StampaQuotidiana ,
I
problemi
della
scuola
e
la
riforma
universitaria
.
Giovanni
Gentile
è
uno
di
quegli
uomini
,
che
nel
traffico
d
'
ogni
giorno
,
tra
il
continuo
sopraffarsi
di
vanità
e
presunzioni
,
ha
la
segreta
e
incomparabile
virtù
di
tenersi
in
disparte
,
e
quasi
nascondersi
.
Così
,
ieri
,
nella
operosa
solitudine
dei
suoi
studi
:
così
oggi
,
al
governo
della
Pubblica
Istruzione
.
E
se
,
per
caso
,
l
'
eco
della
quotidiana
battaglia
riesce
a
raggiungerlo
,
egli
le
oppone
un
suo
fresco
sorriso
bonario
,
che
gli
illumina
gli
occhi
e
tutto
il
volto
di
una
linea
di
cordiale
e
saggia
tranquillità
.
E
lo
stesso
immancabile
sorriso
ch
'
egli
offre
con
dolce
umiltà
ai
suoi
visitatori
,
anche
se
questi
sono
due
giornalisti
...
male
intenzionati
.
Musacchio
si
dà
subito
da
fare
ed
io
avvio
la
conversazione
.
Eccellenza
,
i
padri
di
famiglia
sono
in
grande
allarme
...
Capisco
.
La
questione
se
pel
prossimo
anno
scolastico
vi
saranno
posti
sufficienti
per
tutti
gli
alunni
,
a
me
pare
utile
e
benefica
,
soprattutto
perché
ha
contribuito
a
schiarire
le
idee
attorno
ai
concetti
fondamentali
,
o
meglio
attorno
allo
spirito
della
mia
riforma
.
Alla
domanda
,
un
po
'
irosa
:
Come
si
fa
a
trovar
posto
per
tutti
gli
alunni
?
,
io
rispondo
:
Non
si
deve
trovar
posto
per
tutti
.
E
mi
spiego
.
Lo
spirito
della
riforma
tende
proprio
a
questo
:
a
diminuire
e
ridurre
la
popolazione
scolastica
,
che
,
negli
ultimi
anni
,
per
universale
riconoscimento
,
s
'
era
accresciuta
sino
a
diventare
pletorica
con
evidente
danno
,
così
degli
studenti
come
degli
stessi
insegnanti
.
Poco
fa
leggevo
in
un
giornale
notizie
statistiche
significative
:
quest
'
anno
si
sono
laureati
a
Milano
ben
1.500
ingegneri
.
Che
cosa
devono
essi
fare
e
dove
possono
impiegarsi
?
Sino
all
'
anno
scorso
,
la
media
annuale
dei
diplomi
per
maestri
elementari
era
di
15.000
mentre
il
fabbisogno
era
per
2.000
o
3.000
.
Naturalmente
il
numero
esorbitante
non
faceva
che
premere
nelle
Amministrazioni
pubbliche
per
trovare
,
comunque
,
impiego
.
Ora
il
criterio
fondamentale
della
mia
riforma
è
diretto
proprio
ad
evitare
simili
perniciosi
inconvenienti
.
Ma
v
'
è
di
più
:
c
'
è
anche
una
ragione
didattica
.
Col
«
caos
»
delle
classi
aggiunte
non
esistevano
più
istituti
che
avessero
un
loro
vero
organismo
.
Non
v
'
era
un
liceo
,
un
ginnasio
che
avesse
un
corpo
di
insegnanti
proprio
,
perché
,
in
genere
,
l
'
insegnamento
,
date
le
necessità
delle
divisioni
e
suddivisioni
delle
classi
aggiunte
,
finiva
per
essere
affidato
a
un
personale
fluttuante
.
Sono
fermamente
convinto
,
che
la
fondazione
dei
nuovi
istituti
,
ciascuno
dei
quali
avrà
un
corso
ben
disciplinato
di
classi
,
e
l
'
inevitabile
allontanamento
della
parte
esuberante
della
popolazione
scolastica
,
risolveranno
il
problema
.
La
cui
soluzione
,
d
'
altra
parte
,
comincia
ad
essere
avviata
anche
per
opera
diretta
dei
padri
di
famiglia
.
Mai
,
come
in
quest
'
anno
,
il
problema
dell
'
educazione
ha
interessato
così
vivamente
il
nostro
paese
.
Il
Ministero
è
un
continuo
pellegrinaggio
di
sindaci
,
assessori
,
deputati
,
senatori
che
chiedono
l
'
istituzione
di
nuove
scuole
o
la
trasformazione
di
quelle
vecchie
e
che
,
oltre
particolari
motivi
,
si
mostrano
veramente
solleciti
,
con
iniziative
e
proposte
,
del
nuovo
assetto
scolastico
.
E
pensare
che
,
sino
a
ieri
tutti
si
sono
affidati
all
'
azione
paterna
dello
Stato
!
...
E
a
proposito
della
riforma
universitaria
,
Eccellenza
,
quali
ne
sono
i
criteri
informatori
?
Spero
nella
prossima
sessione
del
Consiglio
dei
Ministri
di
presentare
lo
schema
della
riforma
universitaria
.
La
quale
mira
ad
attuare
il
più
ampio
e
rigoroso
sistema
di
autonomia
didattica
e
amministrativa
,
riducendo
il
numero
delle
Università
di
Stato
a
circa
una
decina
,
o
poco
più
,
senza
,
peraltro
,
spegnere
nessuno
di
quei
focolari
di
cultura
superiore
che
si
sono
storicamente
formati
da
secoli
nelle
varie
regioni
.
