StampaQuotidiana ,
Otto
e
mezzo
di
Federico
Fellini
:
il
miele
dell
'
illusione
fornito
dalla
magia
contro
la
vita
agra
,
la
fuga
dell
'
individuo
dal
pessimismo
cattolico
in
una
serena
finzione
di
solidarismo
,
una
sorta
di
fantastico
balletto
sulla
passerella
dell
'
esistenza
.
Una
favola
e
un
incubo
,
dal
quale
si
esce
impietositi
per
gli
uomini
,
se
non
ci
consolasse
questa
facoltà
dell
'
arte
,
sorella
della
stregoneria
,
di
rendere
toccabile
,
e
perciò
vero
,
il
mondo
dell
'
ignoto
in
cui
si
dibatte
la
coscienza
.
È
forse
lo
sforzo
più
duro
che
Fellini
abbia
compiuto
sinora
per
compromettere
tutto
se
stesso
nella
ricerca
di
sé
e
di
quanto
lo
leghi
agli
altri
.
Protagonista
è
Guido
,
un
regista
sui
quarantacinque
,
famoso
,
ricco
,
sposato
,
con
un
'
amante
quieta
,
e
quante
altre
donne
vuole
intorno
.
Dovendo
fare
un
film
,
ha
pensato
confusamente
a
qualcosa
di
fantascienza
,
una
nave
spaziale
che
porti
su
un
altro
pianeta
i
resti
dell
'
umanità
decimata
dalla
peste
atomica
.
Una
malattia
,
e
la
paura
della
morte
,
improvvisamente
lo
blocca
.
Subito
un
incubo
:
di
restare
soffocato
nell
'
automobile
,
e
l
'
umanità
che
assiste
al
lugubre
spettacolo
.
Vola
in
cielo
,
ma
qualcosa
lo
lega
:
un
impegno
di
responsabilità
,
che
non
riesce
ad
affrontare
,
ma
al
quale
non
può
sfuggire
:
la
sua
vita
privata
,
il
film
,
gli
attori
che
pendono
da
lui
,
i
piani
di
lavorazione
.
Come
vogliono
i
medici
,
va
a
curarsi
in
una
stazione
termale
.
È
il
momento
in
cui
Guido
rimette
tutto
in
discussione
.
È
in
crisi
il
suo
talento
,
le
idee
sono
nebbiose
,
non
sa
come
portare
avanti
il
film
.
È
,
a
rimorchio
,
è
in
crisi
la
sua
coscienza
.
Non
ha
mai
saputo
rinunziare
a
niente
,
non
ha
mai
saputo
scegliere
una
cosa
sola
e
restarle
fedele
.
Ora
i
rimorsi
sono
giunti
a
maturazione
,
lo
macerano
nella
scontentezza
e
nella
solitudine
.
Si
guarda
intorno
:
uno
scrittore
,
chiamato
a
collaborare
alla
stesura
del
film
,
gli
distrugge
,
con
freddo
razionalismo
,
quanto
ha
fatto
sinora
;
un
amico
,
non
più
giovane
,
ha
lasciato
la
moglie
e
,
pur
di
sentirsi
qualcuno
vicino
,
ha
preso
per
amante
una
compagna
di
scuola
della
figlia
;
la
gente
che
circola
per
le
strade
,
ricca
,
soddisfatta
,
ha
spento
nell
'
abitudine
e
nella
finzione
sociale
ogni
stimolo
verso
la
verità
.
C
'
è
una
bella
ragazza
,
alla
fonte
,
che
gli
porge
il
bicchiere
,
e
gli
fa
indovinare
un
ideale
di
purezza
,
ma
appare
e
scompare
come
un
fantasma
.
È
non
sarà
anch
'
essa
,
per
lui
,
un
'
ambizione
di
conquista
,
per
continuare
a
mentire
sotto
il
velo
di
un
lavacro
d
'
innocenza
?
Arriva
Carla
,
l
'
amante
di
Guido
,
bianca
di
pelle
,
pastosa
,
tutta
mossettine
,
positiva
.
