StampaQuotidiana ,
Scagliare
frecce
contro
i
vari
festival
di
canzoni
che
ogni
anno
vengono
organizzati
in
Italia
,
un
po
'
dappertutto
,
da
Sanremo
a
Velletri
,
da
Venezia
a
La
Spezia
,
è
diventato
facile
tirassegno
.
A
parte
la
natura
polemica
di
tutti
i
concorsi
,
nei
quali
giocano
gusti
contrastanti
,
simpatie
ed
interessi
,
la
canzone
è
materia
talmente
popolare
da
suscitare
passioni
quasi
sportive
.
Si
«
tifa
»
per
Edera
o
per
il
Blu
dipinto
di
blu
come
si
è
«
milanisti
»
o
«
interisti
»
.
Nulla
di
straordinario
,
perciò
,
che
attorno
a
un
festival
s
'
intreccino
pareri
discordi
,
condanne
ed
entusiasmi
,
consensi
e
dissensi
.
Segni
di
vitalità
.
Una
cosa
,
però
,
non
è
stata
ancora
detta
abbastanza
e
con
sufficiente
chiarezza
:
che
,
cioè
,
í
diversi
festival
,
così
come
oggi
sono
fatti
,
pur
ammettendo
le
esigenze
spettacolari
,
vieppiù
accentuate
dalla
Tv
,
sono
festival
di
cantanti
,
di
orchestre
,
perfino
di
scenografi
e
di
registi
,
assai
più
che
di
canzoni
.
Giacché
la
canzone
,
destinata
alla
strada
,
deve
essere
giudicata
per
i
suoi
valori
essenziali
,
per
la
sua
vena
,
per
quella
grazia
popolare
che
deve
sopravvivere
,
tanto
o
poco
,
anche
nelle
voci
più
stonate
.
Presentare
le
canzoni
attraverso
«
arrangiamenti
»
più
o
meno
scaltri
,
con
orchestre
addirittura
sinfoniche
,
cantanti
più
o
meno
abili
,
simpatici
,
avvenenti
,
dalla
voce
più
o
meno
suggestiva
,
significa
snaturare
,
gradualmente
,
il
significato
di
una
rassegna
e
di
un
concorso
.
Partiti
dalla
canzone
,
si
arriva
al
«
ritmo
»
,
al
ballabile
fine
a
se
stesso
;
si
dimentica
che
la
canzone
è
fatta
anche
di
«
parole
»
;
che
è
fatta
per
essere
...
cantata
,
prima
che
adattata
,
ballata
o
,
magari
,
sceneggiata
.
Altrimenti
,
chiama
e
rispondi
.
Come
se
in
un
concorso
di
bellezza
si
,
giudicasse
in
base
alle
toilettes
.
Se
questo
vale
per
tutti
i
festival
in
genere
,
figuriamoci
per
quello
della
canzone
napoletana
:
canzone
,
più
di
ogni
altra
,
nata
dal
popolo
,
fra
la
povertà
delle
cose
e
le
ricchezze
del
cuore
.
Nobile
e
nuda
:
contessa
scalza
delle
canzoni
.
Invece
l
'
altra
sera
,
assistendo
alla
teletrasmissione
del
6°
Festival
napoletano
,
dove
hanno
fatto
irruzione
perfino
i
ritmi
del
Texas
e
del
Tennessee
,
dove
due
orchestre
gareggiavano
in
esibizionismi
tecnici
,
variazioni
,
ibridazioni
,
raucedini
di
tromba
alla
Armstrong
e
«
satinati
»
alla
francese
,
ho
capito
che
Napoli
,
stancatasi
di
Lauro
,
comincia
a
essere
stanca
anche
del
suo
folclore
.
Purtroppo
o
finalmente
?