StampaQuotidiana ,
La
pace
ha
un
passo
zoppo
e
congedato
.
Niente
fanfare
.
Era
abusivo
il
nome
di
guerra
,
per
questa
devastazione
condotta
dall
'
alto
in
basso
.
Né
vera
azione
di
polizia
,
com
'
era
necessario
,
né
vera
guerra
.
Un
temporale
in
cui
l
'
impotenza
e
l
'
onnipotenza
si
sono
date
la
mano
.
Dunque
si
potrà
chiamare
col
nome
di
pace
la
sua
conclusione
,
oggi
finalmente
annunciata
?
Le
guerre
hanno
smesso
da
tanto
di
essere
cavalleresche
,
tant
'
è
vero
che
a
morirne
sono
i
civili
.
Ma
finché
erano
guerre
ammettevano
anche
lo
scoppio
della
pace
.
Una
notizia
che
correva
da
uno
all
'
altro
,
soldati
che
risorgevano
dal
grembo
macabro
delle
trincee
buttando
via
il
moschetto
e
correndo
ad
abbracciarsi
,
folla
assiepata
ai
bordi
delle
strade
a
sventolare
fazzoletti
e
bandierine
,
balli
e
baci
regalati
dalle
belle
ragazze
.
Non
so
se
questa
volta
ci
sarà
un
momento
per
dichiarare
la
pace
,
e
farle
festa
.
Temo
di
no
.
Le
belle
ragazze
sono
ora
le
vittime
predilette
,
e
le
scampate
sono
le
più
riluttanti
a
tornare
.
Qualcuno
firmerà
fogli
in
televisione
:
spero
che
non
ci
sia
Milosevic
,
e
che
almeno
manchi
la
corrente
,
ai
televisori
dei
profughi
.
Guerre
e
paci
moderne
sono
travestite
e
ambigue
.
Non
fanno
festa
,
né
fraternizzazioni
.
La
pace
perde
anche
lei
la
sua
maiuscola
.
E
stenta
,
dubbia
,
amara
:
si
chiede
perché
la
pazzia
sia
appena
avvenuta
,
e
se
un
'
altra
pazzia
non
sia
in
agguato
.
Niente
balli
nelle
strade
:
tuttavia
è
la
pace
.
E
la
fine
degli
agguati
,
degli
stupri
,
delle
botte
,
delle
fughe
,
degli
sputi
.
Il
ritorno
dei
cacciati
.
Lo
sgombero
delle
macerie
.
Il
pellegrinaggio
alla
ricerca
degli
scomparsi
,
delle
fosse
.
I
cimiteri
ricomposti
.
Le
rovine
frugate
a
trovare
le
reliquie
del
mondo
di
prima
,
una
fotografia
,
un
cucchiaio
,
un
giocattolo
.
Qualcuno
ci
sarà
che
,
per
orrore
e
offesa
,
non
vorrà
più
tornare
.
Sarà
questo
,
la
pace
.
Lo
stupore
per
un
vicino
dell
'
altra
nazione
che
,
a
differenza
dagli
altri
,
non
va
via
,
e
l
'
incertezza
fra
l
'
odio
e
il
saluto
restituito
a
occhi
bassi
.
L
'
incontro
con
qualche
vecchio
animale
inselvatichito
e
scampato
alla
tempesta
,
una
gallina
,
una
gatta
restata
fedele
alla
rovina
.
L
'
abitudine
da
fare
a
blindati
e
jeep
e
persone
straniere
a
serbi
e
albanesi
,
arroganti
nella
carrozzeria
intatta
e
nelle
uniformi
stirate
e
nella
corsa
perpetua
,
come
se
stessero
precipitandosi
a
un
salvataggio
fatale
,
e
invece
girano
rapidi
e
a
vuoto
,
come
ogni
truppa
di
occupazione
,
anche
la
più
benvenuta
.
La
voglia
di
raccontare
ciascuno
la
propria
odissea
,
in
cambio
di
una
piccola
pazienza
per
ascoltare
il
racconto
degli
altri
.
La
coda
a
uno
sportello
di
fortuna
che
restituisca
una
carta
d
'
identità
.
La
pace
.
Non
il
tempo
nuovo
,
la
rinascita
,
il
fervore
:
semplicemente
,
la
fine
,
cauta
,
della
paura
e
dell
'
orrore
.
Non
è
poco
.
Vidi
l
'
arrivo
della
pace
a
Sarajevo
.
Non
arrivò
.
Niente
feste
.
Anzi
,
dopo
crebbero
di
colpo
i
suicidi
.
Però
era
finita
.
Finita
con
le
granate
,
coi
cecchini
,
con
le
deportazioni
,
con
le
taniche
d
'
acqua
trascinate
dai
vecchi
fino
all
'
ultimo
piano
,
con
le
candele
di
falsa
cera
,
col
freddo
.
Si
è
insieme
sollevati
,
e
più
offesi
,
quando
è
finita
.
