StampaQuotidiana ,
Da
Gerusalemme
divisa
,
5
gennaio
-
Se
è
vero
che
le
forme
verbali
dell
'
aramaico
non
consentono
una
netta
distinzione
tra
passato
,
presente
e
futuro
,
e
lascio
la
responsabilità
dell
'
affermazione
a
Raymond
Aron
,
si
può
comprendere
che
il
continuum
di
un
eterno
presente
abbia
finito
per
imporre
una
certa
iconoclastia
ai
Paesi
di
lingue
semitiche
.
Da
un
lato
concreto
,
la
vita
quotidiana
,
dall
'
altro
ciò
che
non
si
può
né
vedere
né
rappresentare
.
Così
il
Dio
non
effigiato
doveva
prendere
,
presso
gli
ebrei
,
anche
gli
attributi
meno
nobili
dell
'
uomo
:
la
collera
,
la
violenza
.
Mancando
ai
monoteisti
il
conforto
che
ebbero
i
greci
di
popolare
la
Terra
di
divinità
terrene
o
di
subdivinità
in
incognito
,
molto
lento
dovette
essere
il
processo
che
vide
nascere
la
carità
,
in
sostituzione
dell
'
antica
pietas
,
accessibile
solo
a
pochi
privilegiati
.
E
fu
la
rivoluzione
cristiana
,
da
duemila
anni
la
sola
rivoluzione
che
,
anche
incompiuta
come
è
,
dica
ancora
qualcosa
al
cuore
dell
'
uomo
.
Questi
,
ed
altri
meno
peregrini
,
erano
i
sentimenti
che
mi
ispirava
la
strada
quasi
deserta
che
porta
da
Amman
a
Gerusalemme
.
Nella
città
di
Amman
ho
visto
solo
i
quartieri
dei
rifugiati
,
che
formano
una
sorta
di
lebbrosario
edilizio
.
Più
in
là
,
alle
baracche
e
alle
casupole
succedono
tende
di
forma
semiovoidale
,
attaccate
al
suolo
come
sanguisughe
.
Apparvero
poi
due
cammelli
,
uno
sciacallo
con
gli
occhi
accesi
dalle
prime
luci
del
tramonto
e
una
o
due
squadre
dei
mirabili
cavalleggeri
arabi
del
re
Ussein
.
Il
suolo
rossastro
e
ondulato
,
non
ci
si
accorgeva
di
scendere
gradatamente
dai
quasi
mille
metri
dell
'
altipiano
verso
i
quattrocentoquaranta
piedi
sotto
il
livello
del
mare
del
plumbeo
Mar
Morto
.
Sulle
rive
del
quale
sorge
un
Dead
Sea
Hotel
che
offriva
camere
libere
ma
non
riscaldate
.
E
il
freddo
in
terra
era
intenso
,
le
poche
erbe
erano
già
strinate
dal
gelo
.
Una
larva
di
calore
ci
offriva
,
invece
,
a
Gerusalemme
,
un
alberguccio
sul
Monte
degli
Ulivi
.
Ma
in
questi
giorni
un
solo
alloggio
non
bastava
ai
giornalisti
,
perché
la
città
è
divisa
in
due
parti
,
una
giordana
e
una
israeliana
,
e
chi
voleva
vedere
qualcosa
doveva
far
la
spola
dall
'
una
all
'
altra
,
dopo
essersi
imbottite
le
tasche
di
ogni
genere
di
documenti
,
tessere
e
salvacondotti
.
Per
la
prima
volta
in
vita
mia
,
ho
avuto
così
due
alloggi
,
uno
dei
quali
lussuoso
,
a
forse
un
chilometro
di
distanza
.
Che
cosa
pensavano
i
giordani
dell
'
imminente
arrivo
di
Paolo
VI
?
Secondo
re
Ussein
,
il
Papa
potrà
rendersi
conto
delle
condizioni
di
vita
di
un
milione
di
rifugiati
,
ma
non
bisogna
attribuirgli
compiti
di
mediatore
tra
due
Paesi
ancora
su
un
piede
di
guerra
,
seppure
in
regime
di
armistizio
.
