StampaQuotidiana ,
Una
parte
almeno
del
compianto
unanime
che
ha
accolto
la
morte
di
Churchill
è
certo
dovuta
a
un
tratto
della
sua
figura
che
è
il
meno
frequente
nei
personaggi
storici
:
Churchill
è
stato
un
capo
senza
essere
un
fanatico
.
Churchill
non
si
è
mai
sentito
«
l
'
uomo
della
provvidenza
»
o
«
del
destino
»
.
Le
responsabilità
che
si
è
assunto
nei
momenti
più
critici
della
storia
contemporanea
,
il
peso
decisivo
delle
sue
scelte
e
della
sua
condotta
di
uomo
politico
,
il
successo
che
ha
coronato
la
sua
opera
non
gli
hanno
fatto
ritenere
d
'
essere
un
uomo
privilegiato
,
investito
di
una
missione
nel
cui
compimento
nessuno
potesse
sostituirlo
e
di
fronte
alla
quale
la
comune
umanità
valesse
soltanto
come
mezzo
.
La
figura
di
Churchill
è
,
da
questo
punto
di
vista
,
la
più
ovvia
smentita
alla
credenza
che
l
'
azione
efficace
,
il
coraggio
e
la
resistenza
alle
forze
avverse
possono
essere
alimentati
e
sostenuti
soltanto
dal
senso
di
una
investitura
dall
'
alto
e
dalla
certezza
di
essere
lo
strumento
unico
e
privilegiato
di
un
disegno
super
-
umano
.
Tuttavia
la
credenza
nel
carattere
praticamente
benefico
del
fanatismo
,
nella
sua
capacità
di
valere
come
una
leva
potente
per
muovere
masse
e
individui
,
infiammarli
di
sacro
entusiasmo
,
renderli
insensibili
a
sacrifici
e
rinunce
,
e
portarli
alla
realizzazione
di
scopi
grandiosi
(
o
ritenuti
tali
)
,
è
ancora
abbastanza
diffusa
e
si
lascia
talora
intravedere
nei
discorsi
di
politici
o
di
capipartito
.
In
un
passato
recente
,
la
parola
aveva
perfino
perduto
,
nell
'
uso
di
certi
partiti
politici
,
la
connotazione
negativa
che
i
dizionari
solitamente
le
attribuiscono
,
per
essere
esaltata
come
un
merito
del
seguace
zelante
e
del
credente
a
tutta
prova
.
E
per
quanto
oggi
l
'
esaltazione
esplicita
del
fanatismo
sia
difficile
a
trovarsi
o
si
presenti
in
forma
camuffata
(
come
quando
si
è
detto
:
«
L
'
estremismo
nella
difesa
della
libertà
non
è
un
vizio
;
la
moderazione
nel
conseguimento
della
giustizia
non
è
una
virtù
»
)
,
una
certa
nostalgia
per
il
fanatismo
e
un
certo
rispetto
superstizioso
(
che
è
a
sua
volta
fanatico
)
verso
di
esso
serpeggiano
ancora
nei
vari
campi
della
cultura
e
in
certi
angoli
dell
'
opinione
comune
.
Ciò
accade
perché
il
fanatismo
sembra
,
in
primo
luogo
,
una
testimonianza
resa
alla
verità
,
anzi
alla
Verità
unica
ed
assoluta
,
di
cui
il
fanatico
si
ritiene
il
depositario
,
l
'
interprete
e
il
realizzatore
.
Questo
atteggiamento
sembra
l
'
opposto
di
quello
dello
«
scettico
»
o
,
come
anche
si
dice
,
del
«
cinico
»
che
non
crede
a
nulla
o
non
prende
nulla
sul
serio
e
perciò
è
incapace
di
rendere
omaggio
alla
verità
ed
impegnarsi
per
essa
.
In
secondo
luogo
il
fanatico
non
ha
bisogno
di
argomenti
o
di
«
ragioni
»
per
credere
nella
sua
verità
.
