StampaQuotidiana ,
La
relazione
presentata
da
Stalin
all
'
Assemblea
plenaria
del
Comitato
Centrale
del
Partito
comunista
riunito
a
Mosca
il
3
marzo
viene
solo
ora
pubblicata
dalla
stampa
ufficiale
sovietica
.
Le
parole
del
dittatore
rosso
sono
autorevole
fonte
per
giudicare
quali
siano
i
propositi
della
nuova
politica
sovietica
sia
interna
che
estera
dopo
la
promulgazione
del
nuovo
ordinamento
costituzionale
dello
scorso
dicembre
,
ordinamento
che
ora
si
va
progressivamente
attuando
.
La
relazione
di
Stalin
,
alla
quale
non
manca
la
solita
prolissità
della
verbosa
eloquenza
sovietica
,
ha
soprattutto
la
preoccupazione
,
o
presunzione
,
di
mettere
le
cose
in
chiaro
a
proposito
dei
recenti
processi
e
della
ferocia
con
la
quale
si
è
proceduto
contro
la
vecchia
guardia
leninista
la
quale
è
stata
spazzata
via
dalla
nuova
ondata
di
terrore
staliniano
.
Nel
groviglio
delle
notizie
contraddittorie
e
tendenziose
è
bene
ascoltare
la
voce
che
viene
dal
Kremlino
,
poiché
nelle
stesse
parole
di
Stalin
vi
è
già
una
denuncia
della
miseria
morale
del
sistema
trionfante
.
Lo
spettro
interno
,
il
grande
e
spaventoso
spettro
del
bolscevismo
ufficiale
,
è
stato
ed
è
il
«
trotzkismo
»
.
È
opportuno
tener
presente
il
duplice
senso
che
ha
il
termine
«
trotzkismo
»
.
Anzitutto
significa
una
dottrina
rivoluzionaria
,
la
dottrina
rivoluzionaria
della
IV
Internazionale
che
sostiene
la
necessità
della
diffusione
del
comunismo
e
la
necessità
della
rivoluzione
mondiale
come
condizione
del
consolidamento
del
sistema
interno
del
comunismo
russo
(
questa
teoria
è
in
contrasto
con
quella
staliniana
che
inverte
i
termini
ponendo
in
primo
piano
il
consolidamento
del
sistema
comunista
in
Russia
)
.
In
secondo
luogo
per
«
trotzkismo
»
si
intende
il
nemico
interiore
,
il
nemico
che
il
comunismo
esprime
dal
suo
stesso
seno
,
diversamente
dal
nemico
esteriore
definito
sinteticamente
«
fascismo
»
.
La
relazione
di
Stalin
è
particolarmente
espressiva
nel
dipingere
a
chiare
tinte
questo
nemico
interiore
che
il
Kremlino
potrà
chiamare
anche
«
trotzkismo
»
ma
che
noi
chiamiamo
quintessenza
del
sistema
politico
e
del
costume
morale
sovietico
.
Stalin
ci
racconta
che
questi
comunisti
non
ortodossi
esercitavano
prevalentemente
la
loro
attività
in
combutta
con
elementi
dello
spionaggio
straniero
penetrando
con
la
loro
azione
corrosiva
nelle
«
organizzazioni
base
»
dello
Stato
.
Sulle
spalle
di
questi
cosiddetti
sabotatori
si
caricano
le
accuse
delle
peggiori
immoralità
pubbliche
e
private
,
e
Stalin
conclude
definendo
questa
gente
«
una
banda
di
sabotatori
senza
princìpi
,
di
spioni
e
di
assassini
»
.
Di
fronte
a
queste
definizioni
si
possono
porre
vari
interrogativi
.
Anzitutto
,
quale
è
il
regime
dal
cui
ambiente
i
sabotatori
,
gli
spioni
,
gli
assassini
escono
in
così
ricca
schiera
?
Si
tratta
forse
dell
'
immancabile
zavorra
di
ogni
regime
?
Per
rispondere
a
questa
domanda
bisogna
ricordare
che
,
escluso
Stalin
,
tutti
coloro
che
Lenin
ha
nel
suo
testamento
espressamente
nominati
come
suoi
eredi
spirituali
(
se
di
spirito
si
può
parlare
)
,
proprio
tutti
costoro
sono
stati
o
giustiziati
o
banditi
.
