StampaQuotidiana ,
Si
parla
troppo
della
Resistenza
e
troppo
poco
dei
suoi
valori
.
Duole
di
sentirla
non
tanto
elogiare
,
quanto
considerare
inserita
in
un
pantheon
di
divinità
patrie
,
cui
il
cittadino
deve
bruciare
un
granello
d
'
incenso
,
da
chi
nutre
in
cuor
suo
avversione
per
quel
periodo
,
e
,
anche
se
non
ne
serbi
un
ricordo
perché
troppo
giovane
,
considera
assetto
ideale
il
fascismo
:
tutto
regolato
dall
'
alto
,
non
scioperi
,
non
agitazioni
,
pene
durissime
per
i
rari
ribelli
,
giornali
tutti
con
gli
stessi
accenti
,
un
buono
,
un
vero
,
un
bello
decretati
in
un
ministero
e
che
ciascuno
deve
accettare
.
Si
parla
troppo
della
Resistenza
e
poco
si
riflette
sui
suoi
valori
.
Nulla
a
stupire
.
In
ogni
religione
è
più
facile
genuflettersi
e
cantare
inni
che
chinarsi
al
giogo
delle
leggi
.
Ma
ammonirei
a
ricordare
ciò
che
la
storia
di
ogni
paese
insegna
:
quanto
sia
facile
seppellire
gl
'
ideali
innalzando
marmi
a
coloro
che
li
asseverarono
.
Quando
ero
bambino
vivevano
ancora
i
soldati
del
Risorgimento
,
quelli
che
avevano
lasciato
un
braccio
a
S
.
Martino
od
a
Custoza
.
Sotto
la
retorica
ufficiale
,
non
c
'
era
più
un
culto
per
loro
;
il
garibaldino
,
il
reduce
,
nella
narrativa
di
Pirandello
,
od
anche
nello
sfondo
di
quella
di
Rovetta
,
quando
non
è
un
profittatore
è
un
ingenuo
,
cui
si
guarda
con
compassione
.
Più
tardi
,
abbiamo
visto
portare
corone
a
Garibaldi
ed
a
Mazzini
degli
uomini
politici
e
sindaci
che
avevan
succhiato
col
latte
l
'
avversione
al
Risorgimento
,
che
detestavano
tutti
indistintamente
i
valori
asseverati
da
Garibaldi
e
da
Mazzini
.
"
A
egregie
cose
il
forte
animo
accendono
-
l
'
urne
de
'
forti
"
;
sì
,
ma
solo
il
forte
animo
,
e
di
chi
abbia
senso
storico
e
viva
in
una
tradizione
.
Ed
il
nostro
tempo
è
poco
incline
ad
inserirsi
in
tradizioni
,
ed
ama
guardare
all
'
avvenire
,
non
volgersi
al
passato
.
Garibaldi
,
negli
ultimi
anni
di
sua
vita
,
aveva
avvertito
questa
necessità
di
guardare
dinanzi
.
Nulla
aveva
mai
chiesto
per
i
suoi
,
ma
neppure
rievocava
benemerenze
passate
;
bensì
guardava
agli
sviluppi
di
un
socialismo
umanitario
,
ai
problemi
della
emigrazione
,
proponeva
leggi
per
la
bonifica
dell
'
Agro
romano
.
Bisogna
asseverare
i
valori
della
Resistenza
;
non
parlandone
in
blocco
,
come
di
cosa
nota
,
bensì
discernendoli
,
mettendoli
a
fuoco
,
proiettandoli
in
ciò
che
si
costruisce
,
in
quanto
si
vuole
realizzare
domani
.
Ricorderemo
allora
che
la
Resistenza
volle
essere
fenomeno
europeo
,
avviamento
ad
una
Europa
unita
nella
libertà
,
dove
ci
fossero
cordiali
rapporti
di
popoli
piuttosto
che
di
governi
.
Conforme
a
questo
ideale
l
'
Italia
,
dopo
aver
dovuto
accettare
col
trattato
di
pace
rinunce
penosissime
(
ho
sempre
in
mente
Capodistria
)
,
non
si
è
attardata
in
rimpianti
e
deplorazioni
.
Ma
era
pure
nello
spirito
della
Resistenza
parlare
agli
alleati
più
potenti
con
la
sincerità
che
l
'
amico
povero
,
se
vero
amico
,
usa
col
ricco
:
non
considerare
,
indifferentemente
,
Stati
liberi
e
Stati
autoritari
;
preoccuparsi
di
un
mondo
tedesco
che
pare
vada
avviandosi
a
cancellare
distinzioni
di
partiti
,
per
trovarsi
tutto
unito
nella
méta
di
riavere
le
vecchie
frontiere
.
