StampaQuotidiana ,
Chi
segue
i
lavori
della
conferenza
di
Parigi
ha
l
'
impressione
di
qualcosa
di
scucito
,
di
non
ordinato
,
di
errate
concezioni
intorno
all
'
importanza
relativa
ai
problemi
posti
in
discussione
.
I
giornali
recano
ora
nel
tempo
stesso
,
ad
esempio
,
due
notizie
diverse
;
secondo
la
prima
,
la
commissione
presieduta
da
Wilson
per
la
redazione
del
progetto
della
Società
delle
nazioni
sta
per
presentare
le
sue
conclusioni
ai
capi
di
governo
.
In
base
alla
seconda
,
un
'
altra
commissione
interalleata
si
sarebbe
pronunziata
in
favore
del
metodo
britannico
,
a
preferenza
dei
metodi
francese
e
americano
,
di
calcolo
e
ripartizione
delle
indennità
dovute
dal
nemico
.
D
'
altra
parte
si
sente
dire
che
comincerebbe
a
porsi
allo
studio
il
problema
della
ripartizione
delle
spese
di
guerra
fra
tutte
le
nazioni
alleate
ed
associate
in
ragione
della
capacità
rispettiva
di
sostenere
i
gravissimi
sacrifici
economici
imposti
dalla
guerra
.
Nel
frattempo
la
commissione
francese
del
bilancio
si
trova
dinanzi
un
problema
quasi
insolubile
:
provvedere
ad
una
spesa
annua
ordinaria
di
18
miliardi
di
franchi
invece
di
5
antebellici
,
e
trovare
50
miliardi
di
proventi
straordinari
con
cui
pagare
l
'
indennità
agli
smobilitati
(
6
miliardi
)
,
ritirare
le
monete
tedesche
ed
i
buoni
di
cassa
municipali
nelle
provincie
invase
e
nell
'
Alsazia
-
Lorena
(
4
miliardi
)
e
indennizzare
coloro
che
soffersero
danni
di
guerra
(
da
30
a
40
miliardi
)
.
In
Italia
la
commissione
del
bilancio
non
si
è
ancora
posto
un
consimile
problema
,
probabilmente
perché
il
cessato
ministro
del
tesoro
ha
preferito
nella
sua
ultima
esposizione
finanziaria
limitarsi
a
cifre
del
passato
,
astenendosi
da
una
compiuta
,
chiara
e
persuasiva
disamina
dell
'
avvenire
,
ed
il
nuovo
non
ha
ancora
avuto
modo
di
presentare
alla
camera
questo
necessario
calcolo
preventivo
che
sarebbe
salutarissimo
in
tanto
disfrenarsi
di
richieste
solo
in
parte
giustificate
e
solo
in
parte
provenienti
da
coloro
che
realmente
soffersero
in
causa
della
guerra
.
Quando
il
conto
verrà
,
non
sarà
per
l
'
Italia
meno
preoccupante
che
per
la
Francia
.
Mentre
così
i
problemi
finanziari
battono
alle
porte
,
i
capi
dei
governi
sembrano
disinteressarsene
,
facendoli
discutere
da
commissioni
secondarie
o
abbandonandoli
addirittura
,
come
quello
della
ripartizione
delle
spese
belliche
tra
gli
alleati
,
nel
limbo
delle
questioni
interessanti
,
le
quali
potranno
essere
messe
avanti
quando
i
«
maggiori
»
problemi
,
quelli
territoriali
,
saranno
stati
risoluti
.
Essi
non
hanno
torto
se
per
problemi
territoriali
si
intendono
quelli
dei
confini
della
Francia
e
dell
'
Italia
.
L
'
Alsazia
-
Lorena
e
l
'
Italia
irredenta
hanno
per
noi
un
così
grande
valore
politico
e
sentimentale
che
li
possiamo
,
li
dobbiamo
considerare
incommensurabili
con
qualsiasi
altro
valore
,
pure
rilevantissimo
.