Quindi
i
sabotatori
,
gli
spioni
e
gli
assassini
sono
appunto
la
quintessenza
del
leninismo
.
Tutto
ciò
era
ben
noto
al
mondo
;
ma
la
definizione
staliniana
è
una
conferma
troppo
autorevole
per
non
esser
archiviata
.
Quale
fu
la
causa
di
questa
corrosione
interiore
esercitata
perfino
nelle
organizzazioni
-
base
?
Stalin
risponde
:
«
I
nostri
camerati
,
nel
corso
degli
ultimi
anni
,
sono
stati
interamente
assorbiti
dal
lavoro
economico
.
Offuscati
dai
successi
ottenuti
sul
terreno
economico
,
sono
arrivati
a
considerare
come
secondarie
,
poco
importanti
le
altre
questioni
che
sono
invece
essenziali
»
.
Evidentemente
si
tratta
di
mascherare
con
palliativi
le
ragioni
vere
del
disordine
,
cioè
la
crisi
del
sistema
che
si
allarga
ed
ingigantisce
malgrado
il
terrorismo
,
malgrado
la
vasta
rete
delle
organizzazioni
poliziesche
che
sono
costituite
da
camerati
non
certo
«
assorbiti
dal
lavoro
economico
»
.
Per
ridare
ossigeno
all
'
organizzazione
del
partito
,
che
è
in
crisi
sia
per
ciò
che
riguarda
i
principi
come
per
ciò
che
riguarda
la
pratica
,
Stalin
propone
un
nuovo
sistema
di
formazione
dei
dirigenti
e
di
organizzazione
dei
quadri
mediante
rigorose
selezioni
per
l
'
avanzamento
dei
lavoratori
nel
rango
dirigenti
.
Ciò
si
impone
specialmente
in
vista
delle
prossime
elezioni
nelle
quali
la
vantata
libertà
elettorale
dovrà
essere
arginata
dall
'
azione
del
partito
.
Stalin
riafferma
con
particolare
vigore
la
necessità
di
tener
fede
al
principio
della
lotta
di
classe
.
Ciò
può
servire
in
modo
particolare
a
coloro
che
si
illudono
ritenendo
possibile
un
miglioramento
del
sistema
sovietico
,
coloro
i
quali
,
come
affermava
il
Santo
Padre
nella
sua
enciclica
,
«
riferendosi
a
certi
cambiamenti
introdotti
recentemente
nella
legislazione
sovietica
ne
concludono
che
il
comunismo
sia
per
abbandonare
il
suo
programma
di
lotta
contro
Dio
»
.
«
Procurate
,
Venerabili
Fratelli
aggiungeva
il
Santo
Padre
che
i
fedeli
non
si
lascino
ingannare
.
Il
comunismo
è
intrinsecamente
perverso
»
.
A
proposito
della
lotta
di
classe
che
si
poteva
ritenere
almeno
assopita
con
la
dittatura
del
proletariato
,
Stalin
dice
:
«
È
necessario
combattere
e
rigettare
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
,
a
misura
che
avanziamo
,
la
lotta
di
classe
dovrebbe
per
noi
diminuire
,
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
a
misura
che
aumentano
i
nostri
successi
dovrebbe
diminuire
la
resistenza
dei
nostri
nemici
:
al
contrario
,
più
avanziamo
più
otterremo
successo
e
più
i
resti
delle
classi
che
abbiamo
vinte
si
eserciteranno
contro
di
noi
»
.
Quindi
,
rinnovata
insistenza
nella
lotta
classista
.
Quanto
alla
politica
estera
il
rapporto
di
Stalin
dice
ben
poco
.
Invece
è
espressiva
la
rimozione
avvenuta
negli
ultimi
giorni
del
sottosegretario
agli
Esteri
Krestinskij
il
quale
era
fautore
di
una
politica
di
avvicinamento
alla
Germania
in
contrasto
con
Litvinov
che
si
mantiene
favorevole
al
trattato
franco
-
sovietico
ed
alla
politica
societaria
.
Il
passaggio
di
Krestinskij
ad
altro
dicastero
è
considerato
come
un
rafforzamento
delle
direttive
di
Litvinov
che
,
anche
negli
avvenimenti
spagnoli
,
ha
una
politica
prevalentemente
interventista
nelle
cose
occidentali
.