StampaQuotidiana ,
La
cronaca
parlamentare
continua
a
darci
ragione
.
Mentre
si
dovrebbe
cercare
di
chiarire
le
responsabilità
politiche
e
di
rispettare
quello
che
resta
delle
norme
parlamentari
,
i
gruppi
che
hanno
sollecitata
la
crisi
esibiscono
,
nella
loro
smania
,
la
loro
crisi
di
irresponsabilità
.
Incapaci
di
definire
una
volontà
comune
,
anche
e
soprattutto
i
popolari
divisi
da
tendenze
e
da
ambizioni
;
incapaci
di
assumere
una
netta
responsabilità
politica
,
essi
hanno
patrocinato
la
perpetuazione
di
una
procedura
,
già
inaugurata
in
crisi
precedenti
,
già
giudicata
e
condannata
dalla
Corona
,
quando
l
'
on
.
Bonomi
,
dimessosi
per
le
stesse
inqualificabili
e
irresponsabili
manovre
di
gruppi
,
fu
rimandato
dal
Re
alla
Camera
per
affrontare
la
discussione
e
il
voto
.
La
cronaca
di
ieri
è
la
riprova
di
quello
che
abbiamo
scritto
in
questi
giorni
,
non
per
difendere
il
gabinetto
,
ma
per
bollare
la
«
manovra
»
,
tempestivamente
denunziata
dall
'
on
.
Federzoni
,
sabato
sera
sull
'
oramai
repugnante
episodio
Miglioli
.
Non
c
'
è
più
alcun
pudore
.
Si
buttano
via
o
si
calpestano
gli
stessi
«
immortali
»
principii
.
Eccoli
tutti
in
combutta
,
gli
antireazionari
,
coloro
che
hanno
orrore
della
Destra
,
i
fautori
della
libertà
,
socialisti
e
filosocialisti
,
a
predicare
nei
corridoi
il
ritorno
al
'98
arrovesciato
,
agli
stati
d
'
assedio
;
ma
anche
a
patrocinare
il
silenzio
nell
'
aula
,
il
seppellimento
senza
discussione
del
ministero
,
la
livragazione
viscida
,
anche
per
non
ritornare
sull
'
ultima
origine
della
crisi
:
la
«
casa
paterna
»
dell
'
on
.
Miglioli
ridotta
a
casa
di
fitto
!
Eccoli
gli
antireazionarii
,
i
tempinuovisti
a
ripatrocinare
le
crisi
extraparlamentari
,
a
domandare
semplicemente
la
caduta
di
un
ministero
,
per
farne
un
altro
,
senza
dichiarare
il
proprio
programma
.
Perché
il
programma
è
inconfessabile
.
Così
,
mentre
la
collaborazionista
Giustizia
chiama
retoricamente
il
Parlamento
baluardo
della
libertà
,
la
giornata
di
ieri
ha
,
quali
che
potranno
essere
gli
eventi
,
suggellato
per
sempre
la
miseria
della
sconcia
manovra
,
inscenata
da
sabato
,
col
tentativo
di
annullare
la
stessa
superstite
dignità
del
Parlamento
nell
'
impostura
d
'
un
episodio
gettato
nell
'
aula
;
nell
'
intrigo
di
corridoio
sollevato
a
giudizio
politico
,
per
decidere
sulla
vita
di
un
ministero
e
intimargli
le
dimissioni
con
una
procedura
messicana
.
Ma
non
basta
.
Gli
antireazionari
,
i
difensori
della
legge
,
i
tempinuovisti
,
i
pacificatori
non
guardano
pel
sottile
.
E
se
i
comunisti
e
comitati
irresponsabili
di
Alleanze
di
Lavoro
e
squadre
di
arditi
del
popolo
si
gettano
nelle
avventure
dello
sciopero
generale
e
tentano
una
riscossa
per
proprio
conto
e
per
conto
di
stranieri
,
facciano
pure
in
questo
momento
.
Tutto
fa
materia
.
È
tanto
di
guadagnato
per
la
causa
collaborazionistica
,
per
le
intese
del
collaborazionista
Modigliani
,
del
popolare
Mauri
,
del
riformista
Celli
,
del
nittiano
Falcioni
e
di
altri
illustri
e
benemeriti
rappresentanti
della
responsabilità
politica
italiana
.
