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UNA PAROLA DI PACE ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Assisi , 26 luglio . Il Congresso dei combattenti assume particolare importanza per il suo significato , non tanto politico quanto morale , specie dal delicato e grave momento in cui è stato convocato . I recenti avvenimenti che hanno turbato e commosso la coscienza pubblica , provocando orientazioni nuove e nuove possibilità , non potevano non suscitare ripercussioni e reazioni nel campo dei combattenti , dove l ' amore della Patria e l ' attaccamento alle istituzioni sono fieramente sentiti e fortemente costoditi . La voce del grande veggente , Carlo Delcroix , prima alla Camera , dopo a Fiume , interpretò la volontà e la coscienza dei combattenti , e indicò al Governo e all ' opinione pubblica la sola via quella della legge e della giustizia per la quale l ' Italia può e deve conquistare la sua pace , il suo ordine e la sua fortuna . Il Congresso , che inizierà domani i suoi lavori , è chiamato a dare la sua solenne sanzione e il suo imponente consenso alla ammonitrice e severa parola di Carlo Delcroix . È bene dire subito che s ' ingannerebbero di grosso coloro che dagli osservatori dei vari partiti vigilano , attendendo o sollecitando l ' adesione dei combattenti a questa o a quella parte politica . Come s ' ingannano quanti , più o meno apertamente , sperano che dal Congresso possa venire una dichiarazione di guerra al Governo . Evidentemente , gli uni e gli altri , hanno poco o niente capito dello spirito che anima e guida queste gloriose giovanili falangi che , avendo fatto la loro maggiore esperienza di vita nel quotidiano sacrificio della trincea , hanno conquistato , fuori d ' ogni retorica , la divina grazia del vero e sereno amor patrio . Tra gli uni che minacciano nuove rappresaglie e nuove avventure e gli altri che sfuggono ostinatamente , ciechi di rancore e di vendetta , a ogni senso e richiamo del dovere nazionale , i combattenti non hanno preferenze o scelta . Anzi , tra gli uni e gli altri , che non sanno che parole di guerra e di odio , essi vogliono intervenire per dire una parola di pace . Troppo gli italiani si sono dilaniati e troppo odiati . L ' Italia di Vittorio Veneto non può essere e non dev ' essere l ' Italia delle fazioni inestinguibili : quella fu grande per volontà di concordia e di fede , questa si è umiliata e divisa nei contrasti fraterni e nella guerriglia civile , perché la concordia e la fede furono disertate o dimenticate . I combattenti , in quest ' ora in cui gli odi di fazione minacciano ancora una volta di esplodere , si leveranno a parlare , essi i sopravvissuti , in nome dei nostri seicentomila Morti per richiamare gli Italiani alla concordia e alla fede . Certo questa parola , che non è solo monito ma è volontà ferma e viva degli 800 mila iscritti alla Associazione , non potrà soddisfare i politicanti e gli sconsigliati dell ' una o dell ' altra parte . Ma non a questi , che non potranno udirla , perché ormai irrimediabilmente sordi ad ogni pura voce , essa si rivolgerà : ma a quanti – e sono milioni e sono il vero sano popolo nostro – sapranno intenderla perché hanno serbato e custodito , nell ' umiltà dello spirito e nel silenzio delle opere , fede all ' Italia e alle sue fortune .