Altre
volte
gli
bastò
rifugiarsi
nella
sua
soda
stupidità
.
Ora
non
più
:
se
ne
vergogna
,
la
sistema
in
un
alberghetto
.
A
letto
con
lei
,
trasognato
dal
suo
bianco
,
Guido
si
assopisce
e
si
trova
nella
luce
di
un
cimitero
.
Il
padre
,
che
torna
a
morire
calandosi
vivo
nella
terra
;
la
madre
,
dolente
,
che
all
'
improvviso
assume
il
volto
di
Luisa
,
la
moglie
di
Guido
...
I
ricordi
,
le
presenze
,
gli
si
confondono
e
lo
mordono
:
non
è
stato
giusto
con
nessuno
,
non
ha
fatto
mai
nulla
per
gli
altri
.
Intanto
tutta
la
troupe
del
film
l
'
ha
raggiunto
:
il
produttore
,
gli
attori
,
i
tecnici
premono
perché
spieghi
cosa
vuoi
fare
,
come
distribuire
le
parti
,
perché
scelga
e
risponda
.
La
sera
,
al
night
delle
terme
,
un
mago
fa
esperimenti
di
telepatia
.
Perché
egli
riesce
a
indovinare
il
pensiero
degli
altri
,
e
Guido
non
sa
più
vedere
nemmeno
in
se
stesso
?
Eppure
il
passato
gli
è
vivo
dinanzi
:
l
'
infanzia
nella
fattoria
,
in
Romagna
,
la
felice
sicurezza
dei
giochi
,
le
mani
delle
donne
.
Forse
Luisa
,
la
moglie
,
può
restituirgli
quella
pace
:
è
un
'
ancora
alla
quale
Guido
si
aggrappa
.
Che
venga
,
Luisa
,
lo
raggiunga
alle
terme
,
se
vuole
.
È
intanto
la
ragazza
della
fonte
gli
riappare
,
come
una
tentazione
.
È
intanto
a
Carla
viene
un
febbrone
,
e
Guido
rifiuta
ancora
una
volta
di
prendersi
la
responsabilità
:
sarà
meglio
chiamare
il
marito
.
Affascinato
dal
corpo
di
lei
,
ecco
ora
il
ricordo
dei
primi
pensieri
peccaminosi
.
Guido
è
in
collegio
,
bambino
:
insieme
ai
compagni
è
andato
nascostamente
sulla
spiaggia
a
vedere
la
Saraghina
,
una
femmina
animalesca
che
vive
tra
i
ruderi
d
'
una
casamatta
.
Sorpreso
dagli
istitutori
,
è
scosso
di
paura
e
vergogna
.
Fu
allora
,
forse
,
che
cominciò
a
mentire
a
se
stesso
.
Non
gli
verrebbe
una
parola
di
consolazione
dalla
Chiesa
?
Alle
terme
c
'
è
anche
un
cardinale
.
Guido
lo
interroga
,
ma
ne
ha
una
risposta
sconsolante
:
«
Chi
ha
detto
che
si
viene
al
mondo
per
essere
felici
?
»
.
Arriva
Luisa
,
e
con
lei
nuovi
motivi
di
disagio
;
perché
Guido
le
mentisce
fingendo
di
ignorare
la
presenza
di
Carla
alle
terme
,
e
la
moglie
si
rifiuta
di
continuare
ad
accettarlo
qual
è
,
un
uomo
che
mentisce
come
respira
.
Ancora
un
sogno
egoista
,
per
Guido
:
di
vedere
la
moglie
e
l
'
amante
a
braccetto
,
e
poi
di
trovarsi
intorno
tutte
le
donne
della
sua
vita
,
come
in
un
harem
festoso
,
e
lui
coccolato
come
un
bambino
e
temuto
come
un
domatore
.
Ma
il
film
non
procede
,
e
tutto
l
'
ambiente
è
a
rumore
:
insomma
,
cosa
vuole
il
regista
?
Gli
si
è
seccata
la
vena
?
Perché
fa
il
misterioso
?
Vigliacco
,
oltreché
buffone
?
