StampaQuotidiana ,
Sono
le
tre
e
mezzo
.
Il
cielo
di
maggio
,
sul
gomito
lucente
di
via
Veneto
,
accenna
vagamente
a
schiarire
.
Cinque
macchine
,
due
delle
quali
americane
,
stanno
allineate
davanti
al
Giardino
d
'
Europa
,
dove
concludono
la
notte
i
frequentatori
abituali
dei
night
-
clubs
situati
nei
paraggi
:
Jicky
Club
,
Pipistrello
,
Club
84
,
Kit
Kat
.
Sprofondata
nei
cuscini
di
cuoio
marrone
di
una
Dodge
decappottabile
,
una
ragazza
bionda
,
dalla
bocca
larghissima
,
tempestata
di
lentiggini
grosse
come
coriandoli
,
un
fazzoletto
di
crespo
nero
stretto
attorno
al
collo
,
singhiozza
dolcemente
.
Accanto
a
lei
,
scamiciato
,
un
giovanotto
bruno
,
dalle
braccia
pelose
,
fuma
con
aria
di
estrema
noia
.
I
suoi
occhi
nerissimi
,
lucenti
come
scarafaggi
,
scappano
,
ogni
tanto
,
verso
due
bellissime
negre
sedute
al
fresco
.
Nell
'
interno
del
locale
,
dove
si
possono
acquistare
orchidee
,
tuberose
e
garofani
da
offrire
alle
signore
,
altri
negri
,
giovanotti
e
ragazze
,
ascoltano
i
dischi
di
una
macchina
a
gettoni
.
Sono
serissimi
,
quasi
estatici
.
Soltanto
le
spalle
,
con
sussulti
lievi
come
brividi
,
accompagnano
il
ritmo
della
musica
.
Nella
sala
interna
,
abbandonati
su
sofà
verdi
,
sotto
dipinti
pretenziosi
e
insignificanti
,
alcuni
giovani
intellettuali
,
prevalentemente
di
sinistra
,
mangiucchiano
polpette
e
patate
fritte
,
ragionando
di
letteratura
e
di
teatro
.
Si
esprimono
nel
gergo
,
ormai
vuoto
e
stantio
,
ch
'
ebbe
fortuna
venticinque
anni
fa
:
quando
Giuseppe
Bottai
,
per
distinguersi
da
Ricci
e
da
Starace
,
covava
le
uova
culturali
di
un
vago
antifascismo
.
«
Appoggiarsi
al
contenuto
,
esclusivamente
come
tale
»
,
predica
un
trentenne
dal
ciuffo
aggressivo
,
«
è
un
ricatto
.
Il
contenuto
,
ridotto
all
'
informazione
,
ristretto
alle
esperienze
di
un
'
umanità
troppo
compiaciuta
della
propria
condizione
,
è
la
negazione
della
poesia
.
La
poesia
non
può
limitarsi
al
contenuto
.
La
poesia
è
l
'
alone
del
contenuto
.
Siamo
matti
!
Leggete
le
poesie
di
Penna
,
per
favore
.
Che
,
Penna
è
contenuto
?
Penna
è
l
'
alone
del
suo
contenuto
umano
,
ragazzi
!
»
.
«
E
Saba
?
»
,
azzarda
timidamente
un
tipo
macilento
,
d
'
età
indefinibile
,
il
cui
viso
è
divorato
per
metà
dagli
occhiali
scuri
.
Il
predicatore
dal
ciuffo
ribelle
resta
un
momento
perplesso
.
Butta
giù
un
sorso
di
birra
,
poi
,
solennemente
,
dice
:
«
Saba
,
in
un
certo
senso
,
è
il
contenuto
dell
'
alone
.
Non
so
se
mi
spiego
...
»
.
Fuori
è
già
chiaro
.
Le
due
negre
,
immobili
,
con
le
lunghe
gambe
accavallate
,
guardano
il
cielo
.
Nella
Dodge
decappottabile
,
la
ragazza
lentigginosa
continua
a
singhiozzare
nel
dormiveglia
.
Il
giovanotto
bruno
,
al
suo
fianco
,
dorme
profondamente
,
con
la
bocca
socchiusa
.
Basta
uno
sguardo
,
per
capire
con
che
sforzi
cerchi
di
somigliare
a
Maurizio
Arena
,
bello
cinematografico
di
moda
.
Due
ore
fa
,
prima
che
sul
palcoscenico
dei
«
quartieri
alti
»
restassero
soltanto
le
squallide
comparse
e
le
controfigure
anonime
,
il
vero
Maurizio
Arena
,
l
'
ex
-
muratore
Di
Lorenzo
,
era
con
me
,
nell
'
angolo
più
nascosto
del
Club
84
,
a
cento
metri
da
via
Veneto
.
Guardavamo
in
silenzio
le
coppie
che
a
malapena
riuscivano
a
muoversi
sulla
pista
da
ballo
gremita
.
L
'
orchestra
di
Armandino
Zingone
,
chitarrista
napoletano
,
trentaquattrenne
,
padre
di
otto
figli
,
modulava
un
ritmo
lento
.
Nell
'
angolo
opposto
al
nostro
,
attorno
a
due
tavoli
ravvicinati
,
stavano
,
già
ammutoliti
per
la
stanchezza
,
i
più
assidui
frequentatori
del
locale
:
Vittorio
Caprioli
,
Franca
Valeri
,
Beppino
Patroni
-
Griffi
,
Nora
Ricci
.
Ugo
Tognazzi
stava
pilotando
in
pista
un
'
americana
altissima
e
rigida
.
