StampaQuotidiana ,
Un
bambino
galoppa
fieramente
su
un
manico
di
scopa
come
su
di
un
cavallo
:
questa
è
la
prima
o
più
lontana
radice
dell
'
arte
,
secondo
Ernst
H
.
Gombrich
,
uno
dei
più
colti
e
acuti
storici
e
interpreti
contemporanei
dell
'
arte
,
un
cui
volume
di
saggi
è
stato
ora
pubblicato
in
italiano
(
A
cavallo
di
un
manico
di
scopa
,
Saggi
di
teoria
dell
'
arte
,
ed.
Einaudi
,
1971
)
.
La
radice
dell
'
arte
non
è
ancora
l
'
arte
:
il
manico
di
scopa
non
è
ancora
un
'
immagine
artistica
,
è
soltanto
un
sostituto
del
cavallo
.
Ma
se
il
bambino
sente
il
bisogno
di
aggiungere
due
occhi
,
un
muso
,
due
orecchie
affinché
il
suo
manico
di
scopa
si
avvicini
alla
rappresentazione
comune
del
cavallo
,
l
'
arte
comincia
a
nascere
nella
sua
forma
primitiva
che
è
quella
appunto
dell
'
immagine
,
e
non
è
più
un
surrogato
dell
'
oggetto
reale
,
ma
qualcosa
che
lo
evoca
o
lo
simboleggia
richiamandone
i
tratti
.
Nello
scegliere
e
nel
segnare
questi
tratti
,
l
'
artista
non
è
mai
l
'
occhio
innocente
che
vede
il
mondo
qual
è
:
se
fosse
tale
,
sarebbe
paralizzato
e
travolto
dal
caos
di
forme
e
di
colori
che
gli
si
para
dinanzi
.
Non
può
allora
che
assumere
come
punto
di
partenza
«
il
vocabolario
convenzionale
delle
forme
basilari
»
,
cioè
gli
schemi
o
le
forme
che
trova
già
bell
'
e
fatti
nel
mondo
comune
di
percepire
e
rappresentare
le
cose
e
che
è
proprio
del
mondo
o
della
civiltà
cui
appartiene
.
E
così
,
secondo
Gombrich
,
appena
uscita
dalla
fase
del
cavalluccio
a
manico
di
scopa
(
la
fase
del
surrogato
)
,
l
'
arte
acquista
la
libertà
di
scegliere
i
tratti
da
fissare
nell
'
opera
e
deve
fare
appello
alla
collaborazione
di
chi
la
contempla
,
affinché
questi
possa
evocare
,
sulla
falsariga
dei
suggerimenti
che
essa
gli
dà
,
l
'
immagine
concettuale
che
gli
sta
davanti
.
«
La
macchia
che
nel
dipinto
di
Manet
-
dice
Gombrich
-
sta
a
rappresentare
un
cavallo
,
è
altrettanto
lontana
dall
'
imitarne
la
forma
esterna
quanto
lo
è
il
nostro
cavalluccio
a
manico
di
scopa
.
Eppure
Manet
l
'
ha
congegnata
con
tanta
abilità
che
essa
evoca
per
noi
l
'
immagine
di
un
cavallo
;
a
patto
,
beninteso
,
che
ci
sia
la
nostra
collaborazione
.
»
Il
passaggio
dal
surrogato
di
un
oggetto
utilizzabile
(
come
sarebbe
il
manico
di
scopa
che
fa
da
cavallo
)
ad
un
'
immagine
rappresentativa
della
realtà
veduta
o
sperimentata
(
cioè
all
'
arte
naturalistica
)
segna
perciò
,
secondo
Gombrich
,
l
'
inizio
della
libertà
dell
'
artista
.
Esso
infatti
elimina
l
'
esigenza
di
incorporare
nella
sua
opera
tutti
i
tratti
essenziali
dell
'
oggetto
e
fa
di
essa
«
un
appunto
che
fissa
ciò
che
l
'
artista
ha
visto
o
avrebbe
potuto
vedere
»
e
che
lo
spettatore
,
partecipando
al
gioco
,
completa
con
la
sua
fantasia
,
aggiungendovi
i
tratti
che
l
'
oggetto
reale
possiede
.
