StampaQuotidiana ,
Uno
dei
sintomi
che
comunemente
si
adducono
della
cosiddetta
«
crisi
del
costume
»
della
società
contemporanea
è
l
'
amore
,
anzi
la
«
sete
»
,
di
divertimento
.
Si
pensa
che
i
nostri
padri
e
i
nostri
nonni
o
le
«
generazioni
passate
»
dividessero
il
loro
tempo
tra
il
lavoro
e
la
famiglia
,
completamente
assorti
nell
'
adempimento
austero
dei
loro
doveri
quotidiani
e
completamente
alieni
da
qualsiasi
distrazione
.
Nonostante
la
perdita
di
ingenuità
che
caratterizza
tanti
nostri
atteggiamenti
,
questo
è
un
caso
nel
quale
l
'
ingenuità
non
è
stata
perduta
.
Se
si
riflette
che
il
divertimento
comprende
i
giochi
(
di
tutte
le
specie
)
,
la
caccia
,
la
pesca
,
la
conversazione
,
i
racconti
,
la
danza
,
il
canto
,
le
feste
,
i
banchetti
e
gli
spettacoli
di
tutti
i
generi
,
si
può
constatare
agevolmente
che
,
in
una
forma
o
nell
'
altra
o
in
tutte
le
forme
,
esso
accompagna
la
vita
dell
'
intero
genere
umano
in
tutti
i
suoi
gradi
e
in
tutte
le
sue
manifestazioni
.
Le
società
primitive
non
differiscono
in
questo
dalle
società
evolute
o
civili
,
salvo
forse
per
la
parte
maggiore
di
tempo
che
consacrano
al
divertimento
:
giacché
si
danno
al
canto
,
alla
danza
o
alle
cerimonie
erotiche
appena
hanno
provveduto
alla
soddisfazione
dei
bisogni
più
elementari
e
ritornano
malvolentieri
ai
lavori
abituali
solo
quando
quei
bisogni
sono
nuovamente
diventati
urgenti
.
Ciò
che
fa
pensare
ad
una
sete
di
divertimento
propria
della
società
contemporanea
,
è
piuttosto
il
carattere
che
il
divertimento
ha
assunto
in
tale
società
:
l
'
uniformità
,
la
diffusione
pressoché
universale
di
molte
forme
di
divertimento
che
prima
si
coltivavano
in
ambienti
chiusi
o
ristretti
e
che
ora
sono
venute
alla
luce
e
tendono
a
essere
partecipate
da
tutti
gli
strati
sociali
.
Il
fatto
è
che
il
divertimento
accompagna
tutte
le
forme
della
vita
umana
ed
è
una
manifestazione
di
essa
così
costante
come
altre
attività
ritenute
più
nobili
,
per
esempio
la
morale
o
la
religione
.
I
filosofi
,
dal
canto
loro
,
non
solo
lo
hanno
ritenuto
costante
,
ma
anche
necessario
.
Hanno
visto
in
esso
una
manifestazione
essenziale
della
vita
dell
'
uomo
:
una
manifestazione
cioè
che
consente
di
gettare
uno
sguardo
approfondito
su
ciò
che
è
l
'
essenza
o
la
natura
dell
'
uomo
.
Talvolta
essi
lo
hanno
considerato
come
una
conseguenza
della
natura
miserabile
dell
'
uomo
,
tal
altra
come
un
aspetto
positivo
di
essa
;
ma
in
ogni
caso
ne
hanno
accentuato
il
carattere
essenziale
o
inevitabile
,
la
sua
connessione
strettissima
con
la
sostanza
della
vita
umana
.
Sulle
orme
degli
antichi
Stoici
e
di
Cicerone
,
Montaigne
vedeva
nel
divertimento
una
medicina
delle
passioni
,
che
può
tenere
l
'
uomo
lontano
dalla
gioia
e
dall
'
afflizione
eccessive
.
E
Pascal
,
in
celebri
pagine
dei
suoi
Pensieri
,
dette
un
'
analisi
classica
del
divertimento
,
ritenuto
inevitabilmente
connesso
con
la
condizione
miserabile
dell
'
uomo
nel
mondo
.
