StampaQuotidiana ,
Il
messaggio
di
Roosevelt
ed
il
discorso
di
Hitler
2
sono
due
elementi
di
notevole
importanza
nell
'
agitata
atmosfera
della
politica
mondiale
.
Per
capire
il
valore
di
questi
due
documenti
è
necessario
non
solo
analizzarli
nel
loro
contenuto
intrinseco
ma
anche
ambientarli
in
quel
particolare
clima
storico
nel
quale
America
e
Germania
hanno
saputo
dire
una
parola
chiara
,
meditata
e
rasserenante
.
All
'
inizio
di
questa
settimana
la
temperatura
della
politica
europea
era
alquanto
elevata
e
forse
pur
minacciosa
.
Anzitutto
dopo
quindici
mesi
la
Conferenza
di
Ginevra
si
era
arenata
in
difficoltà
poste
dall
'
intransigenza
delle
parti
contrastanti
che
avevano
un
po
'
ridotto
la
discussione
a
sembrar
schermaglia
di
responsabilità
.
Lloyd
George
,
uno
dei
pochi
sopravvissuti
della
tragica
politica
del
secondo
decennio
del
nostro
secolo
,
chiudeva
un
discorso
,
tenuto
lunedì
ad
un
'
assemblea
di
700
donne
londinesi
,
con
queste
oscure
parole
:
«
La
situazione
è
allarmante
e
lo
diventa
sempre
più
con
rapidità
terribile
.
Ricordo
quello
che
successe
nel
1914
quando
la
guerra
è
scoppiata
nel
momento
in
cui
nessuno
al
potere
la
desiderava
.
Io
spero
che
noi
non
permetteremo
a
questa
crisi
di
svilupparsi
in
modo
tale
da
trovarci
tutti
coinvolti
in
un
terribile
conflitto
che
nessuno
effettivamente
ha
mai
desiderato
»
.
A
queste
parole
facevano
eco
quelle
pronunciate
al
di
là
del
Reno
da
von
Papen
,
il
quale
fra
l
'
altro
diceva
di
essere
persuaso
che
«
oggi
,
come
nel
1914
,
si
voglia
nient
'
altro
che
l
'
isolamento
non
soltanto
militare
,
ma
anche
morale
della
Germania
»
.
Inoltre
,
von
Neurath
,
in
un
articolo
pubblicato
nella
«
Leipziger
Illustrierte
Zeitung
»
dichiarava
:
«
Noi
saremo
obbligati
a
completare
i
nostri
armamenti
,
qualunque
debba
essere
,
nel
quadro
britannico
,
la
limitazione
e
la
riduzione
generale
degli
armamenti
»
.
A
queste
dichiarazioni
del
ministro
degli
Esteri
,
duramente
attaccato
dalla
stampa
francese
come
annunciatore
del
proposito
di
riarmo
della
Germania
,
si
aggiungevano
quelle
del
vice
-
cancelliere
von
Papen
,
il
quale
nel
discorso
di
Münster
affermava
che
«
la
nazione
tedesca
ha
radiato
dal
suo
vocabolario
l
'
idea
del
pacifismo
»
idea
ispirata
alla
«
filosofia
della
debolezza
»
,
e
che
Hitler
potrà
dire
alla
fine
della
sua
vita
:
«
Ho
posto
al
centro
del
pensiero
della
nazione
il
soldato
tedesco
»
.
A
queste
manifestazioni
verbali
si
devono
aggiungere
i
piani
tedeschi
di
militarizzazione
dei
lavoratori
,
ed
i
contrasti
con
l
'
Austria
dalla
quale
un
ministro
tedesco
veniva
espulso
mentre
nel
raduno
di
Schönbrunn
venivano
passati
in
rassegna
40
mila
militi
delle
Heimwehren
.
Dall
'
altra
sponda
,
non
certo
tranquillo
era
il
tono
della
stampa
francese
,
né
l
'
Inghilterra
aveva
lasciato
sfuggire
l
'
occasione
per
dimostrare
alla
Germania
il
suo
atteggiamento
.
Dopo
gli
attacchi
di
Lord
Cecil
ai
Comuni
,
ove
il
vecchio
parlamentare
arrivò
a
dire
:
«
piuttosto
il
fallimento
della
Conferenza
di
Ginevra
che
il
riarmamento
della
Germania
»
,
e
dopo
gl
'
inconvenienti
per
la
visita
di
Rosenberg
,
il
ministro
della
Guerra
Lord
Hailsham
parlava
di
eventuali
«
sanzioni
»
nel
caso
di
riarmamento
della
Germania
con
violazione
delle
clausole
militari
del
trattato
di
Versailles
.
