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LA GUERRA È LA GUERRA ( GRAMSCI ANTONIO , 921 )
StampaQuotidiana ,
Comprendere e saper valutare con esattezza il nemico , significa possedere già una condizione necessaria per la vittoria . Comprendere e saper valutare le proprie forze e la loro posizione nel campo di lotta , significa possedere un ' altra importantissima condizione per la vittoria . I fascisti vogliono evidentemente anche a Torino sviluppare fino in fondo il piano generale che ha procurato facili trionfi nelle altre città . Sono stati chiamati contingenti forestieri ( bolognesi , truppe scelte , allenate ) . Sono state intensificate le passeggiate dimostrative , con i propri effettivi inquadrati e incolonnati militarmente . Si ripetono incessantemente le convocazioni improvvise degli aderenti , con l ' ordine di recarsi armati ai convegni : ciò che serve a creare l ' aspettazione di eventi misteriosi ed a determinare così la psicologia della guerra . Le voci allarmistiche vengono diffuse a profusione ( " il primo ucciso sarà uno studente socialista , incendieremo " L ' Ordine Nuovo " , incendieremo la Camera del lavoro , incendieremo la libreria dell ' Act " ) . E ' questo un espediente che si propone due scopi : disgregare le forze proletarie , col panico e con la snervante incertezza dell ' attesa , determinare nei fascisti l ' abitudine dell ' obiettivo da raggiungere . Avranno i fascisti di Torino il facile trionfo che hanno avuto nelle altre città ? Osserviamo intanto che l ' aver domandato aiuti fuori , è una prova della debolezza organica del fascismo torinese . A Torino i fascisti si appoggiano e possono appoggiarsi su una sola categoria della classe piccolo borghese : la categoria degli esercenti , non certo famosa per sublimi virtù guerresche . La classe operaia torinese è certo moralmente superiore ai fascisti e sa di essere moralmente superiore . I controrivoluzionari della Confederazione generale del lavoro vanno affermando ( per avvilire la massa e toglierle ogni capacità di offesa e di difesa ) che gli operai , non avendo fatto la guerra , non possono combattere e vincere il fascismo sul terreno della violenza armata . Per ciò che riguarda Torino , questa affermazione disfattista e controrivoluzionaria è falsa anche obiettivamente . Gli operai torinesi hanno queste esperienze " guerresche " : sciopero generale del maggio 1915 , insurrezione armata di cinque giorni nell ' agosto 1917 , azione manovrata di grandi masse del 2-3 dicembre 1919 , sciopero generale con episodi di tattica irlandese e sviluppo di un piano strategico unitario nell ' aprile 1920 , occupazione delle fabbriche nel settembre scorso con l ' accumulazione di infinite esperienze nell ' ordine militare . Questo quadro obiettivo delle condizioni in cui si svolgerà la lotta ; non ha per nulla lo scopo di attenuare la gravità del pericolo . La classe operaia torinese si trova certo in una buona posizione di guerra , ma nessuna buona posizione può , di per sé , salvare un esercito dalla sconfitta . La buona posizione deve essere sfruttata in tutte le sue possibilità . Guai alla classe operaia se essa permetterà , anche un istante solo , che a Torino i fascisti possano mettere in esecuzione il loro piano , come hanno fatto nelle altre città . La minima debolezza , la minima indecisione potrebbe essere fatale . Al primo tentativo fascista deve seguire rapida , secca , spietata la risposta degli operai e deve questa risposta essere tale che il ricordo ne sia tramandato fino ai pronipoti dei signori capitalisti . Alla guerra come alla guerra , e in guerra i colpi non si danno a patti . Intanto la classe operaia torinese ha già dichiarato , in una mozione del suo partito politico , di considerare i fascisti solo come strumenti di un ' azione che trova i suoi mandanti e responsabilità maggiori in ben altri ambienti . Anche la " Stampa " ha pubblicato ( il 27 gennaio , cinque giorni fa appena ) : " L ' attuale potente organizzazione ( dei fascisti ) è favorita da commercianti , industriali , agricoltori " . Nella guerra e nella rivoluzione aver pietà di dieci significa essere spietati con mille . La classe operaia ungherese ha voluto essere dolce coi suoi oppressori : oggi sconta , e scontano le donne operaie e scontano i bambini operai , la sua dolcezza ; la pietà per i mille ha portato miseria , lutto ; disperazione a milioni di proletari ungheresi . I colpi non si danno a patti . Tanto più implacabili devono essere gli operai , in quanto non c ' è proporzione tra i danni che subisce la classe operaia e i danni che subiscono i capitalisti . La Camera del lavoro è il prodotto degli sforzi di molte generazioni di operaie . E ' costata sacrificio e stenti a centinaia di migliaia di operai , è l ' unica proprietà di centomila famiglie operaie . Se essa viene distrutta , sono annientati questi sforzi , questi sacrifici , questi stenti , questa proprietà . La si vuol distruggere per distruggere l ' organizzazione , per togliere all ' operaio la garanzia del suo pane , del suo tetto , del suo vestire , per togliere questa garanzia alla donna e al figlio dell ' operaio . Pericolo di morte per chi tocca la Camera del lavoro , pericolo di morte per chi favorisce e promuove l ' opera di distruzione ! Cento per uno . Tutte le case degli industriali e dei commercianti non possono salvare la casa del popolo , perché il popolo perde tutto se perde la sua casa . Pericolo di morte per chi attenta al pane dell ' operaio , al pane del figlio dell ' operaio . La guerra è la guerra : chi tenta l ' avventura deve provare il duro morso della belva che ha scatenato . Tutto ciò che l ' operaio ha creato col soldino del suo sacrificio , tutto ciò che le generazioni operaie hanno lentamente e faticosamente elaborato col sangue e col dolore , deve essere rispettato come cosa sacra . Scoppia la tempesta e l ' uragano quando si commettono sacrilegi , e travolge i colpevoli come pagliuzze . Pericolo di morte per chi tocca la proprietà dell ' operaio , dell ' uomo condannato a non aver proprietà . La guerra è la guerra . Guai a chi la scatena . Un militante della classe operaia che debba passare all ' altro mondo , deve avere nel suo viaggio un accompagnamento di prima classe . Se l ' incendio arrossa il pezzo di cielo di una strada , la città deve essere provvista di molti bracieri per riscaldare le donne e i figli degli operai andati in guerra . Guai a chi scatena la guerra . Se l ' Italia non è abituata alla serietà e alla responsabilità , se l ' Italia non è abituata a prendere sul serio nessuno , se l ' Italia borghese si è per caso formata la facile e dolce persuasione che neppure i rivoluzionari italiani sono da prendere sul serio , sia lanciato il dado : siamo persuasi che più di una volpe lascerà la sua coda e l ' astuzia nella tagliola .