StampaQuotidiana ,
Gentile
Fortebraccio
(
mi
accorgo
che
la
definizione
«
gentile
»
forse
le
è
poco
confacente
,
e
allora
coraggio
:
Simpatico
Fortebraccio
)
,
seguo
saltuariamente
i
suoi
corsivi
(
?
)
...
corrosivi
e
pur
non
condividendo
le
sue
posizioni
ideologiche
mi
ci
diverto
perché
lei
è
spiritoso
e
spesso
coglie
nel
segno
.
Ultimamente
mi
è
capitato
di
passare
alcuni
giorni
a
Civitavecchia
dove
sono
stata
trascinata
a
una
conferenza
al
Circolo
della
Scuola
di
Guerra
.
Oratore
,
una
delle
sue
preferite
...
vittime
:
Indro
Montanelli
,
il
quale
-
mi
perdoni
-
gode
della
mia
simpatia
non
meno
di
lei
,
se
pure
per
altri
motivi
.
Durante
il
dibattito
che
ha
seguito
la
conferenza
animatissima
sul
tema
:
«
La
stampa
italiana
»
,
gli
è
stato
chiesto
un
parere
su
Fortebraccio
che
non
gli
lesina
attacchi
quasi
quotidiani
.
Ha
risposto
:
«
Preferisco
tacere
.
Fortebraccio
era
un
mio
caro
amico
trent
'
anni
fa
.
Io
non
riesco
a
dimenticarlo
.
Lui
sì
»
.
Bene
,
simpatico
Fortebraccio
,
non
le
sembra
che
il
suo
amico
-
nemico
abbia
segnato
almeno
in
questa
circostanza
un
punto
a
proprio
favore
?
Sua
XY
-
Milano
.
Gentile
Signora
(
credo
che
a
lei
si
addica
proprio
l
'
aggettivo
«
gentile
»
e
glielo
dedico
volentieri
.
Aggiungo
,
visto
che
ho
aperto
questa
parentesi
,
che
ho
tolto
dalla
sua
lettera
due
o
tre
riferimenti
che
potevano
farla
riconoscere
,
per
il
caso
che
lei
tenga
all
'
anonimato
.
Ho
poi
saltato
le
ultime
righe
che
possono
non
interessare
i
lettori
:
mi
limiterò
a
dire
che
ricambio
la
sua
cortesia
e
che
spero
si
avveri
il
suo
proposito
)
.
E
ora
veniamo
a
Indro
Montanelli
.
Io
,
che
lo
conosco
bene
,
lo
so
capace
di
gesti
,
come
questo
,
generosi
e
subitanei
.
Ne
ha
compiuto
un
altro
nei
miei
confronti
,
molti
anni
fa
,
a
riparazione
di
una
sua
indiscrezione
che
avrebbe
potuto
nuocermi
.
È
questa
una
delle
ragioni
(
non
la
sola
né
la
più
grave
)
per
cui
lo
detesto
di
più
.
(
Non
ho
detto
lo
odio
e
perché
non
lo
odio
e
perché
,
del
resto
,
io
non
odio
nessuno
.
)
Lo
detesto
perché
è
un
epilettico
della
morale
.
Gli
vengono
degli
attacchi
di
perbenismo
e
vi
soccombe
,
ma
non
ha
una
passione
salda
,
ferma
,
sicura
e
costante
,
alla
quale
,
come
mi
sforzo
di
fare
io
,
a
un
certo
punto
decida
di
sacrificare
tutto
il
resto
,
comprese
le
simpatie
e
le
amicizie
.
È
di
una
fragilità
psichica
morbosa
,
se
fosse
un
umore
ne
sarebbe
sempre
sudaticcio
.
Ed
è
da
questa
fragilità
che
gli
viene
una
attitudine
non
rara
in
certi
cinici
sfiniti
:
quella
di
subire
le
influenze
più
degradanti
e
di
restare
loro
fedeli
con
ostinato
accanimento
,
reso
sempre
più
rabbioso
,
quanto
più
gli
appare
evidente
che
sono
abiette
e
quanto
più
s
'
accresce
la
disistima
che
nutrono
verso
chi
li
ha
contagiati
.