Pascal
includeva
nel
divertimento
tutte
le
forme
di
attività
che
occupano
intensamente
l
'
uomo
e
gli
impediscono
di
pensare
a
se
stesso
,
alla
sua
natura
debole
e
mortale
.
Sono
divertimenti
egualmente
,
secondo
Pascal
,
le
fatiche
della
guerra
e
il
gioco
della
palla
,
la
caccia
alla
lepre
e
il
governo
dei
popoli
;
e
la
condizione
del
re
è
la
più
felice
perché
il
re
è
circondato
da
persone
che
si
prendono
cura
che
non
sia
mai
solo
e
in
stato
di
pensare
a
se
stesso
,
sapendo
che
,
benché
re
,
sarebbe
miserabile
se
ci
pensasse
.
Sembrerebbe
,
dice
Pascal
,
che
caricando
gli
uomini
sin
dall
'
infanzia
di
innumerevoli
occupazioni
,
preoccupazioni
e
cure
,
li
si
condanni
all
'
infelicità
;
ma
in
realtà
non
li
si
carica
mai
abbastanza
,
giacché
,
se
si
togliessero
tutte
le
cure
,
essi
vedrebbero
se
stessi
,
penserebbero
a
quel
che
sono
,
da
dove
vengono
e
a
dove
vanno
,
e
sarebbero
più
ancora
e
irrimediabilmente
infelici
.
Il
divertimento
è
perciò
la
sola
fuga
possibile
dal
senso
della
infelicità
della
vita
,
secondo
Pascal
.
Secondo
Schopenhauer
,
è
invece
la
fuga
dalla
noia
che
interviene
quando
l
'
uomo
ha
appagato
i
suoi
bisogni
e
ha
superato
il
dolore
della
privazione
.
L
'
oscillazione
in
cui
consiste
,
secondo
Schopenhauer
,
l
'
intera
vita
dell
'
uomo
,
tra
il
dolore
del
bisogno
e
il
tedio
della
soddisfazione
,
subisce
con
il
divertimento
una
pausa
temporanea
che
riempie
il
vuoto
tra
un
'
occupazione
e
l
'
altra
.
Certamente
,
secondo
Pascal
e
Schopenhauer
,
il
divertimento
è
una
forma
di
quella
che
oggi
sì
chiama
«
alienazione
»
;
è
un
estraniarsi
dell
'
uomo
da
se
stesso
,
dalla
sua
coscienza
di
sé
;
ma
ciò
non
lo
rende
meno
essenziale
.
Ed
inevitabile
ed
essenziale
esso
è
anche
per
i
filosofi
,
per
i
quali
non
costituisce
un
estraniamento
.
Criticando
Pascal
,
Voltaire
affermava
che
pensare
a
se
stesso
significa
rigorosamente
non
pensare
a
nulla
:
l
'
uomo
può
pensare
a
se
stesso
solo
pensando
alle
cose
che
lo
occupano
e
queste
cose
fanno
parte
della
condizione
umana
non
meno
che
del
«
se
stesso
»
dell
'
uomo
.
Da
questo
punto
di
vista
,
il
divertimento
non
è
un
'
estraniazione
,
non
è
neppure
una
medicina
o
una
fuga
:
è
,
come
tutte
le
attività
umane
,
un
rapporto
con
le
cose
o
con
gli
altri
uomini
che
riempiono
il
campo
,
altrimenti
vuoto
,
della
coscienza
umana
.
Dallo
stesso
punto
di
vista
,
Hume
affermava
che
solo
dagli
oggetti
esterni
l
'
uomo
può
ricevere
gli
stimoli
che
mettano
in
moto
le
sue
capacità
,
lo
occupino
e
lo
divertano
.
Occupazione
e
divertimento
obbediscono
alla
stessa
legge
.
Più
specificamente
,
Kant
,
l
'
austero
filosofo
del
dovere
,
raccomandava
,
tra
le
forme
del
divertimento
e
come
aiuto
alla
socievolezza
,
un
banchetto
di
persone
di
buon
gusto
in
cui
il
raccontarsi
le
novità
del
giorno
,
i
ragionamenti
vari
e
gli
scherzi
trovassero
posto
ugualmente
.