Che
cosa
pensano
gli
arabi
del
nostro
coraggioso
Pontefice
?
Lo
abbiamo
chiesto
ad
un
arabo
ed
egli
ci
ha
interrogato
a
sua
volta
:
sa
camminare
sull
'
acqua
il
Papa
?
E
alla
nostra
risposta
se
ne
è
andato
,
deluso
.
Ciò
non
toglie
che
in
questo
Paese
l
'
interesse
per
l
'
inopinato
gesto
di
Paolo
VI
sia
stato
altissimo
.
Mentre
sto
scrivendo
,
levo
gli
occhi
e
guardo
la
mareggiata
umana
che
accoglie
il
Papa
alla
porta
di
Damasco
.
Neppure
il
forte
sbarramento
della
polizia
e
dell
'
esercito
giordano
ha
potuto
impedire
che
,
durante
l
'
ascensione
della
Via
Dolorosa
,
il
Pontefice
dovesse
procedere
tra
una
vera
calca
di
popolo
.
Eppure
la
Via
Crucis
,
quando
l
'
avevo
percorsa
io
,
non
era
che
un
vicolo
in
salita
,
a
zigzag
,
sul
quale
si
aprono
friggitorie
e
piccole
botteghe
.
Era
una
sera
di
luna
,
non
si
vedeva
anima
viva
.
In
un
seminterrato
un
uomo
impastava
coi
piedi
nudi
una
melma
di
olio
di
sesamo
e
il
tanfo
dilagava
intorno
.
La
vera
Via
Crucis
correva
sotto
l
'
attuale
strada
,
pochi
metri
al
di
sotto
;
qualche
traccia
ne
resta
ancora
ed
a
ogni
stazione
c
'
è
un
'
apertura
che
permette
di
scorgerla
.
La
chiesa
del
Santo
Sepolcro
sorge
su
quella
che
doveva
essere
poco
più
di
una
gibbosità
o
verruca
del
suolo
.
È
là
che
Paolo
VI
ha
celebrato
,
nello
storico
4
gennaio
1964
,
la
prima
Messa
di
un
Papa
in
Terrasanta
.
Se
è
lecito
attribuire
pensieri
nostri
a
così
alto
visitatore
,
si
può
credere
che
egli
abbia
invidiato
quei
pellegrini
che
vengono
qui
senza
clamore
di
pubblicità
e
senza
apparire
su
alcuno
schermo
.
Teoricamente
,
la
possibilità
esisteva
,
poiché
né
Giordania
né
Israele
posseggono
la
televisione
:
í
giordani
troppo
poveri
per
pagarsi
questo
lusso
,
gli
israeliani
convinti
che
la
televisione
distragga
dal
lavoro
e
corrompa
i
costumi
.
Ma
la
macchina
diabolica
poteva
essere
importata
per
pochi
giorni
,
e
nessun
uomo
di
prestigio
e
tanto
meno
il
capo
della
ecumene
cattolica
potrebbe
sognarsi
oggi
di
viaggiare
clandestinamente
.
A
Getsemani
poi
,
l
'
ultima
tappa
importante
di
questa
prima
spossante
fatica
del
Papa
,
è
quasi
impensabile
la
folla
.
L
'
orto
ha
ancora
la
ingenuità
dei
quadri
dei
primitivi
,
la
luce
sgronda
dagli
alberi
,
un
uccellino
ammaestrato
dai
francescani
viene
a
posarsi
sulla
vostra
spalla
;
e
nemmeno
il
cuore
più
indurito
può
trattenere
la
commozione
vedendo
la
più
che
bimillenaria
lastra
di
pietra
sulla
quale
il
Salvatore
,
per
lunga
ed
ininterrotta
tradizione
,
si
adagiò
e
pianse
.
Mi
accorgo
di
aver
saltato
a
piè
pari
la
tappa
intermedia
toccata
in
breve
tempo
dal
Papa
:
Betania
,
dove
si
vedono
i
resti
della
casa
di
Lazzaro
,
pure
custodita
dai
francescani
.
