StampaQuotidiana ,
Questo
breve
sostanzioso
opuscolo
di
Armando
Zanetti
(
«
Dal
nazionalismo
al
liberalismo
»
a
cura
del
Gruppo
giovanile
liberale
Roma
)
merita
attenzione
,
non
tanto
e
solo
perché
chiarisce
un
fatto
personale
che
ha
l
'
andamento
appassionato
e
dibattuto
d
'
una
crisi
di
coscienza
,
nobilmente
sofferta
e
serenamente
risolta
,
ma
sopratutto
perché
ripropone
,
con
acutezza
e
sincerità
nuove
,
alle
più
giovani
generazioni
,
la
questione
dell
'
idea
e
dello
Stato
liberali
.
Non
si
preoccupa
,
qui
,
lo
scrittore
di
riprendere
,
nel
suo
svolgimento
storico
e
nelle
sue
successive
teorizzazioni
filosofiche
,
il
liberalismo
e
di
definirlo
:
altro
è
il
suo
scopo
e
meglio
determinato
e
certo
,
politicamente
,
più
concreto
.
In
confronto
dei
vari
partiti
,
in
cui
oggi
si
polarizza
la
lotta
politica
e
delle
soluzioni
che
essi
rispettivamente
propongono
alla
crisi
dello
Stato
nazionale
,
non
è
il
caso
di
dilungarsi
e
sperdersi
in
ricerche
sul
contenuto
etico
e
le
determinazioni
storiche
del
pensiero
liberale
per
mio
conto
ritengo
con
alcuni
giovani
studiosi
del
pensiero
liberale
,
che
il
liberalismo
,
essendo
solo
una
teoria
della
convivenza
sociale
non
può
pretendere
di
affrontare
i
grandi
problemi
etici
individuali
e
storici
che
esso
presuppone
,
risolve
e
supera
nella
realtà
delle
sue
creazioni
ma
basta
fissare
con
precisione
il
compito
e
le
funzioni
che
il
liberalismo
,
dottrina
e
arte
di
governo
,
quale
risulta
,
dalla
tradizione
,
dall
'
esperienza
,
negli
istituti
che
esso
ha
creato
e
nella
pratica
che
da
questi
si
è
svolta
,
può
e
deve
assolvere
nell
'
attuale
momento
.
La
politica
,
in
genere
,
e
quella
liberale
in
specie
,
proprio
perché
non
tende
né
pretende
risolvere
«
sub
specie
aeternitatis
»
i
problemi
della
storia
e
dello
spirito
,
ma
si
limita
a
operare
empiricamente
su
elaborazioni
e
sistemazione
provvisorie
della
realtà
,
deve
costantemente
riferirsi
a
determinate
e
concrete
situazioni
per
avvertirne
le
esigenze
e
le
antitesi
e
le
une
e
le
altre
poi
interpretare
e
comporre
nell
'
ordine
spirituale
e
giuridico
dello
Stato
.
Ora
,
nell
'
attuale
situazione
,
il
cosiddetto
problema
della
rinascita
liberale
,
più
che
attraverso
rivendicazioni
storiche
e
formule
filosofiche
come
taluni
,
con
lodevoli
propositi
,
fanno
va
posto
in
termini
obiettivi
e
per
così
dire
contingenti
:
è
attuale
il
metodo
liberale
?
e
se
è
attuale
perché
esso
non
interviene
a
proporre
le
sue
soluzioni
e
cioè
soluzioni
liberali
alla
crisi
che
ha
tentato
di
diroccare
dalle
fondamenta
la
costruzione
dello
Stato
liberale
prima
cogli
assalti
rivoluzionari
del
socialismo
e
recentemente
con
l
'
aspra
,
accanita
e
talora
astiosa
critica
del
fascismo
?
Questi
quesiti
,
Armando
Zanetti
li
ha
discussi
nel
suo
spirito
e
automaticamente
risolti
quando
,
concordata
la
fusione
e
l
'
inquadramento
delle
forze
nazionalistiche
nel
partito
fascista
,
non
solo
si
rifiutò
di
aderirvi
ma
dopo
qualche
mese
di
raccoglimento
e
di
meditazione
decise
di
inscriversi
nel
partito
liberale
.
