StampaQuotidiana ,
Se
capita
a
Milano
,
Alberto
Sordi
,
di
professione
comico
,
alloggia
con
il
segretario
in
un
Grand
Hôtel
del
centro
.
Esattamente
come
ventidue
anni
fa
quando
diceva
agli
amici
:
«
Scrivetemi
al
Continentale
»
.
Difatti
ci
stava
tutto
il
santo
giorno
,
con
addosso
un
fracchettino
,
attento
agli
ordini
dei
clienti
,
nella
sala
degli
ascensori
.
Il
pronipote
di
Antonio
Cecchi
,
esploratore
africano
,
impiegato
come
lift
.
Ma
fu
una
breve
esperienza
.
«
A
questo
ragazzo
gli
manca
la
coscienza
della
classe
alberghiera
»
diceva
il
capo
-
lift
.
«
Facevo
quel
lavoro
per
non
morire
di
fame
in
attesa
di
diventare
un
attore
»
spiega
Sordi
.
Si
deve
dire
che
c
'
è
riuscito
.
Ai
tempi
della
compagnia
Riccioli
-
Primavera
egli
era
un
fauno
debitamente
cornuto
e
semicoperto
da
una
pelle
di
daino
.
Immobile
su
un
piedestallo
fra
ninfe
danzanti
;
con
Oliver
Hardy
e
con
Mario
Pio
fu
una
voce
,
abbastanza
celebre
,
ma
solo
una
voce
;
nel
primo
dopoguerra
un
caratterista
di
quelli
che
oggi
ci
sono
e
domani
nessuno
se
li
ricorda
;
con
Za
Bum
un
presentatore
di
successo
ma
sempre
un
presentatore
.
Oggi
è
l
'
attore
di
cinema
più
popolare
e
perciò
il
più
richiesto
e
il
meglio
pagato
.
Come
a
dire
un
uomo
arrivato
.
In
una
stagione
ha
interpretato
nove
film
,
la
sua
media
annuale
non
scende
mai
sotto
i
cinque
.
«
Applico
la
teoria
dei
molti
»
dice
.
«
Fai
molti
film
,
così
impedisci
agli
altri
di
farne
.
»
I
:
attore
mi
ha
raggiunto
in
una
saletta
dell
'
Hôtel
(
Grand
,
si
capisce
)
in
cui
alloggia
e
risponde
alle
mie
domande
con
amichevole
cortesia
.
«
Mica
male
la
teoria
dei
molti
»
dico
io
.
«
Ma
senta
,
una
vena
di
crudeltà
è
indispensabile
al
suo
umorismo
?
»
«
Che
vuol
farci
»
risponde
.
«
Io
una
vecchietta
non
la
posso
accarezzare
.
Con
lo
strazio
nel
cuore
,
mi
creda
,
devo
strapparle
un
orecchio
.
Se
no
di
che
ride
la
gente
?
»
Alberto
Sordi
si
guarda
le
mani
,
compiaciuto
,
come
se
ci
avesse
versato
sopra
quel
suo
cinismo
professionale
all
'
acqua
di
rose
,
che
subito
svapora
.
Lui
sa
bene
che
l
'
orecchio
della
vecchietta
sarà
sempre
finto
:
e
dorme
sonni
tranquilli
,
non
ha
rimorsi
.
Si
gira
sul
sofà
,
rotea
i
suoi
occhi
tondi
.
«
Sa
che
diceva
Flaiano
l
'
altra
sera
?
Che
l
'
umorismo
è
finito
,
che
c
'
è
poco
da
ridere
ai
nostri
giorni
.
Ma
che
vuole
!
Che
resti
disoccupato
?
E
poi
,
mi
dica
lei
,
senza
umorismo
come
li
diffondiamo
i
messaggi
importanti
?
»
Placido
,
le
guance
tonde
,
i
capelli
morbidi
e
scuri
,
il
devoto
segretario
pronto
a
ogni
ordine
,
i
clienti
del
Grand
Hôtel
che
lo
osservano
e
sorridono
,
egli
non
sembra
eccessivamente
preoccupato
per
le
sorti
dell
'
umorismo
.
E
quando
parla
di
messaggi
importanti
fa
un
vocione
così
profondo
e
occhioni
così
allusivi
che
io
devo
sorridere
.
Lui
,
impudicamente
,
se
ne
compiace
.
Per
l
'
ennesima
volta
il
meccanismo
segreto
ha
funzionato
a
dovere
.
Una
inflessione
di
voce
,
un
gesto
,
un
'
espressione
degli
occhi
ed
io
,
che
in
questo
momento
sono
il
suo
pubblico
,
ho
reagito
come
dovevo
:
sorridendo
.
