StampaQuotidiana ,
Barcellona
,
5
.
È
vero
:
ho
chiesto
a
tutti
,
non
credendo
ai
miei
occhi
e
nemmeno
al
mio
taccuino
,
che
pure
è
pieno
zeppo
di
note
:
l
'
Italia
ha
battuto
il
Brasile
ed
ha
acquisito
il
diritto
a
giocarsi
giovedì
la
prima
semifinale
con
la
Polonia
!
Io
dunque
metterò
il
saio
dei
flagellanti
e
seguirò
la
processione
di
san
Bartolomeo
il
mese
d
'
agosto
al
mio
paese
.
Ha
vinto
l
'
Italia
,
sì
,
e
il
magno
Brasile
è
andato
insieme
-
come
si
dice
in
lombardo
-
ed
ora
torna
a
casa
scornato
.
Un
uruguagio
che
non
dico
mi
ha
rivelato
di
averli
battuti
nel
'50
,
quando
erano
infinitamente
più
forti
di
oggi
,
buttandosi
su
ogni
palla
e
gridando
con
sleale
insolenza
:
«
Dejame
la
pelota
,
negro
!
»
(
«
lasciami
la
palla
,
negro
!
»
)
.
I
poveri
brasiliani
diventavano
matti
e
gemevano
rabbia
e
impotenza
,
e
gli
uruguagi
,
perfidi
razzisti
per
l
'
occasione
,
li
hanno
sistemati
quando
loro
avevano
già
pronto
il
disco
con
l
'
inno
per
i
campeaos
do
mundo
.
Io
non
credo
che
gli
italiani
abbiano
usato
le
stesse
armi
degli
uruguagi
nel
'50
(
e
magari
anche
l
'
anno
scorso
,
al
Mundialito
)
:
so
tuttavia
che
hanno
seguito
la
stessa
tattica
:
li
hanno
lasciati
giocare
e
illusi
di
essere
i
più
forti
in
terra
.
Loro
ci
hanno
creduto
e
sono
stati
presi
d
'
infilata
.
Per
due
volte
sono
riusciti
a
pareggiare
i
gol
di
Rossi
,
e
il
pareggio
bastava
loro
a
passare
il
turno
per
differenza
reti
,
ma
alla
terza
prodezza
di
Rossi
non
sono
più
riusciti
a
raccattarsi
.
Ciascuno
di
loro
ha
preteso
di
sbrigarsela
per
suo
conto
:
e
quali
che
fossero
le
sue
prodezze
doveva
arrendersi
alla
fine
,
perché
gli
azzurri
facevano
squadra
e
loro
,
i
brasiliani
,
non
la
facevano
.
E
s
'
incaponivano
fino
a
perdere
il
color
cioccolato
o
liquirizia
e
farsi
lividi
com
'
erano
lividi
i
loro
compagni
bianchi
,
Oscar
in
retrovia
,
Zico
e
Falcao
e
Socrates
in
centrocampo
e
in
attacco
.
Onestamente
,
io
avevo
parlato
di
un
pellegrinaggio
al
Tibidabo
.
Costretto
a
tradurre
in
cifre
il
mio
pronostico
,
temevo
che
dovessimo
perdere
di
goleada
,
dico
per
quattro
o
cinque
gol
a
pochi
:
e
quasi
tutti
che
ho
sentito
parlare
dell
'
incontro
,
domandavano
scherzosamente
quando
sarebbe
partito
l
'
autobus
per
l
'
allenamento
del
magno
Brasile
.
Invece
è
vero
che
l
'
Italia
ha
vinto
e
che
il
magno
Brasile
torna
a
casa
.
La
spiegazione
si
rifà
al
sempiterno
mistero
agonistico
che
è
stato
,
rimane
e
sarà
il
gioco
del
calcio
.
Ha
incornato
Rossi
e
i
brasiliani
si
sono
guardati
sgrullando
come
mule
assediate
dai
tafani
.
Hanno
quasi
subito
pareggiato
e
si
sono
illusi
.
Rossi
gli
ha
rubato
una
palla
avvelenata
ed
ha
riportato
l
'
Italia
sul
2
a
1
con
un
tiro
dal
limite
che
ha
fatto
secco
Valdir
Peres
.
Poi
sono
stati
arrembaggi
roventi
.
I
brasiliani
soffocavano
se
stessi
intasando
a
frotte
la
nostra
area
:
non
riuscivano
letteralmente
a
controllare
la
palla
,
non
dico
a
tirare
.
Un
rimpallo
fortuito
ha
messo
Serginho
in
condizione
di
pareggiare
prima
di
Socrates
(
al
10'
)
:
ha
dovuto
affrettarsi
tanto
da
mettere
ignobilmente
fuori
.
Dalla
panchina
l
'
ha
maledetto
Telê
Santana
e
fin
da
allora
dev
'
essere
andato
granendo
in
lui
il
proposito
di
metterlo
fuori
alla
prima
occasione
.