Il
che
vuol
dire
che
,
proprio
quando
l
'
arte
si
propone
di
rappresentare
la
natura
o
i
procedimenti
naturali
,
l
'
arte
perde
la
sua
passività
nei
confronti
della
natura
stessa
,
acquista
la
libertà
di
scegliere
tra
gli
infiniti
tratti
che
possono
caratterizzare
un
oggetto
e
fa
appello
alla
libertà
interpretativa
dello
spettatore
.
Questa
conclusione
è
solo
apparentemente
paradossale
,
perché
la
psicologia
moderna
ha
mostrato
che
la
percezione
degli
oggetti
naturali
non
è
la
registrazione
passiva
di
essi
,
ma
piuttosto
una
costruzione
attiva
che
utilizza
,
a
seconda
dei
casi
,
questo
o
quel
tratto
caratteristico
;
e
che
questa
costruzione
tende
a
fissarsi
in
forme
convenzionali
più
o
meno
accettate
da
tutti
,
esattamente
come
le
parole
della
lingua
corrente
.
Alla
psicologia
,
come
alla
psicanalisi
,
allo
strutturalismo
e
alla
teoria
dell
'
informazione
,
il
Gombrich
attinge
per
rispondere
in
modo
non
sempre
chiaro
,
ma
sempre
suggestivo
,
alle
domande
cruciali
che
oggi
si
pongono
sulla
natura
dell
'
arte
.
È
,
l
'
arte
,
assoluta
libertà
creativa
?
È
l
'
espressione
del
sentimento
?
O
è
invece
comunicazione
e
trasmissione
di
messaggi
?
Alla
prima
domanda
,
la
risposta
è
già
implicita
in
quanto
si
è
detto
.
L
'
arte
non
è
,
come
voleva
Schopenhauer
,
il
«
puro
occhio
del
mondo
»
che
guarda
le
cose
con
perfetta
innocenza
;
e
non
è
neppure
la
creazione
dal
nulla
di
un
mondo
nuovo
.
È
,
in
ogni
caso
,
una
costruzione
artigianale
che
attinge
dalla
natura
i
suoi
materiali
,
scegliendoli
e
combinandoli
assieme
.
Ma
neppure
in
questa
scelta
e
combinazione
l
'
artista
è
assolutamente
libero
.
Le
forme
convenzionali
che
gli
oggetti
hanno
assunto
nella
percezione
comune
e
nell
'
arte
del
suo
tempo
lo
condizionano
,
anche
se
egli
tenta
di
reagire
ad
esse
e
di
trasformarle
.
Gombrich
cita
l
'
osservazione
di
Wòlfflin
che
tutti
i
quadri
devono
di
più
ad
altri
quadri
che
non
alla
natura
;
e
per
suo
conto
osserva
che
anche
l
'
artista
che
si
strugge
dal
desiderio
di
sottrarsi
alla
convenzionalità
rivela
,
perciò
stesso
,
l
'
importanza
che
la
convenzionalità
delle
forme
ha
per
la
sua
opera
.
In
secondo
luogo
,
la
vecchia
definizione
romantica
dell
'
arte
come
«
linguaggio
delle
emozioni
»
non
rende
conto
della
struttura
delle
opere
d
'
arte
;
né
l
'
artista
dispone
di
mezzi
infallibili
per
comunicare
le
sue
emozioni
,
di
un
equivalente
naturale
,
quasi
mandato
da
Dio
,
tra
la
loro
totalità
e
le
forme
in
cui
esse
si
esprimono
.
Egli
sceglie
nella
sua
tavolozza
,
fra
i
colori
disponibili
,
quello
che
gli
sembra
che
si
accosti
di
più
all
'
emozione
che
desidera
esprimere
;
ma
molti
degli
strumenti
tecnici
di
cui
l
'
arte
si
è
avvalsa
a
questo
scopo
son
nati
forse
per
caso
e
potrebbero
essere
sostituiti
da
altri
.
