StampaQuotidiana ,
Parmi
sempre
che
la
migliore
soluzione
da
esaminare
sia
quella
della
cooperativa
.
Sono
ben
lungi
dall
'
essere
un
fanatico
della
cooperazione
e
dal
credere
ad
una
magica
virtù
di
quella
parola
.
Neppure
,
e
parmi
averlo
dimostrato
in
tutto
quanto
ho
scritto
,
sono
partigiano
della
teoria
del
prodotto
integrale
del
lavoro
ai
lavoratori
.
Intendo
esaminare
il
problema
esclusivamente
da
un
punto
di
vista
pratico
ed
empirico
.
Se
i
ferrovieri
si
fossero
limitati
ad
invocare
principi
astratti
non
farei
motto
,
ma
quando
vedo
gente
competente
e
che
ha
le
mani
in
pasta
,
porsi
sul
terreno
pratico
ed
affermare
che
c
'
è
modo
di
migliorare
le
condizioni
dei
ferrovieri
senza
aggravio
pel
pubblico
,
parmi
che
tale
asserzione
sia
almeno
degna
di
studio
.
Sarebbe
presunzione
la
mia
se
dicessi
in
modo
assoluto
,
che
essi
hanno
ragione
.
Tale
giudizio
od
il
giudizio
opposto
possono
solo
essere
la
conclusione
di
lunghi
e
severi
studi
di
persone
competenti
,
come
sarebbero
i
membri
di
una
commissione
scelti
fra
le
persone
più
o
meglio
intendenti
delle
cose
ferroviarie
e
finanziarie
.
Molto
più
modesta
è
la
mia
tesi
.
Dico
che
la
proposta
dei
ferrovieri
è
meritevole
di
esame
e
non
deve
essere
respinta
a
priori
.
Non
mi
nascondo
le
forti
e
gravi
obiezioni
recate
da
persone
che
ben
conoscono
la
materia
quali
sono
i
professori
Einaudi
,
Pantaleoni
,
De
Johannis
,
ma
credo
che
se
possono
avere
sede
nella
discussione
per
la
risoluzione
definitiva
del
problema
,
non
siano
tali
da
fare
respingere
senz
'
altro
questa
discussione
stessa
.
Si
dice
:
se
concedete
che
l
'
esercizio
privato
sia
il
migliore
,
perché
non
lo
proponete
addirittura
?
Perché
un
vero
esercizio
privato
come
quello
delle
ferrovie
inglesi
è
impossibile
nelle
presenti
condizioni
,
in
Italia
.
Non
ci
sarebbe
un
Parlamento
,
per
approvarlo
,
e
forse
neppure
capitalisti
per
intraprenderlo
.
Possibile
sarebbe
solo
un
esercizio
in
apparenza
privato
,
in
realtà
misto
di
esercizio
di
Stato
e
di
esercizio
privato
,
pessimo
fra
tutti
gli
ordinamenti
che
si
possono
escogitare
per
le
ferrovie
italiane
,
ed
atto
solo
a
procacciare
lucrose
speculazioni
di
borsa
.
Rimane
dunque
solo
la
scelta
tra
l
'
esercizio
di
Stato
e
l
'
esercizio
della
cooperativa
.
Riguardo
a
quest
'
ultimo
,
si
osserva
e
giustamente
che
mala
prova
hanno
fatto
molte
cooperative
di
produzione
,
infelicissima
poi
quella
della
Mine
aux
mineurs
in
Francia
;
e
se
similmente
a
tali
cooperative
dovesse
essere
ordinata
la
cooperativa
ferroviaria
,
accetterei
per
buona
,
l
'
obiezione
a
priori
.
Ma
l
'
ordinamento
può
essere
diverso
,
facendo
parte
al
capitale
estraneo
alla
cooperazione
e
mirando
non
già
a
mettere
in
opera
principi
teorici
,
ma
lasciandosi
unicamente
guidare
da
considerazioni
pratiche
.