A
quarant
'
anni
Alberto
Sordi
sta
sulla
cresta
dell
'
onda
con
l
'
aria
di
chi
vuol
rimanerci
per
un
pezzo
e
con
bella
serenità
.
Egli
è
così
ricco
di
talento
che
può
dilapidarlo
in
molti
film
mediocri
.
Gliene
resta
sempre
abbastanza
per
essere
il
più
notevole
dei
nostri
attori
cinematografici
.
«
Stia
a
sentire
,
Sordi
,
se
ora
le
dico
che
lei
è
il
migliore
attore
italiano
come
si
comporta
?
Subisce
la
tentazione
della
falsa
modestia
o
ci
sta
?
»
«
Be
'
,
vorresti
che
fossi
proprio
io
a
obbiettare
?
Che
vuoi
che
faccia
?
Sorrido
,
scuoto
un
po
'
il
capo
,
ringrazio
e
dico
che
ci
sto
.
Del
resto
non
c
'
è
poi
quella
dovizia
di
buoni
attori
che
sembra
.
Anche
essere
il
primo
,
capisci
...
»
E
ci
fa
su
una
delle
sue
risate
ingenuo
-
sarcastiche
,
da
uomo
che
non
dimentica
la
gioia
di
ridere
anche
se
ride
di
se
stesso
.
Parliamo
dei
suoi
personaggi
.
Gli
chiedo
come
li
crei
.
Osservando
gli
altri
o
guardandosi
dentro
?
Bozzettismo
o
autobiografia
?
«
Ho
recitato
»
dice
lui
«
le
parti
del
ladro
,
del
magnaccia
,
del
magliaro
,
del
bulletto
e
roba
del
genere
.
Posso
dire
che
io
sono
quei
personaggi
?
Non
potrei
,
ora
che
tengo
una
buona
posizione
,
ma
mica
posso
rinnegarmi
.
Certo
c
'
è
una
parte
di
me
stesso
dentro
di
loro
.
Quanta
non
saprei
dirlo
,
è
una
cosa
difficile
.
»
La
nostra
sarà
una
conversazione
breve
:
il
segretario
sta
sfogliando
il
taccuino
degli
appuntamenti
,
un
commendatore
molto
importante
aspetta
l
'
attore
a
pranzo
.
E
chi
potrebbe
in
pochi
minuti
trovare
la
chiave
di
quel
misterioso
puzzle
che
è
la
creazione
di
un
personaggio
?
Tanti
pezzi
separati
,
di
origine
diversa
,
che
l
'
attore
riesce
a
mettere
insieme
quando
si
ode
il
ronzio
della
macchina
da
presa
.
Sordi
,
certamente
,
è
un
osservatore
acutissimo
del
ridicolo
altrui
.
È
poi
un
preparatore
esigente
del
suo
lavoro
visto
che
riscrive
o
arricchisce
quasi
tutte
le
scene
e
i
dialoghi
che
gli
preparano
.
«
Se
un
attore
drammatico
fa
cilecca
»
spiega
,
«
la
gente
lo
perdona
subito
,
dice
che
il
poverino
è
stato
sacrificato
in
una
parte
sbagliata
.
Ma
se
io
non
riesco
a
far
ridere
è
finita
,
mi
pigliano
a
pernacchi
»
.
E
insiste
a
raccontarmi
che
il
suo
è
un
«
umorismo
di
situazioni
»
che
fa
ridere
per
ciò
che
accade
più
che
per
ciò
che
si
dice
.
Sarà
,
ma
io
che
lo
osservo
sarei
tentato
di
pensare
che
il
suo
è
un
umorismo
prevalentemente
istintivo
,
una
qualità
infusa
in
ogni
parte
del
suo
ben
nutrito
corpo
.
Come
se
le
guance
,
gli
orecchi
,
le
mani
,
il
petto
e
persino
le
natiche
sapessero
reagire
umoristicamente
per
conto
loro
,
recitando
ciascuna
la
sua
parte
.
Sordi
,
è
naturale
,
preferisce
l
'
aspetto
ideologico
del
suo
umorismo
,
dice
e
ripete
che
non
si
fa
l
'
attore
comico
improvvisando
.
Ma
deve
pur
saperlo
che
al
solo
apparire
sullo
schermo
del
suo
faccione
infingardo
una
gaia
eccitazione
percorre
la
platea
:
e
se
non
c
'
è
subito
la
risata
c
'
è
sempre
l
'
aspettativa
di
una
risata
.
