StampaQuotidiana ,
ERBA
,
5
.
-
A
Pavia
,
Fortini
disse
:
«
Io
non
sono
un
autista
,
io
sono
un
guerriero
,
uno
strano
soldato
,
vengo
dall
'
Oriente
e
non
monto
destrier
...
»
.
Scese
di
macchina
abbassando
sugli
occhi
la
visiera
del
berretto
.
Eravamo
in
pieno
solleone
,
pensai
che
il
caldo
gli
avesse
dato
alla
testa
.
Anche
Regi
si
era
messo
a
protestare
:
«
Io
sono
un
Regisole
»
.
Il
nostro
omnibus
era
improvvisamente
diventato
una
gabbia
da
matti
.
«
Alla
terza
che
mi
fate
-
gridai
-
vi
licenzio
e
ve
ne
andate
»
.
Per
fortuna
intervenne
Gavroche
a
portare
i
suoi
buoni
consigli
.
«
Sei
o
non
sei
un
soldato
di
Mao
?
-
chiese
a
Fortini
.
-
Ebbene
,
in
Lomellina
avrai
tutto
il
riso
che
vuoi
ed
un
vero
e
proprio
esercito
di
compagni
.
Perché
vuoi
interrompere
la
tua
grande
marcia
?
E
tu
bauscia
-
disse
poi
rivolto
a
Regi
-
troverai
a
pochi
chilometri
da
Sannazzaro
tutto
un
paese
che
si
chiama
Scaldasole
,
è
la
tua
vera
patria
»
.
Persuasi
,
i
due
carovanieri
sembrarono
tornare
in
senno
.
Così
riprendemmo
il
viaggio
e
,
in
vista
di
Cava
Manara
,
il
sereno
era
tornato
a
illuminare
la
nostra
famiglia
.
Ai
muri
delle
case
dei
piccoli
paesi
che
attraversammo
,
già
ci
annunciavano
i
manifesti
e
,
richiamati
dalla
nostra
tromba
,
si
affacciavano
alle
porte
amici
e
compagni
,
donne
e
bambini
.
La
più
grande
festa
che
la
Lombardia
avrebbe
tributato
a
"
l
'
Unità
"
era
già
nell
'
aria
del
sabato
sera
:
i
contadini
che
ancora
si
attardavano
nei
campi
,
con
le
mani
ci
indicavano
la
via
,
come
a
dirci
che
presto
ci
avrebbero
seguiti
.
Sannazzaro
,
che
non
è
più
dei
Burgundi
,
ma
del
popolo
,
spuntava
all
'
orizzonte
,
eravamo
presto
tra
le
sue
case
e
la
stella
rossa
dalla
torre
del
Comune
scopriva
come
un
faro
il
porto
della
piazza
punteggiata
di
lampadine
,
pavesata
di
bandiere
ed
animata
come
una
piccola
città
di
festa
,
messa
su
in
poche
ore
da
tutti
i
compagni
che
c
'
erano
intorno
.
Si
alzavano
pali
e
macchine
per
i
fuochi
d
'
artificio
:
il
palco
per
il
comizio
era
un
pittoresco
balconcino
dal
quale
si
affacciavano
i
ragazzi
a
parlare
per
burla
agli
amici
di
sotto
,
oratori
in
erba
di
una
cittadina
che
interviene
sempre
unanime
nelle
decisioni
per
la
democrazia
e
per
la
libertà
e
che
forma
nella
lotta
gli
uomini
migliori
del
suo
governo
.
Bastava
vedere
in
faccia
le
donne
che
ci
venivano
incontro
applaudendoci
e
fermandoci
,
le
famiglie
che
abbandonavano
la
cena
per
stringerci
la
mano
:
si
vedeva
un
popolo
liberato
da
ogni
soggezione
e
rinfrancato
dal
sentimento
della
vita
comune
,
dall
'
amicizia
e
dalla
solidarietà
.
Gavroche
diceva
:
«
Vorrei
sollevare
con
le
mie
mani
tanti
paesi
come
questo
e
portarli
dovunque
,
sulle
montagne
,
sui
laghi
,
sul
mare
,
sui
fiumi
,
sulle
pianure
,
là
dove
comandano
i
preti
e
gli
uomini
sono
come
intimoriti
di
parlare
,
di
farsi
vedere
,
di
essere
sinceri
con
se
stessi
e
con
gli
altri
»
.
Mai
Gavroche
aveva
parlato
con
questa
passione
:
Fortini
ne
era
commosso
sino
alle
lacrime
.
Andavamo
a
trovare
,
nella
dolce
sera
,
i
compagni
e
gli
amici
dei
paesi
vicini
,
quelli
di
Ferrera
,
quelli
di
Scaldasole
,
e
nella
stessa
Sannazzaro
ci
fermavamo
,
di
piazzetta
in
piazzetta
,
di
via
in
via
,
a
chiamare
tutti
alla
festa
.
