StampaQuotidiana ,
La
rocca
di
Gradara
è
bella
,
al
centro
e
al
vertice
del
vasto
castello
più
volte
cintato
,
che
se
ne
sta
su
uno
dei
dolci
colli
romagnoli
del
Pesarese
.
Restaurata
dai
suoi
proprietari
,
nell
'
ultimo
secolo
,
è
un
bel
monumento
medievale
,
che
merita
di
essere
meta
di
visitatori
.
Perciò
mi
compiacqui
della
folla
che
premeva
la
porta
serrata
,
in
un
pomeriggio
di
agosto
,
mentre
attendevo
il
mio
turno
per
salire
alla
rocca
.
Nell
'
attesa
,
compresi
che
quella
folla
estiva
era
presa
da
interessi
meno
ampi
dei
miei
,
assai
limitati
anzi
,
unilaterali
,
e
di
tipo
che
oserei
dire
istruttorio
.
Avrei
dovuto
immaginarlo
!
Agosto
è
pazzo
da
noi
ed
eccita
gli
estri
;
e
la
gente
in
attesa
oltre
il
secondo
cerchio
delle
mura
del
castello
,
era
ebbra
di
sole
,
accaldata
,
umidiccia
,
discinta
.
Aveva
altro
per
la
testa
,
che
la
storia
della
rocca
!
Cercava
nella
rocca
il
luogo
,
il
segno
del
«
fattaccio
»
,
e
la
guida
soddisfece
la
curiosità
febbricitante
del
pubblico
giovanile
e
di
quello
maturo
.
Io
sapevo
cosa
ci
avrebbe
detto
la
guida
,
all
'
ingrosso
,
sebbene
ignorassi
i
misteri
della
rocca
.
Non
avrei
però
mai
immaginato
cosa
cercasse
il
pubblico
giovanile
e
quello
maturetto
,
discinto
dalla
calura
sino
alle
esibizioni
più
audaci
.
Lo
seppi
mentre
salivamo
dal
luogo
dei
supplizi
alla
camera
che
sta
sopra
,
quando
delle
voci
sommesse
dietro
di
me
,
si
chiesero
bisbigliando
:
«
E
il
letto
?
Dov
'
è
il
letto
?
»
.
Il
letto
.
Nella
leggenda
di
Paolo
e
Francesca
il
letto
non
c
'
è
.
Nella
storia
verificata
dei
due
cognati
e
della
loro
sorte
,
un
letto
ci
deve
essere
.
Ma
di
esso
non
ci
ha
detto
Dante
,
né
ci
hanno
detto
i
successivi
poeti
minori
,
né
gli
affrescatori
e
gli
altri
dipintori
della
fatale
passione
;
e
la
leggenda
che
accogliamo
è
quella
che
Dante
ha
creato
e
ci
ha
trasmesso
.
Dapprima
pensai
che
la
ricerca
del
letto
(
erano
venuti
a
Gradara
per
questo
?
)
fosse
un
frutto
dell
'
estate
,
che
è
intensa
sull
'
Adriatico
.
Ma
no
:
la
guida
indicò
dinanzi
a
me
l
'
alcova
,
il
letto
;
e
la
guida
sapeva
ciò
che
i
visitatori
volevano
sapere
.
Ahimè
!
Ma
se
i
visitatori
della
rocca
di
Gradara
del
1952
,
infrangono
così
brutalmente
la
favola
,
allora
vediamo
come
andarono
veramente
le
cose
.
La
leggenda
dice
,
come
è
noto
,
che
il
signore
di
Ravenna
Guido
da
Polenta
,
per
suggellare
la
pace
con
i
Malatesta
,
signori
di
Rimini
,
con
i
quali
era
in
guerra
da
lungo
tempo
,
concedette
in
sposa
la
sua
bella
figlia
Francesca
a
Lancillotto
Malatesta
,
deforme
e
sciancato
e
perciò
soprannominato
Gianciotto
.
Ma
voi
converrete
che
non
può
esservi
,
né
vi
sarà
mai
giovine
e
bella
Francesca
o
Matilde
o
Filomena
disposta
ad
andare
a
nozze
allegramente
con
un
uomo
deforme
.
