StampaQuotidiana ,
Salvo
nel
titolo
,
che
assurdamente
devia
nel
grottesco
un
dramma
di
sentimenti
per
voler
scimmiottare
il
film
di
Germi
ed
ereditarne
i
vantaggi
mercantili
,
Matrimonio
all
'
italiana
è
quasi
interamente
riuscito
,
e
risolleva
di
colpo
,
anche
agli
occhi
del
pubblico
più
esigente
(
quello
che
non
aveva
capito
le
ragioni
della
travolgente
carriera
di
Ieri
,
oggi
,
domani
)
,
il
prestigio
di
Vittorio
De
Sica
,
troppo
presto
,
dopo
I
sequestrati
di
Altona
e
Il
boom
,
dato
per
agonizzante
.
Ora
si
dirà
che
il
merito
non
è
tanto
di
De
Sica
quanto
della
bellissima
commedia
di
Eduardo
,
Filumena
Marturano
,
da
cui
il
film
è
tratto
,
una
delle
conquiste
più
alte
del
teatro
italiano
del
secondo
dopoguerra
.
E
invece
no
.
La
riprova
è
facile
:
basta
confrontare
Matrimonio
all
'
italiana
con
l
'
edizione
cinematografica
che
della
commedia
dette
lo
stesso
De
Filippo
nel
1951
,
e
la
TV
nel
'62
:
opere
che
ne
rispettavano
sostanzialmente
la
struttura
teatrale
,
portando
pochi
mutamenti
all
'
originale
;
mentre
questa
di
De
Sica
,
pur
restando
fedele
al
nucleo
primitivo
,
non
soltanto
ritocca
l
'
età
dei
protagonisti
,
modifica
e
aggiunge
qualche
scorcio
narrativo
,
ma
si
muove
in
un
ambito
rappresentativo
molto
più
ricco
di
polline
fantastico
,
tanto
più
fluido
,
arioso
e
iridescente
.
Grazie
appunto
all
'
intelligenza
con
cui
De
Sica
fa
ricorso
al
linguaggio
cinematografico
,
lo
usa
,
raccontando
a
ritroso
quando
gli
giova
,
per
spezzare
l
'
unità
di
tempo
e
di
luogo
,
senza
tuttavia
slabbrare
quel
centro
emotivo
,
quel
sentimento
della
maternità
e
della
paternità
,
che
è
il
cuore
della
commedia
di
Eduardo
.
Perché
De
Sica
abbia
raggiunto
il
traguardo
s
'
intuisce
:
per
la
perfetta
fusione
fra
il
soggetto
,
il
regista
e
l
'
attrice
protagonista
.
Un
'
intesa
che
mai
era
stata
così
completa
,
e
dalla
quale
,
balza
agli
occhi
,
resta
escluso
Mastroianni
,
interprete
sempre
duttile
e
disponibile
,
ma
qui
meno
capace
,
quasi
si
direbbe
per
ragioni
di
sangue
(
e
perciò
l
'
attore
ne
esce
assolto
)
,
di
partecipare
a
un
universo
tutto
grondante
di
quell
'
impasto
,
sublimemente
napoletano
,
di
lacrime
e
di
gioie
.
Matrimonio
all
'
italiana
salda
insieme
,
su
un
comune
fondo
di
speranza
nell
'
umanità
,
il
dolore
di
Eduardo
e
il
sorriso
di
De
Sica
,
fiorisce
dal
connubio
fra
la
pietà
e
l
'
ironia
.
Ma
se
al
primo
si
deve
questo
forte
ritratto
di
donna
,
immerso
nell
'
amore
per
la
carne
della
sua
carne
e
nel
disperato
sentimento
della
giustizia
che
palpita
in
questo
amore
,
dobbiamo
a
De
Sica
e
ai
suoi
sceneggiatori
il
vederlo
lievitare
nell
'
aurora
dell
'
adolescenza
disgraziata
,
quando
prima
che
madre
Filumena
è
una
giovane
la
quale
sogna
di
essere
tolta
dal
lupanare
e
di
essere
trattata
come
una
vera
signora
.