Anzi
mi
son
deciso
a
crearne
uno
nuovo
a
Bari
che
,
sia
nell
'
interesse
proprio
,
sia
nell
'
interesse
dell
'
Università
di
Napoli
,
che
sembra
travagliata
da
un
numero
eccessivo
di
studenti
,
sia
nello
stesso
interesse
nazionale
,
che
richiede
,
di
fronte
all
'
altra
sponda
dell
'
Adriatico
un
centro
di
attrazione
di
cultura
superiore
e
professionale
,
merita
una
sua
Università
.
La
quale
,
per
altro
,
non
potrà
da
principio
essere
completa
ma
,
son
sicuro
,
è
destinata
,
per
le
virtù
morali
e
le
capacità
economiche
della
regione
,
a
svilupparsi
mirabilmente
.
Quanto
alla
riduzione
degli
Istituti
superiori
,
io
mi
propongo
di
fare
in
modo
che
quelli
che
saranno
scelti
a
continuare
la
loro
preziosa
attività
vengano
dotati
più
riccamente
e
possano
avere
quelle
specializzazioni
che
sono
condizioni
indispensabili
per
il
progresso
scientifico
della
Nazione
.
Pertanto
il
nuovo
sistema
universitario
renderà
possibile
una
vita
sana
e
prospera
alle
Università
libere
,
le
quali
saranno
messe
in
grado
di
gareggiare
con
quelle
statali
,
senz
'
essere
,
peraltro
,
sottratte
ad
ogni
controllo
dello
Stato
stesso
,
cui
spetterà
sempre
una
funzione
superiore
di
garanzia
e
di
eccitamento
della
vita
scientifica
della
Nazione
.
Ma
quali
sono
i
criteri
della
riforma
?
E
in
breve
detto
.
Ciascuna
Università
,
statale
o
libera
,
potrà
organizzarsi
in
piena
autonomia
,
anche
per
il
quadro
degli
studi
costitutivi
di
ciascuna
facoltà
.
E
basterà
che
le
proposte
,
dai
singoli
corpi
locali
,
siano
esaminate
e
approvate
dal
Consiglio
Superiore
della
Pubblica
Istruzione
.
Saranno
aboliti
gli
esami
speciali
,
i
quali
,
d
'
ordinario
,
si
riducevano
a
prove
di
esercitazione
mnemonica
,
sopra
la
materia
dei
corsi
impartiti
annualmente
dai
rispettivi
professori
;
e
saranno
sostituiti
da
esami
per
gruppi
di
materie
,
diretti
ad
accertare
la
cultura
organica
,
dei
giovani
nei
singoli
rami
della
scienza
.
Questo
sistema
di
ampia
libertà
esporrebbe
,
certamente
,
la
cultura
scientifica
e
professionale
della
Nazione
ai
più
gravi
rischi
,
senza
l
'
introduzione
d
'
un
esame
di
Stato
per
l
'
abilitazione
all
'
esercizio
delle
singole
professioni
.
E
come
è
evidente
che
l
'
esame
di
Stato
potrebbe
minacciare
gravemente
la
serietà
degli
studi
,
inducendo
studenti
e
professori
a
considerare
la
propria
funzione
universitaria
come
una
semplice
preparazione
alla
prova
dell
'
esame
di
Stato
,
così
è
chiaro
che
questo
sistema
avrà
un
importante
correttivo
nella
disposizione
che
pone
come
condizione
imprescindibile
per
adire
all
'
esame
di
Stato
,
la
laurea
o
il
diploma
scientifico
conseguito
nelle
Università
.
Questo
è
in
breve
il
complesso
della
riforma
che
presenterò
al
Consiglio
e
mi
lusingo
di
aver
cercato
con
essa
di
organizzare
su
basi
nuove
e
più
rispondenti
all
'
ambiente
spirituale
e
morale
della
Nazione
,
i
nostri
studi
universitari
.
Naturalmente
si
solleveranno
critiche
e
polemiche
:
ma
io
non
amo
i
pieni
consensi
.
E
nessuna
cosa
al
mondo
mi
distrarrà
dall
'
opera
,
che
mi
sono
imposta
,
e
colla
quale
io
aspiro
a
dare
all
'
Italia
una
scuola
degna
del
suo
avvenire
e
del
suo
destino
.
Mi
perdoni
,
Eccellenza
,
ma
quale
sarà
la
sorte
delle
Università
abolite
?
Le
Università
attualmente
di
Stato
e
che
cesseranno
di
esserlo
,
conserveranno
un
notevole
contributo
finanziario
da
parte
dello
Stato
,
col
quale
verrà
assicurato
il
funzionamento
di
quelle
facoltà
,
che
nell
'
ordinamento
generale
degli
studi
,
si
possano
realmente
considerare
come
utili
strumenti
di
coltura
e
non
pure
e
semplici
sopravvivenze
di
antiche
se
pur
gloriose
tradizioni
locali
.
L
'
intervista
è
finita
ed
anche
Musacchio
dà
gli
ultimi
colpi
al
lavoro
,
che
Giovanni
Gentile
ammira
lungamente
,
non
tanto
con
complimentose
parole
di
elogio
,
quanto
con
quel
suo
chiaro
leggero
sorridere
,
mirabilmente
colto
dalla
«
matita
»
di
Musacchio
.