Infatti
,
nel
caso
di
Francesca
,
dice
la
leggenda
,
vi
fu
inganno
.
Ecco
l
'
inganno
.
Ambasciatore
malatestiano
presso
i
Polenta
fu
Paolo
il
bello
,
fratello
di
Lancillotto
,
che
le
dame
e
i
cavalieri
della
corte
di
Ravenna
presentarono
a
Francesca
come
promesso
sposo
.
Perché
fecero
questo
non
comprendo
.
I
cortigiani
sono
stati
sempre
dei
mascalzoni
.
Molto
piacque
a
Francesca
il
bel
figlio
del
signore
di
Rimini
,
e
si
può
immaginare
con
quanta
gioia
si
preparò
a
sposarlo
,
non
solo
dunque
per
la
pace
della
propria
famiglia
,
ma
anche
(
e
soprattutto
)
per
la
tranquillità
del
suo
cuore
.
Ma
quando
,
al
momento
delle
nozze
,
le
fu
presentato
il
vero
marito
,
lo
sciancato
,
lo
storpio
,
e
la
soverchieria
venne
rivelata
,
Francesca
rimase
di
sasso
.
Possiamo
immaginare
i
pianti
della
ragazza
,
il
suo
dolore
!
Non
c
'
era
,
però
,
nulla
da
fare
per
infrangere
la
severa
disciplina
della
corte
e
dei
tempi
.
Oggi
un
fatto
simile
non
accade
neppure
nelle
corti
,
che
pure
sono
sempre
luoghi
abietti
.
Non
parliamo
poi
fra
la
gente
del
popolo
!
Una
ragazza
alla
quale
scambiassero
dinanzi
all
'
altare
un
Paolo
con
un
Gianciotto
,
maledirebbe
i
defunti
di
tutti
i
responsabili
e
il
prete
,
i
testimoni
,
il
sagrestano
e
il
corteo
degli
amici
.
A
quei
tempi
perversi
,
Francesca
non
aveva
invece
da
fare
altro
che
obbedire
.
Francesca
divenne
,
così
,
la
moglie
di
Gianciotto
Malatesta
.
Voi
state
osservando
che
solo
dei
rimbambiti
potevano
veramente
pensare
che
tutto
sarebbe
andato
liscio
come
l
'
olio
,
in
questo
losco
affare
.
E
infatti
le
cose
volsero
alla
tragedia
.
Francesca
,
nelle
case
dei
Malatesta
vedeva
spesso
il
cognato
,
il
bel
giovane
Paolo
,
e
Paolo
vedeva
Francesca
,
e
tutti
e
due
si
vedevano
,
anche
perché
i
giovani
hanno
buona
vista
:
e
così
si
arrivò
a
quello
che
doveva
arrivare
e
che
Dante
ci
ha
raccontato
in
modo
sublime
.
Gianciotto
era
partito
per
affari
a
Pesaro
e
i
due
amanti
,
come
avviene
in
questi
casi
,
profittarono
della
sua
assenza
per
un
incontro
delizioso
.
Purtroppo
nelle
case
dei
Malatesta
c
'
era
qualcuno
che
spiava
Francesca
,
forse
per
gelosia
o
per
pura
cattiveria
,
ed
era
un
terzo
Malatesta
,
Malatestino
detto
dall
'
occhio
,
perché
orbo
.
Un
occhio
solo
,
però
,
basta
per
vedere
,
soprattutto
a
chi
fa
la
spia
;
e
noi
sappiamo
che
troppi
malatestini
,
dall
'
occhio
o
con
due
occhi
,
si
impicciano
dei
fatti
altrui
.
Malatestino
aveva
già
avvertito
il
fratello
della
tresca
e
non
è
escluso
che
la
partenza
di
Gianciotto
per
Pesaro
fosse
una
finta
.
Gianciotto
entrò
,
dunque
,
nella
stanza
dove
erano
i
due
amanti
,
li
sorprese
abbracciati
e
li
uccise
entrambi
a
pugnalate
.
