StampaQuotidiana ,
Alcuni
avvenimenti
della
storia
civile
,
come
la
battaglia
di
Lepanto
,
furono
considerati
così
lieti
per
la
cattolicità
da
indurre
il
Pontefice
del
tempo
ad
istituire
una
festa
religiosa
in
loro
ricordo
.
Mi
chiedo
se
verrà
,
un
giorno
,
un
Papa
libero
dal
peso
di
ciò
che
suoi
predecessori
sentirono
,
al
punto
di
rendere
festivo
il
giorno
di
S
.
Eustachio
:
il
20
settembre
.
Perché
a
distanza
di
quasi
un
secolo
tutti
scorgono
che
la
perdita
del
potere
temporale
fu
evento
sommamente
felice
per
la
S
.
Sede
.
Non
mi
pare
ci
sia
più
alcuna
cerchia
cattolica
che
lo
ponga
in
dubbio
.
Nel
discorso
tenuto
l
'
ottobre
scorso
all
'
Istituto
di
studi
romani
,
l
'
allora
cardinal
Montini
vedeva
un
disegno
della
Provvidenza
nelle
vicende
del
Papato
e
dell
'
Italia
negli
ultimi
cento
anni
,
e
riteneva
che
bene
Cavour
avesse
affermato
poter
essere
Roma
la
sola
capitale
d
'
Italia
.
Sarebbe
esagerato
l
'
attribuire
l
'
enorme
incremento
dell
'
autorità
,
del
prestigio
morale
ed
anche
politico
del
Papato
nel
mondo
,
soltanto
alla
perdita
del
potere
temporale
.
Le
cause
sono
molte
:
una
,
la
rinnovata
giovinezza
della
Chiesa
,
le
generazioni
di
sacerdoti
operosi
,
entusiasti
,
che
hanno
preso
il
posto
di
altre
,
dove
gli
elementi
torpidi
o
sfiduciati
o
rassegnati
abbondavano
;
altresì
,
il
declino
,
in
quello
ch
'
era
l
'
ambito
tradizionale
della
cattolicità
,
del
materialismo
,
della
fede
incondizionata
in
una
scienza
che
avrebbe
tutto
spiegato
,
non
lasciando
più
posto
alcuno
al
soprannaturale
;
altre
cause
ancora
.
Ma
,
pure
avverandosi
tutte
queste
,
il
potere
temporale
sarebbe
sempre
rimasto
la
palla
al
piede
per
il
Papato
;
qualsiasi
processo
politico
,
scandalo
finanziario
,
svalutazione
di
moneta
,
problema
sociale
insoluto
nello
Stato
Pontificio
(
e
come
esso
avrebbe
potuto
divenire
ad
un
tratto
l
'
eldorado
?
)
,
avrebbe
toccato
anche
il
prestigio
del
capo
della
cattolicità
.
Non
può
affermarsi
che
il
potere
temporale
fosse
sempre
stato
un
peso
morto
per
la
Chiesa
.
Se
anche
si
ricordi
il
sacco
di
Roma
e
,
oltre
cento
anni
dopo
,
le
prepotenze
dei
soldati
dell
'
ambasciatore
francese
De
Créqui
,
è
difficile
pensare
che
dal
Quattrocento
al
Settecento
i
pontefici
si
sarebbero
meglio
giovati
col
vivere
oggi
sui
domini
di
Carlo
V
,
domani
su
quelli
di
Francesco
I
,
oggi
avere
addosso
pesante
consigliere
Filippo
Il
,
domani
l
'
imperatore
Ferdinando
.
Né
in
quei
secoli
un
processo
politico
seguito
da
una
esecuzione
capitale
in
Roma
,
dava
scandalo
.
Pio
IX
,
guardando
ad
un
passato
remoto
,
non
aveva
torto
;
ma
non
si
rendeva
conto
di
quel
che
v
'
era
di
mutato
,
soprattutto
dei
compiti
nuovi
,
delle
nuove
possibilità
per
il
Papato
,
cui
il
potere
temporale
contrastava
.
Questo
per
la
Chiesa
.
A
distanza
di
quasi
cento
anni
è
dato
considerare
con
occhio
spassionato
anche
quel
che
il
20
settembre
rappresentò
per
l
'
Italia
.
Ciò
non
implica
alcun
giudizio
sugli
uomini
che
lo
vollero
.
La
mia
vena
moralistica
non
riesce
a
guardare
con
compiacimento
quell
'
estate
del
1870;
l
'
Italia
in
luglio
ha
dichiarato
alla
Francia
di
considerare
sempre
in
vita
la
Convenzione
di
settembre
,
cioè
l
'
impegno
di
non
attaccare
e
non
permettere
sia
attaccato
lo
Stato
pontificio
;
la
speranza
sempre
nutrita
di
una
insurrezione
dei
romani
non
si
è
verificata
neppure
alla
partenza
della
guarnigione
francese
;
e
tuttavia
è
il
20
settembre
.