In
questa
,
che
è
la
parte
più
originale
del
film
,
lo
sforzo
dell
'
ambientazione
e
del
modellato
psicologico
ha
esiti
impeccabili
per
precisione
di
tocco
e
festosità
di
accenti
.
Sono
pagine
in
cui
i
colori
della
cornice
napoletana
hanno
trovato
in
De
Sica
,
così
bene
aiutato
dai
costumi
di
Piero
Tosi
,
un
artista
che
conosce
a
memoria
la
sua
tavolozza
,
ma
ora
sa
anche
attingervi
con
gran
discrezione
.
E
infatti
gli
elementi
pittoreschi
(
i
vicoli
di
Napoli
e
il
piccolo
coro
di
macchiette
di
fondo
)
si
vengono
a
poco
a
poco
smorzando
nel
prosieguo
del
film
,
via
via
che
le
figure
dei
protagonisti
prendono
corpo
e
risalto
.
Sul
finire
il
colore
locale
ha
perso
ogni
accento
folcloristico
:
Filumena
e
Domenico
sono
quasi
due
puri
simboli
dell
'
istinto
materno
e
dell
'
istinto
paterno
.
I
singhiozzi
di
Filumena
,
che
sigilla
col
pianto
l
'
atteso
trionfo
della
giustizia
,
e
l
'
affettuosa
ironia
punitiva
rivolta
su
Domenico
,
costretto
a
dividere
fra
tre
figli
,
uno
solo
dei
quali
è
suo
,
il
proprio
affetto
di
padre
,
si
sono
fusi
in
una
squisita
penetrazione
malinconica
del
cuore
umano
.
Filumena
rispose
per
prima
,
fin
da
giovanissima
,
per
pietà
di
se
stessa
e
dei
figli
allevati
in
segreto
;
Domenico
ha
risposto
sulla
cinquantina
,
costrettovi
dalla
propria
ambizione
più
che
dalla
propria
coscienza
:
ma
in
ambedue
ha
parlato
la
voce
del
sangue
.
Ancora
una
volta
è
stata
una
donna
a
farla
vibrare
così
forte
da
incrinare
nell
'
uomo
la
corazza
dell
'
egoismo
.
Ricordiamo
brevemente
la
trama
.
Filumena
Marturano
è
passata
direttamente
dalla
miseria
di
un
«
basso
»
alla
vergogna
di
un
postribolo
.
Domenico
Soriano
,
uno
dei
suoi
clienti
,
pasticciere
benestante
,
prima
le
mette
su
un
appartamento
,
poi
se
la
porta
in
casa
,
perché
faccia
da
amante
,
da
serva
e
da
infermiera
della
vecchia
madre
svanita
.
La
donna
accetta
,
sempre
con
la
speranza
di
essere
sposata
,
ma
gli
anni
passano
,
le
sue
grazie
appassiscono
;
quando
Domenico
sta
per
impalmare
una
giovane
cassiera
,
Filumena
finge
di
essere
moribonda
.
Preso
di
contropiede
,
Domenico
accorre
al
suo
capezzale
,
e
convinto
che
morirà
accetta
il
matrimonio
in
articulo
mortis
.
Subito
lei
salta
dal
letto
,
guarita
,
e
le
proteste
dell
'
uomo
ingannato
si
mutano
in
sbigottimento
quando
Filumena
gli
confessa
di
essere
madre
di
tre
ragazzi
,
cresciuti
lontani
con
i
soldi
di
Domenico
,
e
di
aver
combinato
il
trucco
perché
anch
'
essi
abbiano
un
nome
.
Al
rifiuto
del
marito
,
la
donna
accetta
di
annullare
il
matrimonio
,
ma
gli
rivela
che
uno
dei
tre
è
figlio
di
lui
.