Io
condivido
con
voi
l
'
opinione
dei
secoli
,
favorevole
alla
causa
di
Paolo
e
Francesca
,
che
è
la
causa
immortale
dell
'
amore
.
Nel
caso
di
Francesca
l
'
adulterio
è
stato
giustificato
nei
tempi
.
Esso
fu
necessario
e
morale
.
Cosi
narra
la
leggenda
.
Però
la
verità
storica
è
un
po
'
diversa
dalla
leggenda
.
Quando
Paolo
e
Francesca
,
infatti
,
furono
soppressi
violentemente
da
Gianciotto
non
erano
più
giovani
:
erano
tutti
e
due
da
molti
anni
sposati
e
avevano
dei
figli
.
Paolo
aveva
42
anni
,
non
era
un
giovinetto
.
Da
sedici
anni
era
sposo
di
Orabile
Beatrice
di
Ghiaggiolo
,
dalla
quale
aveva
avuto
due
figli
,
Uberto
e
Margherita
.
Francesca
aveva
30
anni
e
da
dieci
anni
era
moglie
del
brutto
Gianciotto
,
dal
quale
aveva
avuto
una
bella
bambina
di
nome
Concordia
.
Inoltre
Gianciotto
,
lo
sciancato
,
non
era
vecchio
,
ma
di
poco
più
anziano
del
fratello
Paolo
,
forse
di
due
o
tre
anni
e
possedeva
notevole
ingegno
.
Dopo
il
doppio
omicidio
,
Gianciotto
sposò
una
certa
Zambrasina
,
dalla
quale
ebbe
cinque
figli
.
Concordia
,
figlia
di
Francesca
,
nonostante
la
sua
bellezza
mori
nubile
,
e
conobbe
il
meraviglioso
e
appassionato
canto
V
dell
'
Inferno
dell
'
Alighieri
.
Così
stanno
le
cose
.
E
stando
così
le
cose
è
molto
verosimile
che
tra
i
protagonisti
dell
'
affare
vi
sia
pure
un
'
alcova
o
un
letto
.
A
me
piace
di
più
la
versione
leggendaria
,
ma
se
la
gente
del
mio
tempo
è
più
propensa
alla
esattezza
storica
allora
deve
accettarla
tutta
e
non
solo
in
qualche
dettaglio
.
Io
,
dunque
,
non
rimprovererò
la
guida
della
rocca
perché
ci
fece
vedere
«
il
letto
»
(
o
per
essere
più
esatti
l
'
alcova
)
,
sebbene
debbo
esprimere
una
mia
opinione
sulla
opportunità
del
luogo
ove
il
letto
è
stato
collocato
.
Né
rileverò
che
gli
incontri
tra
Paolo
e
Francesca
,
e
l
'
incontro
fatale
non
ebbero
luogo
verosimilmente
alla
rocca
di
Gradara
,
né
in
nessun
'
altra
di
quelle
rocche
di
Romagna
che
pretendono
avere
ospitato
i
celebri
adulteri
e
l
'
adulterio
favoloso
.
Paolo
e
Francesca
si
vedevano
agevolmente
a
Rimini
,
nelle
antiche
case
malatestiane
e
non
avevano
bisogno
di
allontanarsene
.
Prego
gli
amici
di
Gradara
di
non
dispiacersi
per
quanto
dico
,
tanto
più
che
tornerò
a
Gradara
e
dirò
ai
miei
amici
,
ai
miei
conoscenti
,
soprattutto
ai
giovani
,
di
recarsi
a
Gradara
,
sulle
tracce
dei
«
due
cognati
»
,
in
pellegrinaggio
devoto
.
V
'
è
da
aggiungere
che
tutto
induce
il
visitatore
della
rocca
ad
ammettere
che
qui
e
non
in
altro
luogo
;
qui
,
in
questa
fortezza
piena
di
antri
oscuri
e
umidi
,
di
trabocchetti
,
di
nascondigli
,
di
«
occhi
di
bue
»
,
di
sorprese
(
i
giovani
amanti
in
visita
stiano
attenti
,
perché
può
esserci
un
Malatestino
dall
'
occhio
a
spiarli
qui
,
senza
che
essi
se
ne
accorgano
)
;
in
questo
luogo
,
un
giorno
dell
'
anno
1284
o
del
1285
,
i
due
fatali
amanti
furono
sorpresi
e
soppressi
.