È
ora
,
che
parte
ha
Claudia
,
la
diva
che
si
è
aggiunta
alla
troupe
?
In
Claudia
Guido
identifica
la
ragazza
della
fonte
e
l
'
attrice
famosa
.
Sta
rompendo
con
la
moglie
,
sta
pensando
di
rinunziare
al
cinema
:
Claudia
può
restituirgli
la
verginità
dei
sentimenti
e
delle
parole
.
Ma
anche
questa
speranza
fallisce
,
e
ormai
l
'
organizzazione
del
film
è
al
punto
da
costringere
Guido
a
pronunziarsi
.
Di
fronte
al
grande
traliccio
costruito
per
il
lancio
dell
'
astronave
,
il
produttore
convoca
una
conferenza
-
stampa
.
Preso
d
'
assalto
,
Guido
deve
confessare
il
proprio
fallimento
di
regista
e
di
uomo
.
Finzione
e
realtà
ormai
si
confondono
in
lui
e
l
'
ossessionano
.
Pensa
di
sfuggire
a
tutte
le
responsabilità
col
suicidio
,
ma
mentre
la
folla
si
disperde
il
mago
che
nel
night
faceva
gli
esperimenti
di
telepatia
lo
ferma
,
presentandogli
una
realtà
miracolosamente
pacificata
nella
suprema
finzione
.
In
un
lampo
,
Guido
intuisce
che
il
senso
del
film
e
della
vita
sta
nell
'
accettare
il
mondo
,
nel
rinunziare
a
fuggire
in
un
altro
pianeta
,
nell
'
abbandonarsi
,
sfilando
tutti
insieme
come
su
una
passerella
,
al
necessario
,
inevitabile
gioco
della
vita
,
in
cui
l
'
egoismo
di
ciascuno
coincide
con
la
verità
di
tutti
.
La
creatura
di
sogno
,
tutta
vestita
di
bianco
,
la
ritroviamo
allora
in
noi
,
nell
'
innocenza
di
noi
stessi
bambini
.
Nel
suo
cono
di
luce
ci
sembra
di
rinascere
.
In
Otto
e
mezzo
(
l
'
ottavo
film
di
Fellini
,
più
Luci
del
varietà
,
firmato
insieme
a
Lattuada
)
,
lo
scrittore
che
era
stato
chiamato
a
consulto
da
Guido
,
e
lo
aveva
duramente
criticato
,
finisce
impiccato
.
Questa
è
la
sorte
che
Fellini
riserva
a
chi
voglia
vedere
,
sempre
,
tutto
chiaro
,
e
rifiuti
le
confessioni
che
non
seguano
il
gelido
ordine
razionale
.
D
'
accordo
,
strangoliamo
la
critica
se
vuole
obbligarci
a
giudicare
una
grande
opera
d
'
arte
come
questa
con
i
canoni
cartesiani
.
Siamo
in
un
'
età
di
transizione
,
dobbiamo
lasciarci
convincere
dalla
stessa
indeterminatezza
di
un
'
idea
,
se
essa
ci
emoziona
.
Abbiamo
bisogno
di
sentirci
scaldare
,
di
farci
trasportare
.
Non
è
nemmeno
quanto
Fellini
ci
dice
sul
tumulto
della
sua
vita
individuale
(
perché
l
'
identificazione
fra
Guido
e
Fellini
è
totale
,
e
questo
può
essere
un
difetto
del
film
)
,
ciò
che
più
ci
interessa
.
Dopo
tutto
sono
fatti
suoi
,
e
si
può
anche
non
essere
d
'
accordo
sulla
validità
universale
della
soluzione
ch
'
egli
ci
propone
,
e
non
troppo
chiaramente
,
a
conclusione
di
un
itinerario
larghissimamente
autobiografico
.
È
il
fatto
che
un
uomo
di
cinema
,
pur
dando
íl
suo
luogo
all
'
astuzia
,
si
metta
nudo
in
piazza
,
si
offra
al
dileggio
,
e
intanto
le
sue
carni
si
traducano
in
immagini
di
ineguagliabile
evidenza
fantastica
,
ciò
che
colpisce
e
mozza
il
fiato
.