Avranno
fatto
festa
,
ieri
,
a
Kukes
,
o
nei
boschi
intorno
a
Pec
,
o
a
Kragujevac
e
nella
Novi
Sad
vedova
di
ponti
?
Tutti
quegli
uomini
maschi
che
abbiamo
visto
piangere
senza
controllo
,
da
due
mesi
.
Forse
hanno
pianto
,
ancora
più
che
gli
altri
giorni
,
ma
in
un
modo
diverso
.
Solo
la
fine
,
speriamo
non
effimera
,
della
"
guerra
"
.
Non
è
poco
.
Cambieranno
cielo
e
terra
.
Il
cielo
era
stato
confiscato
da
una
migrazione
quotidiana
di
macchine
magnifiche
e
lontane
,
gloria
in
excelsis
:
apparecchi
da
castigo
,
con
gli
occhi
bendati
.
E
la
terra
.
E
pace
in
terra
.
La
guerra
ormai
è
affare
dei
cieli
,
la
terra
è
invasa
dagli
assalitori
razzisti
,
scavata
di
fosse
comuni
,
corsa
dai
fuggiaschi
.
La
pace
riguarda
la
terra
.
Dobbiamo
avere
a
cuore
le
creature
umane
,
uccise
,
violate
,
sofferenti
.
Bisognava
soccorrerle
,
in
Kosovo
,
e
bisogna
altrove
.
Il
loro
ritorno
protetto
non
risarcirà
la
tempesta
furibonda
dei
due
mesi
trascorsi
,
ma
almeno
non
l
'
avrà
resa
solo
un
'
inutile
esibizione
.
Un
popolo
destituito
,
spinto
a
coprirsi
sotto
un
telo
di
plastica
,
vergognandosi
di
sé
ai
nostri
occhi
di
spettatori
commossi
o
cinici
,
si
ricostruirà
un
tetto
rosso
di
tegole
:
i
suoi
bambini
si
riabitueranno
un
po
'
alla
volta
a
disegnare
case
col
fumo
che
esce
dal
comignolo
,
invece
che
dal
rogo
dei
ripulitori
.
l
'
inverno
non
li
farà
tremare
.
La
pace
è
fatta
per
gli
umani
,
e
poi
per
le
loro
case
:
è
domestica
.
Ma
è
fatta
anche
per
la
terra
.
Mi
piace
l
'
espressione
:
torneranno
alle
loro
case
-
benché
bruciate
e
profanate
.
Ma
non
vorrei
dire
:
alla
loro
terra
.
La
terra
merita
di
essere
di
tutti
-
no
,
neanche
:
anche
in
questo
c
'
è
un
'
usurpazione
.
La
terra
merita
di
essere
di
nessuno
.
Non
so
per
quale
inversione
di
senso
,
in
latino
si
diceva
res
nullius
,
cosa
di
nessuno
,
per
designare
ciò
che
fosse
a
disposizione
di
tutti
:
come
la
selvaggina
cacciabile
.
Il
punto
estremo
cui
sapevamo
arrivare
era
di
dichiarare
qualcosa
senza
padrone
-
in
modo
che
chiunque
di
noi
umani
ne
fosse
padrone
.
Con
la
stessa
formula
,
terra
di
nessuno
,
no
man
'
s
land
,
abbiamo
chiamato
quelle
strisce
disboscate
che
come
cicatrici
commemorano
le
nostre
guerre
e
separano
le
nostre
risse
:
luogo
scelto
dagli
innamorati
senza
etnia
e
senza
segnaletica
,
come
i
due
ragazzi
di
Sarajevo
che
vi
si
avviarono
mano
nella
mano
.
Terra
di
nessuno
,
dunque
libera
?
No
:
è
il
punto
in
cui
vi
sparano
addosso
da
tutti
i
lati
,
con
un
'
autorizzazione
universale
.
Come
sui
ponti
,
e
su
tutto
ciò
che
congiunge
e
traduce
e
traghetta
.
(
I
disgraziati
che
hanno
assassinato
d
'
Antona
non
hanno
trovato
di
meglio
,
per
spiegare
la
loro
impresa
,
che
definirlo
come
una
cerniera
fra
qualcosa
e
qualcos
'
altro
)
.
La
terra
non
dovrebbe
essere
di
nessuno
,
neanche
di
tutti
noi
,
se
non
reciprocamente
.
In
questi
due
mesi
sarebbe
sembrato
un
lusso
e
uno
scandalo
protestare
per
conto
della
terra
colpita
e
ferita
,
con
tanto
dolore
umano
:
tuttavia
bisogna
farlo
,
e
augurare
pace
alla
terra
.
Non
dico
degli
avvelenamenti
di
terre
e
acque
,
che
la
guerra
moderna
moltiplica
ma
la
pace
provoca
anche
lei
.
