StampaQuotidiana ,
Questo
era
il
titolo
dell
'
articolo
mio
pubblicato
nel
n
.
200
di
questo
giornale
Fu
omesso
in
stamperia
ed
è
un
guaio
,
perché
così
ci
sarà
stato
chi
avrà
creduto
che
avevo
intenzione
di
rispondere
a
certe
critiche
,
mentre
non
ho
tempo
né
voglia
di
fare
ciò
,
e
tale
miseria
non
mi
tange
.
Ma
poiché
in
articoli
di
giornali
quotidiani
non
è
possibile
spiegarsi
con
quell
'
ampiezza
che
si
può
usare
nei
libri
,
ci
possono
essere
persone
che
,
in
perfetta
buona
fede
,
abbiano
frainteso
quanto
scrivevo
,
ed
è
quindi
doveroso
il
dare
loro
spiegazioni
,
poiché
è
giusto
che
chi
ha
fatto
il
peccato
faccia
anche
la
penitenza
.
Mosso
da
tale
sentimento
aggiungo
qui
altre
spiegazioni
;
e
poi
faccio
punto
,
e
chi
non
vorrà
intendere
si
serva
pure
che
non
me
ne
importa
niente
.
Tra
le
teorie
che
troveranno
luogo
nel
mio
trattato
di
Sociologia
,
che
pubblicherà
fra
non
molto
il
Barbera
di
Firenze
,
ce
n
'
è
una
sulla
composizione
delle
classi
governanti
sociali
e
la
loro
evoluzione
.
Per
fare
piacere
al
mio
amico
Geoges
Sorel
,
pubblicai
,
nella
rivista
sua
,
un
caso
particolare
di
questa
teoria
,
e
non
me
ne
dolgo
;
tutt
'
altro
,
poiché
ciò
mi
procurò
l
'
approvazione
,
per
me
preziosissima
,
di
scienziati
come
il
Sorel
e
il
prof
.
Tullio
Martello
.
Quanto
scrissi
nella
rivista
del
Sorel
,
fu
bene
inteso
e
spiegato
dall
'
egregio
autore
che
firma
Pupin
nel
«
Resto
del
Carlino
»
;
io
non
posso
per
ragion
di
spazio
ripetere
qui
né
il
testo
né
la
spiegazione
;
basti
sapere
che
,
se
non
erro
,
occorre
considerare
due
categorie
di
«
capitalisti
»
,
e
cioè
coloro
che
hanno
una
entrata
fissa
,
o
quasi
fissa
,
e
coloro
che
hanno
un
'
entrata
variabile
dipendente
da
speculazioni
,
e
che
perciò
si
possono
brevemente
dire
«
speculatori
»
,
senza
,
per
altro
che
tale
nome
porti
con
sé
il
menomo
biasimo
.
Mi
pare
dimostrato
dalla
storia
che
il
massimo
di
prosperità
per
un
paese
si
ottiene
ove
non
prevalga
troppo
né
la
prima
né
la
seconda
categoria
di
tali
persone
nella
classe
governante
.
Ora
,
un
poco
dappertutto
,
c
'
è
una
notevole
tendenza
al
predominio
della
seconda
categoria
;
ed
è
un
fatto
che
,
sia
pure
sotto
varie
forme
,
è
intuito
da
moltissimi
.
In
Francia
il
Jaurès
,
ha
egregiamente
notato
l
'
opera
di
questa
categoria
nell
'
avventura
marocchina
.
In
Italia
la
proposta
è
di
mettere
lo
Stato
in
grado
di
aiutare
i
capitalisti
della
seconda
categoria
.
Non
mi
propongo
qui
di
indagare
che
effetto
ciò
avrà
;
mi
basta
mettere
in
luce
il
puro
fatto
,
perché
è
l
'
esistenza
del
fatto
che
conferma
la
teoria
.
Ed
è
pure
notevole
che
i
socialisti
i
quali
,
in
ogni
altro
paese
,
sono
nemici
acerrimi
appunto
di
quei
capitalisti
,
in
Italia
,
invece
,
aiutano
il
governo
a
favorirli
.
Da
ciò
non
traggo
alcuna
conseguenza
in
biasimo
dei
socialisti
italiani
.
Essi
hanno
uno
scopo
,
sia
in
suffragio
universale
od
altro
,
e
per
conseguirlo
si
muovono
secondo
la
linea
di
minor
resistenza
,
Ma
per
la
mia
teoria
è
importantissimo
di
notare
che
quella
linea
di
minor
resistenza
passa
dove
non
si
offende
,
anzi
dove
si
favorisce
gli
interessi
di
quella
seconda
classe
di
capitalisti
;
perché
così
rimane
ancora
una
volta
confermata
la
potenza
loro
,
la
quale
in
ogni
pagina
della
storia
si
legge
.
È
anche
notevole
come
uno
strategista
parlamentare
di
primissimo
ordine
,
come
è
l
'
on
.
Giolitti
abbia
come
pezzi
preferiti
sullo
scacchiere
sempre
quei
capitalisti
,
principiando
dal
Tanlongo
,
passando
dalle
convenzioni
marittime
,
terminando
col
monopolio
delle
assicurazioni
.
Ripeto
che
da
ciò
io
non
traggo
il
menomo
biasimo
all
'
on
.
Giolitti
,
ma
traggo
la
conclusione
,
che
mi
pare
evidente
,
che
quei
capitalisti
hanno
tanta
forza
da
imporsi
a
chi
voglia
fare
una
politica
pratica
.
Neppure
ad
essi
,
di
ciò
intendo
dare
biasimo
alcuno
;
ogni
classe
sociale
opera
secondo
la
propria
indole
,
e
non
può
essere
altrimenti
,
e
neppure
gioverebbe
che
fosse
altrimenti
.
Ma
può
essere
un
guaio
che
una
delle
classi
sociali
stravinca
e
non
incontri
più
opposizione
alcuna
;
specialmente
poi
il
guaio
può
essere
grande
quando
venga
meno
ogni
opposizione
in
nome
di
un
ideale
.
Ma
qui
mi
fermo
,
perché
se
aggiungessi
parola
,
entrerei
nella
teoria
degli
ideali
e
dei
miti
,
importantissima
per
la
Sociologia
,
ma
che
non
si
può
spiegare
in
poche
parole
;
e
se
ricadessi
nel
peccato
di
volere
ciò
fare
,
meriterei
troppo
grande
penitenza
.