Se
questo
ricatto
turbolento
che
si
tenta
di
fuori
è
fatto
da
coloro
che
,
tutti
i
giorni
,
sui
loro
quotidiani
,
accusano
con
estrema
violenza
i
collaborazionisti
,
li
chiamano
traditori
e
venduti
,
e
dichiarano
di
volere
la
dittatura
comunista
contro
le
combinazioni
parlamentari
,
non
fa
nulla
.
Intanto
è
bene
approfittarne
.
L
'
alfonsismo
dei
nittiani
ha
fatto
scuola
.
Così
tra
la
speculazione
,
l
'
irresponsabilità
e
il
ricatto
matura
la
crisi
,
con
i
connotati
che
quotidianamente
noi
le
segniamo
.
E
poiché
quotidianamente
i
fatti
ci
danno
ragione
,
anche
e
soprattutto
quelli
compiuti
dai
nostri
avversari
,
non
ci
sorprendiamo
affatto
che
il
Corriere
d
'
Italia
divenuto
sempre
più
sinistro
,
abbia
perduto
le
staffe
per
la
nostra
Diffida
per
la
guerra
civile
.
Quello
che
non
possiamo
tuttavia
affatto
tollerare
è
che
il
giornale
popolare
,
in
questo
tumulto
di
collaborazionismo
,
abbia
perduto
siffattamente
la
memoria
,
in
una
precipitosa
autodifesa
del
suo
passato
antibolscevico
,
da
invitarci
a
rileggere
noi
stessi
per
«
arrossire
»
come
rei
di
aver
difeso
noi
,
proprio
noi
l
'
on
.
Nitti
,
caduto
invece
per
merito
dei
popolari
.
I
quali
,
dopo
essersi
opposti
allo
sciopero
ferroviario
,
avevano
dovuto
vedere
i
ferrovieri
bianchi
lasciati
«
in
balia
delle
violenze
e
del
ludibrio
dei
loro
colleghi
rossi
»
,
sotto
«
l
'
onta
di
un
governo
che
revocava
perfino
le
loro
regolari
promozioni
»
.
Eh
!
no
!
L
'
Italia
è
paese
di
memoria
labile
,
ma
non
è
proprio
lecito
di
cambiar
le
carte
.
Eh
!
no
!
La
storia
è
stata
ben
altra
.
E
proprio
la
collezione
dell
'
Idea
Nazionale
sta
a
testimoniare
che
l
'
opposizione
al
governo
di
Nitti
è
stata
costante
,
decisa
,
violenta
,
solo
da
parte
nostra
.
Sta
a
testimoniare
che
noi
non
difendemmo
affatto
l
'
on
.
Nitti
,
anzi
continuammo
a
dargli
addosso
,
quando
i
popolari
,
costituitisi
in
gruppo
dopo
le
elezioni
del
'19
,
debuttarono
facendo
cadere
l'11
maggio
1920
il
gabinetto
Nitti
,
che
ancora
non
li
comprendeva
.
Se
non
che
noi
rimanemmo
,
e
come
!
all
'
opposizione
,
e
invece
i
popolari
,
che
avevano
fatto
cadere
Nitti
solo
per
bramosia
di
potere
,
sabotarono
la
combinazione
Bonomi
,
ed
accettarono
di
perdere
la
loro
verginità
politica
,
andando
proprio
con
Nitti
,
cioè
accettarono
che
le
loro
prime
nozze
al
potere
fossero
coincidenti
con
«
l
'
onta
di
un
governo
che
aveva
revocato
etcetera
etcetera
»
.
Questa
fu
la
fiera
entrata
dei
popolari
nella
vita
ministeriale
,
e
fu
giudicata
da
noi
allora
con
parole
profetiche
,
delle
quali
dovrebbe
arrossire
il
Corriere
d
'
Italia
,
se
il
rossore
è
il
segno
della
castità
e
non
certo
di
un
gruppo
politico
che
,
andato
al
governo
la
prima
volta
con
Nitti
moribondo
(
caduto
subito
nella
ignominia
dell
'
eccidio
del
24
maggio
)
,
è
rimasto
al
governo
con
Giolitti
,
Bonomi
,
Facta
e
vuoi
portare
ora
al
governo
i
patroni
e
i
difensori
delle
«
violenze
e
del
ludibrio
rossi
»
;
i
fautori
costanti
di
un
governo
,
considerato
come
un
'
«
onta
»
.
Questa
è
la
crisi
di
oggi
,
che
si
riconnette
al
periodo
nittiano
,
quando
noi
scrivemmo
,
arrossendo
sì
,
ma
per
amore
all
'
Italia
:
«
soluzioni
messicane
»
!