StampaQuotidiana ,
Perché
la
letteratura
modernissima
-
e
non
solo
la
nostra
-
è
tanto
ricca
di
romanzi
noiosi
,
di
libri
in
cui
«
non
accade
nulla
»
,
di
personaggi
che
non
hanno
volto
né
stato
civile
e
si
muovono
in
ambienti
che
sono
scenografie
di
cartone
e
non
cornici
naturali
e
sociali
riflettenti
un
mondo
e
una
cultura
?
Alla
domanda
fu
risposto
che
oggi
manca
la
fiducia
nel
«
genere
»
del
romanzo
o
almeno
in
quelli
che
sono
i
suoi
vecchi
schemi
,
e
che
si
tenta
senza
successo
di
rinnovarli
.
Di
qui
il
peso
d
'
infinite
esperienze
di
laboratorio
che
dovrebbero
restare
private
ma
non
rimangono
tali
,
raro
essendo
il
caso
di
chi
abbia
condotto
a
termine
un
'
opera
di
una
certa
lena
e
rinunci
a
darla
alle
stampe
.
Entrata
in
crisi
la
vecchia
idea
del
romanzo
,
che
ha
prodotto
opere
non
superabili
,
è
naturale
che
si
ripercuota
il
disagio
su
tutte
le
esperienze
che
tendano
a
un
'
altra
idea
del
romanzo
stesso
,
senza
raggiungere
lo
scopo
.
E
del
resto
,
si
afferma
,
qual
genere
letterario
non
è
in
crisi
?
Solo
una
recentissima
forma
d
'
arte
,
il
cinematografo
(
se
proprio
d
'
arte
si
tratta
)
,
s
'
era
salvato
fino
a
pochi
anni
fa
dal
contro
-
influsso
della
critica
da
esso
stesso
prodotta
.
Avevamo
visto
coi
nostri
occhi
il
caso
,
meraviglioso
in
tempi
di
avanzata
civiltà
artistica
,
di
un
'
arte
nuova
che
sorge
e
che
può
perciò
precedere
la
propria
estetica
.
Naturalmente
questa
verginità
è
durata
poco
:
si
compiono
oggi
in
pochi
anni
processi
che
in
altri
tempi
avrebbero
impegnato
molte
generazioni
.
E
ormai
anche
il
cinematografo
tenta
il
nuovo
ricorrendo
ai
generi
vecchi
,
e
cerca
di
appoggiarsi
sempre
più
alle
altre
arti
.
Genere
vecchio
,
il
romanzo
tende
al
nuovo
con
un
sistema
opposto
e
si
volge
al
cinematografo
nella
speranza
di
potersi
rifare
la
faccia
.
Avviene
pertanto
anche
nel
romanzo
quello
che
noi
avvertiamo
nel
cinema
e
che
anche
nel
cinema
è
già
indizio
di
avanzata
maturità
:
la
ricerca
di
puri
valori
di
ritmo
,
di
pure
sequenze
di
immagini
visive
,
in
spregio
all
'
approfondimento
poetico
dei
fatti
rappresentati
.
E
si
perde
così
la
vivente
naturalezza
delle
vecchie
narrazioni
care
ai
nostri
avi
.
Oggi
leggendo
i
libri
di
A
.
o
di
Z
.
non
conosciamo
già
dei
personaggi
intuiti
direttamente
dalla
fantasia
:
incontriamo
,
nell
'
ipotesi
migliore
,
delle
metafore
musicali
,
dei
personaggi
-
pretesto
che
servono
ad
A
.
o
a
Z
.
per
introdurci
in
una
Weltanschauung
che
fa
della
persona
umana
una
mera
illusione
soggettiva
,
un
cattivo
sogno
.
Muore
il
romanzo
tradizionale
perché
sparisce
nei
nuovi
autori
persino
il
desiderio
dei
suoi
risultati
.
Ho
avanzato
fin
qui
una
possibile
difesa
del
nuovo
«
mondo
della
noia
»
.
Si
potrebbe
insinuare
che
scrivono
romanzi
noiosi
coloro
che
si
son
creduti
romanzieri
senza
esserlo
;
coloro
per
i
quali
l
'
indeterminato
,
il
tedio
,
lo
spleen
sarebbe
il
punto
d
'
oro
dell
'
arte
di
un
Proust
,
di
un
Joyce
,
di
una
Woolf
;
coloro
che
non
hanno
compreso
come
il
tediavi
vitae
di
questi
romanzieri
è
la
contropartita
di
un
'
arte
che
ha
ben
altro
peso
e
ben
altre
ragioni
,
e
che
comunque
anche
in
essi
non
è
da
confondersi
la
fatica
con
l
'
ispirazione
.
E
poi
siamo
schietti
:
si
può
ben
credere
,
come
io
credo
,
che
le
vie
dell
'
arte
e
quelle
della
storia
non
sono
le
stesse
e
che
sovente
i
fatti
che
più
ci
hanno
appassionato
entrano
nella
poesia
per
la
porta
di
servizio
o
per
la
finestra
,
anziché
dal
portone
principale
;
ma
chi
potrà
mai
giustificare
,
di
fronte
alla
tragica
imponenza
dei
problemi
che
ci
toccano
oggi
in
quanto
uomini
,
chi
domani
potrà
comprendere
libri
in
cui
la
vita
appare
solo
come
un
riflesso
di
specchi
,
e
lo
scopo
dell
'
arte
,
che
è
in
accezione
superiore
il
divertimento
,
il
trasporto
,
non
appare
neppure
sospettato
?