Dietro
la
nostra
macchina
era
,
ormai
,
un
corteo
di
popolo
,
di
famiglie
:
dovevamo
farci
largo
a
suon
di
trombetta
.
Tutti
volevano
toccar
con
mano
"
l
'
Unità
"
,
appuntarle
sul
petto
una
coccarda
rossa
,
metterle
un
fiore
tra
i
capelli
.
Una
ragazza
e
la
mamma
di
un
caduto
partigiano
hanno
portato
sul
palco
cesti
di
garofani
e
di
gladioli
rossi
.
Non
dimenticherò
mai
l
'
emozione
con
cui
questa
compagna
,
già
anziana
e
vestita
a
lutto
,
è
salita
sul
palco
vincendo
la
sua
età
ed
il
suo
peso
arrampicandosi
ferocemente
.
Somigliava
a
mia
madre
,
a
tutte
le
donne
che
sorridono
solo
quando
hanno
compiuto
una
fatica
e
restano
impacciate
di
per
se
stesse
a
mostrarsi
.
Poi
due
bambinetti
hanno
cantato
Sotto
il
sole
di
Lombardia
ed
il
compagno
prof.
Piovano
,
della
Federazione
di
Pavia
,
ha
presentato
la
carovana
.
Chiaramondia
e
Maggi
e
tutti
gli
altri
amici
di
cui
non
ricordo
il
nome
erano
contenti
:
la
festa
che
essi
avevano
preparato
con
tanto
amore
era
un
trionfo
.
Dai
paesi
a
dalle
città
vicine
,
da
Mortara
,
da
Voghera
,
da
Garlasco
,
da
Pavia
,
persino
da
Alessandria
e
da
Casale
,
erano
venuti
compagni
con
le
famiglie
,
con
i
bambini
,
come
le
nonnette
,
alle
quali
i
più
giovani
cedevano
la
propria
sedia
in
quel
buio
punteggiato
di
silenzio
.
La
luna
si
era
ritirata
sotto
gli
alberi
per
non
disturbare
la
proiezione
dei
due
documentari
,
che
quasi
tutti
avevano
visto
,
ma
che
volevano
rivedere
se
non
altro
per
salutare
Togliatti
,
e
per
riascoltare
la
sua
voce
.
Franco
Papetti
,
il
compagno
di
Ferrera
,
aspettava
di
distinguere
in
quella
folla
assiepata
sullo
schermo
,
la
propria
pelata
,
e
Piera
Volpi
e
Teresina
Tartara
,
sedute
in
due
su
una
sola
sedia
,
ridevano
come
bambine
.
I
fuochi
sono
saliti
nel
cielo
:
le
girandole
bellissime
all
'
improvviso
scoprivano
sino
alle
ultime
file
una
folla
di
migliaia
e
migliaia
di
persone
,
abbagliandola
di
rosso
,
di
verde
e
di
giallo
ed
aprendola
alla
meraviglia
sotto
una
pioggia
d
'
oro
e
d
'
argento
:
la
testata
de
"
l
'
Unità
"
bruciava
in
tutti
i
colori
dell
'
iride
e
rimaneva
sino
all
'
ultimo
sospesa
sulla
notte
piena
di
canti
e
di
gioia
.
Col
ricordo
di
questa
grande
sera
,
abbiamo
poi
chiuso
a
Erba
il
"
Giro
di
Lombardia
"
.
C
'
era
la
"
Proletaria
"
,
una
piccola
banda
composta
di
dieci
musicanti
che
abitavano
ognuno
in
un
paese
diverso
,
c
'
erano
cantanti
improvvisati
e
tenori
di
grido
che
si
affacciavano
dai
dischi
a
rialzare
le
sorti
del
melodramma
,
c
'
era
la
compagna
Antonietta
,
tutta
sale
e
pepe
quanto
a
prontezza
e
intelligenza
.
E
la
cara
Barcellona
era
venuta
da
Milano
a
dividere
con
noi
la
fatica
e
l
'
onore
della
festa
.
Un
buon
comizio
,
un
ottimo
spettacolo
all
'
aperto
frequentato
da
amici
,
da
avversari
e
da
nemici
:
una
battaglia
vinta
in
una
città
difficile
.
Non
potevamo
chiedere
congedo
migliore
alla
generosa
terra
lombarda
.
Una
grande
fotografia
offerta
dal
compagno
Piero
Riva
alla
sezione
di
Erba
e
conservata
da
suo
padre
durante
tutto
il
fascismo
,
mostra
l
'
Arena
di
Milano
gremita
di
muratori
che
avevano
resistito
,
nel
1910
,
per
nove
giorni
,
ad
un
loro
sciopero
di
categoria
.
Questa
immagine
nitida
di
lotta
,
dopo
quarant
'
anni
,
era
viva
più
che
mai
.
Dai
padri
ai
figli
,
ai
nipoti
,
la
grande
marcia
continua
.