Ora
questa
fortezza
antica
non
fa
più
paura
.
Ci
hanno
detto
che
l
'
attuale
proprietaria
vi
pranza
,
talora
,
e
vi
offre
ricevimenti
:
è
una
rocca
addomesticata
,
dunque
;
ed
è
fortuna
per
essa
non
aver
subito
la
triste
rovina
del
tempo
.
Quest
'
aria
di
casa
abitata
toglie
alle
«
illustrazioni
»
della
guida
di
Gradara
,
il
carattere
impressionante
,
truculento
che
essa
ama
dare
.
E
poi
,
la
illustrazione
della
camera
dei
supplizi
mi
par
troppo
minuta
,
e
fatta
per
preparare
l
'
animo
del
visitatore
all
'
ambiente
.
I
dettagli
sull
'
uso
dei
diversi
strumenti
di
tortura
sono
senza
dubbio
esagerati
.
Ma
non
voglio
seguire
la
mia
guida
nel
suo
itinerario
.
Gli
dichiaro
,
però
,
che
ho
riso
molto
,
con
la
complicità
di
qualcuno
che
non
conosco
,
dinanzi
all
'
alcova
(
«
al
letto
»
)
di
Francesca
.
Vi
immaginate
voi
la
camera
da
letto
della
castellana
incastrata
tra
la
camera
della
giustizia
e
quella
del
comando
militare
!
E
dalla
camera
della
giustizia
si
scende
per
una
botola
alla
camera
dei
supplizi
;
sicché
quando
il
boia
stava
accecando
un
povero
cristo
,
le
urla
dello
sventurato
arrivavano
nella
camera
di
Francesca
!
Non
è
possibile
!
Ti
collocamento
gradariano
dell
'
alcova
di
Francesca
è
incompatibile
con
i
costumi
e
le
usanze
dei
signori
,
anche
dell
'
epoca
alla
quale
ci
riferiamo
.
Credo
che
persino
Caterina
Sforza
,
che
aveva
anima
e
capacità
di
un
condottiero
del
Quattro
o
del
Cinquecento
,
ed
era
crudele
,
anche
lei
avesse
i
suoi
appartamenti
privati
lontani
dalle
armi
,
dagli
armati
e
dalle
camere
di
tortura
.
Del
resto
la
guida
di
Gradara
,
che
è
una
guida
privata
,
non
ha
colpa
per
quello
che
dice
.
Più
colpevoli
sono
le
guide
dei
pubblici
musei
o
monumenti
.
Questi
hanno
alcune
nozioni
,
sulle
quali
ricamano
e
inventano
.
Andate
alla
Domus
Aurea
a
Roma
,
e
ne
sentirete
delle
belle
!
Io
mi
sono
divertito
un
mondo
alla
Casa
dei
Vetii
,
a
Pompei
,
a
cagione
di
certe
spiegazioni
datemi
da
una
guida
del
luogo
la
quale
meriterebbe
una
parte
in
una
compagnia
di
comici
,
per
il
suo
spirito
inesauribile
,
del
quale
essa
non
si
rende
conto
,
ciò
che
denota
una
comicità
intrinseca
,
strutturale
.
Non
posso
raccontarvi
nulla
della
mia
visita
pompeiana
perché
il
racconto
sarebbe
lungo
e
lubrico
;
e
sebbene
potrei
trovare
le
parole
adatte
per
ripetervi
ciò
che
udì
e
farvi
ridere
sgangheratamente
,
me
ne
risparmio
perché
uscirei
dal
tema
di
questa
noterella
.
Sarebbe
necessario
che
le
guide
dei
musei
e
dei
monumenti
fossero
più
colte
.
Si
porrebbe
,
in
tal
caso
,
il
problema
della
riorganizzazione
del
servizio
dei
monumenti
,
questo
è
certo
.
Ne
guadagnerebbero
,
però
,
la
cultura
nazionale
e
anche
il
decoro
del
nostro
paese
.