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RASSEGNA SOCIALE ( - , 1870 )
StampaQuotidiana ,
L ' utilitarismo egoistico non è una dottrina sociale , è un anarchico mercato di valori falsi . La causa prima di quel furto , perpetrato da volontaria miseria , dov ' è e che nome ha ? Dov ' è e chi è il provocatore primo , l ' istigatore vero ? Chi eccitò nell ' autore del fatto la deliberazione di farsi giustizia da sé ? Chi è il complice infine ? Se c ' è il ribelle è segno che c ' è il despota . E se il despota c ' è , ci dev ' essere il ribelle . Uno ruba perché l ' altro affama ; e se non ruba , o si prostituisce per mendicar la vita e o si fa saltar in aria le cervella . Quale dei tre partiti è il più scusabile e il più idoneo a scuotere e ammonire la società ? ... Comunque sia , togliete il despota e non avrete più il ribelle : togliete l ' avaro parassitismo e non avrete più il furto per miseria . Togliete il favoritismo al lusso dorato e non avrete più la prostituzione civile , e avrete in pari tempo chiusa una larga sorgente di suicidii . Ma se per lo contrario per gli affamati che allungano la mano non avrete mai che afflizioni , catene e repressioni , mentre agli affamatori prodigherete indulgenze , favori , privilegi , onori , voi darete esca perpetua alla sorda guerra che è nella Società , e provocherete scene luttuose , spettacoli orribili , calamità sanguinose . Dite or voi , legislatori e padroni , chi è che semina davvero e provoca ed eccita l ' odio fra le varie classi sociali . – Siam noi , o siete voi ? ... Ma voi – lo sappiamo – vi trincererete dietro una vostra logica , e tirate giù colpi a chi non vi sta al fianco o al di sopra . Ma badate che la vostra logica non è la sola : v ' è la logica anco di chi sente sul dosso il peso dei vostri colpi . Chi le giudicherà quelle due logiche ? Il materialismo forse dell ' utile individuale ? Ma egli non può essere che giudice parziale , imperocché , aggirandosi intorno all ' io non può giungere ad afferrare mai un largo principio sociale né una legge d ' universale armonia – principio e legge che soli ponno giudicare le due logiche a conflitto . E infatti , se logico è il padrone che , movendo dall ' utile suo , lascia a lungo sprovvisto il mercato delle proprie granaglie per attendere al varco l ' occasione di conchiudere un lucroso negozio , non è meno logico certamente anco il povero che non volendo lasciar sprovvisto di pane il desco de ' suoi figli , né potendo trar pane dalla sua capacità di lavoro , allunga la mano e porta via al proprietario l ' invocato alimento . La logica dell ' uno va dritta come va dritta la logica dell ' altro . Similmente , un manifatturiere , non badando che a tirar l ' acqua al proprio mulino e ad avere il possesso d ' un maggior numero di prodotti colla minore spesa possibile , diminuisce il salario ai suoi operai o aumenta loro le ore di lavoro oppure ne licenzia una buona parte e fa lavorare invece le macchine di cui si provvede . Anche qui la logica corre liscia e non fa una grinza . Ma un ' altra logica allora v ' ha pure che corre egualmente liscia e neppur essa fa una grinza , ed è la logica del salariato , del servo , del reietto sul lastrico , il quale , tirato pei capelli , scuote le spalle , alza la voce e il braccio , si dà allo sciopero , e talora si arma e fa fuoco . Si fa giustizia da sé . Evidentemente due logiche sono in guerra . Chi interverrà come giudice supremo ? ... Interviene la legge coi suoi agenti armati . Ma non crediate già ch ' ella intervenga come conciliatrice – oibò ! essa si presenta colla spada sguainata , ma non è la spada della giustizia distributiva . La legge , come oggi esiste , non se ne intende di filosofia sociale : ella vuol essere positiva , reale , e si direbbe che la sua più alta paura è quella di essere tacciata di moralista . Ed ha ragione , per Dio ! Cos ' è infine poi cotesta Morale ? ... Una bolla di sapone – cose da fanciulli . Il mondo vuol cose utili , palpabili e che reggano di fronte a un calcolo d ' aritmetica . Benissimo ! Ed ecco perciò la legge fatta cortigiana , illiberale . Ed è naturale che , come tale , parteggi , e faccia la civetta agli imparuccati conservatori , ai novelli feudatarii , ai signori dell ' oro , dei titoli e dei ciondoli . Non è vero forse che alla fin fine chi va col capo rotto è sempre l ' operaio , il povero , il vassallo , il quale – a termini d ' un codice ch ' egli malamente conosce – ha l ' obbligo giuridico di tollerare in pace che il superiore usi ed abusi della sua facoltà , ed in compenso a lui garantisce il diritto , incontrastabile , di possedere una larga dose di miseria e tramandarla per successione ereditaria ai suoi figli ... Da ciò appare manifesto che l ' ordine attuale delle cose richiede che all ' utile del proprietario , del manifatturiere , del capitalista sia sacrificata una parte dei diritti e dei bisogni del contadino , dell ' operaio . E perché allora l ' utile delle classi povere e più numerose non dovrà volere il sacrificio di una parte delle facoltà e dei godimenti delle classi ricche e meno numerose ? Se è vero ( come scrive l ' illustre Bentham ) che il Giusto e l ' Utile sieno cose identiche – perché il sacrificio del povero sarà cosa reclamata dalla Giustizia , e sarà invece una iniquità il sacrificio del ricco ? perché l ' utilità del benestante sarà il simbolo materiale della Giustizia e l ' utilità del proletario sarà invece – ogni volta la vuol far valere – una fonte inesauribile per lui di accuse , di processi , di castighi , di lagrime e sangue ? La teoria dell ' utilitarismo individuale conduce dunque all ' egoismo , ed è tutt ' altro che teoria di fratellanza e di conciliazione ; – molto meno poi quando essa è usufruttata e sfruttata da pochi potenti . Allora abbiamo privilegi utili da un lato , privilegi onerosi dall ' altro . – Privilegio nell ' alta - società la rendita , il lusso , le ville , i viaggi , il governo : privilegio del medio ceto l ' industria , il commercio , la scuola , gli ufficii : privilegio nelle povere classi la fatica macchinale , l ' ignoranza , i pegni , l ' ospedale , la leva . Con questo sciagurato sistema la vita è mero fatto , che ognuno interpreta a modo suo secondo le esigenze d ' una battaglia , in cui nessuno vuol essere sconfitto . Qual meraviglia dunque se uno si trincera dietro i suoi scrigni pieni di oro ; se l ' altro si fa forte delle leggi e dei tribunali che lo favoriscono ; e se un terzo per non morire asfissiato come sotto una campana pneumatica – non avendo per sé né oro né codici – si getta all ' aria libera dei monti e diventa l ' eroe d ' una masnada ? Tale è la Società , ove leggi , istituzioni e governo danno continuo spettacolo di immoralità , di favoritismo , di ingenerosità , e non si identificano con quel principio morale , umanitario che sta al di sopra dell ' utile egoistico , e può colla sua virtù sovrana armonizzare quegli interessi che oggi urtansi discordi .