L
'
ha
lasciato
alle
prese
con
Collovati
e
poi
con
Bergomi
,
che
si
è
conquistato
brillantemente
i
galloni
di
azzurro
.
Bergomi
è
un
jolly
,
cioè
uno
dei
pochi
,
pochissimi
che
possono
servire
in
tutti
i
quattro
ruoli
della
difesa
.
Serginho
si
è
arreso
.
E
con
lui
si
sono
via
via
arresi
i
suoi
compagni
.
Andare
insieme
,
in
lombardo
,
è
un
modo
di
dire
che
si
rifà
al
gergo
dei
tecnici
caseari
:
il
latte
si
coagula
e
guasta
:
il
siero
si
confonde
con
la
panna
e
rende
acido
tutto
.
Per
farlo
quaglíare
bene
il
latte
va
trattato
con
un
caglio
speciale
.
Così
il
calcio
,
e
se
io
mi
tiro
fuori
da
queste
metafore
(
elle
prometto
di
abbandonare
in
fretta
il
canone
dei
formaggiatti
per
tornare
al
calcio
,
che
è
mattissimo
sport
e
rispetta
l
'
agonismo
quando
così
vogliono
gli
astri
ed
Eupalla
,
rispetta
la
tecnica
,
ma
soprattutto
la
tattica
,
senza
la
quale
non
è
pensabile
che
si
possa
giocare
un
incontro
degno
.
Gli
italiani
parevano
discesi
da
Marte
anche
dopo
che
uno
li
aveva
visti
arrabbattarsi
e
lottare
allo
stremo
con
gli
argentini
.
Proprio
allora
ho
pensato
agli
uruguagi
e
all
'
inferiority
complex
che
afferra
alla
gola
i
negri
quando
non
si
chiamano
Pelé
(
ma
anche
del
Rey
ho
saputo
che
nell
'
intervallo
della
finale
1970
piangeva
in
aramaico
:
ed
eravamo
sull'1
a
1
,
non
certo
in
vantaggio
sul
Brasile
)
.
Sicuro
.
Gli
azzurri
parevano
marziani
.
Se
avessero
giocato
su
uno
standard
possibile
anche
Antognoni
e
Conti
e
Graziani
,
forse
la
scoppola
inferta
ai
brasiliani
sarebbe
stata
più
perentoria
.
Anche
nell
'
intervallo
,
quando
si
era
in
vantaggio
per
2
a
1
,
io
riflettevo
che
ben
tre
uomini
di
primo
piano
non
avevano
giocato
fra
gli
azzurri
e
quindi
era
impensabile
che
i
brasiliani
si
lasciassero
toreare
come
avevano
fatto
fino
al
45'
,
ciascuno
incornando
per
conto
suo
:
Zico
mostrando
invano
all
'
arbitro
la
maglia
strappatagli
da
Sala
ed
Din
Gentile
,
Socrates
corricchiando
sornione
con
un
distacco
da
calci
nel
sedere
,
Falcao
picchiando
anche
mica
male
nei
recuperi
difensivi
,
Serginho
sbattendo
le
palpebre
da
allocco
al
veder
Collovati
andarsene
con
le
lacrime
agli
occhi
,
i
difensori
concedersi
al
centrocampo
e
all
'
attacco
con
la
degnazione
di
chi
si
ritiene
troppo
forte
per
dimostrarsi
minimamente
preoccupato
.
Rileggo
il
taccuino
:
trovo
ancora
dei
«
siamo
cotti
»
da
uomo
di
poca
fede
.
E
si
badi
la
cottura
era
evidente
,
i
raccordi
fra
i
nostri
saltavano
spesso
.
Le
difese
erano
sempre
più
ansiose
.
Muraglie
umane
si
ergevano
innanzi
a
Dino
Zoff
in
un
pirlare
continuo
di
gente
con
gli
occhi
fissi
e
sbarrati
.
I
miei
timori
non
nascevano
dallo
scetticismo
,
bensì
da
constatazioni
perfino
troppo
ovvie
.
Uscivamo
da
un
incubo
per
rientrarvi
subito
dopo
.
Nessuno
riusciva
a
tenere
palla
in
centrocampo
.
Rossi
aveva
perduto
smalto
nel
lottare
quasi
sempre
da
solo
contro
giganti
che
lo
sovrastavano
.
Se
tentava
il
dribbling
di
scatto
lo
spingevano
con
astuzia
sleale
.
Una
volta
l
'
hanno
anche
abbattuto
di
spinta
in
area
.
Klein
non
ha
voluto
mollare
su
nulla
.
È
stato
splendido
anche
nella
pervicacia
del
sadico
.