Non
ci
si
parli
di
«
racconto
puro
»
,
non
si
disturbi
il
nome
di
Kafka
,
realista
a
modo
suo
come
pochi
altri
e
tutto
impregnato
dei
succhi
di
quel
grande
centro
di
innesti
culturali
che
.
fu
la
Praga
dei
suoi
tempi
.
E
non
si
facciano
neppure
per
scherzo
i
nomi
di
Cecov
,
della
Mansfield
e
del
migliore
Hemingway
:
autori
di
motivi
poetici
che
arricchiscono
il
senso
della
nostra
civiltà
e
in
definitiva
del
nostro
mondo
storico
.
Quanto
al
romanzo
ottocentesco
,
si
può
ben
dire
che
la
sua
grandezza
fu
tutta
in
funzione
della
sua
fondamentale
impurità
;
né
in
quel
secolo
il
realismo
,
da
quello
sanguigno
e
retorico
dello
Zola
a
quello
musicale
e
filtratissimo
di
Turgheniev
,
è
stato
mai
un
ostacolo
a
narratori
di
genio
.
Gli
scrittori
d
'
oggi
non
credono
più
(
ed
è
peccato
)
che
si
possa
cominciare
un
racconto
con
la
formula
consacrata
:
«
Il
12
luglio
19
...
una
vettura
a
cavalli
che
...
»
;
non
ammettono
più
che
si
possano
descrivere
personaggi
come
gente
di
conoscenza
,
Pensano
che
delle
figure
umane
importino
solo
i
tics
e
i
pruriti
,
sono
persuasi
che
non
interessa
l
'
azione
ma
i
bassifondi
dell
'
azione
,
non
l
'
ambiente
ma
i
riflessi
dell
'
ambiente
(
spesso
di
maniera
)
in
una
fantasia
(
spesso
negata
al
senso
dell
'
osservazione
)
.
Tutto
ciò
può
chiamarsi
lirismo
?
Sarebbe
facile
essere
poeti
,
in
questo
caso
.
Ma
si
dimentica
che
l
'
arte
destinata
a
restare
ha
l
'
aspetto
di
una
verità
di
natura
,
non
di
una
scoperta
sperimentale
escogitata
a
freddo
.
V
'
è
,
del
resto
,
una
riprova
,
un
modo
infallibile
di
risolvere
la
questione
:
quello
di
ricorrere
alla
propria
esperienza
diretta
.
Si
presentano
nella
vita
di
chi
ha
vissuto
abbastanza
a
lungo
situazioni
gravi
,
casi
veramente
«
di
emergenza
»
,
nei
quali
tutto
sembra
rovinare
e
la
vita
pare
legata
a
un
filo
molto
sottile
.
È
facile
immaginare
quanti
di
noi
hanno
conosciuto
ore
simili
negli
ultimi
anni
,
quanti
di
noi
hanno
attraversato
giorni
e
mesi
durante
i
quali
,
non
reggendo
a
letture
più
gravi
,
si
sono
rivolti
ai
libri
di
uno
scaffale
per
cercare
in
un
libro
un
lume
o
un
aiuto
o
anche
una
semplice
distrazione
non
indegna
o
vana
.
Ebbene
,
solo
i
libri
che
nei
tempi
più
duri
resistono
e
assistono
come
compagni
fedeli
,
solo
questi
sono
i
libri
d
'
arte
narrativa
che
superano
davvero
le
contingenze
dell
'
estetica
e
il
vaniloquio
delle
tendenze
.
State
certi
,
amici
che
come
me
siete
scampati
dal
diluvio
,
se
l
'
ora
del
pianto
e
dello
stridor
di
denti
dovesse
tornare
per
noi
,
la
vostra
mano
non
si
alzerà
per
tirar
giù
dal
loro
scomparto
i
libri
di
A
.
o
di
Z
.
e
neppure
la
storia
di
Mistress
Dalloway
,
né
tanto
meno
l
'
ultimo
dramma
esistenzialista
che
vi
ha
mandato
il
vostro
libraio
;
ma
prenderà
,
come
ho
fatto
io
per
qualche
mese
,
Dimitri
Rùdin
e
Dominique
,
Alberi
Savarus
e
Lokis
;
e
sceglierà
senza
esitare
la
vita
,
perché
per
l
'
uomo
posto
di
fronte
al
nulla
o
all
'
eterno
non
esiste
,
non
è
pensabile
che
una
sola
possibilità
,
tangibile
,
evidente
,
infinitamente
cara
quanto
più
è
prossima
a
sfuggire
:
la
vita
di
quaggiù
,
la
vita
stessa
che
abbiamo
visto
,
conosciuto
e
toccato
con
le
mani
fin
dai
primi
anni
dell
'
infanzia
.