S
'
intravedeva
,
al
di
là
di
un
pilastro
,
il
ciuffo
nervoso
di
Walter
Chiari
.
Erano
le
due
e
un
quarto
:
l
'
ora
in
cui
un
lento
sipario
di
noia
comincia
a
calare
,
ogni
notte
,
sulla
mondanità
romana
.
Un
viso
massiccio
,
occhialuto
,
ombreggiato
da
una
barba
leggera
,
si
affacciò
all
'
ingresso
del
locale
.
I
denti
di
Arena
scricchiolarono
.
Vidi
il
profilo
del
giovane
attore
tendersi
,
quasi
assottigliarsi
in
una
crisi
d
'
improvviso
furore
.
Poi
,
a
fior
di
labbra
,
più
parlando
a
se
stesso
che
a
me
,
il
giovanotto
prese
a
sfogarsi
:
«
Eccolo
,
puntuale
»
,
disse
.
«
Mica
,
dopotutto
,
è
colpa
sua
,
poveraccio
.
E
nemmeno
è
colpa
nostra
,
se
anche
lui
è
finito
qui
.
Una
volta
era
il
re
d
'
Egitto
in
esilio
,
sua
maestà
Faruk
.
Ormai
è
Faruk
.
Anzi
,
Farucche
.
Qualcuno
lo
chiama
perfino
Faruccone
.
Anche
Orson
Welles
,
quella
volta
che
scese
a
Ciampino
,
era
un
fenomeno
.
Era
quello
che
aveva
fatto
impazzire
Nuova
York
annunciando
per
radio
l
'
arrivo
dei
marziani
.
Un
pezzo
grosso
!
Dopo
una
settimana
,
lo
chiamavano
già
Orson
.
Poi
diventò
Orso
.
Il
primo
a
gridargli
:
'
Orsaccio
,
viè
qua
!
'
fu
il
guardiano
di
un
posteggio
,
a
piazza
di
Spagna
.
A
Roma
,
non
resiste
nemmeno
l
'
aria
!
Le
persone
si
sciolgono
come
gelati
.
Meglio
essere
nessuno
.
Eccolo
là
,
come
tutte
le
notti
,
all
'
ora
sua
!
Era
il
re
d
'
Egitto
.
Se
ne
sta
dimenticando
pure
lui
»
.
Il
faccione
di
Faruk
sparì
dalla
cornice
della
porta
.
Arena
tacque
di
colpo
.
I
suoi
pugni
solidi
,
da
popolano
,
restarono
,
minacciosi
,
sul
tavolo
.
L
'
orchestra
di
Armandino
attaccò
a
richiesta
Tu
che
ti
senti
divina
:
la
canzone
che
l
'
estate
prossima
,
in
Versilia
,
farà
forse
dimenticare
La
più
bella
del
mondo
.
Ugo
Tognazzi
tornò
in
pista
,
sospingendo
l
'
americana
dritta
impalata
.
Ci
arrivava
,
dalla
penombra
,
la
voce
di
Walter
Chiari
,
in
vena
di
raccontare
storielle
.
Franca
Valeri
si
era
addormentata
sulla
spalla
di
Caprioli
,
il
quale
,
a
sua
volta
,
si
era
assopito
sulla
spalla
di
Patroni
-
Griffi
.
Maurizio
Arena
si
alzò
,
soffiò
l
'
aria
dalle
narici
,
violentemente
,
come
fanno
i
pugili
,
mi
guardò
con
intensità
infantile
,
poi
disse
:
«
Lo
sai
che
faccio
,
una
mattina
?
Esco
di
qua
,
prendo
il
treno
e
vengo
a
Milano
a
fare
il
muratore
»
.
Le
notti
primaverili
romane
,
fra
il
Tritone
e
Porta
Pinciana
,
si
assomigliano
tutte
.
Cominciano
,
fra
le
dieci
e
le
undici
,
da
Rosati
allo
Strega
,
al
Café
de
Paris
,
da
Doney
,
con
le
conversazioni
degli
intellettuali
;
finiscono
nella
tristezza
delle
mondane
sorprese
dalla
luce
del
sole
,
timorose
della
polizia
,
tormentate
dalle
scarpe
strette
,
piene
di
segreti
rimorsi
.
Notti
che
per
una
settimana
interessano
,
ma
in
capo
a
quindici
giorni
non
hanno
più
segreti
.
I
protagonisti
del
carosello
notturno
,
fra
i
cinque
o
sei
locali
più
frequentati
,
sono
sempre
i
medesimi
.
Le
compagnie
si
riformano
puntualmente
ogni
sera
e
riprendono
i
discorsi
interrotti
la
sera
avanti
.
Nel
cuore
di
una
metropoli
che
al
prossimo
censimento
conterà
due
milioni
tondi
di
abitanti
,
se
non
qualcosa
di
più
,
alcune
migliaia
di
persone
vivono
come
nel
quartiere
europeo
di
una
città
coloniale
.
Nessun
legame
concreto
esiste
fra
i
«
quartieri
alti
»
e
le
borgate
periferiche
.
Via
Veneto
,
luccicante
di
automobili
mostruose
,
al
tramonto
,
è
più
vicina
a
Nuova
York
che
alla
Garbatella
,
a
Londra
che
al
Quarticciolo
.
Roma
,
piccola
e
familiare
di
notte
,
diventa
,
appena
fa
giorno
,
un
'
enorme
piovra
di
cemento
.
La
mancanza
di
ciminiere
e
di
grandi
fabbriche
la
rende
inconsistente
come
un
miraggio
.