Ma
la
monarchia
,
il
gabinetto
Lanza
,
erano
veramente
coartati
;
da
nove
anni
Roma
era
stata
proclamata
capitale
necessaria
d
'
Italia
;
e
la
sinistra
non
dava
requie
;
all
'
aspirazione
unitaria
s
'
erano
mescolati
l
'
anticlericalismo
,
lo
spirito
che
domina
Giambi
ed
epodi
di
Carducci
,
l
'
avversione
per
quello
che
si
riteneva
ormai
partito
conservatore
.
Gli
uomini
dello
stampo
di
Sclopis
che
la
sera
del
21
settembre
indicava
nel
suo
diario
la
presa
di
Roma
come
"
una
gran
bricconata
"
,
erano
dei
sorpassati
.
Poste
le
premesse
,
non
si
potevano
ormai
evitare
le
conseguenze
,
la
realizzazione
del
proposito
a
lungo
maturato
.
Ma
quando
si
considerano
gli
uomini
che
posero
le
premesse
,
si
trova
una
conferma
dell
'
umiltà
che
la
storia
ispira
;
anche
i
sommi
della
politica
non
riescono
a
prevedere
gli
sviluppi
.
Cavour
era
assillato
dai
ricordi
del
'48
,
la
rivalità
tra
le
città
italiane
,
in
specie
tra
Milano
e
Torino
,
ma
in
fatto
dopo
il
'61
né
Napoli
,
né
Milano
,
né
Firenze
pretesero
a
capitale
.
D
'
Azeglio
era
contrario
a
Roma
per
il
carattere
dei
romani
,
cui
preferiva
di
gran
lunga
torinesi
e
fiorentini
.
Nessuno
pensava
ai
pericoli
insiti
al
grande
nome
di
Roma
.
Le
bellissime
pagine
di
Chabod
su
L
'
idea
di
Roma
li
evocano
.
Per
settant
'
anni
si
restò
soggiogati
dal
monito
che
a
Roma
non
si
sta
senza
una
idea
universale
,
e
si
pensò
a
volta
a
volta
a
Roma
capitale
del
libero
pensiero
,
centro
mondiale
della
scienza
,
capitale
dell
'
impero
fascista
:
prima
di
rassegnarsi
alla
fatale
conseguenza
che
,
accanto
alla
sede
del
Papa
,
quella
del
capo
dello
Stato
italiano
resta
seconda
.
Non
cecità
di
uomini
,
ma
fallacia
di
ogni
previsione
;
chi
può
conoscere
il
sentire
,
lo
stato
d
'
animo
dei
nascituri
?
Quella
constatazione
che
a
Roma
c
'
era
un
seggio
che
restava
più
alto
del
Quirinale
riempì
d
'
amarezza
gl
'
italiani
di
due
o
tre
generazioni
,
lascia
oggi
indifferenti
la
maggioranza
.
Chissà
che
tra
qualche
generazione
non
abbia
ad
essere
segnalata
come
un
vanto
,
o
nel
senso
che
l
'
Italia
dev
'
essere
anzitutto
paese
cattolico
,
od
in
quello
di
una
reazione
ad
ogni
forma
di
orgoglio
nazionale
.
Pio
IX
non
aveva
compreso
che
l
'
abbandono
del
potere
temporale
apriva
alla
Chiesa
ben
più
vaste
possibilità
.
Penso
che
,
del
pari
,
i
suoi
successori
tra
le
due
guerre
mondiali
non
si
rendessero
conto
che
i
concordati
-
pur
avendo
costituito
in
periodo
non
remoto
,
in
un
mondo
ostile
ma
legalitario
,
una
garanzia
per
la
Chiesa
-
divenivano
un
inceppo
allorché
si
apriva
a
questa
una
prospettiva
di
vastissima
messe
tra
le
anime
;
che
la
religione
di
Stato
,
i
privilegi
,
il
braccio
secolare
,
l
'
invasione
di
quello
ch
'
era
per
l
'
innanzi
l
'
ambito
del
codice
,
potevan
dar
vita
a
diffidenze
e
ripugnanze
che
allontanassero
gl
'
incerti
.
Onde
la
speranza
che
-
al
riconoscimento
attuale
di
tutti
i
cattolici
,
la
perdita
di
quel
potere
essere
stata
evento
propizio
per
la
Chiesa
-
segua
un
giorno
il
convincimento
che
mai
la
Chiesa
sarà
tanto
amata
e
rispettata
,
vedrà
affluire
più
facilmente
a
sé
gli
uomini
,
come
quando
terrà
ben
separato
ciò
che
essa
deve
esigere
dai
credenti
da
quel
che
lo
Stato
può
imporre
ai
cittadini
;
quando
cioè
non
premerà
sul
legislatore
perché
la
legge
religiosa
(
così
quanto
v
'
è
di
peculiare
nella
concezione
cattolica
del
matrimonio
)
,
le
sanzioni
ch
'
essa
impone
ai
fedeli
,
trovino
accoglimento
nei
codici
.