In
questa
turbata
atmosfera
il
messaggio
di
Roosevelt
ha
portato
del
sano
ossigeno
ed
il
discorso
di
Hitler
ha
fugato
alcune
delle
nubi
più
oscure
.
Che
cosa
dicono
questi
due
documenti
?
Si
tratta
di
due
voci
di
tono
diverso
,
di
due
discorsi
ciascuno
dei
quali
è
animato
da
preoccupazioni
tutte
particolari
.
Però
il
primo
ha
influito
sul
secondo
,
il
quale
a
sua
volta
integra
il
primo
,
anche
se
talvolta
lo
contraddice
.
I
due
documenti
vanno
perciò
considerati
congiuntamente
anche
se
non
collimano
,
poiché
la
loro
contemporaneità
e
lo
spirito
che
li
anima
fa
sì
che
l
'
ulteriore
sviluppo
della
politica
internazionale
sia
sotto
la
diretta
influenza
di
quanto
a
Washington
ed
a
Berlino
è
stato
detto
.
Il
problema
di
Roosevelt
è
il
problema
economico
.
Il
problema
di
Hitler
è
un
problema
politico
.
Roosevelt
vuole
in
ultima
analisi
la
pace
economica
per
raggiungere
la
quale
promuove
«
la
lotta
comune
contro
il
caos
economico
»
.
Questa
è
la
sua
nobile
e
generosa
battaglia
.
Per
questo
parla
al
mondo
:
ai
re
,
ai
governanti
,
ai
popoli
.
Hitler
invece
si
rivolge
anzitutto
alla
nazione
tedesca
:
il
suo
discorso
incomincia
così
:
«
Deputati
,
uomini
e
donne
del
Reichstag
tedesco
!
»
,
ed
il
suo
scopo
è
una
«
presa
di
posizione
»
della
Germania
ufficiale
sui
problemi
che
turbano
il
mondo
.
Roosevelt
parte
dai
fatti
economici
,
cioè
dall
'
attuale
crisi
economica
,
e
per
mezzo
della
pace
politica
di
Ginevra
vuole
arrivare
alla
pace
economica
della
conferenza
di
Londra
,
cioè
raggiungere
tre
grandi
obiettivi
:
stabilizzazione
delle
monete
,
tregua
doganale
,
rialzo
dei
prezzi
.
Il
suo
programma
si
potrebbe
così
riassumere
:
la
pace
economica
attraverso
la
pace
politica
.
Hitler
più
che
dei
fatti
porta
dei
princìpi
,
guarda
più
al
diritto
ed
alla
storia
che
all
'
economia
:
si
propone
più
di
spiegare
il
passato
che
di
segnare
,
come
Roosevelt
,
l
'
avvenire
.
Roosevelt
non
si
perde
ad
indagare
i
motivi
della
crisi
;
vi
sono
già
tante
biblioteche
di
scritti
quasi
inutili
.
Hitler
invece
crede
fin
dalle
sue
prime
parole
di
afferrare
il
nucleo
della
questione
,
di
additare
la
sorgente
inquinata
di
tutti
i
mali
:
«
Tutti
i
problemi
,
egli
dice
,
che
sono
motivo
delle
odierne
inquietudini
stanno
nella
manchevolezza
del
Trattato
di
Pace
»
.
Questa
è
la
prima
constatazione
che
assume
il
carattere
di
un
dogma
politico
,
di
un
postulato
dal
quale
si
possono
dedurre
rigorose
conseguenze
.
Hitler
ha
sintetizzate
le
cause
per
le
quali
la
Germania
ritiene
non
equo
il
trattato
di
Versailles
:
non
ha
reso
ragione
al
principio
di
nazionalità
«
per
passione
,
per
odio
o
per
incomprensione
»
;
ha
escogitato
«
concetti
sterili
e
pericolosi
come
sanzioni
,
riparazioni
,
ecc
.
»
portando
alla
conseguenza
che
«
la
matematica
finanziaria
ha
strangolato
la
ragione
economica
»
;
ha
sostenuta
la
«
bugia
»
della
responsabilità
tedesca
della
guerra
,
bugia
che
ha
fatto
sì
che
la
Germania
fosse
passata
«
al
posto
di
popolo
di
seconda
classe
»
;
ha
diviso
il
mondo
in
vincitori
e
vinti
ed
ha
disarmato
solo
una
parte
delle
nazioni
.
Se
tale
è
il
trattato
,
quale
conclusione
dovrà
trarre
la
Germania
dopo
14
anni
di
esperienza
?