La
parabola
pronunciata
da
Fellini
può
anche
lasciarci
freddi
,
se
la
isoliamo
dal
contesto
(
e
indubbiamente
la
contemporaneità
dei
tre
piani
narrativi
e
psicologici
-
quello
che
Guido
è
,
è
stato
e
vorrebbe
essere
-
non
è
perfettamente
risolta
in
racconto
unitario
)
,
ma
l
'
eccezionalità
del
film
sta
proprio
nella
«
bella
confusione
»
(
questo
è
il
titolo
che
Flaiano
aveva
proposto
)
di
errore
e
verità
,
di
realtà
e
sogno
,
di
valori
stilistici
e
valori
umani
,
nel
totale
adeguamento
del
linguaggio
cinematografico
di
Fellini
alle
sconnesse
immaginazioni
di
Guido
.
Come
distinguere
il
regista
della
realtà
da
quello
della
finzione
è
impossibile
,
così
i
difetti
di
Fellíni
coincidono
con
le
ombre
spirituali
di
Guido
.
L
'
osmosi
fra
arte
e
vita
è
strabiliante
.
Certo
siamo
di
fronte
a
un
esperimento
irripetibile
.
Da
nessun
altro
saremmo
disposti
ad
ammettere
che
«
il
film
deve
contenere
errori
come
la
vita
,
come
la
gente
»
:
quella
che
per
Fellíni
è
stata
,
durante
la
lavorazione
laboriosa
del
film
,
la
consapevole
scelta
di
un
rischio
gravissimo
,
per
chiunque
altro
potrà
essere
un
alibi
.
Piuttosto
dobbiamo
chiederci
perché
un
'
avventura
tanto
personale
,
talché
Otto
e
mezzo
,
con
i
suoi
rintocchi
malinconici
,
sta
fra
la
confessione
e
il
testamento
,
raggiunga
una
delle
vette
più
alte
del
cinema
mondiale
contemporaneo
.
Il
segreto
,
dite
pure
il
trucco
,
sta
nell
'
aver
portato
all
'
estremo
quella
disponibilità
inventiva
e
quella
maestria
tecnica
grazie
alle
quali
anche
immagini
sparse
prendono
corpo
e
divengono
frasi
di
un
discorso
che
perennemente
si
arrotola
e
si
snoda
sul
piano
della
fantasia
,
della
memoria
e
del
sortilegio
,
e
nell
'
averle
nutrite
di
tutte
le
angosce
del
nostro
tempo
.
Quante
volte
è
stato
detto
che
Fellini
è
soprattutto
un
visionario
?
Ma
ormai
le
sue
visioni
sono
un
grido
.
Ormai
egli
proietta
tutti
i
suoi
dubbi
morali
su
uno
schermo
magico
,
che
assorbe
la
confessione
nella
visione
,
senza
il
consueto
tramite
della
introspezione
,
ma
il
lampo
gli
parte
dal
profondo
dell
'
essere
.
È
uno
sdrucciolone
nell
'
intuizionismo
se
volete
,
ma
compiuto
da
un
umanista
che
resta
fedele
ai
modi
realistici
:
per
un
'
arcana
operazione
i
valori
stilistici
del
film
sono
anche
quelli
psicologici
,
e
la
frondosità
,
l
'
eccesso
di
simbolismo
,
le
ridondanze
,
tutto
quanto
c
'
è
di
floreale
nel
regista
restano
nel
contempo
i
connotati
morali
di
un
artista
ossessionato
,
che
non
vuole
staccarsi
dal
magma
che
gli
bolle
dentro
,
preferendo
tentare
di
liberarsene
col
bruciarsi
le
facoltà
ordinatrici
,
sia
pure
irridendo
alla
propria
ambizione
.
In
Otto
e
mezzo
l
'
operazione
è
riuscita
fino
allo
spasimo
.
Non
c
'
è
sequenza
del
film
in
cui
non
sia
visibile
questo
sforzo
di
sincerità
.