Veda
,
cara
Signora
,
l
'
anticomunismo
di
Montanelli
,
e
noti
come
esso
si
appiglia
di
preferenza
ai
fatti
minuti
,
agli
episodi
marginali
,
rifuggendo
quasi
sempre
dal
peso
delle
questioni
ideologiche
,
sulle
quali
ogni
opinione
è
ammissibile
,
anche
se
non
condivisa
.
E
sì
che
il
nostro
uomo
è
dotato
di
ingegno
e
di
bravura
indiscutibili
.
Come
accade
dunque
che
Montanelli
senta
sempre
il
bisogno
di
presentare
i
comunisti
piuttosto
come
spregevoli
che
come
erranti
e
preferisca
suscitare
nei
loro
confronti
di
preferenza
il
disprezzo
invece
che
il
dissenso
?
Accade
per
effetto
delle
persone
che
si
ritrova
intorno
e
che
lo
influenzano
:
le
persone
più
ottuse
che
si
possano
immaginare
,
intese
unicamente
alla
difesa
cieca
del
loro
benessere
e
alla
conservazione
dei
loro
privilegi
.
Io
sono
persuaso
che
Indro
Montanelli
,
personalmente
,
non
è
venale
e
non
è
«
affittabile
»
.
Ma
lo
impressiona
il
lusso
,
lo
convince
la
continuità
,
lo
abbagliano
i
luccichii
.
Circondato
da
gente
per
la
quale
nutre
un
profondo
risentimento
intellettuale
e
morale
,
se
ne
fa
portavoce
con
una
specie
di
voluttà
distruggitrice
,
pago
di
sentirsi
loro
indispensabile
e
legato
a
loro
da
una
sola
gratitudine
:
quella
che
gli
viene
dall
'
occasione
che
essi
gli
offrono
di
vendicarsi
.
Perché
Indro
Montanelli
,
che
nella
sua
professione
è
sicuramente
un
vittorioso
,
nella
sua
vita
è
un
vinto
.
A
un
certo
momento
nessuno
ha
più
avuto
bisogno
di
lui
.
In
fondo
io
,
che
lo
attacco
così
spesso
,
sono
quello
che
gli
vuole
più
bene
.
Ma
i
comunisti
,
tutti
gli
altri
comunisti
,
tranne
me
che
gli
resto
affezionato
,
non
se
ne
curano
.
Al
«
Corriere
»
i
giovani
lo
hanno
schiacciato
.
In
politica
gli
sono
rimasti
De
Carolis
e
Vittorino
Colombo
:
frittura
.
Ha
con
sé
la
conservazione
,
dalla
quale
deve
farsi
capire
.
Ma
lei
,
Signora
,
la
conosce
la
conservazione
milanese
e
ha
una
idea
di
ciò
che
voglia
dire
renderlesi
intelligibili
?
Significa
avere
a
che
fare
con
un
mondo
popolato
di
cretine
e
cretini
supremi
ai
quali
bisogna
parlare
semplice
ed
elementare
come
a
dei
deficienti
.
Nessun
ragionamento
li
colpisce
ma
solo
delle
immagini
.
Essi
preferirebbero
,
se
fosse
il
caso
,
delle
cartoline
o
degli
ideogrammi
.
Così
bisogna
dire
loro
che
i
comunisti
sono
brutti
,
cattivi
,
malfidi
,
traditori
,
feroci
,
e
che
odiano
la
libertà
.
Ma
non
la
libertà
quella
vera
,
quella
per
la
quale
si
sono
battuti
i
partigiani
e
al
cui
ripristino
lo
stesso
Montanelli
ha
dato
mano
,
quando
non
era
ancora
sfatto
,
ma
la
libertà
di
fare
un
bridge
,
di
andare
a
Saint
Moritz
,
di
portare
con
sé
i
soldi
che
gli
pare
.