Rompere
i
trattati
?
No
!
«
Nessun
governo
tedesco
,
dice
Hitler
,
dal
canto
suo
procederà
alla
rottura
di
un
accordo
che
non
si
può
eliminare
senza
sostituirlo
con
uno
migliore
»
.
«
La
Germania
,
aggiunge
,
ha
avuto
una
fedeltà
che
rasenta
il
suicidio
»
.
Resta
allora
,
secondo
Hitler
,
una
sola
via
:
la
revisione
.
«
Il
diritto
di
chiedere
la
revisione
di
questo
trattato
è
fondata
nel
trattato
stesso
»
.
È
questo
uno
dei
punti
delicati
dell
'
argomentazione
hitleriana
che
trova
,
in
contraddittorio
,
affermazioni
di
giuristi
i
quali
negano
l
'
interpretazione
che
Hitler
fa
degli
articoli
che
prevedono
la
revisione
.
Diversi
i
punti
di
partenza
,
diversi
i
procedimenti
;
convergono
invece
gli
obiettivi
nel
comune
intento
di
disarmare
e
pacificare
gli
uomini
.
Roosevelt
dice
:
la
causa
degli
armamenti
non
è
tanto
la
mira
di
conquista
quanto
la
paura
dell
'
offesa
.
E
ciò
non
per
una
particolare
e
correggibile
psicologia
degli
uomini
,
ma
per
le
ragioni
immanenti
nello
stesso
progresso
della
tecnica
che
rende
più
pronto
il
gas
che
offende
che
la
maschera
che
protegge
.
Il
disagio
quindi
si
cura
in
un
solo
modo
.
Eliminazione
totale
delle
armi
offensive
.
Hitler
risponde
:
«
Il
motivo
degli
odierni
armamenti
della
Francia
e
della
Polonia
non
può
assolutamente
essere
il
timore
di
un
'
invasione
tedesca
.
La
Germania
non
possiede
affatto
armi
di
aggressione
moderna
»
.
Il
cancelliere
tedesco
infatti
cerca
di
dimostrare
lo
spirito
pacifico
della
Germania
con
il
quale
non
concordavano
invece
né
la
documentazione
degli
armamenti
tedeschi
cui
accennava
ultimamente
il
ministro
Boncour
,
né
altri
discorsi
,
articoli
e
discussioni
ginevrine
.
Ad
ogni
modo
le
parole
di
Hitler
sono
chiare
e
sono
rivolte
al
futuro
.
La
Germania
non
vuole
nuove
guerre
.
«
L
'
esplosione
di
una
tale
pazzia
senza
fine
,
dice
Hitler
,
porterebbe
al
crollo
dell
'
odierno
ordine
statale
e
sociale
europeo
»
.
La
rivoluzione
hitleriana
dovrebbe
avere
,
secondo
il
suo
capo
,
lo
scopo
di
salvar
la
società
restaurando
la
proprietà
contro
il
comunismo
,
dando
lavoro
al
popolo
ed
unità
alla
rappresentanza
politica
.
Nient
'
altro
,
poiché
i
tedeschi
dichiarano
,
malgrado
le
recenti
lotte
,
di
voler
vivere
in
pace
con
tutti
(
«
rispettiamo
,
dice
Hitler
,
i
diritti
degli
altri
e
ci
auguriamo
dal
profondo
del
cuore
di
vivere
con
essi
in
pace
ed
amicizia
»
)
,
e
dichiarano
inoltre
,
malgrado
la
campagna
razzista
,
di
negare
ogni
idea
del
germanesimo
imperialista
(
«
noi
nazionalsocialisti
,
aggiunge
Hitler
,
non
conosciamo
nemmeno
il
concetto
di
germanizzazione
,
mentalità
spirituale
del
secolo
passato
e
che
fece
credere
che
di
polacchi
e
francesi
si
potesse
fare
dei
tedeschi
»
)
.
Questa
rettifica
dei
principi
del
germanesimo
del
secolo
scorso
(
principi
che
alimentarono
l
'
ascesa
del
partito
hitleriano
e
che
furono
sempre
l
'
argomento
più
efficace
dell
'
oratoria
dei
capi
)
è
ben
salutare
perché
spiana
non
poco
la
via
della
pace
.
Appunto
per
questa
promettente
conclusione
,
cogliamo
volentieri
l
'
impressione
che
oltre
al
messaggio
del
signor
Roosevelt
,
abbia
concorso
alla
sostanza
ed
alla
tonalità
delle
dichiarazioni
hitleriane
,
la
politica
moderatrice
del
capo
del
governo
italiano
,
nei
riguardi
della
Germania
.