Stanno
quei
valori
nazionali
troppo
in
alto
,
perché
qualsiasi
interesse
possa
da
lungi
esservi
paragonato
.
Ma
vi
sono
altri
valori
,
altri
problemi
i
quali
pure
sono
oggetto
di
attento
esame
da
parte
dei
capi
di
governo
,
che
occupano
anzi
il
loro
tempo
e
le
loro
cure
in
maniera
assorbente
,
eppure
potrebbero
,
anzi
dovrebbero
essere
trattati
congiuntamente
al
problema
preminente
e
preliminare
dell
'
equa
ripartizione
delle
spese
tra
gli
alleati
:
vogliamo
accennare
allo
schema
della
Società
delle
nazioni
ed
alla
sorte
delle
colonie
e
dei
territori
appartenenti
all
'
antico
impero
turco
.
Noi
non
vogliamo
negare
l
'
importanza
somma
né
dell
'
uno
né
dell
'
altro
problema
.
Ma
diciamo
che
solo
una
mentalità
antiquata
,
strettamente
politica
,
può
far
consistere
il
successo
,
la
vittoria
soltanto
nella
soluzione
più
o
meno
favorevole
di
problemi
coloniali
extraeuropei
;
solo
una
concezione
diplomatica
da
santa
alleanza
può
far
consistere
la
Società
delle
nazioni
in
un
progetto
più
o
meno
elegante
di
consigli
,
conferenze
,
corti
arbitrali
e
simili
congegni
.
Purtroppo
la
mentalità
degli
uomini
politici
è
in
generale
conformata
in
maniera
da
vedere
solo
l
'
aspetto
formale
o
esteriore
dei
problemi
.
Nelle
colonie
vedono
un
territorio
da
sottoporre
alla
bandiera
nazionale
;
nel
progetto
di
Società
delle
nazioni
un
formulario
per
risolvere
grandi
litigi
,
ma
sempre
litigi
,
come
li
concepisce
un
giurista
o
un
politico
parlamentare
.
In
realtà
si
tratta
di
ben
altro
.
Per
le
colonie
e
per
i
territori
dell
'
impero
turco
sembra
prevalere
l
'
idea
di
Wilson
che
il
governo
delle
colonie
è
una
missione
,
un
dovere
verso
le
popolazioni
incapaci
a
reggersi
da
se
medesime
;
un
dovere
della
cui
esecuzione
fa
d
'
uopo
rendere
conto
,
che
può
richiedere
,
in
molti
casi
,
notevoli
sacrifici
.
Ora
chi
non
vede
che
una
missione
cosiffatta
non
può
essere
assunta
da
stati
finanziariamente
esausti
,
incapaci
di
adempiere
innanzi
tutto
alla
missione
interna
di
elevare
i
propri
nazionali
a
una
più
alta
meta
materiale
e
morale
?
Come
può
un
popolo
dissanguato
e
povero
assumersi
l
'
ufficio
di
cavaliere
dell
'
umanità
nei
paesi
non
ancora
partecipanti
alla
civiltà
moderna
?
Se
questa
verità
essenziale
fosse
fatta
presente
dai
nostri
capi
di
governo
a
Wilson
,
questi
non
potrebbe
chiudere
gli
occhi
dinanzi
ad
essa
.
Non
potrebbe
dire
:
«
Assumetevi
l
'
onere
di
governare
l
'
Asia
minore
,
la
Siria
,
grandi
zone
dell
'
Africa
,
obbligandovi
a
non
imporre
tributi
a
vostro
favore
,
a
mantenere
il
regime
della
porta
aperta
,
mentre
gli
Stati
uniti
che
della
guerra
pochissimo
sentirono
l
'
onere
finanziario
,
verranno
coi
loro
commerci
a
godere
i
frutti
della
vostra
opera
di
pionieri
della
civiltà
»
.
Noi
siamo
persuasi
che
Wilson
non
farebbe
questo
discorso
;
anzi
farebbe
quello
contrario
.