Gli
argomenti
o
le
ragioni
sono
spesso
deboli
o
di
esito
incerto
:
possono
venire
controbattuti
,
bilanciati
o
distrutti
da
altre
ragioni
;
e
sotto
questo
aspetto
la
convinzione
razionale
,
che
è
aperta
alle
critiche
e
ne
tiene
conto
,
appare
,
come
strumento
d
'
azione
,
assai
più
debole
e
vacillante
della
persuasione
fanatica
che
condanna
chi
la
possiede
all
'
entusiasmo
perpetuo
.
In
terzo
luogo
,
il
fanatismo
è
per
sua
natura
collettivo
e
pandemico
;
tende
a
diffondersi
da
individuo
a
individuo
,
a
travolgere
o
a
rendere
insignificante
il
dubbio
privato
,
a
fondere
gli
individui
nell
'
unità
di
una
massa
anonima
e
compatta
che
può
agire
come
forza
d
'
urto
.
Sono
,
questi
,
i
vantaggi
teorici
e
pratici
del
fanatismo
;
e
sarebbero
vantaggi
importanti
,
se
fossero
veri
.
Sono
invece
fittizi
.
La
verità
,
e
specialmente
la
Verità
con
la
V
maiuscola
,
che
dovrebbe
essere
(
se
ci
fosse
)
una
forza
spirituale
che
agisce
o
si
manifesta
soltanto
nei
poteri
più
alti
,
più
difficili
e
più
rari
di
cui
l
'
uomo
dispone
,
non
ha
nulla
a
che
fare
con
il
fanatismo
che
è
più
agevolmente
suscitato
da
viete
superstizioni
e
da
rozze
credenze
.
Anzi
,
il
fatto
dimostra
che
non
c
'
è
superstizione
così
grossolana
,
credenza
così
infondata
,
ideale
così
balordo
che
non
abbia
trovato
o
non
trovi
i
suoi
fanatici
e
che
non
possa
essere
assunto
come
insegna
di
violenze
e
persecuzioni
contro
coloro
che
non
lo
condividono
.
Ciò
che
il
fanatismo
chiama
«
verità
»
non
è
che
un
pretesto
per
attribuirsi
un
potere
sovrano
nei
confronti
delle
credenze
e
della
vita
degli
altri
.
Essere
fedeli
alla
verità
significa
essere
disposti
a
cercarla
,
a
riconoscerla
dovunque
si
presenti
,
sia
in
noi
che
negli
altri
,
anche
quando
non
ci
torna
comodo
,
significa
adoperare
strumenti
adatti
a
questo
fine
,
correggere
o
rettificare
le
proprie
opinioni
e
abbandonarle
,
sia
pure
con
sforzo
,
quando
la
verità
lo
richieda
.
Questo
atteggiamento
implica
,
non
già
la
certezza
di
un
possesso
infallibile
,
ma
il
dubbio
incessante
,
la
critica
,
uno
scetticismo
metodico
e
(
perché
no
?
)
anche
un
certo
cinismo
che
fa
dire
pane
al
pane
e
vino
al
vino
e
non
si
lascia
incantare
dalle
parole
solenni
e
dal
manto
di
porpora
degli
ideali
fittizi
.
Esso
consiste
nell
'
esercizio
della
ragione
e
delle
sue
tecniche
,
quali
si
sono
venute
costituendo
nei
vari
campi
del
sapere
,
sul
fondamento
della
loro
continua
revisione
e
correzione
.
Kant
giustamente
ritenne
il
fanatismo
,
sotto
questo
aspetto
,
«
la
trasgressione
dei
limiti
della
ragione
umana
»
:
cioè
il
non
tener
conto
dei
limiti
e
delle
imperfezioni
delle
nostre
capacità
d
'
indagine
e
di
accertamento
,
perciò
l
'
identificare
se
stessi
con
la
voce
della
verità
e
della
giustizia
e
ritenere
che
tutto
il
resto
dell
'
umanità
sia
dalla
parte
dell
'
errore
e
del
male
.