La
libertà
di
seguitare
a
essere
ricchi
e
di
continuare
a
godere
.
La
vecchia
e
squisita
signora
Conti
,
quando
io
ero
ancora
democristiano
,
mi
domandò
una
volta
dolcemente
:
«
Ma
perché
non
fate
una
legge
che
sopprima
le
Camere
del
Lavoro
?
»
.
E
una
sua
amica
,
ancora
più
squisita
di
lei
,
disse
:
«
Ah
sì
.
Che
barba
»
.
Questa
è
la
gente
che
Montanelli
seguita
a
vedere
,
avendo
,
dentro
di
sé
,
capito
tutto
.
Perché
questo
,
cara
Signora
,
è
il
punto
:
che
Indro
Montanelli
ha
capito
tutto
e
vive
in
uno
stato
di
dispettosa
e
furiosa
malafede
.
Egli
sa
benissimo
che
quanto
vi
è
di
pulito
in
Italia
va
ricercato
tra
coloro
che
ancora
non
contano
,
o
non
contano
abbastanza
:
lavoratori
,
impiegati
,
insegnanti
,
gente
dei
ceti
minori
,
ma
fa
un
giornale
in
cui
lor
signori
si
ritrovano
come
nei
loro
vestiti
tagliati
su
misura
.
Quando
era
al
«
Corriere
»
,
al
«
suo
"
Corriere
"
»
,
Montanelli
,
sentendosi
bene
installato
nella
cittadella
della
conservazione
,
si
permetteva
dei
lussi
che
ora
scrupolosamente
si
vieta
:
scriveva
persino
male
dei
ricchi
,
dei
padroni
,
dei
potenti
(
a
sfuriate
,
naturalmente
,
e
mai
conseguentemente
)
,
ma
i
bersagliati
occasionali
lo
amavano
ugualmente
perché
i
signori
sentono
gli
amici
a
naso
,
come
i
cani
quando
annusano
i
pantaloni
dei
nuovi
venuti
,
e
non
hanno
mai
smesso
,
neppure
per
un
istante
,
di
considerare
Montanelli
legato
alla
loro
causa
infame
.
Lui
lo
sa
e
ne
è
infelice
(
io
ne
sono
convinto
)
,
ma
è
uno
di
quelli
che
più
si
convincono
dell
'
errore
in
cui
versano
,
più
vi
si
immergono
.
Questo
famoso
«
bastian
contrario
»
è
in
realtà
il
più
inguaribile
conformista
che
io
conosca
:
egli
sa
benissimo
che
i
comunisti
sono
i
soli
che
saprebbero
lavorare
sul
serio
e
pulitamente
all
'
edificazione
di
un
mondo
nuovo
,
non
privo
di
pecche
,
naturalmente
,
ma
nuovo
,
e
questo
lo
fa
inorridire
e
gli
fa
paura
,
perché
Montanelli
,
magro
com
'
è
,
in
realtà
è
una
pianta
grassa
:
fiorisce
nell
'
aria
viziata
.
Concludo
,
gentile
Signora
.
Io
attacco
ogni
volta
che
mi
capita
Indro
Montanelli
con
una
asprezza
che
credo
di
poter
definire
insolita
,
perché
sono
convinto
che
egli
sappia
meglio
di
tutti
noi
come
con
e
dietro
le
sinistre
(
comunisti
in
testa
)
ci
sia
la
gente
migliore
,
più
chiara
,
più
seria
,
più
onesta
,
più
degna
d
'
Italia
,
ed
egli
non
vuole
perdonarglielo
.
Nevrastenia
e
malanimo
gli
impediscono
di
riconoscere
una
verità
,
da
cui
si
sente
ferito
come
da
un
ininterrotto
rimprovero
.
Lo
aggredisco
per
la
sua
consapevolezza
,
insomma
;
e
sospetto
che
vi
sia
,
sotto
il
mio
accanimento
,
più
amicizia
da
parte
mia
verso
di
lui
,
di
quanta
egli
non
ne
conservi
verso
di
me
.