Ma
quando
una
palla
era
buona
,
Rossi
tornava
a
impettire
come
certi
cavalli
da
guerra
al
suonare
della
tromba
:
ha
fallito
il
possibile
3
a
1
perché
forse
l
'
occasione
era
troppo
agevole
,
e
nonché
impuntarsi
su
quella
vi
si
è
rilassato
anzitempo
.
Il
recupero
di
Rossi
è
un
merito
del
quale
va
senz
'
altro
lodato
Bearzot
.
Mi
sono
stupito
invece
che
non
abbia
pensato
di
toglier
fuori
Graziani
,
che
non
ne
azzeccava
una
e
troppo
dimenticato
dai
compagni
si
andava
disanimando
a
vista
d
'
occhio
.
Bearzot
aveva
preannunciato
una
marcatura
mista
,
a
uomo
e
a
zona
:
non
si
è
smentito
per
banale
gusto
di
far
pretattica
.
In
effetti
non
si
è
mai
visto
un
avversario
che
non
avesse
di
fronte
o
alle
costole
un
azzurro
.
E
quando
i
brasiliani
facevano
muro
a
ridosso
di
Zoff
,
anche
i
nostri
facevano
muro
,
timorosi
di
nulla
,
sicuri
,
perfino
spavaldi
in
certi
atteggiamenti
agonistici
.
Quando
è
stato
picchiato
duro
Tardelli
,
è
entrato
il
mio
caro
Marini
con
l
'
esperienza
del
vecchio
drago
che
ha
fiutato
il
colpo
e
non
se
ne
voleva
lasciar
scappare
a
nessun
costo
.
Marini
ha
perseguito
Cerezo
fino
a
fargli
perdere
la
sinteresi
.
Socrates
,
lui
girava
a
largo
.
Il
sostituto
di
Serginho
,
nero
come
un
blocco
di
antracite
,
ha
tentato
invano
di
filtrare
dalla
destra
.
Qui
tiravano
gli
ultimi
fiati
Cabrini
e
Gentile
,
accanto
a
loro
si
battevano
Bergomi
e
Scirea
,
e
Zoff
con
giovanile
prontezza
saltava
su
ogni
palla
.
In
una
sola
occasione
è
uscito
da
l
'
area
fallendo
di
ciccata
una
respinta
con
il
destro
:
negli
ultimi
istanti
è
sceso
in
picchiata
come
un
falco
sulla
palla
che
stava
entrando
:
la
TV
ha
dimostrato
che
aveva
soltanto
sfiorato
la
linea
;
e
perché
fosse
gol
avrebbe
dovuto
superarla
.
Con
quali
stranguglioni
io
abbia
seguito
l
'
incontro
nella
sua
parte
finale
non
sto
a
dire
per
comune
pudore
.
Sul
piano
tecnico
ho
detto
quanto
ho
potuto
,
vibrando
fin
troppo
frettolosi
polpastrelli
sulla
tastiera
.
L
'
incontro
ha
una
sua
spiegazione
che
risulterà
sempre
più
logica
via
via
che
potremo
riflettere
sulle
sue
fasi
salienti
.
La
vittoria
è
legittima
e
acquista
sicuro
valore
storico
.
Come
ai
tempi
del
4
a
3
con
la
Germania
,
il
dubbioso
e
incerto
prestigio
del
nostro
calcio
è
stato
risollevato
d
'
un
colpo
.
Il
merito
è
di
tutti
,
dei
dirigenti
,
dei
tecnici
e
ovviamente
dei
giocatori
.
Sento
dire
,
mentre
chiudo
,
che
parecchi
dei
nostri
prodi
sono
stati
duramente
segnati
nel
corso
di
un
combattimento
che
non
ha
mai
concesso
pause
.
Chi
possa
giocare
contro
la
Polonia
non
è
dato
sapere
.
Per
il
momento
è
solo
da
deplorare
che
una
formula
largamente
astrusa
riproponga
incontri
già
delibati
e
sofferti
nel
primo
turno
come
la
Polonia
e
l
'
Italia
.
Pensare
a
domani
è
troppo
presto
.
Io
sono
stremato
per
l
'
emozione
e
per
l
'
ennesima
conferma
dell
'
imprevedibilità
del
calcio
a
certi
livelli
.
Per
la
prossima
mi
propongo
uno
studio
accurato
dei
particolari
,
che
almeno
venga
onorata
la
storia
di
questo
sport
così
protervamente
legato
ai
capricci
del
caso
e
alla
indole
precaria
di
chi
lo
fa
.
Se
non
pigio
troppo
sui
pistoni
della
tromba
,
mi
perdoni
il
lettore
.
Di
calcio
preferisco
sempre
parlare
a
freddo
.
Quando
il
cuore
salta
in
gola
,
ovviamente
per
l
'
emozione
e
la
gioia
,
il
cervello
stenta
ad
argomentare
.
E
poi
debbo
farmi
tagliare
addosso
i
panni
del
flagellante
.
Al
Tibidabo
li
farò
benedire
.
Parola
di
Gianni
Brera
.