La
parte
più
positiva
e
di
più
immediato
interesse
del
felice
messaggio
di
Roosevelt
è
quella
finale
che
si
riferisce
a
ciò
che
le
nazioni
devono
fare
per
disarenare
la
Conferenza
del
disarmo
.
Roosevelt
molto
semplicemente
propone
l
'
immediata
accettazione
del
piano
Mac
Donald
con
precisa
determinazione
delle
fasi
ulteriori
del
disarmo
:
nel
frattempo
nessuna
nazione
potrà
aumentare
gli
armamenti
,
ma
tutte
dovranno
stringere
un
patto
di
non
-
aggressione
.
Sulla
nazione
che
resista
cada
la
responsabilità
di
un
così
disastroso
fallimento
.
Hitler
,
da
parte
sua
,
si
dichiara
pronto
al
disarmo
assoluto
(
se
su
ciò
si
accordano
tutte
le
nazioni
)
o
per
lo
meno
al
Patto
a
quattro
inteso
come
«
uno
stretto
rapporto
di
fiducia
e
di
lavoro
delle
quattro
grandi
potenze
europee
»
.
Pur
essendo
,
secondo
Hitler
,
le
altre
nazioni
contravvenute
al
trattato
di
Versailles
(
il
quale
,
al
contrario
,
secondo
l
'
interpretazione
francese
prescriverebbe
non
il
disarmo
ma
semplicemente
di
«
rendere
possibile
la
preparazione
di
una
limitazione
generale
degli
armamenti
di
tutte
le
nazioni
»
-
parte
V
)
,
la
Germania
è
disposta
ad
aderire
ancora
al
piano
Mac
Donald
.
La
Germania
insiste
nella
sua
domanda
di
parità
di
diritto
e
chiede
che
la
distruzione
del
suo
sistema
di
difesa
sia
condizionato
al
riconoscimento
della
parità
qualitativa
.
Accetta
inoltre
il
periodo
di
trapasso
di
cinque
anni
per
la
costituzione
della
sua
sicurezza
,
purché
dopo
il
periodo
si
realizzi
la
parità
.
Queste
sono
le
premesse
delle
prossime
discussioni
di
Ginevra
.
Il
messaggio
di
Roosevelt
è
stato
accolto
con
vera
unanimità
di
consensi
,
sia
per
la
positività
delle
proposte
come
per
l
'
alto
senso
morale
che
lo
anima
.
«
Una
vittoria
egoista
,
ha
scritto
Roosevelt
,
è
sempre
destinata
ad
essere
una
disfatta
finale
»
.
«
La
nostra
azione
,
ha
soggiunto
,
deve
essere
concertata
e
basata
su
ciò
che
è
il
massimo
bene
per
il
maggior
numero
»
.
Questi
due
principi
etici
non
possono
non
riscuotere
il
generale
consenso
ed
essere
garanzia
di
successo
.
L
'
Italia
ha
aderito
per
prima
«
nel
modo
più
cordiale
»
ed
il
capo
del
governo
ha
risposto
dicendo
che
intende
collaborare
«
per
giungere
nel
modo
più
sollecito
ed
efficace
alla
realizzazione
dell
'
iniziativa
americana
»
.
Anche
il
presidente
del
Consiglio
francese
ha
dichiarato
di
aver
«
preso
conoscenza
con
la
più
sincera
soddisfazione
del
messaggio
»
e
di
trovarsi
«
d
'
accordo
per
intraprendere
un
'
efficace
azione
dal
successo
della
quale
dipende
il
mantenimento
della
pace
»
.
Così
von
Hindenburg
e
gli
altri
capi
di
Stato
.
Della
salutare
influenza
delle
proposte
di
Roosevelt
e
della
rinuncia
di
Hitler
a
porre
difficoltà
al
piano
di
Mac
Donald
,
si
è
avuto
un
immediato
sentore
a
Ginevra
dove
,
alla
ripresa
della
conferenza
,
Nadolny
dichiarava
che
«
il
governo
tedesco
accetta
il
progetto
Mac
Donald
di
disarmo
non
solo
come
base
di
discussione
,
ma
addirittura
come
base
della
stessa
prossima
convenzione
sul
disarmo
»
.
A
queste
chiare
parole
si
aggiungevano
quelle
beneauguranti
del
delegato
francese
:
«
L
'
ostacolo
è
spezzato
,
la
via
è
libera
ed
alla
conferenza
non
resta
che
lavorare
»
.
Con
il
nuovo
spirito
di
collaborazione
il
successo
non
potrà
venir
meno
.