
assai
di
più
;
un
organo
che
sopravvive
alla
fase
clandestina
e
cospirativa
della
lotta
e
la
prosegue
e
continua
fino
alla
riforma
strutturale
dello
stato
divenuto
stato
popolare
che
è
poi
il
solo
tipo
possibile
e
conforme
ai
tempi
attuali
di
stato
liberale
.
La
dichiarazione
del
Partito
Liberale
in
risposta
alla
lettera
del
nostro
partito
(
e
alla
lettera
del
Partito
Comunista
e
alla
dichiarazione
del
Partito
Socialista
)
ha
almeno
questo
di
buono
:
di
aver
espresso
senza
equivoci
né
reticenze
la
volontà
di
un
ritorno
allo
stato
prefascista
:
per
il
Partito
Liberale
esiste
un
solo
problema
,
quello
del
ripristino
della
costituzione
e
della
regola
del
gioco
fra
i
partiti
,
condizioni
che
ritiene
del
tutto
sufficienti
a
permettere
lo
sviluppo
delle
eventuali
riforme
.
Sul
carattere
poi
e
sulla
portata
di
tali
riforme
esso
si
guarda
bene
dal
prendere
posizione
,
giustificando
questo
suo
agnosticismo
con
...
il
rispetto
alla
volontà
popolare
che
non
dev
'
essere
né
anticipata
né
coartata
;
come
se
il
dovere
e
il
compito
di
un
partito
politico
democratico
fosse
semplicemente
quello
di
essere
il
silenzioso
notaio
del
suffragio
universale
.
Quando
il
P.L.
afferma
,
per
esempio
,
che
in
materia
istituzionale
esso
«
ha
assunto
da
tempo
una
posizione
chiarissima
:
esso
cioè
si
riserva
di
assumere
un
atteggiamento
preciso
per
la
monarchia
o
la
repubblica
allorquando
il
congresso
del
PLI
avrà
deliberato
il
proprio
atteggiamento
»
risulta
chiara
solo
una
cosa
,
che
la
sua
posizione
su
tale
problema
non
è
chiarissima
,
ma
equivoca
e
reticente
:
infatti
il
confessare
di
non
avere
ancora
un
'
opinione
su
uno
dei
massimi
problemi
della
vita
nazionale
equivale
a
dire
che
il
problema
non
esiste
nemmeno
,
rafforzando
così
la
tesi
monarchica
la
quale
nulla
di
meglio
potrebbe
desiderare
se
non
che
non
si
mettesse
nemmeno
in
discussione
la
sua
legittimità
.
Allorché
si
vorrebbe
farsi
credere
tanto
rispettosi
della
volontà
della
maggioranza
da
rinunciare
ad
avere
un
'
opinione
,
vien
fatto
di
pensare
a
quella
dichiarazione
citata
con
tanto
contenuto
sdegno
dal
Roepke
(
il
cui
nome
i
«
liberali
»
spendono
tanto
più
volentieri
quanto
meno
spesso
dimostrano
di
seguirne
il
pensiero
)
di
un
capo
di
partito
democratico
nella
Germania
del
1918
,
il
quale
,
richiesto
sul
programma
del
suo
partito
,
diede
la
«
impagabile
»
risposta
che
le
basi
della
democrazia
non
consentono
di
far
decidere
il
programma
se
non
alla
volontà
del
popolo
!
Ritorno
dunque
allo
stato
costituzionale
del
1922;
ma
lo
stato
costituzione
del
prefascismo
ha
cessato
di
esistere
non
solo
di
diritto
ma
di
fatto
.
Il
fascismo
non
fu
già
un
incidente
sgradevole
che
ha
interrotto
la
continuità
costituzionale
dello
stato
,
ma
fu
invece
in
larga
misura
il
prodotto
di
tale
stato
della
degenerazione
dello
stato
liberale
e
democratico
di
nome
,
ma
autoritario
centralizzatore
prefettizio
burocratico
e
classista
di
fatto
.
Quello
stato
non
fu
assalito
da
una
forza
ad
esso
estranea
(
il
fascismo
)
ma
ha
espresso
esso
stesso
il
fascismo
come
prodotto
ultimo
della
sua
degenerazione
.
Il
settembre
1943
non
ha
segnato
solo
la
decomposizione
dello
stato
fascista
,
ma
anche
dello
stato
prefascista
.