Non
esiste
spettatore
tanto
opaco
,
voglio
dire
,
che
non
reagisca
in
qualche
modo
alla
sua
presenza
.
Chi
possiede
questo
dono
comunicativo
può
anche
sprecarlo
se
non
lo
sorregge
con
una
intelligenza
duttile
e
una
preparazione
seria
.
Ma
non
è
il
caso
di
Alberto
Sordi
,
il
più
implacabile
custode
di
se
stesso
che
si
conosca
.
Tanto
da
perdere
ogni
gusto
dell
'
ironia
quando
parla
del
suo
successo
,
di
come
lo
volle
e
lo
ottenne
,
risultato
categoricamente
inevitabile
e
necessario
.
Ci
fu
un
tempo
,
da
ragazzo
,
che
passava
le
mattine
in
casa
esercitandosi
nella
danza
resa
famosa
da
Fred
Astaire
.
Si
affacciava
nella
stanza
sua
madre
e
diceva
con
una
voce
gentile
,
ma
un
po
'
ironica
:
«
Ma
Alberto
,
perché
pesti
tanto
con
i
piedi
,
che
cosa
è
questo
rumore
?
»
.
Serissimo
Alberto
rispondeva
:
«
Per
tua
regola
,
mamma
,
queste
sono
le
claquettes
»
.
Serio
,
come
allora
,
dice
a
me
che
lo
interrogo
sulla
sua
fortuna
:
«
Le
assicuro
che
non
è
stata
una
vincita
al
lotto
.
La
mia
fortuna
è
fondata
su
basi
vere
.
Prevista
,
ottenuta
,
durevole
»
.
Non
lo
contraddico
anche
se
ho
il
sospetto
che
un
pochino
esageri
.
Era
proprio
così
sicuro
di
sé
quella
notte
autunnale
del
'39
in
cui
si
ritrovò
piangente
in
un
camerino
del
teatro
Pace
di
Milano
?
Lui
e
il
suo
partner
Gaspare
Sponticchia
,
decrepito
danzatore
di
claquettes
.
Umiliati
più
che
dai
fischi
,
dal
cupo
silenzio
di
un
pubblico
che
pure
era
di
bocca
buona
.
Lo
era
quando
girava
per
Roma
come
agente
assicuratore
dell
'
Alleanza
,
a
percentuali
invisibili
e
senza
stipendio
fisso
?
Chi
ha
successo
,
è
noto
,
ama
proiettarlo
anche
nel
suo
passato
e
in
quella
che
fu
una
lotta
confusa
e
molto
spesso
casuale
riesce
a
vedere
disegni
fermi
e
precisi
.
Per
Alberto
Sordi
sono
ormai
lontani
i
tempi
di
Laura
Nucci
,
del
balletto
Lorys
,
della
pensione
milanese
a
Porta
Garibaldi
dove
una
padrona
ladra
pagava
il
suo
silenzio
con
magrissimi
pasti
.
Triste
acqua
passata
.
Adesso
Alberto
ha
la
casa
«
più
importante
di
Roma
»
,
sul
monte
Ora
,
di
fronte
alle
terme
di
Caracalla
.
Con
la
piscina
e
con
il
teatrino
.
Splendida
.
E
a
completare
il
trionfo
il
patriziato
romano
gli
è
largo
di
inviti
e
di
simpatia
.
«
Perché
frequenta
l
'
alta
società
?
Divertimento
,
curiosità
,
gusto
di
rivincita
?
»
«
Che
le
devo
dire
»
fa
lui
,
«
a
me
questa
gente
che
ha
un
bel
nome
e
una
bella
ricchezza
non
mi
dispiace
.
Chi
la
critica
in
genere
non
la
conosce
.
Ce
ne
sono
di
spiritosi
e
di
intelligenti
,
mi
creda
.
Forse
un
pochino
a
corto
di
fantasia
,
ma
a
questo
mondo
,
si
sa
,
tutto
non
si
può
avere
»
.
Mi
dà
un
colpetto
gentile
su
una
spalla
.
«
E
poi
»
dice
,
«
un
po
'
di
sangue
nobile
ce
l
'
abbiamo
tutti
,
non
è
vero
?
E
mica
ci
fa
schifo
se
ce
lo
riconoscono
.
Te
lo
immagini
un
impiegatuccio
o
un
operaio
a
cui
arriva
una
patente
di
nobiltà
che
esce
sul
balcone
strappandosi
i
capelli
e
gridando
:
mannaggia
mi
hanno
fatto
conte
,
li
possino
,
proprio
a
me
doveva
capitare
»
.
