StampaQuotidiana ,
Ora
che
la
guerra
è
cominciata
,
diventa
concreto
il
problema
,
che
,
già
presente
agli
italiani
,
non
ancora
doveva
essere
risoluto
senza
indugio
:
come
ci
dobbiamo
comportare
nelle
faccende
ordinarie
della
nostra
vita
materiale
ed
economica
?
Una
formula
ebbe
grande
voga
in
Inghilterra
nei
primi
otto
o
nove
mesi
della
guerra
:
operate
e
vivete
come
se
la
guerra
non
fosse
;
attendete
tranquillamente
ai
lavori
vostri
e
continuate
serenamente
nel
vostro
genere
ordinario
di
vita
e
di
spese
,
senza
preoccuparvi
della
guerra
.
In
tal
modo
voi
servirete
il
vostro
paese
;
il
quale
ha
d
'
uopo
che
il
meccanismo
della
vita
economica
funzioni
regolarmente
e
senza
scosse
,
che
la
terra
seguiti
a
fruttificare
,
che
le
industrie
lavorino
in
pieno
,
che
il
traffico
segua
le
sue
vie
,
e
che
il
popolo
non
sia
malcontento
per
la
disoccupazione
.
L
'
esperienza
dei
primi
nove
mesi
di
guerra
ha
dimostrato
che
la
formula
,
sebbene
contenesse
una
parte
di
verità
,
non
era
compiuta
e
poteva
diventare
pericolosa
.
Nell
'
Inghilterra
stessa
,
l
'
opinione
pubblica
ha
dovuto
persuadersi
che
la
vita
ordinaria
della
popolazione
doveva
mutare
per
adattarsi
alle
necessità
urgenti
e
pressanti
della
guerra
;
e
che
un
non
piccolo
coefficiente
di
vittoria
stava
appunto
nella
capacità
del
popolo
di
adattarsi
alle
mutate
condizioni
ed
esigenze
della
vita
in
tempo
di
guerra
.
Sì
,
fa
d
'
uopo
che
ognuno
,
il
quale
non
sia
chiamato
sotto
le
armi
,
continui
a
lavorare
nel
suo
mestiere
e
nella
sua
professione
;
e
questo
è
certo
il
miglior
modo
per
servire
il
paese
.
Gli
industriali
,
i
commercianti
,
i
professionisti
,
gli
agricoltori
che
attenderanno
con
la
consueta
cura
ai
propri
lavori
e
negozi
,
contribuiranno
a
far
funzionare
senza
scosse
il
meccanismo
della
vita
del
paese
;
e
daranno
opera
alla
vittoria
;
meglio
che
non
abbandonando
il
proprio
mestiere
ed
offrendo
la
propria
collaborazione
a
servizi
bellici
,
od
ausiliari
,
a
cui
possono
essere
disadatti
.
Lavorare
come
prima
tanto
meglio
si
può
,
in
quanto
il
governo
,
fin
dal
primo
momento
,
ha
veduto
che
importava
dare
opera
a
promuovere
il
proseguimento
regolare
della
vita
economica
.
Niente
moratoria
,
la
quale
avrebbe
perturbato
grandemente
gli
affari
e
gettato
il
seme
del
dubbio
e
dell
'
incertezza
;
bensì
larghe
anticipazioni
a
banche
ed
a
consorzi
per
consentire
loro
di
effettuare
rimborsi
e
di
concedere
prestiti
su
titoli
e
su
merci
.
Rassicurati
e
fiduciosi
,
gli
industriali
,
i
commercianti
e
gli
agricoltori
,
non
debbono
sostare
neppure
un
giorno
dalle
consuete
faccende
e
dai
lavori
ordinari
.
Ma
lavorare
come
prima
non
basta
.
Bisogna
lavorare
meglio
e
più
di
prima
.
In
un
momento
in
cui
milioni
di
uomini
robusti
e
giovani
sono
chiamati
a
difendere
il
paese
,
occorre
che
il
vuoto
lasciato
dalla
loro
chiamata
sotto
le
bandiere
non
sia
avvertito
.
I
comitati
di
preparazione
che
sono
sorti
in
tante
città
e
si
stanno
costituendo
nelle
campagne
fanno
e
faranno
opera
benemerita
se
contribuiranno
a
far
penetrare
nella
mente
e
nel
cuore
di
tutti
gli
italiani
il
convincimento
che
ognuno
deve
lavorare
meglio
e
più
di
prima
.
Ognuno
stia
al
suo
posto
;
ma
dia
opera
con
raddoppiato
zelo
al
lavoro
di
tutti
i
giorni
.
Il
contadino
sappia
che
se
,
coll
'
aiuto
delle
donne
,
dei
ragazzi
,
dei
vecchi
di
casa
sua
,
riuscirà
,
in
assenza
del
figlio
soldato
,
a
portare
in
salvo
il
fieno
e
le
messi
,
a
curare
le
viti
,
ad
allevare
il
bestiame
,
egli
si
sarà
reso
benemerito
della
patria
.