Ritornare
a
questo
significa
ritornare
anche
allo
stato
fascista
,
di
un
fascismo
riveduto
e
corretto
,
ma
pur
sempre
fascismo
.
È
impossibile
risuscitare
un
morto
;
occorre
invece
ricostruire
lo
stato
dalle
fondamenta
,
dal
momento
che
tutti
i
suoi
organi
(
monarchia
esercito
magistratura
polizia
burocrazia
diplomazia
)
sono
inesistenti
o
marci
fino
alla
midolla
e
rifiutati
perfino
dallo
stomaco
del
popolo
italiano
.
Ecco
tutta
la
funzione
dei
CLN
che
sono
gli
artefici
della
nuova
esperienza
istituzionale
,
i
creatori
del
nuovo
tessuto
organico
della
società
nazionale
,
la
matrice
della
nuova
classe
politica
.
Volerne
limitare
le
funzioni
a
quelle
di
organi
clandestini
della
resistenza
per
tornare
poi
al
parlamentarismo
,
vuol
dire
lasciare
il
certo
per
l
'
incerto
.
È
un
errore
del
partito
liberale
e
della
democrazia
cristiana
(
la
quale
ultima
condivide
sostanzialmente
la
posizione
del
primo
pur
aderendo
energicamente
alla
nostra
tesi
regionalistica
)
il
presumere
che
la
politica
dei
CLN
tenda
a
sostituirsi
alla
volontà
popolare
da
esprimersi
nei
comizi
elettorali
.
Anche
per
noi
,
come
per
tutti
i
partiti
aderenti
al
CLN
saranno
i
parlamenti
liberamente
eletti
gli
organi
sovrani
della
volontà
popolare
;
ma
parlamenti
ed
assemblee
sono
organi
d
'
una
società
adulta
ed
ordinata
:
la
nostra
invece
,
sgretolata
dal
fascismo
deve
riorganizzarsi
avviando
la
volontà
popolare
,
attraverso
la
partecipazione
diretta
e
capillare
alla
vita
politica
amministrativa
economica
,
alla
risoluzione
dei
problemi
sui
quali
i
parlamenti
decideranno
.
I
CLN
per
la
loro
aderenza
alla
vita
popolare
sono
gli
organi
della
sobrietà
,
mentre
i
parlamentari
ora
sarebbero
gli
organi
dell
'
intemperanza
e
più
facile
preda
di
ritorni
dittatoriali
.
Costruire
sul
pieno
e
sul
concreto
,
anziché
sul
vuoto
e
sull
'
astratto
:
ecco
il
senso
della
politica
dei
comitati
nella
quale
il
nostro
partito
si
è
impegnato
.
Il
partito
liberale
si
pone
oggi
in
una
posizione
schiettamente
formale
di
ristabilimento
delle
garanzie
costituzionali
e
delle
libere
istituzioni
:
ma
questo
non
è
appannaggio
di
alcun
partito
,
ed
è
comune
a
tutti
i
partiti
che
si
pongono
sul
terreno
della
libertà
e
della
democrazia
;
diremo
perciò
col
nostro
compagno
Calogero
che
è
questa
una
posizione
di
prepartito
piuttosto
che
di
partito
.
Posizione
morale
e
psicologica
,
non
politica
.
Fare
politica
significa
operare
sulla
realtà
;
e
l
'
evidente
realtà
di
oggi
è
una
rivoluzione
non
solo
italiana
ma
mondiale
in
corso
di
sviluppo
;
che
sia
così
non
è
colpa
dei
partiti
rivoluzionari
,
ma
delle
cose
stesse
.
Se
l
'
apparato
istituzionale
è
infranto
,
bisogna
,
si
voglia
o
no
,
approntarne
uno
nuovo
;
del
passato
potrà
utilizzarsi
il
vivo
e
vitale
,
non
si
potrà
ad
esso
tornare
come
passato
.
A
questo
rinnovamento
rispondono
i
CLN
che
esprimono
la
nuova
classe
politica
.
C
'
è
insomma
un
liberalismo
facile
ed
un
altro
difficile
.
Il
PL
sembra
adagiarsi
volentieri
nel
primo
;
il
partito
d
'
azione
sa
da
gran
tempo
qual
'
è
il
liberalismo
che
risponde
alle
sue
idealità
e
da
gran
tempo
ha
scelto
la
via
più
difficile
ed
impegnativa
.