StampaQuotidiana ,
Manoscritto
in
una
bottiglia
lo
sapevamo
:
anzi
,
dopo
il
celebre
racconto
di
Poe
,
è
tra
le
immagini
che
piacciono
alla
critica
letteraria
:
ma
il
libro
in
una
bottiglia
nessuno
l
'
aveva
mai
inteso
,
prima
di
questo
Natale
.
Ora
eccolo
,
un
libro
da
tenere
sugli
scaffali
non
della
biblioteca
ma
del
bar
:
I
cocktails
di
Luigi
Veronelli
,
lire
diecimila
.
Potrà
sembrare
la
più
frivola
fra
le
strenne
,
e
invece
è
un
'
opera
scientifica
che
è
costata
all
'
autore
fatiche
,
ripensamenti
,
riassaggiamenti
,
per
mettere
insieme
un
colossale
fastello
di
schede
,
pronte
alla
fine
di
aprile
.
Da
maggio
a
ottobre
ci
hanno
lavorato
,
con
la
pazienza
certosina
dei
bibliografi
,
tre
grafici
e
due
redattori
,
ed
a
capo
dell
'
équipe
c
'
era
Giampaolo
Dossena
,
giovane
studioso
cremonese
che
notoriamente
beve
soltanto
vini
-
e
talvolta
grappe
-
piemontesi
.
Carta
speciale
,
due
indici
analitici
(
generale
e
per
«
basi
»
)
,
risguardi
orientativi
,
a
mo
'
d
'
illustrazione
autentiche
etichette
di
liquori
,
che
vanno
attaccate
al
foglio
una
per
una
,
con
quattro
goccioline
di
colla
ai
vertici
.
Divertente
,
dirà
chi
lo
acquista
,
ignorando
l
'
immane
opus
d
'
un
manipolo
di
specialisti
.
Per
chi
la
compra
,
dunque
,
la
strenna
libraria
ha
sapore
di
festa
,
di
caldarroste
,
vischio
e
panettone
;
a
chi
la
confeziona
,
ma
specialmente
a
chi
la
scrive
,
rievoca
invece
il
solleone
,
la
città
che
comincia
a
vuotarsi
,
la
sospirata
imminenza
delle
valigie
fatte
per
andarsene
in
campagna
.
Alle
strenne
di
quest
'
anno
,
personalmente
ho
contribuito
con
un
racconto
per
ragazzi
,
che
,
insieme
ad
altri
undici
,
forma
una
antologia
intitolata
Cuore
1963
.
La
consegnai
all
'
editore
il
12
di
giugno
,
e
con
il
compenso
mi
ci
pagai
la
casa
alla
Polveriera
,
in
Versilia
.
Lo
scorso
anno
non
feci
strenne
.
Nel
'61
invece
collaborai
a
un
almanacco
letterario
:
siccome
m
'
era
toccato
il
calendario
dei
fatti
,
non
ricordo
come
riuscii
ad
arrivare
sino
al
mese
di
ottobre
,
con
la
mia
cronachetta
,
e
senza
sballare
un
solo
turno
in
tipografia
.
Nel
'60
invece
tradussi
di
gran
furia
un
grosso
volume
bene
illustrato
su
Roma
antica
e
moderna
,
di
autore
anglo
-
indiano
.
Ci
misi
una
settimana
,
consegnai
il
malloppo
,
incassai
il
compenso
e
senza
nemmeno
tornare
a
casa
presi
il
treno
per
Sarzana
,
dato
che
l
'
editore
,
a
quei
tempi
,
aveva
la
sede
vicino
alla
stazione
centrale
.
Nel
'58
non
andai
in
vacanza
,
passai
il
mese
d
'
agosto
in
canottiera
,
porte
e
finestre
aperte
per
dare
l
'
illusione
d
'
un
po
'
di
brezza
,
a
tradurre
un
'
altra
strenna
,
che
era
poi
un
volumone
antologico
sulla
vita
dei
cowboys
,
scritto
in
buona
parte
da
allevatori
e
vaccai
autentici
.
Nel
'57
me
la
vidi
con
le
memorie
di
un
soldato
al
Messico
,
e
fu
una
brutta
strenna
:
appena
l
'
ebbi
finita
,
mi
consegnarono
la
lettera
di
licenziamento
.
Così
feci
Natale
senza
nemmeno
i
fichi
secchi
.