L
'
impiegato
pensi
che
le
pratiche
d
'
ufficio
debbono
ora
essere
definite
ancor
più
rapidamente
di
prima
,
sebbene
parecchi
suoi
colleghi
siano
stati
richiamati
.
Volendo
,
è
sempre
possibile
far
in
modo
che
il
lavoro
sia
sbrigato
:
si
viene
più
presto
in
ufficio
,
si
va
via
più
tardi
e
non
si
pensa
ad
altro
che
al
lavoro
che
deve
essere
fatto
.
Né
si
chiedano
compensi
per
ore
straordinarie
.
L
'
operaio
sappia
che
il
successo
della
nobile
e
dura
impresa
nazionale
dipende
anche
dalla
diligenza
del
suo
lavoro
,
dall
'
essere
egli
pronto
a
sacrificare
ogni
svago
,
e
talvolta
a
rinunciare
alla
domenica
,
pur
che
il
lavoro
si
faccia
.
Lavorare
come
prima
non
sempre
però
è
possibile
.
Vi
sono
industrie
,
di
cui
lo
smercio
diminuisce
o
cessa
in
tempo
di
guerra
.
Sono
le
industrie
di
lusso
,
quelle
le
quali
lavorano
per
le
cose
non
indispensabili
all
'
esistenza
.
Sarebbe
strano
che
lo
stato
,
mentre
deve
rivolgere
i
suoi
sforzi
più
intensi
alla
condotta
della
guerra
,
disperdesse
i
suoi
mezzi
finanziari
nella
medesima
quantità
,
ad
esempio
,
di
lavori
pubblici
di
prima
.
Gli
operai
e
gli
industriali
addetti
a
questi
lavori
chieggano
che
sia
fatto
ogni
sforzo
affinché
sia
impedita
la
loro
disoccupazione
;
ma
si
rassegnino
a
mutare
genere
e
località
di
lavoro
.
I
servizi
ausiliari
della
guerra
,
le
officine
di
armamento
e
di
riparazione
,
le
fabbriche
di
forniture
militari
avranno
tali
urgenze
di
lavoro
che
i
disoccupati
potranno
facilmente
trovar
lavoro
.
Occorre
che
essi
si
adattino
a
compiere
quei
lavori
che
sono
necessari
e
non
si
agitino
per
ottenere
la
prosecuzione
di
opere
utilissime
in
tempo
di
pace
,
ma
prorogabili
in
tempo
di
guerra
.
La
guerra
ha
messo
forzatamente
in
vacanze
molti
professori
e
ridurrà
molto
il
lavoro
dei
professionisti
.
Già
si
sono
costituiti
comitati
di
questi
«
intellettuali
»
per
avvisare
ai
mezzi
di
scrivere
opuscoli
,
fogli
volanti
,
di
tenere
letture
e
fare
propaganda
per
innalzare
il
tono
e
lo
spirito
di
sacrificio
del
paese
.
Molte
cose
utili
si
possono
fare
in
questo
campo
,
purché
non
si
faccia
della
rettorica
:
spiegare
ai
soldati
perché
essi
sono
chiamati
a
combattere
,
quali
sono
le
regole
igieniche
che
devono
osservare
per
non
cadere
vittime
di
malattie
evitabili
,
organizzare
invii
di
giornali
e
di
libri
ai
soldati
nelle
trincee
.
L
'
esperienza
fatta
da
ambe
le
parti
nelle
trincee
di
Francia
e
del
Belgio
ha
dimostrato
che
i
soldati
sono
avidissimi
di
letture
e
di
quanto
possa
ricordare
loro
i
parenti
,
gli
amici
ed
i
cittadini
della
patria
per
cui
combattono
.
Sì
,
fa
d
'
uopo
che
ognuno
continui
a
spendere
quanto
spendeva
prima
.
Ma
non
come
prima
.
Sarebbe
un
delitto
verso
la
patria
.
Non
forse
la
guerra
ha
dimostrato
la
necessità
di
sopprimere
o
di
ridurre
al
minimo
il
consumo
di
bevande
alcooliche
?
A
tacer
della
Russia
,
che
ha
dato
al
mondo
il
magnifico
esempio
di
un
governo
il
quale
rinuncia
ad
un
'
entrata
netta
di
forse
1
miliardo
e
800
milioni
di
lire
,
pur
di
sopprimere
il
flagello
dell
'
alcoolismo
;
dappertutto
,
in
Germania
,
in
Francia
,
in
Inghilterra
i
governi
hanno
fatto
sforzi
perseveranti
per
ridurre
il
consumo
delle
bevande
alcooliche
.