E
Dewey
vedeva
nel
divertimento
un
aspetto
essenziale
dell
'
esperienza
umana
,
precisamente
la
fase
finale
o
consumatoria
di
tale
esperienza
:
nella
quale
l
'
uomo
si
dedica
al
godimento
diretto
e
immediato
e
che
comprende
il
banchetto
e
la
festività
,
l
'
ornamento
,
la
danza
,
il
canto
,
la
pantomima
,
il
raccontare
storie
e
il
rappresentarle
.
Si
può
dunque
ritenere
l
'
uomo
destinato
a
pensare
unicamente
a
se
stesso
e
al
proprio
destino
o
a
pensare
alle
cose
o
agli
oggetti
molteplici
che
lo
circondano
;
si
può
ritenere
infelice
o
neutra
la
sua
condizione
nel
mondo
.
Conseguentemente
,
si
può
ritenere
il
divertimento
un
estraniarsi
dalla
natura
umana
o
una
manifestazione
normale
di
essa
:
ma
in
ogni
caso
,
esso
fa
parte
integrante
della
natura
e
dell
'
esperienza
dell
'
uomo
e
non
può
essere
eliminato
.
I
filosofi
sono
pertanto
alieni
dal
pregiudizio
moralistico
,
che
vorrebbe
eliminare
il
divertimento
come
un
'
inutile
perdita
di
tempo
e
una
distrazione
pericolosa
dalla
serietà
degli
impegni
che
attendono
l
'
uomo
nella
vita
.
E
in
realtà
questo
pregiudizio
si
può
ritenere
equivalente
a
quello
di
chi
volesse
che
,
per
evitare
perdite
di
tempo
e
distrazioni
,
l
'
uomo
rinunciasse
al
sonno
.
Il
divertimento
non
è
certo
il
sonno
;
è
,
a
suo
modo
,
un
'
attività
impegnativa
e
seria
in
cui
l
'
uomo
esprime
o
realizza
se
stesso
,
come
si
realizza
ed
esprime
nelle
attività
che
costituiscono
il
suo
lavoro
quotidiano
.
Nei
confronti
di
tale
lavoro
il
divertimento
costituisce
(
come
dice
la
parola
)
una
diversione
,
un
mutamento
di
attività
:
è
,
per
di
più
,
una
diversione
o
mutamento
che
non
è
strumentale
ma
finale
,
non
costituisce
un
mezzo
per
acquisire
o
produrre
beni
ma
un
godimento
di
beni
.
Se
il
divertimento
occupa
l
'
intera
vita
di
un
uomo
,
non
è
più
divertimento
perché
perde
la
sua
funzione
di
dare
un
altro
corso
all
'
attività
abituale
dell
'
uomo
.
La
noia
di
una
vita
oziosa
,
dedicata
soltanto
a
quelli
che
per
gli
altri
sono
«
divertimenti
»
,
deriva
appunto
dal
fatto
che
essa
abolisce
la
funzione
liberatrice
del
divertimento
:
funzione
condizionata
dalla
partecipazione
a
una
forma
di
attività
che
divertimento
non
sia
.
Ma
,
dall
'
altro
lato
,
una
vita
che
pretendesse
chiudersi
al
divertimento
e
dedicarsi
esclusivamente
al
lavoro
e
al
dovere
,
finirebbe
per
fare
di
buona
parte
del
lavoro
e
del
dovere
una
forma
di
divertimento
:
un
divertimento
inconsapevole
,
pesante
per
se
stesso
e
per
gli
altri
e
odioso
per
la
sua
ipocrisia
.
Si
può
,
se
si
vuole
,
mettere
il
divertimento
sul
conto
delle
«
debolezze
umane
»
;
purché
non
si
veda
in
questa
debolezza
un
motivo
di
condanna
o
di
riprovazione
.
L
'
uomo
è
quello
che
è
,
non
contro
o
nonostante
i
suoi
bisogni
,
ma
in
virtù
di
essi
.
Prendere
atto
di
tali
bisogni
e
appagarli
ragionevolmente
,
è
la
prima
condizione
del
suo
equilibrio
e
della
sua
efficienza
.
E
il
divertimento
è
,
certamente
,
uno
di
tali
bisogni
.