StampaQuotidiana ,
La
prima
di
cui
si
abbia
notizia
è
la
donna
lombarda
dela
celebre
canzone
,
quella
che
attossica
il
marito
col
velen
del
serpen
.
Moglie
,
dobbiamo
intendere
,
e
non
donna
,
perché
fu
coeva
,
forse
,
dire
Totila
,
e
in
ogni
caso
,
secondo
la
prima
redazione
di
quel
canto
«
domina
longobarda
»
.
Ma
queste
sono
cose
successe
tanto
tempo
fa
,
come
diceva
il
parroco
di
Travale
,
e
lasciamo
perdere
anche
Lucia
Mondella
in
Tramaglino
e
la
bella
pigotta
,
per
venire
alle
più
ordinarie
e
contemporanee
.
Il
catalogo
è
vasto
:
c
'
era
la
moglie
,
anzi
la
sposa
bambina
di
Alfonso
Gatto
,
e
c
'
è
la
moglie
di
Giorgio
Soavi
,
che
notoriamente
dorme
,
mentre
lui
persegue
nelle
sue
fughe
letterarie
la
ragazza
-
cane
e
la
ragazza
-
da
-
corsa
.
E
per
la
verità
ci
sono
anche
mogli
da
corsa
,
per
esempio
quella
di
Giorgio
De
Gaspari
,
che
va
in
giro
vestita
come
Malabrocca
,
e
con
la
macchina
da
autocross
.
Poi
c
'
è
tutt
'
altra
categoria
-
la
moglie
di
Vigevano
:
l
'
ha
sposata
il
pittore
siciliano
Edoardo
Franceschini
.
Costei
legge
Proust
e
soffre
di
liftofobia
,
cioè
d
'
una
irrazionale
paura
degli
ascensori
,
e
perciò
è
capace
di
fare
otto
piani
di
scale
.
Viene
quindi
la
categoria
delle
mogli
-
record
(
intendi
«
disco
»
)
;
quella
a
quarantacinque
giri
,
legittimamente
coniugata
con
Vittorio
Metz
,
e
quella
prebellica
,
normale
,
tranquillante
e
protettiva
,
insomma
a
settantotto
giri
.
È
il
caso
della
moglie
di
Marcello
Marchesi
,
che
sta
a
sentire
indulgente
il
marito
(
a
trentatré
giri
)
quando
attacca
la
filza
delle
ultime
trovate
:
brodo
scaccia
brodo
,
Oreste
Del
Buono
c
'
è
ma
è
sempre
quello
,
nella
libreria
del
finanziere
non
manchi
il
dizionario
delle
buone
maniere
,
la
cioccolata
è
una
cosa
seria
,
mangiare
è
un
diritto
,
digerire
un
dovere
,
ho
fatto
battezzare
il
gatto
,
è
peccato
?
Ci
sono
le
mogli
portatili
,
come
quella
del
play
-
boy
sanremese
Mario
Acquarone
,
le
mogli
alte
e
le
mogli
basse
,
le
mogli
retroattive
e
le
mogli
ipotetiche
,
le
mogli
calde
,
le
fredde
e
le
scozzesi
,
che
fan
venire
il
raffreddore
se
prese
con
poca
cautela
.
Ci
sono
infine
le
mogli
incomunicabili
.
La
più
perfetta
l
'
ho
vista
sabato
scorso
non
in
un
film
di
Antonioni
,
ma
in
un
bar
di
piazzale
Baracca
.
Sopra
i
sessanta
,
modesta
nel
vestire
ma
ben
ravversata
,
alla
moda
dei
suoi
tempi
.
Sedeva
tacita
e
immobile
accanto
a
lui
,
settantenne
,
ovvio
pensionato
,
coi
calzoni
lisi
ma
stirati
bene
e
uno
spillo
alla
cravatta
.
Immobile
e
tacito
anche
lui
.
Hanno
aperto
bocca
soltanto
alle
ordinazioni
:
lei
un
tè
,
lui
un
caffè
.
Hanno
bevuto
,
appena
i
gesti
indispensabili
,
poi
di
nuovo
silenzio
e
rigore
.
Poi
,
finalmente
,
il
colloquio
,
due
battute
.
Lei
:
«
Il
tè
non
fa
male
,
il
caffè
sì
»
.
Lui
:
«
Mavadaviaipè
»
.