StampaQuotidiana ,
Eccomi
giunto
a
casa
.
Fuori
fa
freddo
ma
qui
la
stufa
tira
a
meraviglia
e
la
vecchia
poltrona
e
le
pantofole
felpate
«
fonczionano
»
,
come
diceva
Pound
dei
suoi
più
astrusi
Cantos
.
Potrei
cominciare
subito
a
scrivere
la
prima
di
quelle
Lettres
à
l
'
Amazone
che
Clizia
dice
di
attendersi
da
me
.
Proprio
per
questo
,
stasera
,
ho
disseminato
gli
amici
per
la
strada
.
Li
ho
lasciati
ai
fatti
loro
.
Affronteranno
altre
ore
di
pioggia
vento
e
pillacchere
per
divertirsi
.
Non
so
se
vivevo
così
ai
miei
bei
tempi
.
Non
me
ne
ricordo
ma
ne
dubito
.
Dubito
assai
che
i
veri
gaudenti
siano
coloro
che
si
divertono
«
pazzamente
,
disperatamente
»
,
secondo
il
modello
del
poeta
palazzeschiano
.
Sono
esseri
spinti
alla
vita
intensa
da
una
accettazione
troppo
miope
,
troppo
immediata
della
nostra
vicenda
quotidiana
.
Non
si
meravigliano
di
nulla
,
e
siccome
la
meraviglia
è
il
fine
di
tutti
gli
uomini
,
poeti
o
no
,
sono
indotti
a
cercare
chissà
dove
il
brivido
,
il
thrill
.
Gente
che
si
chiede
sempre
come
impiegare
il
tempo
,
gente
eternamente
in
lotta
con
la
noia
.
Dolore
autentico
,
nel
senso
antico
,
e
non
il
moderno
spleen
dev
'
essere
la
loro
noia
;
incapacità
di
sopportarsi
,
non
perché
si
trovino
di
fronte
a
un
loro
odioso
altea
.
ego
,
ma
perché
posti
in
faccia
al
nulla
assoluto
.
Se
io
sono
fabbricato
diversamente
dovrei
dunque
ritenermi
portatore
o
meglio
depositario
(
non
è
merito
mio
)
di
una
interessante
«
personalità
»
.
Lo
scrivo
tra
virgolette
:
è
meno
impegnativo
,
è
qualcosa
che
tu
hai
studiato
a
scuola
,
Clizia
,
e
che
da
noi
si
trascura
.
Ciò
non
vuoi
dire
,
d
'
altronde
,
che
quando
sono
lasciato
solo
con
me
stesso
io
non
abbia
forti
tentazioni
da
cui
difendermi
.
Non
è
così
?
Sono
mesi
che
dico
:
debbo
lavorare
,
stasera
,
c
mi
trascino
a
casa
con
la
fretta
di
chi
è
atteso
da
urgenti
affari
.
Ma
poi
mi
affondo
qui
,
faccio
scorrere
l
'
ago
della
radio
in
sue
in
giù
e
non
vado
oltre
la
solita
sorpresa
di
sentirmi
vivo
,
Diogene
in
una
bottetermoforo
,
vicino
a
una
piccola
scatola
luminosa
e
parlante
,
io
in
questa
città
e
non
in
un
'
altra
,
io
e
non
un
altro
...
chissà
perché
.
Eppure
non
sono
solo
,
ho
a
portata
di
mano
gli
amici
che
posso
scegliermi
da
me
,
non
quelli
che
vorrebbe
impormi
la
mia
esistenza
spicciola
,
fenomenica
.
Ho
nello
scaffale
i
classici
,
gli
amici
che
non
tradiscono
,
se
muovo
un
dito
sul
quadrante
posso
far
spicciare
vicino
a
me
le
sorgenti
della
musica
e
dell
'
eloquenza
.
Non
sono
un
Diogene
,
sono
un
pitagorico
autentico
,
un
uomo
che
parla
con
le
Sfere
...
Già
,
è
facile
a
dirsi
.
Ma
appartiene
alle
sfere
superne
anche
l
'
annunciatrice
di
radio
-
Andorra
,
la
silfide
che
mi
trasporta
sulle
vertiginose
montagne
russe
(
altro
che
Pirenei
!
)
del
suo
volubile
,
melodioso
scilinguagnolo
di
usignolo
moderno
?