Ma
ad
essi
risponde
più
chiaramente
e
direttamente
nello
scritto
che
ho
innanzi
quando
,
esaminate
le
posizioni
dei
partiti
,
le
loro
concezioni
dello
Stato
e
le
loro
possibilità
d
'
azione
e
di
sviluppo
nell
'
ambiente
storico
italiano
,
raccoglie
e
riassume
le
sue
conclusioni
:
«
A
meno
che
non
si
concepisca
egli
scrive
come
suscettibile
di
riapparire
o
di
durare
illimitatamente
nella
vita
d
'
una
grande
nazione
moderna
un
regime
di
illuminata
tirannia
o
di
larvata
dittatura
,
le
concezioni
e
le
forme
statali
che
oggi
si
contendono
il
governo
in
tutti
gli
Stati
europei
restano
sempre
due
,
e
sempre
quelle
:
la
borghese
-
individualista
,
intimamente
e
incontestabilmente
liberale
(
con
tutte
le
sfumature
dalla
più
conservatrice
alla
più
democratica
)
e
la
socialista
,
essenzialmente
collettivista
e
antindividualista
necessariamente
antiliberale
.
Tra
queste
due
forme
statali
moderne
,
il
fascismo
non
può
,
anche
se
lo
pretendesse
,
inserire
una
nuova
»
.
Ma
riconoscere
e
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
,
in
confronto
delle
altre
concezioni
concorrenti
e
fra
queste
vanno
pur
compresi
quei
tentativi
contraddittori
che
i
teorici
del
fascismo
,
alcuni
rifacendosi
a
San
Tommaso
altri
a
Hegel
e
a
Vico
vanno
faticosamente
accumulando
per
sistemare
,
comunque
,
le
loro
idee
e
le
loro
esperienze
sullo
Stato
ma
,
dicevo
,
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
non
basta
:
e
non
può
essere
l
'
unico
scopo
della
rinascita
liberale
.
Anzi
tale
risultato
sarebbe
nullo
,
o
press
'
a
poco
;
e
rimarrebbe
senza
alcuna
influenza
e
conseguenza
sulla
realtà
politica
dell
'
oggi
e
del
prossimo
domani
se
non
servisse
a
orientare
,
su
concrete
soluzioni
d
'
ordine
politico
,
e
quindi
attraverso
una
positiva
e
assidua
azione
pratica
,
le
forze
e
le
correnti
liberali
.
Anche
qui
,
Armando
Zanetti
vede
giusto
e
acutamente
.
È
necessario
egli
dice
costituire
e
rafforzare
in
Italia
la
solidarietà
cosciente
di
quella
massa
media
,
fattiva
ed
equilibrata
,
che
oggi
,
in
modo
più
o
meno
vario
e
disciplinato
,
compie
il
suo
dovere
di
fiancheggiare
l
'
opera
del
governo
di
Mussolini
,
ma
che
in
qualunque
momento
e
in
qualunque
evenienza
deve
essere
pronta
a
mettere
l
'
altolà
ad
ogni
reviviscenza
di
velleità
estremiste
che
mirassero
a
rigettare
la
nave
d
'
Italia
tra
i
marosi
delle
passate
tempeste
.
Sì
,
queste
forze
medie
,
disperse
e
,
per
così
dire
,
irregolari
,
che
si
sono
sottratte
sinora
alla
disciplina
e
alla
responsabilità
d
'
un
partito
ma
che
sempre
,
quando
i
pericoli
urgevano
dappresso
e
minacciavano
la
stabilità
o
le
conquiste
dello
Stato
liberale
,
hanno
fatto
sentire
la
loro
presenza
e
il
loro
peso
decisivo
;
tali
forze
bisogna
trarre
dall
'
oscurità
e
dall
'
inerzia
alla
luce
e
all
'
azione
della
lotta
politica
quotidiana
e
disciplinarle
,
organizzarle
,
educarle
.
Educarle
soprattutto
a
una
chiara
coscienza
dello
Stato
,
che
è
tradizione
e
continuità
storica
della
Nazione
,
per
sottrarle
alle
facili
e
funeste
suggestioni
di
certi
estremisti
.
A
quest
'
opera
lenta
e
difficile
cui
debbono
rivolgersi
con
assiduità
e
fervore
i
giovani
liberali
e
che
è
condizione
indispensabile
perché
l
'
attualità
della
concezione
liberale
possa
tradursi
in
efficiente
ed
effettiva
azione
politica
,
possono
servire
come
degno
e
nobile
viatico
le
parole
con
le
quali
Antonio
Salandra
nel
1912
definiva
la
missione
del
partito
liberale
:
«
Non
ha
bisogno
il
liberalismo
italiano
d
'
essere
anticattolico
o
antisocialista
perché
non
può
disconoscere
gli
elementi
ideali
a
cui
cattolicismo
e
socialismo
debbono
il
loro
pertinace
vigor
di
vita
.
Ma
nell
'
orbita
dello
Stato
devono
prevalere
le
idealità
della
patria
e
il
sentimento
della
Nazione
.
A
chiunque
riconosca
queste
supremazie
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
della
Chiesa
;
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
dell
'
umanità
,
il
liberalismo
italiano
deve
essere
aperto
»
.