Qui
la
chiesa
è
quasi
addossata
a
una
moschea
e
il
suono
dell
'
organo
e
il
canto
rauco
del
muezzin
si
fondono
in
un
unico
stupefacente
concerto
.
Nazaret
,
il
più
famoso
dei
luoghi
santi
,
si
trova
,
invece
,
in
Israele
.
Mentre
continuo
a
scrivere
(
è
l
'
alba
del
5
gennaio
)
il
Papa
vi
giungerà
dalla
frontiera
giordana
di
Jenin
e
a
Megiddo
sarà
incontrato
dal
presidente
della
Repubblica
israeliana
,
pressappoco
lungo
quella
spaccatura
dove
Debora
sconfisse
Sela
(
Giudici
,
5
,
19
)
.
Anche
a
Nazaret
bisogna
scendere
sotto
terra
per
vedere
le
grotte
dove
vissero
a
lungo
Maria
e
Gesù
e
dove
Giuseppe
lavorò
come
falegname
.
Purtroppo
la
chiesa
che
sovrasta
le
grotte
raffredderebbe
la
fede
più
ardente
e
il
paesaggio
circostante
,
assai
deturpato
,
non
giustifica
più
la
sua
reputazione
.
Il
lago
di
Tiberiade
,
il
colle
delle
Beatitudini
,
il
Monte
Tabor
sono
altre
tappe
di
quella
che
qualche
giornale
definisce
the
Pope
'
s
cavalcade
.
Il
lago
resta
ed
è
probabilmente
eguale
a
quello
che
fu
visto
da
Gesù
:
non
vi
sono
che
poche
abitazioni
.
L
'
altro
giorno
questo
piccolo
mare
di
Galilea
era
sferzato
da
un
vento
furioso
,
le
onde
erano
altissime
,
di
un
colore
quasi
nero
.
Siamo
ancora
sotto
il
livello
del
mare
.
Una
piccola
monaca
espone
alla
mia
ammirazione
un
grosso
luccio
che
era
convinta
fosse
destinato
alla
cena
del
Pontefice
.
Di
fronte
è
la
Siria
che
un
tempo
mandava
qui
turisti
e
villeggianti
.
Nel
viaggio
di
ritorno
Paolo
VI
sosterà
a
Cana
,
dove
battezzerà
un
bambino
,
e
a
Ramla
,
dove
nacque
Giuseppe
d
'
Arimatea
.
Si
pensa
che
gli
sarà
mostrato
il
sicomoro
sul
quale
si
arrampicò
Zaccheo
per
vedere
Gesù
.
La
via
del
ritorno
lungo
la
fascia
costiera
,
che
in
qualche
punto
è
larga
appena
dieci
chilometri
,
e
la
strada
che
sale
poi
a
Gerusalemme
mostrano
un
paesaggio
folto
di
agrumeti
,
ben
diverso
da
quello
giordano
.
A
tratti
sembra
di
essere
in
Umbria
e
qualcuno
ha
pensato
alla
Val
Gardena
.
Tutto
il
coltivabile
è
stato
sfruttato
al
massimo
,
abbondano
gli
uliveti
ed
i
cipressi
,
sui
colli
biancheggiano
i
kibbuz
.
Negli
ultimi
chilometri
si
scorgono
i
resti
delle
autoblindo
israeliane
che
nel
'46
tentarono
di
rompere
un
accerchiamento
.
Oggi
vi
sono
appese
ghirlande
di
fiori
.
La
Gerusalemme
ebraica
è
una
città
moderna
dove
esiste
quasi
ogni
confort
,
escluso
un
buon
riscaldamento
.
Israele
conta
ben
sette
università
e
non
ha
analfabeti
.
Il
contrasto
psicologico
con
lo
Stato
giordano
non
potrebbe
essere
più
forte
.
Di
là
l
'
Oriente
con
la
sua
inerzia
e
la
sua
apparente
inoffensività
;
di
qua
uno
Stato
moderno
,
ma
ibridato
incredibilmente
.
Accanto
agli
ortodossi
,
che
portano
lunghe
trecce
e
insultano
chi
si
permette
di
fumare
il
sabato
,
stanno
gli
stessi
uomini
che
possiamo
incontrare
in
via
Montenapoleone
.
