StampaQuotidiana ,
Belluno
,
9
aprile
.
-
Cinque
operai
bellunesi
morti
assieme
sotto
una
valanga
di
neve
è
una
notizia
sconvolgente
e
drammatica
anche
per
la
popolazione
di
una
provincia
abituata
da
secoli
a
stare
col
cuore
sospeso
,
sempre
in
attesa
di
qualche
dolorosa
notizia
dai
cantieri
all
'
estero
e
delle
altre
province
italiane
,
dove
la
manodopera
bellunese
è
più
che
di
casa
.
Qui
,
in
queste
zone
di
emigrazione
,
quando
un
lutto
colpisce
una
famiglia
,
l
'
intera
comunità
si
sente
partecipe
della
disgrazia
.
«
È
capitato
a
te
,
ma
potrebbe
essere
capitato
a
me
»
,
è
una
frase
che
qualche
volta
si
dice
ma
che
più
spesso
si
indovina
,
soprattutto
nel
muto
linguaggio
delle
donne
degli
emigrati
,
madri
e
spose
accomunate
per
anni
dallo
stesso
tarlo
doloroso
delle
lunghe
separazioni
dai
mariti
e
dai
figli
;
dalla
paura
di
sciagure
,
e
purtroppo
dalla
speranza
che
non
succedano
,
e
infine
dall
'
attesa
spasmodica
del
loro
ritorno
stagionale
.
E
così
,
domani
o
dopodomani
,
altri
cinque
lavoratori
torneranno
alle
proprie
case
,
ma
dentro
una
bara
.
Sono
i
cinque
bellunesi
ghermiti
ieri
dalla
«
morte
bianca
»
in
Valle
Aurina
,
un
luogo
a
quattro
passi
da
casa
,
dove
erano
contenti
di
essere
andati
a
lavorare
,
avvezzi
com
'
erano
quasi
tutti
all
'
emigrazione
in
terre
lontane
.
Le
loro
famiglie
,
alcune
delle
quali
hanno
appreso
la
notizia
dai
giornali
,
sono
piombate
nella
disperazione
.
Non
abbiamo
fatto
gli
sciacalli
in
cerca
di
notizie
intime
;
abbiamo
rispettato
il
dolore
delle
famiglie
.
Ma
abbiamo
parlato
con
amici
e
conoscenti
delle
vittime
nei
loro
paesi
d
'
origine
.
E
ancora
una
volta
,
come
purtroppo
molto
spesso
è
avvenuto
,
le
conversazioni
hanno
illustrato
la
solita
triste
condizione
di
una
provincia
senza
lavoro
,
che
costringe
i
propri
abitanti
a
vere
odissee
,
sballottandoli
in
giro
per
il
mondo
in
nome
di
una
civiltà
tanto
decantata
dai
nostri
governi
ma
tanto
lontana
dai
bisogni
degli
uomini
.
Ecco
il
paese
di
Vito
Lise
,
anni
38
,
capo
minatore
,
e
di
Angelo
De
Zanet
,
di
35
anni
:
Sospirolo
.
Quattromila
abitanti
,
il
90
percento
degli
uomini
validi
emigrati
.
Registra
la
percentuale
più
alta
in
tutta
la
provincia
di
silicotici
.
Anche
Vito
Lise
,
il
capo
minatore
,
travolto
dalla
valanga
,
aveva
ormai
girato
,
a
trentotto
anni
,
mezzo
mondo
:
la
Svizzera
,
il
Congo
,
l
'
Argentina
,
il
Venezuela
.
Quando
tornava
reclutava
altre
persone
del
villaggio
di
San
Zenon
,
dove
abitava
,
ed
esse
gliene
erano
grate
.
Andavano
volentieri
con
lui
,
lo
stimavano
per
la
sua
serietà
e
preparazione
professionale
.
Era
figlio
di
minatore
.
Suo
padre
è
attualmente
all
'
ospedale
con
la
silicosi
.
Con
lui
in
valle
Aurina
c
'
erano
altri
due
fratelli
;
uno
si
è
salvato
per
caso
dalla
valanga
.
Angelo
De
Zanet
,
pure
lui
da
San
Zenon
,
faceva
parte
di
una
schiera
di
cinque
fratelli
,
che
sono
tutti
emigrati
.
Lui
aveva
conosciuto
tutte
le
miniere
di
ferro
e
di
carbone
della
Germania
.
Questo
è
il
paese
di
Sospirolo
,
dove
oggi
una
terza
famiglia
di
emigrati
è
in
lutto
.
L
'
operaio
Francesco
Viel
,
di
53
anni
,
è
deceduto
di
sincope
in
un
cantiere
della
Svizzera
.
Trichiana
,
Longarone
,
San
Gregorio
nelle
Alpi
,
i
paesi
degli
altri
tre
operai
deceduti
in
valle
Aurina
,
presentano
le
stesse
caratteristiche
.
Tre
-
quattromila
abitanti
,
un
migliaio
di
emigrati
.
Giovanni
De
Bastian
,
di
Trichiana
,
era
figlio
unico
.
Sua
madre
non
fa
che
ripetere
,
pazza
di
dolore
:
«
Chissà
quante
volte
avrà
chiamato
aiuto
prima
di
morire
»
.
Nessuno
riesce
a
convincerla
che
suo
figlio
è
morto
sull
'
istante
.
Di
Antonio
Bristot
,
da
Longarone
,
le
donne
della
frazione
di
Pirago
,
dove
abitava
con
la
famiglia
,
assicurano
tutte
«
che
era
un
grandissimo
lavoratore
»
.
È
il
massimo
omaggio
che
le
genti
di
montagna
possono
rivolgere
a
un
morto
.
La
quinta
delle
vittime
,
Renato
Bulz
,
da
San
Gregorio
nelle
Alpi
,
era
il
più
giovane
:
diciassette
anni
appena
.
Un
'
età
in
cui
non
si
è
ancora
uomini
per
le
leggi
dello
Stato
ma
purtroppo
si
è
considerati
uomini
da
sfruttare
sul
piano
fisico
e
produttivo
.
L
'
elenco
delle
vittime
sul
lavoro
si
allunga
così
anno
dopo
anno
,
accanto
alle
località
dove
avvengono
le
sciagure
,
che
restano
impresse
per
sempre
nella
memoria
delle
famiglie
degli
emigranti
bellunesi
.
Non
importa
se
le
disgrazie
avvengono
in
Italia
o
all
'
estero
,
se
la
località
si
chiama
Marchinelle
,
Zermatt
o
Valle
Aurina
.
Esse
significano
comunque
sempre
sofferenze
e
dolore
per
le
famiglie
dei
trentasettemila
emigrati
bellunesi
e
richiamano
alle
loro
gravi
responsabilità
i
governanti
italiani
,
che
mai
hanno
voluto
prendere
in
seria
considerazione
il
problema
delle
zone
di
emigrazione
,
salvo
che
sul
piano
dei
discorsi
e
delle
promesse
,
specialmente
nei
periodi
delle
varie
campagne
elettorali
.