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MASTAI E MAZZINI ( BONGHI RUGGIERO , 1870 )
StampaQuotidiana ,
Quest ' accoppiamento di cognomi parrà irriverente a molti ; e l ' avremmo cansato , se non fossimo sicuri , che a taluni di questi riuscirà dispettoso il Mazzini messo insieme col Mastai , l ' avvenire speranzoso aggiogato col passato semispento ; ad altri invece , sembrerà appunto il contrario : intollerabile il congiungere colla costanza eterna della fede l ' illusione passeggera della fantasia e della passioni . Pure , così gli uni come gli altri possono fare questa considerazione : che v ' è al mondo persone le quali credono infallibile per l ' appunto l ' opposto di ciò ch ' essi credono tale e che noi , quindi , i quali non siamo qui a giudicare chi dei due abbia ragione , – tra perché non è il nostro proponimento , e perché anche né dagli uni né dagli altri ce ne sarebbe riconosciuta la competenza , ma ci contentiamo di rilevare i tratti umani delle cose umane , abbiamo il diritto d ' indicare le somiglianze nella condotta di quelli che raccolgono in sé la suprema autorità e guida delle due avverse opinioni . E ora questa somiglianza balza agli occhi di tutti . Come Pio IX vuol rimanere prigioniero per forza , così il Mazzini vuol rimanere per forze esule . Né l ' uno né l ' altro teme di aggiungere al tipo comico dell ' ammalato immaginario quello del prigioniero , dell ' esule immaginario . Il governo italiano è condannato a fare rispetto all ' uno il carceriere , rispetto all ' altro lo scacciatore , malgrado suo . Né quegli , né questi accetta da esso la libertà di cittadino ; anzi , diciamo meglio , Pio IX ricusa persino la libertà di sovrano . Può parere alla prima che ci corra questo divario : Pio IX si può dire spogliato della dignità di principe , che ha pur tenuto sino a ieri l ' altro : il che Mazzini non può pretendere di sé . Ma anche questi è stato presidente della Repubblica romana ; e d ' altra parte , il dispetto dell ' esser scaduto testé da un altissimo grado non è minore di quello di non averlo mai potuto raggiungere ; e Pio IX resta pontefice della cattolicità , mentre il Mazzini non è anche riuscito a essere né principe , né pontefice della Repubblica universale . Nella verità , è lo stesso criterio che inspira la lor condotta , anzi la costringe a essere quale è . Le potenze , ch ' essi devono mantenere o fondare , sono tali che tutta la forza ne consiste nella impressione fatta da talune idee e sentimenti sulle coscienze . Sfumano affatto , se quelli che n ' hanno la principale rappresentanza , paiono patteggiare con i rappresentanti delle idee e dei sentimenti opposti . Sfumano tanto più quanto più si chiede loro di scendere a patti , mentre appaiono fiaccati e deboli . I pontefici , quando nessuno dubitava della legittimità del lor principato , hanno potuto cedere ai re e agli imperatori cristiani l ' esercizio di taluni dei diritti appartenenti alla Chiesa ; ma Pio IX , cacciato di Roma e chiuso in Vaticano , non può o non crede di potere , più che potesse o volesse Gregorio VII esule . Il Mazzini , da parte sua , sente che , messo in carcere da uno sbirro mentre andava cospirando di città in città , rovinerebbe il suo credito affatto , se paresse contento di essere liberato di carcere e vivesse , come ogni altro cittadino , tra noi , pur lavorando per promuovere le idee sue , sotto la protezione delle leggi e del re . Per non morir affatto gli bisogna o star lontano e parere minaccioso , oppure venire , sì , al di qua delle Alpi , ma camuffato da operaio o altrimenti , con finta barba , e con falsi mostacci , così da non essere riconosciuto e da potere dare qualche verosimile pretesto alla polizia , che ne segue i passi , di non mettergli sino dal primo le mani addosso . Non è possibile mantenere ad altro patto l ' ardore nelle loro reciproche chiese . L ' apparenza d ' un ' umile ragionevolezza li spegnerebbe affatto . Ed è disperato , parrebbe il disputare così coll ' uno come coll ' altro , e l ' opporsi ad argomenti adatti a sviarli dal loro proponimento . A Pio IX , di certo , non è rincresciuto se non il dover pure rimanere in Roma , il che potrebbe farlo credere meno ostinato e tenace di quello che è davvero ; il Mazzini , certo , non s ' addolora , se non d ' aver pure dovuto traversare l ' Italia prima di ripassare le Alpi , senza che nessuno gli desse noia , o s ' accorgesse , non che d ' altro di lui . La persecuzione è uno dei principali elementi di rigoglio e di vita così per l ' una come per l ' altra fede . E invero , per la fede di noi liberali , gente a modo discreta , fredda , mediocre , se si vuole , la vita è tutt ' altro . Noi proponiamo ad amendue di tenere il presente nelle lor mani od occupar l ' avvenire , se possono , con tutti i mezzi che ci paiono soli leciti al propagamento delle opinioni e delle persuasioni di qualunque natura siano ; ma non con altri . Ecco la società , diciamo loro , davanti a voi ; non vi permettiamo né di martoriarla perché crede a un modo , né di mandarla sossopra perché crede a un altro ; ma scrivete , parlate , ragionate , associatevi pure , ordinatevi , predicate dai pulpiti o sermonate dalle tribune ; insomma , convincete , se vi riesce , mantenete le convinzioni vecchie o insinuatene di nuove ; questo non vi vogliamo , né possiamo impedire , e ci limitiamo a mantenervi tutti tranquilli nel giro dei vostri diritti e doveri insino a che la lotta dura , – e durerà , per fortuna dell ' uomo , sempre , poiché senza di essa egli marcirebbe – e vi prenderemo , secondo il nostro giudizio , parte anche noi . Ci sono tra noi anche molti cattolici e cristiani , molti i quali fermamente credono che la parola di Cristo sia stata e sia parola di verità e di vita , e la Chiesa cattolica la conservi più sana e intatta d ' ogni altra ; ma questi cattolici , che stanno con noi , credono che appunto la lor fede non riprenderà tutto l ' antico suo spirito , tutta la sua antica forza di restaurare e di rinnovare l ' uomo , se non quando il sacerdote , che ne è l ' interprete , ritorni a fidare , come una volta , solo sulla virtù e sulla sua dottrina . E così vi possono essere tra noi liberali molti , i quali o non credono che la monarchia costituzionale sia l ' ultima parola delle società politiche , o non si sgomentano per ciò solo che il Capo dello Stato deva essere eletto a suffragio di popolo , anziché ereditario ; ma ritengono altresì che nei popoli , i quali si vogliono ordinare a repubblica , si devono formare prima , o esistere , taluni sentimenti e condizioni morali e sociali . A nessuno è vietato di procurare di formarli in Italia , di prepararli via via ; ma a chi può essere lecito l ' immaginare che ci sono , e con questa immaginazione mandarci tutti all ' aria , come se ci fossero ? Al Mazzini non è possibile consigliare nulla , né mette conto ; a Pio IX neanche , perché non sentirebbe . Ma al capo della cattolicità giova dire quello che all ' altro sarebbe soverchio l ' inculcare . È impossibile difatti , ch ' egli scordi o trascuri ciò che la fede , di cui egli è dottore vivo , promette all ' uomo ; ciò di cui anzi essa afferma di essere sola lo strumento indispensabile . Ebbene , se questa dottrina è vera – e al pontefice non può parere altrimenti che tale – , quale enorme responsabilità è la sua , se ne lascia cadere in maggiore disordine nella sua patria stessa il governo e la regola e la credenza ? Se , nel contrasto , lascia che se ne spezzino le fibre e i nerbi ? Se l ' uccide colle sue mani stesse nel cuore di molti , i quali sentono pure il bisogno di non negare da una parte ciò che la ragione dice loro legittimo , e non negare dall ' altra ciò che la coscienza grida loro essere santo ? La cattolicità non può essere retta al modo che si farebbe d ' una setta . O il papa è cattolico e crede , e bisogna che la regga nel modo che i tempi vogliono e le condizioni presenti delle società civili consentono ; o se persiste nell ' ostinazione sua , vuol dire , che nel principio cattolico ogni vigore morale si è estinto , e , nel capo della Chiesa , il principe durato troppo tempo ha spento il pontefice .