Non
mancano
i
cattolici
e
neppure
gli
arabi
,
lo
Stato
è
ufficialmente
laico
,
sette
partiti
si
contendono
il
potere
,
la
ferma
militare
è
obbligatoria
anche
per
le
donne
,
e
le
più
belle
ragazze
sono
quelle
che
portano
la
divisa
.
Di
fronte
alla
vastità
territoriale
degli
Stati
arabi
,
poco
spazio
resta
a
disposizione
di
Israele
.
Potranno
un
giorno
arabi
e
israeliani
convivere
in
pace
?
È
quello
che
si
augura
ogni
uomo
di
buona
volontà
.
Ma
il
solco
è
ancora
profondo
e
le
previsioni
sono
inutili
.
Domani
,
6
gennaio
,
Paolo
VI
visiterà
Betlemme
e
poi
tornerà
ad
Amman
per
riprendere
il
viaggio
di
ritorno
.
Proponendo
e
attuando
rapidamente
questa
sua
visita
egli
ha
compiuto
un
gesto
che
non
ha
precedenti
,
che
ha
creato
difficoltà
di
ogni
genere
,
e
non
solo
di
etichetta
e
di
protocollo
,
un
gesto
del
quale
non
possiamo
valutare
per
ora
le
possibili
ripercussioni
.
La
sua
visita
è
stata
considerata
importante
e
nello
stesso
tempo
è
stata
temuta
.
Religiosamente
,
nessuna
delle
parti
tuttora
in
lotta
appartiene
alla
cattolicità
.
Sul
piano
politico
si
è
trattato
della
visita
di
un
capo
straniero
ai
due
capi
di
Stato
che
lo
hanno
ricevuto
.
Ma
sul
piano
della
storia
esistono
forze
che
agiscono
nel
sottosuolo
e
che
sfuggono
alla
comprensione
dei
contemporanei
.
Forse
io
mi
sono
trovato
come
Fabrizio
del
Dongo
a
Waterloo
:
ho
assistito
a
una
grande
azione
storica
senza
rendermene
conto
.
Più
tardi
attraverso
il
ricordo
ne
prenderò
piena
coscienza
.
Per
fortuna
o
per
disgrazia
noi
uomini
dell
'
Occidente
possediamo
forme
verbali
che
ci
permettono
di
vivere
più
nel
passato
e
nel
futuro
che
nel
presente
.
Posso
concludere
queste
brevi
note
affidate
al
telegrafo
dicendo
con
quale
emozione
di
pellegrino
culturale
ho
rimesso
piede
dopo
anni
nelle
terre
dove
è
nato
il
monoteismo
.
Paesi
come
questi
lasciano
,
come
ha
detto
il
vecchio
re
Abdulla
assassinato
qui
a
Gerusalemme
,
una
impressione
di
eternità
.
Abbiamo
creato
tante
macchine
,
il
progresso
,
sebbene
a
rilento
,
è
giunto
anche
qui
,
eppure
noi
sentiamo
che
la
via
del
progresso
meccanico
non
è
che
una
delle
vie
possibili
e
forse
non
è
neppure
la
via
più
giusta
per
l
'
Oriente
che
noi
possiamo
dire
cristiano
anche
se
i
cristiani
vi
sono
in
minoranza
.
Io
ne
avevo
già
avuto
il
sentore
quando
visitai
rovine
e
santuari
,
oasi
e
città
morte
di
Libano
e
di
Siria
sotto
la
guida
di
Julian
Huxley
:
terre
che
si
possono
amare
o
detestare
,
prendere
o
lasciare
,
ma
che
in
nessun
caso
possono
lasciarci
indifferenti
.
E
per
conto
mio
anche
stavolta
,
vincendo
la
ripugnanza
del
grasso
di
montone
e
delle
sugne
di
olio
di
sesamo
,
posso
dire
che
non
mi
pento
di
aver
deciso
senza
esitazione
di
prenderle
e
di
conservarle
gelosamente
tra
i
miei
ricordi
più
cari
.