Domenico
cerca
invano
di
individuarlo
;
poiché
Filumena
,
volendo
che
tutti
e
tre
abbiano
uguali
affetti
e
diritti
,
non
gliene
dirà
mai
il
nome
,
all
'
uomo
non
resta
che
farne
per
sempre
sua
moglie
.
I
ragazzi
assistono
alle
nozze
,
lo
chiamano
papà
:
il
dubbio
che
continuerà
a
tormentarlo
sarà
il
trionfo
di
Filumena
.
Film
insieme
di
caratteri
e
di
atmosfera
,
Matrimonio
all
'
italiana
ha
anche
qualche
difetto
:
lo
scarso
approfondimento
di
Domenico
,
visto
spesso
dall
'
esterno
,
un
ritmo
che
si
desidererebbe
talvolta
più
serrato
,
la
rinuncia
a
quell
'
appello
alla
Madonna
che
la
commedia
sottolineava
giustamente
come
un
momento
tipico
della
natura
femminile
e
napoletana
(
qui
trasferito
,
in
chiave
di
caricatura
,
sulla
figura
della
suocera
paralizzata
)
,
quel
bacio
sulle
pendici
del
Vesuvio
,
una
concessione
moralistica
che
sa
di
accomodaticcio
,
questo
sì
«
all
'
italiana
»
,
perché
nega
valore
alla
rivalsa
di
Filumena
.
Ma
quante
intuizioni
,
in
compenso
,
nella
definizione
dei
personaggi
(
lei
dapprima
così
spontanea
,
festosa
,
e
poi
delusa
,
di
una
astuzia
popolana
,
incapace
di
credere
che
il
cuore
di
Domenico
sia
una
pietra
prosciugata
;
lui
azzimato
,
col
fiore
all
'
occhiello
,
preoccupato
della
propria
eleganza
e
dignità
,
infine
piegato
all
'
espiazione
)
,
nelle
invenzioni
propriamente
registiche
(
l
'
iniziale
processione
di
Filumena
in
deliquio
,
portata
come
sulla
sedia
gestatoria
,
il
comizio
politico
che
fa
da
ironico
sottofondo
,
il
cordoglio
del
vicinato
per
la
morte
della
vecchia
,
i
ragazzi
introdotti
di
soppiatto
a
mangiare
le
paste
,
certi
gesti
della
protagonista
:
il
buttarsi
sul
minestrone
dopo
la
commedia
dell
'
agonia
,
lo
strapparsi
il
cappello
dopo
essere
stata
sconfitta
dal
codice
,
significativo
rifiuto
della
dignità
borghese
)
,
nella
scelta
delle
luci
,
talvolta
riecheggianti
i
colori
della
pittura
napoletana
,
nelle
soluzioni
scenografiche
e
nella
aderenza
del
commento
musicale
.
Domina
,
su
tutto
,
la
precisione
del
tono
,
la
compostezza
dello
stile
,
il
delicato
equilibrio
fra
la
rappresentazione
e
il
tratteggio
psicologico
,
con
«
a
fondo
»
di
commozione
profonda
,
come
sempre
quando
si
tocca
l
'
anima
umana
,
e
con
una
attrice
umanissima
quale
Sophia
Loren
,
che
qui
raggiunge
in
certi
casi
lo
slancio
della
Ciociara
,
ma
che
è
sempre
ben
presente
a
se
stessa
,
nel
pieno
della
sua
forza
vitale
ed
espressiva
,
graduata
con
mano
maestra
nell
'
affettuoso
ricordo
dell
'
indimenticabile
Titina
De
Filippo
,
alla
cui
memoria
il
film
è
dedicato
.
Un
film
che
dal
vaso
dell
'
allegrezza
versa
in
cuore
il
pianto
della
vita
.
Batte
nel
nostro
petto
,
e
colpisce
a
morte
,
senza
rinunziare
alle
gioie
dello
spettacolo
,
le
sozzure
,
le
idiozie
,
le
borie
del
'
cinema
plebeo
o
intellettuale
.