Dico
proprio
delle
ferite
alla
terra
:
della
semina
di
mine
,
dei
crateri
di
bombe
e
di
schegge
,
delle
sepolture
occultate
,
dei
campi
e
dei
boschi
distrutti
.
Fuori
dalle
città
,
a
sminare
la
Bosnia
provvedono
,
a
vanvera
,
animali
selvatici
sopravvissuti
o
capre
slegate
.
Gli
uomini
colpiscono
la
terra
e
la
rendono
sterile
e
inabitabile
.
Bestemmiano
.
E
anche
quando
hanno
una
ragione
migliore
dalla
propria
parte
,
non
sanno
trovare
un
modo
migliore
per
perseguirla
.
La
nostra
parte
,
che
aveva
dalla
sua
la
ragione
,
è
sembrata
accanirsi
a
colpire
la
terra
:
come
il
satrapo
persiano
che
,
per
superbia
,
ordinò
di
fustigare
il
mare
indocile
.
La
terra
è
docile
,
accogliente
,
materna
:
purché
non
la
recintiamo
di
filo
spinato
e
non
la
innaffiamo
di
sangue
.
Noi
ci
stiamo
disaffezionando
alla
terra
,
dopo
averla
tanto
maltrattata
e
imbruttita
.
La
bruciamo
,
le
togliamo
l
'
aria
.
Lo
facciamo
alla
leggera
,
in
tempo
e
luogo
di
pace
;
o
anche
con
furia
,
guerrescamente
,
con
mine
a
forma
di
farfalla
e
proiettili
all
'
uranio
impoverito
.
Guerra
è
la
storia
,
pace
è
la
terra
.
La
terra
del
Kosovo
è
ancora
antica
,
e
antichi
gli
odii
e
le
vendette
di
sangue
che
sembra
imporre
ai
suoi
abitatori
:
campo
dei
merli
,
campi
di
teschi
dissepolti
.
Lì
la
nostra
schiacciante
modernità
è
stata
convocata
,
e
ha
fatto
figura
un
po
'
di
cavaliere
un
po
'
di
maramaldo
.
Intanto
si
rifiniva
la
costruzione
della
piattaforma
spaziale
permanente
,
grande
come
uno
stadio
di
calcio
,
che
segnerà
una
tappa
essenziale
nel
nostro
trasloco
da
un
pianeta
esaurito
.
Piattaforme
orbitanti
,
gommoni
rattoppati
da
Valona
:
è
il
nostro
mondo
.
Uno
dei
bambini
che
hanno
già
visto
Prizren
e
Blace
e
Comiso
e
Narvik
forse
ora
potrà
completare
gli
studi
alla
Libera
università
di
Pristina
,
e
poi
si
imbarcherà
per
Marte
.
C
'
è
stato
,
di
nuovo
come
da
dieci
anni
,
l
'
orrore
di
una
"
pulizia
etnica
"
in
Europa
:
sembrava
impensabile
.
C
'
è
stato
,
finalmente
,
l
'
impiego
di
una
forza
internazionale
a
difesa
delle
vittime
e
del
diritto
.
un
'
azione
di
polizia
internazionale
.
Dopo
la
prima
sera
,
il
nostro
capo
del
governo
pensava
che
potesse
bastare
.
Non
aveva
capito
,
né
lui
,
né
noi
,
né
i
generali
della
Nato
.
è
continuato
,
per
suo
conto
,
per
inerzia
.
Poteva
davvero
venirne
una
guerra
mondiale
,
forse
un
impiego
dell
'
atomica
.
In
fondo
,
di
tutte
le
grandi
conquiste
dell
'
Uomo
,
l
'
atomica
è
l
'
unica
che
,
usata
una
volta
-
a
Hiroshima
e
Nagasaki
-
è
stata
tenuta
in
magazzino
.
A
noi
piace
usare
le
nostre
scoperte
.
Ora
lo
faremo
con
la
genetica
:
a
giocare
con
le
atomiche
resteranno
i
poveracci
rifatti
,
l
'
India
e
il
Pakistan
.
Poteva
andare
malissimo
.
Invece
,
pare
,
è
arrivata
la
pace
.
Messaggeri
un
uomo
d
'
affari
russo
,
un
po
'
tozzo
,
che
dice
"
il
diavolo
si
annida
nei
dettagli
"
,
e
i
cronisti
pensano
che
sia
un
'
idea
sua
,
e
un
uomo
di
stato
finlandese
,
vistosamente
zoppicante
.
Va
bene
così
.
Era
ora
che
quel
bel
paese
del
nord
si
riscattasse
dall
'
immeritata
categoria
che
gli
era
stata
cucita
addosso
:
finlandizzazione
.
Magari
ci
finlandizzassimo
:
e
invece
ci
balcanizziamo
.
Quanto
al
passo
zoppo
,
sia
benedetto
,
dopo
tanto
gorgheggiare
pro
e
contro
l
'
intervento
di
terra
:
è
così
,
con
quel
passo
zoppo
e
congedato
,
che
arriva
la
pace
.