Per
solo
modo
di
esempio
,
pongasi
che
la
cooperativa
ferroviaria
abbia
:
1
)
un
certo
numero
di
obbligazioni
3
e
mezzo
per
cento
(
metto
a
caso
questo
numero
solo
per
brevità
di
discorso
)
;
2
)
azioni
privilegiate
4
e
mezzo
per
cento
(
anche
questo
numero
è
messo
a
caso
)
;
3
)
azioni
ordinarie
.
Le
azioni
ordinarie
sono
distribuite
gratis
,
o
con
pagamento
minimo
,
ai
ferrovieri
,
secondo
certe
norme
da
determinare
.
Il
frutto
di
queste
azioni
varrà
pei
ferrovieri
appunto
l
'
aumento
di
salario
che
essi
chiedono
e
che
è
impossibile
oramai
di
rifiutare
loro
.
Sull
'
utile
dell
'
azienda
,
si
preleva
:
1
)
la
somma
necessaria
pel
servizio
delle
obbligazioni
;
2
)
la
somma
necessaria
pel
servizio
delle
azioni
privilegiate
.
Il
rimanente
va
alle
azioni
ordinarie
.
Tale
ordinamento
,
per
quanto
spetta
alla
divisione
del
capitale
in
obbligazioni
,
azioni
privilegiate
azioni
ordinarie
,
non
è
teorico
;
trovasi
presso
moltissime
società
inglesi
e
vi
fa
buona
prova
.
Temesi
,
e
non
a
torto
,
che
assemblee
di
soli
cooperatori
possano
talvolta
essere
trascinate
ad
approvare
provvedimenti
dannosi
al
capitale
dell
'
azienda
.
Tale
pericolo
è
rimosso
dall
'
intervento
degli
azionisti
privilegiati
,
che
del
capitale
sapranno
prendersi
cura
.
Infine
osservasi
che
vi
possono
essere
crisi
nelle
quali
la
società
di
esercizio
ferroviario
guadagnerà
pochissimo
,
e
che
sono
compensate
da
anni
in
cui
largo
è
il
guadagno
.
Tale
compenso
ci
deve
essere
,
altrimenti
l
'
esercizio
sarebbe
disastroso
e
non
potrebbe
essere
assunto
da
nessuna
società
,
sia
cooperativa
sia
anonima
;
e
se
pure
ci
fossero
finanzieri
così
imprudenti
dallo
assumerlo
,
la
società
loro
fallirebbe
,
e
saremmo
da
capo
coll
'
esercizio
di
Stato
.
Se
si
vuol
fare
sul
serio
,
occorre
concedere
patti
convenienti
a
chiunque
assuma
l
'
esercizio
ferroviario
.
Ma
,
dicesi
,
e
dicesi
ottimamente
,
per
potere
fare
quel
compenso
tra
gli
anni
magri
e
gli
anni
grassi
,
un
capitale
ci
vuole
.
Sta
bene
,
ed
a
ciò
appunto
si
provvede
col
capitale
delle
azioni
privilegiate
.
Non
ho
menomamente
l
'
intento
di
esaminare
qui
tutti
i
particolari
di
un
simile
ordinamento
,
dirò
solo
che
il
Governo
può
avere
una
certa
ingerenza
nell
'
amministrazione
,
purché
non
sia
d
'
inciampo
al
li
ero
svolgersi
dell
'
esercizio
;
qualche
cosa
di
analogo
si
ha
nell
'
ingerenza
del
Governo
nell
'
amministrazione
della
Banca
d
'
Italia
.
È
veramente
strano
che
il
nostro
Governo
,
il
quale
colma
di
favori
,
a
spese
dei
contribuenti
,
le
mendicanti
cooperative
di
braccianti
ed
altre
simili
,
rifiuti
di
esaminare
le
proposte
dell
'
unica
cooperativa
che
non
mendica
favori
,
ma
chiede
un
giusto
,
e
conveniente
per
tutti
,
contratto
di
esercizio
.
Sarebbe
forse
perché
i
politicanti
traggono
dalle
prime
un
utile
per
la
loro
potenza
politica
,
che
da
quest
'
ultima
non
sperano
?