E
come
delle
bevande
,
così
sarebbe
necessario
ridurre
il
consumo
di
tutto
ciò
che
non
è
necessario
per
l
'
esistenza
.
Ognuno
giudichi
e
valuti
per
conto
suo
le
necessità
della
vita
.
Ma
chi
spendeva
100
,
rifletta
che
egli
ha
il
dovere
di
ridurre
la
spesa
,
quando
lo
possa
fare
senza
detrimento
della
sua
salute
fisica
,
a
90
ad
80
a
70
per
consacrare
il
risparmio
a
spese
pubbliche
.
La
spesa
più
urgente
che
oggi
ogni
cittadino
consapevole
deve
fare
è
quella
dell
'
imposta
.
Pagare
puntualmente
le
imposte
dovute
vuol
dire
soddisfare
oggi
ad
una
spesa
altrettanto
urgente
come
quella
del
pane
o
della
minestra
e
certamente
più
urgente
di
quella
da
farsi
per
un
vestito
nuovo
,
od
una
scampagnata
domenicale
o
per
la
villeggiatura
.
Chi
può
,
rinunci
quest
'
anno
alla
villeggiatura
;
e
si
dia
dattorno
per
fare
qualche
cosa
lungo
i
mesi
estivi
.
Talvolta
,
il
modo
migliore
di
rendersi
utile
sarà
di
attendere
alla
sorveglianza
dei
lavori
di
campagna
,
quando
fattori
e
contadini
siano
sotto
le
armi
.
In
tal
caso
,
quando
la
collaborazione
agricola
sia
una
cosa
seria
,
anche
la
villeggiatura
potrà
moralmente
essere
spiegata
.
Altrimenti
sarebbe
una
spesa
deplorevole
e
dannosa
.
Tutto
il
margine
di
risparmio
ottenuto
sulle
spese
sia
dato
allo
stato
.
Le
guerre
costano
;
e
costerà
gravi
sacrifici
di
uomini
e
di
denari
anche
questa
nostra
guerra
per
la
liberazione
d
'
Italia
.
Un
prestito
sarà
necessario
per
somma
grandiosa
.
Tutti
devono
sottoscrivere
,
anche
con
piccole
quote
;
e
tutti
devono
fare
ogni
sforzo
affinché
nella
spesa
dell
'
anno
entri
l
'
acquisto
di
qualche
cartella
del
nuovo
prestito
nazionale
.
Nel
suo
ultimo
discorso
sul
bilancio
,
il
signor
Lloyd
George
disse
che
quest
'
anno
gli
inglesi
devono
risparmiare
il
doppio
degli
anni
scorsi
:
800
milioni
di
lire
sterline
invece
di
400;
20
miliardi
invece
di
10
miliardi
di
lire
italiane
.
Così
dovrà
avvenire
,
mutate
le
cifre
,
anche
in
Italia
.
Resecate
le
altre
spese
;
ma
tenetevi
pronti
a
dare
allo
stato
quanto
più
potrete
!
È
in
gioco
la
ragione
più
alta
della
nostra
vita
,
e
della
vita
dei
nostri
figli
e
nepoti
;
ed
in
confronto
a
ciò
,
appaiono
ben
piccola
cosa
le
rinunce
a
qualche
godimento
materiale
od
intellettuale
!
Né
si
tema
,
così
operando
,
di
favorire
la
disoccupazione
.
Senza
volere
fare
discussioni
troppo
precise
e
minute
,
è
chiaro
che
tutto
ciò
che
noi
forniremo
allo
stato
a
titolo
di
imposta
o
di
prestito
si
convertirà
immediatamente
in
domanda
di
merci
e
di
prodotti
utili
all
'
esercito
e
quindi
in
domanda
di
lavoro
.
Dopo
,
ritorneremo
ad
impiegare
i
nostri
mezzi
,
gli
uni
nello
spendere
,
gli
altri
nel
migliorare
terre
o
fabbricare
case
.
Per
ora
,
tutti
gli
italiani
debbono
rinunciare
a
qualunque
altra
meta
che
non
sia
la
difesa
della
patria
comune
.
Così
hanno
fatto
,
è
d
'
uopo
dirlo
anche
ora
,
i
tedeschi
;
e
ciò
ridonda
a
loro
grande
onore
.
Così
dobbiamo
fare
pure
noi
,
se
vogliamo
dimostrare
al
mondo
che
la
nostra
causa
è
giusta
.
Una
meta
così
alta
,
come
il
compimento
della
unità
d
'
Italia
,
non
si
tocca
senza
dolore
e
sacrificio
.
Affrontiamoli
con
cuore
saldo
e
coi
nervi
tranquilli
;
e
la
meta
sarà
raggiunta
.
Se
avremo
fiducia
in
noi
stessi
,
la
battaglia
sarà
vinta
;
e
sia
fiducia
senza
jattanza
,
austera
e
piena
.