«
Thou
wert
not
made
for
death
,
immortal
bird
!
»
E
perché
no
!
Ogni
epoca
incarna
a
modo
suo
il
proprio
ideale
di
puro
suono
,
di
assoluta
,
oggettiva
felicità
vocale
.
E
ogni
tempo
ha
la
sua
musica
,
basta
saperla
riconoscere
.
Non
sempre
la
si
trova
dove
si
vorrebbe
.
Poco
fa
ho
spostato
l
'
ago
verso
le
spiagge
di
Peter
Grimes
,
la
fortunata
novità
inglese
,
e
il
primo
guaio
era
che
si
capivano
troppo
le
parole
.
Non
dico
che
fossero
brutte
parole
ma
il
fatto
è
che
la
voce
umana
sembra
uno
strumento
musicale
insuperabile
solo
nel
caso
che
le
parole
restino
un
mero
fantasma
sonoro
.
Chi
ha
inventato
la
bubbola
del
«
recitar
cantando
»
?
Meravigliose
di
suono
devono
essere
anche
certe
sillabe
di
Maddalena
,
nel
Rigoletto
,
per
chi
non
sappia
decifrare
una
mostruosità
come
«
Ah
ah
,
rido
ben
di
cuore
/
ché
tai
baje
costan
poco
...
»
.
Non
dico
che
i
musicisti
dovrebbero
servirsi
solo
di
una
lingua
morta
,
come
il
latino
,
o
di
parole
in
libertà
.
È
opportuno
che
un
creatore
creda
in
ciò
che
scrive
e
si
valga
di
vocaboli
che
legano
insieme
c
che
danno
un
senso
.
Suonano
le
dieci
e
fuori
il
vento
soffia
impetuoso
.
È
un
po
'
ridicola
l
'
attrazione
di
quest
'
ago
anche
su
chi
ha
sottomano
le
più
squisite
novità
letterarie
:
Il
bel
Paese
dello
Stoppani
con
la
retta
accentazione
toscana
,
a
cura
di
Policarpo
Petrocchi
da
Cireglio
;
La
capanna
dello
zio
Tom
che
non
rileggo
da
allora
o
gli
irresistibili
Chouans
di
Balzac
,
mia
imperdonabile
lacuna
.
Ma
anche
i
libri
sono
come
gli
amici
:
si
vorrebbero
soprattutto
quelli
che
non
si
hanno
a
disposizione
.
Dov
'
è
il
Libro
di
Enoch
?
Dove
sono
le
memorie
di
Burton
e
di
Grant
che
prestai
trent
'
anni
fa
a
un
oculista
genovese
?
È
un
errore
tener
con
sé
molti
volumi
.
Nelle
case
della
città
futura
non
ci
sarà
spazio
per
scaffali
ma
ognuno
potrà
ricevere
per
posta
pneumatica
a
domicilio
,
come
il
petit
bleu
del
processo
Dreyfus
,
il
libro
che
gli
occorre
in
quel
momento
.
A
dire
il
vero
,
se
debbo
credere
alle
previsioni
del
signor
Ellery
Reeves
,
autore
di
una
Anatomia
della
pace
,
una
città
futura
non
esisterà
neppure
,
a
meno
che
gli
uomini
di
buona
volontà
sparsi
per
il
mondo
non
riescano
a
riunire
i
loro
sforzi
,
e
da
ultimo
le
loro
Nazioni
,
in
una
grande
supernazione
di
uomini
liberi
:
liberi
non
solo
dal
bisogno
,
ma
anche
dalle
follie
di
chi
vorrebbe
asservirli
per
liberarli
dal
bisogno
o
di
chi
cerca
di
impedire
con
lo
sterminio
questa
coatta
«
liberazione
»
.
Due
anni
fa
l
'
asticciola
della
radio
divideva
in
due
parti
la
Penisola
,
anzi
tutto
il
mondo
civile
:
da
una
la
verità
,
dall
'
altra
l
'
errore
(
reversibili
,
purtroppo
,
ma
non
per
i
galantuomini
)
.
Oggi
diversi
accenti
e
orribili
favelle
prorompono
da
ogni
luogo
e
l
'
immagine
della
città
futura
non
si
presenta
lieta
.
Te
ne
parlerò
nella
mia
prossima
lettera
,
Clizia
,
domani
stesso
.
Buona
notte
.