La
Resistenza
fu
collaborazione
fra
partiti
diversi
;
accantonamento
di
dissensi
,
guardare
alle
méte
comuni
.
È
tradita
dove
i
contrasti
si
esasperano
senza
un
perché
,
dove
le
maggioranze
rifiutano
Storia
d
'
Italia
ogni
collaborazione
delle
minoranze
,
non
accettano
i
loro
voti
,
fanno
questione
di
prestigio
nel
respingere
ogni
loro
proposta
,
ogni
suggerimento
.
Fu
unione
di
credenti
e
di
atei
;
questi
ultimi
rispettosi
della
fede
dei
primi
,
pronti
a
riconoscere
l
'
opera
di
bene
,
il
gesto
coraggioso
del
sacerdote
o
della
suora
.
Sono
contro
il
suo
spirito
gli
ecclesiastici
che
vogliono
imporre
direttive
ai
partiti
,
come
ogni
resurrezione
di
vecchio
anticlericalismo
,
che
neghi
i
valori
religiosi
.
Fu
autogoverno
locale
;
e
ne
negano
lo
spirito
i
ministeri
che
mortificano
la
vita
locale
,
che
vorrebbero
reggere
in
perpetuo
i
comuni
con
commissari
,
se
non
sia
certa
la
vittoria
del
loro
partito
,
che
rifiutano
la
regione
.
(
Estranee
invece
a
quello
spirito
le
aspirazioni
di
autonomia
proprie
a
gruppi
di
funzionari
od
a
ceti
di
professionisti
,
cammino
a
ritroso
di
quello
che
portò
alla
formazione
dello
Stato
moderno
)
.
La
Resistenza
fu
sacrificio
e
rinuncia
;
il
suo
spirito
,
la
generosità
,
l
'
accettazione
conscia
della
povertà
in
omaggio
alla
solidarietà
.
Sarebbe
stato
consono
ad
esso
contenere
con
l
'
arma
fiscale
le
grandi
ricchezze
od
almeno
gli
alti
redditi
,
i
munifici
stipendi
;
adottare
e
magari
imporre
un
tenore
di
vita
semplice
,
di
cui
le
amministrazioni
pubbliche
dessero
l
'
esempio
con
la
modestia
degli
edifici
,
con
i
viaggi
dei
ministri
in
forma
dimessa
.
Ma
il
suo
spirito
avrebbe
voluto
che
pure
i
più
umili
volessero
servire
la
cosa
pubblica
,
che
impiegati
ed
operai
considerassero
l
'
azienda
pubblica
come
loro
,
non
già
quale
l
'
avversario
più
debole
cui
più
si
può
chiedere
;
che
accettassero
la
disciplina
,
sentissero
il
bene
della
collettività
più
forte
della
solidarietà
di
classe
,
fossero
i
primi
a
mostrarsi
inesorabili
contro
i
compagni
disonesti
ed
infingardi
.
Questa
era
la
premessa
alle
nazionalizzazioni
.
Si
tradisce
quello
spirito
quando
si
vuole
che
nel
pubblico
impiego
,
nella
stessa
magistratura
,
non
si
selezionino
i
più
capaci
,
si
dia
il
bando
ad
esami
e
concorsi
,
si
leghi
la
carriera
alla
anzianità
.
Lo
spirito
della
Resistenza
era
di
un
esercito
pronto
a
tutti
i
sacrifici
,
ma
espressione
di
una
nazione
pacifica
,
che
non
conoscesse
corpi
particolari
,
arditi
o
paracadutisti
,
cui
la
guerra
apparisse
bella
.
Di
una
magistratura
che
partisse
sempre
dalla
presunzione
dell
'
innocenza
ed
anche
della
dignità
del
cittadino
,
e
che
non
si
ponesse
come
regola
che
la
parola
del
cittadino
non
possa
mai
essere
creduta
contro
quella
di
chi
detiene
una
parte
qualsiasi
di
potere
.
Se
così
si
fissasse
lo
spirito
della
Resistenza
,
si
vedrebbe
quanti
realmente
lo
onorano
e
quanti
lo
aborrono
;
ed
anche
rispetto
al
comunismo
sarebbe
dato
fissare
in
quali
punti
sia
con
esso
incompatibile
.
Certo
si
assottiglierebbe
molto
il
numero
di
coloro
che
oggi
inneggiano
alla
Resistenza
.
Ma
son
certo
che
"
se
cosa
di
qua
in
ciel
si
cura
"
,
quanti
caddero
per
la
Resistenza
sarebbero
ben
lieti
di
vedere
dimenticati
i
loro
nomi
,
senza
un
fiore
le
loro
lapidi
,
pur
che
restassero
vivi
(
fosse
pure
coltivati
da
una
minoranza
)
quei
valori
per
cui
essi
s
'
immolarono
.