StampaQuotidiana ,
Che
cosa
si
vuole
?
C
'
è
ancora
un
barlume
di
coscienza
politica
,
nazionale
,
nei
crisaioli
di
sinistra
,
soprattutto
democratici
e
popolari
?
Dobbiamo
credere
di
no
;
ma
dobbiamo
anche
parlar
chiaro
a
costoro
,
se
questa
è
ora
di
responsabilità
.
Dobbiamo
credere
di
no
,
perché
quando
sabato
il
deputato
nazionalista
Suvich
pronunciava
il
primo
discorso
consapevole
,
animoso
,
sul
problema
centrale
di
oggi
:
quello
economico
-
finanziario
;
e
sui
banchi
di
sinistra
e
di
estrema
si
parlottava
e
si
congiurava
per
tentare
un
ridicolo
colpo
da
convenzione
sugli
infortuni
patiti
dalle
suppellettili
dell
'
on
.
Miglioli
;
l
'
on
.
Turati
,
che
pur
dovrebbe
almeno
rispettare
in
se
stesso
la
qualità
di
vecchio
parlamentare
,
si
restituì
invece
alla
funzione
di
scimpanzè
socialista
,
borbottando
nella
barba
,
rivolto
al
deputato
Suvich
:
Quel
signore
ci
disturba
.
Ebbene
sembra
che
non
soltanto
l
'
on
.
Turati
e
i
suoi
sozii
collaborazionisti
siano
ridotti
a
questo
abbrutimento
di
speculazione
parlamentare
,
esemplarmente
rappresentato
da
Menè
Modigliani
.
No
.
Partecipano
ad
esso
troppi
altri
.
E
troppi
altri
«
sinistri
»
,
con
lo
scudo
crociato
e
senza
,
sotto
la
gragnuola
dei
colpi
che
la
socialdemocrazia
riceve
,
in
Italia
e
fuori
,
ripetono
ad
ogni
ammonimento
di
politica
estera
,
di
politica
finanziaria
,
di
politica
interna
:
Quel
signore
ci
disturba
.
E
«
quel
signore
»
è
la
storia
,
è
l
'
esperienza
,
è
la
reazione
delle
leggi
immutabili
della
vita
contro
l
'
intollerabile
demagogia
.
«
Quel
signore
»
è
l
'
America
,
che
ha
liquidato
il
vilsonismo
in
un
regime
di
casa
di
salute
e
ha
rifiutato
ogni
accostamento
con
la
Russia
bolscevica
,
perché
bolscevica
.
«
Quel
signore
»
è
l
'
Europa
,
che
liquida
nelle
relazioni
internazionali
e
nell
'
assetto
di
ciascun
paese
tutte
le
falsità
rivoluzionarie
e
si
irrigidisce
in
una
difesa
nazionale
e
imperiale
.
«
Quel
signore
»
è
la
stessa
Russia
,
che
,
soppresso
di
fatto
il
comunismo
,
si
vale
dell
'
etichetta
del
regime
per
tentare
una
politica
aggressiva
al
capitalismo
europeo
e
mondiale
,
irridendo
a
tutte
le
formule
della
socialdemocrazia
internazionale
,
scodinzolante
fino
a
ieri
intorno
al
bolscevismo
di
Mosca
e
a
quello
importato
in
casa
.
«
Quel
signore
»
è
l
'
Italia
che
ha
difesa
la
vittoria
dall
'
assalto
più
pericoloso
,
da
quello
del
nemico
interno
;
è
la
Nazione
che
si
è
restituita
alla
coscienza
dello
sforzo
compiuto
con
la
guerra
e
con
la
vittoria
.
«
Quel
signore
»
è
il
fallimento
della
politica
del
socialismo
di
Stato
,
indicato
in
cifre
insopprimibili
.
«
Quel
signore
»
è
il
crollo
di
tutta
l
'
impostura
socialista
del
dopo
guerra
,
che
si
frantuma
nella
fine
del
monopolio
proletario
,
nel
mostruoso
ridicolo
delle
amministrazioni
comunali
e
provinciali
sboccanti
nel
fallimento
e
nella
latitanza
degli
amministratori
,
in
episodi
quotidiani
di
esosità
sopraffattrici
o
vigliacche
.
Tutto
questo
,
che
è
la
confessione
quotidiana
della
demagogia
socialdemocratica
,
tutto
questo
disturba
.
Il
mondo
va
a
destra
.
L
'
Italia
,
che
ha
pagato
a
caro
prezzo
,
dilapidando
la
vittoria
,
il
donchisciottismo
socialdemocratico
e
l
'
esperimento
bolscevico
;
che
ha
sofferto
in
beni
morali
e
materiali
;
l
'
Italia
vuoi
fermarsi
su
questa
china
sinistra
.
