StampaQuotidiana ,
«
Noi
constatiamo
che
,
ogni
giorno
che
passa
,
le
esigenze
della
Nazione
appaiono
in
contrasto
sempre
più
chiaro
con
principii
e
con
metodi
che
il
massimalismo
dichiara
di
professare
»
.
Queste
sono
parole
del
manifesto
di
Turati
,
Treves
ed
altri
,
fra
i
quali
l
'
on
.
Buozzi
,
quello
stesso
che
dovrebbe
condurre
le
schiere
dei
metallurgici
.
Sono
parole
timide
e
tardive
,
imposte
dalla
evidenza
di
un
male
che
ha
già
fatto
tutto
il
suo
male
.
Sono
la
confessione
,
non
sappiamo
più
quanto
tempestiva
,
di
una
colpa
.
Quando
durante
la
guerra
,
crisi
per
eccellenza
della
Nazione
,
e
dopo
la
vittoria
,
suprema
e
massima
conquista
della
Nazione
,
noi
abbiamo
ostinatamente
denunziato
il
fine
antinazionale
del
socialismo
ufficiale
,
anche
i
firmatari
del
manifesto
ci
hanno
risposto
negando
,
deliberati
di
ignorare
la
Nazione
per
la
classe
.
Oggi
che
,
con
la
acquiescenza
prima
,
con
la
complicità
poi
durante
il
governo
di
Nitti
della
cosiddetta
classe
politica
dirigente
,
è
stato
distrutto
,
nella
diffamazione
dello
sforzo
bellico
,
nella
dilapidazione
del
patrimonio
morale
della
vittoria
,
il
beneficio
nazionale
e
però
anche
del
proletariato
,
il
benefizio
italiano
della
guerra
vinta
,
oggi
soltanto
,
quando
tutto
il
male
è
stato
fatto
e
si
impone
a
coloro
che
ne
sono
stati
anch
'
essi
autori
,
più
o
meno
inconsapevoli
,
si
osa
affermare
l
'
esistenza
di
una
Nazione
,
la
cui
vita
è
minacciata
dalla
propaganda
massimalista
.
Non
occorre
più
ricercare
prove
di
sotterranei
e
obliqui
rapporti
con
lo
straniero
,
bolscevico
e
non
bolscevico
;
non
occorre
sorprendere
i
colloqui
notturni
del
rappresentante
russo
Vodosonoff
con
l
'
on
.
Bucco
e
qualche
redattore
dell
'
Avanti
!
;
non
occorre
cercare
la
documentazione
di
sollecitazioni
,
diciamo
così
,
jugoslave
all
'
improvviso
sciopero
generale
della
Venezia
Giulia
.
Quando
si
deve
ammettere
che
l
'
azione
massimalista
è
in
contrasto
con
la
Nazione
,
dopo
un
mostruoso
esperimento
in
corpore
vili
oggi
ben
chiaro
per
tutti
,
la
coincidenza
dell
'
interesse
straniero
e
nemico
con
i
moti
operai
,
anche
esibiti
in
formule
economiche
,
è
inevitabile
.
È
nella
cosa
.
Ci
sia
una
Russia
bolscevica
,
costretta
dalla
disperazione
a
propagare
con
oro
il
suo
male
;
ci
sia
una
Jugoslavia
,
altrimenti
impotente
a
contrastarci
la
vittoria
,
interessata
ad
avere
una
Italia
paralizzata
a
prezzo
minore
di
un
qualsiasi
tentativo
bellico
;
ci
siano
una
Francia
,
un
'
Inghilterra
,
desiderose
di
eliminare
di
fatto
l
'
Italia
dal
rango
di
grande
potenza
,
sanguinosamente
conquistato
,
non
più
per
loro
sopraffazione
egemonica
,
ma
per
dissoluzione
interna
italiana
;
ci
siano
oppure
no
a
collaborare
queste
forze
,
avverse
o
addirittura
nemiche
,
questo
è
certo
:
che
il
massimalismo
nostrano
lavora
contro
la
Nazione
a
benefizio
dello
straniero
.
Anche
quando
finga
di
mantenersi
,
come
nella
lotta
dei
metallurgici
,
nei
termini
di
una
competizione
sociale
.
Poiché
,
ammesso
,
ciò
che
non
è
,
che
i
ripetuti
assalti
delle
categorie
organizzate
sieno
di
carattere
economico
,
è
inoppugnabile
che
,
dopo
la
conquista
degli
alti
salari
avvenuta
durante
la
guerra
stessa
,
l
'
Italia
doveva
saper
decidere
,
se
nella
formidabile
lotta
di
accaparramento
di
produzione
e
di
mercato
,
uscita
dalla
guerra
,
e
in
cui
si
gettavano
giganteschi
concorrenti
,
l
'
industria
italiana
,
cresciuta
nella
guerra
,
sarebbe
stata
sorretta
dalla
vittoria
o
umiliata
come
in
una
sconfitta
.
Ebbene
ciò
che
oggi
avviene
è
semplicemente
questo
:
che
la
sconfitta
,
respinta
al
nemico
vinto
in
campo
aperto
,
è
stata
trasferita
all
'
azione
interna
del
massimalismo
.
Questo
,
dopo
Vittorio
Veneto
,
ha
voluto
e
vuole
riportare
l
'
Italia
a
Caporetto
senza
il
Piave
.
Anche
se
si
tratti
di
una
Caporetto
economica
.
Poiché
basterà
aggiungere
alla
schiavitù
delle
materie
prime
,
a
quelle
del
tonnellaggio
e
del
cambio
,
anche
la
schiavitù
derivante
dall
'
inevitabile
crollo
della
produzione
stritolata
nei
puerili
e
criminali
esperimenti
di
gestione
collettiva
,
falliti
miseramente
anche
in
Russia
per
preparare
all
'
Italia
le
condizioni
di
una
servitù
politica
.
Ma
quando
si
consideri
che
il
movimento
economico
è
baldanzosamente
indicato
come
movimento
politico
,
di
deliberato
carattere
antinazionale
,
alimentato
soltanto
dalla
diffamazione
della
guerra
e
della
vittoria
,
quello
che
è
un
fatto
inevitabile
della
stessa
contesa
economica
nei
termini
che
assume
,
diventa
il
proposito
confessato
,
contro
cui
lo
stesso
manifesto
socialista
è
obbligato
di
porsi
.
Ebbene
questo
proposito
è
di
pochi
e
di
miserabili
.
Ma
ha
un
complice
:
il
governo
oggi
è
inferiore
a
quella
stessa
timida
e
tardiva
resipiscenza
tentata
dai
firmatari
del
manifesto
.
Il
suo
preteso
agnosticismo
nel
conflitto
economico
,
è
in
realtà
fumosa
cecità
politica
e
torbida
insensibilità
nazionale
.
Il
governo
ignora
di
dover
difendere
il
patrimonio
comune
,
il
patrimonio
nazionale
.
Di
doverlo
difendere
da
un
assalto
che
,
consapevolmente
o
non
,
serve
tutte
le
forze
antinazionali
e
soltanto
le
forze
antinazionali
.
Le
formule
,
da
esso
cercate
d
'
ora
in
ora
,
sono
miserabili
pretesti
.
La
sua
inazione
,
quando
basterebbe
una
modesta
azione
restauratrice
,
è
un
delitto
.
Esso
tradisce
,
poiché
quest
'
ora
che
noi
viviamo
non
è
di
rivoluzione
,
no
,
ma
di
disfatta
.
Di
disfatta
,
dopo
la
vittoria
sul
campo
!