Tutto
il
film
è
.
un
incrociarsi
di
ipotesi
,
presagi
,
intuizioni
che
assumono
consistenza
figurativa
nell
'
attimo
stesso
in
cui
sono
avvertiti
dalla
coscienza
,
e
la
cui
convinzione
deriva
dalla
loro
verità
spirituale
.
«
Qualcosa
tra
una
sgangherata
seduta
psicanalitica
e
un
disordinato
esame
di
coscienza
,
in
un
'
atmosfera
di
limbo
»
,
ha
detto
Fellini
del
suo
film
.
Non
sarà
piuttosto
il
supremo
vagheggiamento
di
un
poeta
che
irrazionalmente
identifica
l
'
arte
con
la
vita
,
e
le
riassume
,
con
splendida
ipocrisia
,
nella
bella
favola
?
Anziché
una
«
verifica
intima
»
,
che
interesserà
soprattutto
la
storia
di
Fellini
,
Otto
e
mezzo
è
allora
un
canto
consolatorio
,
sincopato
tuttavia
da
un
ritornello
di
autoderisione
.
Di
qui
quella
vena
di
comico
che
scorre
nella
tragica
allegoria
.
I
motivi
(
e
le
polemiche
)
che
serpeggiano
nel
film
sono
infiniti
e
appartengono
a
un
repertorio
già
noto
:
è
vano
tentare
di
farne
un
elenco
,
così
come
degli
scorci
di
racconto
,
dei
ritratti
e
dei
paesaggi
umani
.
Ovunque
qui
il
genio
di
Fellini
brilla
come
raramente
si
è
visto
al
cinema
.
Non
c
'
è
ambiente
,
non
c
'
è
personaggio
,
non
c
'
è
situazione
privi
di
un
significato
preciso
sul
grande
palcoscenico
di
Otto
e
mezzo
.
Certe
soluzioni
registiche
lasciano
sbalorditi
per
l
'
uso
del
bianco
e
nero
,
per
l
'
abilità
con
cui
la
messa
in
scena
è
chiamata
a
rivelare
la
realtà
e
a
commuovere
,
per
il
concorso
che
la
musica
,
le
luci
,
l
'
evidenza
dei
personaggi
danno
all
'
evocazione
di
uno
stato
d
'
animo
.
Entrare
nei
particolari
è
già
rompere
il
tessuto
di
un
film
che
va
accettato
nella
sua
totalità
,
come
un
acquario
o
un
luna
park
vi
affascina
prima
ancora
che
ne
analizziate
i
curiosi
abitanti
.
Diciamo
soltanto
che
alla
confusione
della
coscienza
contemporanea
Fellini
risponde
accettandola
con
l
'
esprimerla
negli
unici
modi
suoi
propri
:
quelli
dell
'
allucinazione
e
dello
strazio
,
accentuandone
l
'
eco
crepuscolare
.
Gli
attori
sono
Mastroianni
,
la
Cardinale
(
finalmente
non
doppiata
)
,
Anouk
Aimée
,
Sandra
Milo
,
Rossella
Falk
,
Caterina
Boratto
,
Annibale
Ninchi
,
Giuditta
Rissone
e
moltissimi
altri
.
Il
soggetto
è
di
Fellini
e
Flaiano
,
alla
sceneggiatura
hanno
lavorato
,
oltre
loro
,
Pinelli
e
Rondi
.
La
scenografia
e
i
costumi
sono
di
Piero
Gherardi
,
la
fotografia
di
Di
Venanzo
,
le
musiche
di
Rota
,
il
montaggio
di
Leo
Cattozzo
.
È
un
nudo
,
ingiusto
elenco
di
nomi
,
perché
ciascuno
meriterebbe
un
elogio
,
così
vivo
è
stato
il
loro
apporto
al
film
.
Ma
è
tutto
quello
che
qui
si
può
fare
,
vedendo
gli
attori
e
i
collaboratori
toccati
dalla
bacchetta
magica
di
un
creatore
al
quale
nel
cinema
mondiale
di
oggi
non
vediamo
chi
possa
stare
vicino
.