Si
agita
,
è
sul
punto
di
saltar
giù
dal
sofà
,
se
non
fossimo
nel
salone
di
un
Grand
Hôtel
tradurrebbe
subito
in
gesti
e
parole
l
'
intuizione
comica
che
gli
è
venuta
.
E
aggiungerebbe
altri
personaggi
,
altri
episodi
perché
il
suo
umorismo
è
una
reazione
a
catena
difficile
da
controllare
.
«
Dicono
che
qualche
volta
strafaccio
.
È
vero
,
me
ne
accorgo
anche
io
quando
vedo
il
film
.
Ma
ormai
il
film
è
una
cosa
che
non
mi
appartiene
più
,
devo
già
pensare
al
nuovo
che
sto
girando
.
»
Accenno
a
uno
dei
luoghi
comuni
delle
sue
biografie
:
l
'
avarizia
.
«
In
casa
mia
»
dice
,
«
ho
messo
delle
cose
stupende
,
preziosissime
.
Alle
mie
sorelle
e
a
chi
mi
sta
a
cuore
non
manca
nulla
.
Io
spendo
molto
,
ma
nel
modo
che
preferisco
.
Se
essere
avaro
significa
avere
un
certo
rispetto
del
denaro
e
un
'
idiosincrasia
per
le
spese
inutili
e
cretine
io
sono
un
avaro
.
La
verità
è
che
questa
storia
è
stata
messa
in
giro
da
certi
ambienti
che
conosco
bene
.
Non
gli
va
giù
che
io
eviti
via
Veneto
e
certa
gente
di
via
Veneto
.
Alla
malora
'
sti
,
come
li
chiamano
,
rivoltati
.
Li
possino
»
.
«
Se
un
attore
badasse
ai
propri
interessi
dovrebbe
andar
cauto
su
certi
temi
»
.
«
Sì
,
d
'
accordo
,
so
bene
che
sono
loro
,
gli
invertiti
,
che
comandano
nel
nostro
ambiente
.
Ma
io
dico
che
non
se
ne
può
più
.
E
glielo
dico
in
faccia
.
Se
gli
vado
con
le
mie
idee
bene
,
se
no
vadano
loro
a
quel
paese
»
.
«
Pensa
qualche
volta
alla
vecchiaia
?
Immagina
come
sarà
,
uomo
ed
attore
,
a
sessant
'
anni
?
»
Un
attimo
di
riflessione
,
poi
risponde
:
«
Io
evito
con
cura
le
persone
in
disfacimento
.
Ho
il
terrore
della
vecchiaia
che
corrompe
il
corpo
e
l
'
intelligenza
.
Mi
piacciono
le
persone
anziane
vivaci
e
benportanti
.
Spero
che
lo
sarò
.
Non
ho
timori
per
la
mia
professione
.
Non
sarò
io
a
perdere
il
passo
con
i
tempi
.
E
poi
mi
sono
conservato
bene
,
non
le
pare
?
A
quarant
'
anni
sono
ancora
signorino
.
La
mia
regola
è
:
vita
attiva
e
buon
umore
.
Ma
qui
a
Milano
come
si
fa
?
Mamma
mia
guarda
fuori
,
scuro
che
sembra
notte
,
quasi
quasi
me
ne
torno
in
camera
a
dormire
»
.
«
Molte
grazie
,
Sordi
»
.
«
Se
vuol
vedermi
al
lavoro
»
dice
lui
,
«
domattina
"
giro
"
in
uno
scalo
ferroviario
,
si
faccia
dire
dove
dal
mio
segretario
»
.
Lo
scalo
è
quello
di
San
Rocco
dove
c
'
è
una
stazione
per
le
locomotive
.
Ci
vado
,
l
'
indomani
.
Piove
nella
nebbia
,
l
'
edificio
è
di
un
giallo
sbiadito
,
fra
il
Cimitero
Monumentale
e
lo
scalo
Farini
.
Intorno
baracche
,
rotaie
,
orticelli
tisici
,
fango
,
operai
come
ombre
e
tutti
gli
altri
panni
sporchi
del
neorealismo
.
Speriamo
che
sia
almeno
un
film
morale
.
Il
titolo
è
Crimen
ma
ci
recita
Alberto
Sordi
,
quello
che
fa
ridere
.
Anche
lui
ha
i
suoi
messaggi
da
diffondere
.
Magari
più
insidiosi
e
corrosivi
di
tanti
altri
che
spaventano
la
censura
.
Comunque
il
censore
potrà
sempre
dire
:
«
Mica
faceva
sul
serio
.
Era
tutta
roba
da
ridere
»
.