E
il
paese
punta
i
piedi
per
non
inabissarsi
.
Ebbene
tutto
ciò
disturba
.
Disturba
,
perché
bisogna
sopprimere
la
storia
,
l
'
esperienza
,
la
volontà
,
con
la
congiura
parlamentare
,
soltanto
parlamentare
.
Perché
proprio
oggi
che
la
politica
socialista
o
voluta
dai
socialisti
è
in
bancarotta
fraudolenta
,
proprio
oggi
che
i
socialisti
stessi
sono
costretti
a
ridursi
in
Montecitorio
,
perché
dietro
di
loro
hanno
il
partito
in
brandelli
e
le
organizzazioni
in
sfacelo
;
proprio
oggi
la
speculazione
della
borsa
di
Montecitorio
vuol
portare
alla
quotazione
,
col
collaborazionismo
,
questi
titoli
screditati
.
La
speculazione
non
soltanto
socialista
,
ma
la
speculazione
di
tutti
i
sinistri
.
E
allora
noi
domandiamo
ai
crisaioli
democratici
e
popolari
se
essi
hanno
coscienza
della
violenza
,
che
si
vuol
tentare
,
di
questa
massima
delle
violenze
che
si
vuoi
tentare
della
Camera
sul
paese
.
Noi
domandiamo
a
costoro
,
che
sopprimono
differenze
di
programmi
e
di
indirizzi
;
che
osano
,
alcuni
,
parlare
anche
a
nome
della
coscienza
cattolica
italiana
;
che
ignorano
tutte
le
necessità
italiane
di
restaurazione
internazionale
e
nazionale
,
mettendo
innanzi
propositi
di
falsa
pacificazione
;
se
essi
non
sentono
essere
questa
,
che
essi
vogliono
,
la
massima
provocazione
.
Contro
cui
si
rivolta
la
vera
sofferenza
,
la
vera
sensibilità
,
la
vera
intelligenza
della
Nazione
.
Noi
domandiamo
se
coloro
,
che
di
fronte
alla
tirannia
rossa
tacevano
e
curvavano
vilissimamente
la
schiena
perché
i
colpi
cadessero
con
minor
forza
,
e
che
oggi
,
di
fronte
alla
riscossa
nazionale
,
fingono
tanto
orrore
di
guerra
civile
,
solo
perché
,
al
tempo
della
sopraffazione
bolscevica
,
di
guerra
civile
non
parlavano
,
avendo
rinunziato
alla
lotta
,
avendo
consegnato
lo
Stato
e
mostrandosi
disposti
a
consegnare
anche
la
Monarchia
;
noi
domandiamo
se
coloro
che
così
parlano
,
sanno
,
nella
loro
smania
di
crisi
che
nasconde
poi
,
con
lo
scudo
crociato
o
senza
,
tante
piccole
ambizioni
personali
di
promozioni
a
ministri
e
sottosegretari
;
sanno
che
cosa
può
essere
domani
questa
crisi
di
provocazione
e
di
violenza
,
di
vera
sfida
alle
forze
giovani
e
sane
della
Nazione
.
E
domandiamo
se
proprio
debbano
andare
direttamente
o
per
procura
al
potere
,
coloro
che
una
volta
si
vantavano
capi
di
masse
,
e
ora
sono
rifugiati
a
Montecitorio
,
come
in
un
asilo
,
dopo
aver
disertato
il
loro
posto
di
lotta
e
di
responsabilità
.
I
democratici
,
che
non
hanno
ancora
smarrita
del
tutto
la
coscienza
nazionale
nel
servilismo
socialista
;
i
popolari
che
non
hanno
soffocato
in
una
torbida
demagogia
il
senso
di
responsabilità
,
e
in
un
abbrutimento
di
contingenza
parlamentare
il
senso
di
una
continuità
di
vita
superiore
,
guardino
ancora
a
questa
realtà
.
Non
facciano
questione
di
ministero
,
come
non
facciamo
noi
.
Guardino
ad
altro
.
Perché
la
crisi
nazionale
,
che
è
nella
sua
fase
di
chiarificazione
e
di
assestamento
,
potrebbe
diventare
guerra
civile
,
solo
se
si
tentasse
di
sopraffarlo
con
una
crisi
parlamentare
,
di
cui
del
resto
gli
stessi
fautori
,
pronti
alla
miserabile
congiura
quotidiana
,
e
alla
gherminella
di
fine
di
seduta
,
non
posseggono
affatto
il
controllo
,
privi
come
sono
di
effettivi
propositi
comuni
e
della
scelta
di
un
capo
,
che
sia
,
non
che
capo
di
governo
,
almeno
capo
della
loro
masnada
.