Certamente
,
per
questi
stessi
limiti
,
la
ragione
umana
è
una
debole
forza
:
gli
argomenti
di
cui
si
avvale
,
le
prove
che
adduce
,
le
conclusioni
che
raggiunge
,
sono
continuamente
soggette
alla
revisione
e
alla
critica
e
possono
essere
corrette
o
confutate
.
Ma
proprio
da
questa
debolezza
essa
ricava
la
sua
forza
.
La
critica
che
smonta
un
argomento
rafforza
il
potere
di
critica
,
la
prova
che
confuta
un
'
altra
prova
è
un
passo
in
avanti
rispetto
all
'
altra
;
una
conclusione
corretta
o
sostituita
con
un
'
altra
contiene
una
maggiore
garanzia
di
validità
.
Anche
se
,
per
un
'
ipotesi
inverosimile
,
tutto
ciò
che
la
ragione
umana
ha
conseguito
finora
si
rivelasse
privo
di
fondamento
,
questa
conquista
negativa
della
ragione
sarebbe
un
segno
della
sua
forza
,
perché
costituirebbe
la
premessa
di
un
'
opera
costruttiva
più
valida
.
Ma
una
«
verità
»
fanaticamente
accettata
non
può
subire
correzioni
ed
aggiunte
;
teme
le
critiche
e
persino
la
tepidezza
dell
'
entusiasmo
;
è
fragile
nei
confronti
dei
dubbi
e
cade
di
colpo
alla
prima
occasione
.
Cade
senza
lasciare
nulla
,
se
non
forse
un
atteggiamento
fanatico
,
provvisoriamente
disoccupato
o
alla
ricerca
di
nuovi
pretesti
.
Come
già
diceva
Locke
,
che
ci
dette
nella
quarta
edizione
del
Saggio
(
1700
)
la
prima
celebre
critica
del
fanatismo
,
questo
è
un
fuoco
fatuo
.
E
alla
prima
occasione
,
la
fusione
delle
masse
o
dei
gruppi
fanatici
,
l
'
entusiasmo
travolgente
che
era
parso
una
poderosa
forza
d
'
urto
,
si
scioglie
o
si
spegne
come
un
fuoco
fatuo
e
non
lascia
dietro
di
sé
che
il
caos
o
il
deserto
.
Non
si
può
far
conto
sui
fuochi
fatui
per
illuminare
il
difficile
cammino
dell
'
umanità
nel
mondo
:
occorre
che
l
'
umanità
cerchi
e
trovi
altri
mezzi
di
orientamento
e
che
questi
mezzi
possano
costantemente
essere
corretti
e
migliorati
.
La
convinzione
ben
radicata
dei
limiti
dell
'
uomo
e
la
disposizione
che
ne
deriva
all
'
ironia
,
alla
pietà
e
alla
solidarietà
umana
sono
,
come
già
avevano
visto
gli
analisti
del
'700
(
Shaftesbury
,
Voltaire
,
Kant
)
,
i
migliori
correttivi
del
fanatismo
e
alcuni
dei
costituenti
essenziali
della
nostra
civiltà
.
La
tentazione
del
fanatismo
si
presenta
ogni
qualvolta
si
tende
a
trasformare
gli
ideali
umani
anche
più
nobili
(
per
esempio
la
libertà
o
la
giustizia
)
in
fini
assoluti
ai
quali
la
comune
umanità
va
senz
'
altro
sacrificata
.
Cerchiamo
di
ricordare
che
tali
ideali
sono
invece
sempre
e
soltanto
strumenti
:
strumenti
che
l
'
uomo
ha
escogitato
,
e
che
può
e
deve
correggere
,
per
sopravvivere
come
uomo
e
vivere
in
pace
.