Ma
occorre
che
la
questione
dell
'
equa
partecipazione
di
tutti
alle
spese
della
guerra
sia
posta
dai
capi
di
governo
nostri
.
Occorre
che
essi
si
spoglino
della
mentalità
politica
prettamente
territoriale
e
formale
,
e
guardino
alla
sostanza
delle
cose
:
essere
la
politica
coloniale
,
così
altamente
concepita
,
una
missione
,
la
quale
non
si
può
adempiere
senza
mezzi
adeguati
.
Così
per
la
Società
delle
nazioni
.
Non
trattasi
di
istituire
conferenze
,
consigli
e
corti
di
arbitrato
.
Quello
che
si
deve
costruire
è
un
governo
:
il
governo
degli
interessi
essenziali
dell
'
umanità
.
Gli
stati
sovrani
si
devono
spogliare
di
una
parte
della
loro
sovranità
;
riconoscere
che
vi
sono
rapporti
interstatali
,
soprannazionali
,
umani
,
che
non
possono
essere
regolati
dai
singoli
stati
e
neppure
da
conferenze
occasionali
di
ambasciatori
e
di
ministri
degli
esteri
con
compromessi
variabili
e
caduchi
.
Devono
essere
regolati
da
un
governo
unitario
,
che
inizialmente
proceda
forse
per
tentativi
e
timidamente
,
ma
sia
destinato
nel
suo
campo
proprio
e
senza
invadere
la
sovranità
delle
singole
nazioni
ad
acquistare
sempre
maggior
forza
ed
efficacia
.
Ora
quale
compito
immediato
più
alto
,
più
cementante
potrebbe
essere
affidato
al
nuovo
ente
soprannazionale
,
di
quello
di
liquidare
il
peso
dei
debiti
di
guerra
che
furono
appunto
incontrati
per
rendere
possibile
la
sua
creazione
,
per
garantire
l
'
umanità
contro
lo
spirito
di
dominazione
e
di
sopraffazione
?
Nessuno
stato
,
nessun
ente
pubblico
e
perciò
nessuna
Società
delle
nazioni
può
ritenersi
vitale
se
non
sorge
con
mezzi
finanziari
adeguati
a
raggiungere
i
suoi
fini
;
e
qual
fine
più
urgente
di
quello
di
pagare
le
spese
che
furono
sostenute
per
mettere
il
nuovo
ente
alla
luce
,
di
rinsaldare
l
'
armonia
fra
gli
stati
associati
,
la
quale
sarebbe
irrimediabilmente
guasta
se
gli
uni
uscissero
dall
'
impresa
comune
persuasi
di
essersi
impoveriti
,
mentre
gli
altri
serbavano
intatta
o
crescevano
la
loro
gagliardia
economica
?
Cieco
chi
non
vede
che
la
nuova
umanità
non
può
fondarsi
se
non
sul
granitico
fondamento
della
giustizia
;
cieco
ancor
più
chi
chiude
gli
occhi
alla
verità
fondandosi
solo
sulla
speranza
degli
indennizzi
che
i
nemici
dovranno
pagare
.
Le
indennità
verranno
in
un
volgere
più
o
meno
lungo
di
anni
,
in
misura
più
o
meno
ampia
,
se
e
quando
le
nazioni
sconfitte
riusciranno
a
riorganizzarsi
e
a
produrre
ricchezze
.
Ma
il
problema
delle
spese
di
guerra
è
un
problema
immediato
che
batte
alle
porte
,
che
non
tollera
indugi
;
che
deve
essere
discusso
tra
noi
associati
nell
'
impresa
comune
,
astrazione
fatta
dai
rimborsi
futuri
che
potranno
da
parte
nemica
essere
ottenuti
a
pro
della
cassa
comune
.
È
un
problema
di
giustizia
che
deve
essere
posto
preliminarmente
alla
discussione
dei
piani
di
ricostruzione
mondiale
,
destinati
altrimenti
alla
più
sconfortante
caducità
.