Così
è
probabile
,
ad
esempio
,
che
il
nero
sia
interpretato
come
espressione
di
tristezza
,
solo
se
si
sa
già
che
esiste
una
scelta
fra
due
possibilità
di
cui
una
esprime
tristezza
e
l
'
altra
gioia
.
L
'
esistenza
di
possibilità
diverse
,
note
sia
all
'
artista
che
allo
spettatore
,
avvicina
l
'
opera
d
'
arte
al
messaggio
di
cui
parla
la
teoria
dell
'
informazione
:
giacché
tali
possibilità
costituiscono
il
codice
comune
all
'
artista
e
allo
spettatore
.
In
generale
,
i
messaggi
contengono
informazioni
solo
in
virtù
della
loro
capacità
selettiva
:
agiscono
sulle
possibilità
alterne
che
costituiscono
il
dubbio
di
chi
le
riceve
.
L
'
artista
può
presentare
questi
messaggi
in
cifre
volutamente
imbrogliate
fino
a
renderli
inintelligibili
e
così
scuote
l
'
inerzia
delle
nostre
convenzioni
e
il
torpore
delle
nostre
abitudini
.
Ma
né
comunicazione
né
espressione
possono
funzionare
nel
vuoto
.
«
Tanto
chi
trasmette
come
chi
riceve
ha
bisogno
di
essere
guidato
,
nella
giusta
misura
,
dice
Gombrich
,
da
una
schiera
di
possibilità
alterne
fra
le
quali
una
scelta
può
diventare
espressiva
.
»
O
,
in
altri
termini
,
un
artista
può
infrangere
una
certa
struttura
o
riformare
un
certo
codice
di
messaggi
solo
proponendone
altri
,
seppure
in
forma
approssimata
od
oscura
e
suscettibile
d
'
interpretazioni
diverse
.
Da
questa
trama
concettuale
,
che
regge
i
saggi
di
Gombrich
,
il
quale
(
è
bene
notarlo
)
non
muove
da
alcuna
pregiudiziale
contro
questa
o
quella
forma
dell
'
arte
contemporanea
,
emerge
una
constatazione
che
Gombrich
stesso
ha
fatto
solo
di
sfuggita
:
il
riconoscimento
della
funzione
del
caso
nell
'
arte
.
Non
è
solo
la
fisica
o
la
biologia
,
l
'
informatica
o
la
teoria
dei
sistemi
,
che
devono
ammettere
l
'
esistenza
del
caso
:
anche
la
teoria
dell
'
arte
lo
esige
.
Oggi
come
non
mai
,
l
'
arte
cerca
nuove
forme
di
espressione
e
di
comunicazione
,
nuove
finestre
da
cui
guardare
il
mondo
:
procede
per
tentativi
il
più
delle
volte
condotti
a
caso
,
in
tutte
le
direzioni
possibili
,
cercando
di
stabilire
codici
interpretativi
più
o
meno
chiari
che
possano
sostituire
quelli
già
esistenti
.
Come
tutti
i
tentativi
,
alcuni
possono
riuscire
e
altri
no
:
l
'
arte
si
appiglia
a
tutte
le
possibilità
disponibili
e
cerca
di
scoprirne
di
nuove
.
Il
suo
successo
non
è
garantito
in
anticipo
.
Giustamente
Gombrich
si
pronunzia
contro
la
credenza
nella
«
marcia
inesorabile
del
progresso
»
,
secondo
la
quale
tutto
ciò
che
è
nuovo
sarebbe
un
passo
in
avanti
.
Si
tratta
invece
di
esplorare
e
sperimentare
,
esattamente
come
si
fa
nella
scienza
,
anche
se
il
criterio
della
riuscita
non
è
così
preciso
come
quello
che
la
scienza
pretende
.
Inoltre
il
successo
di
un
esperimento
non
sempre
coincide
con
il
plauso
del
pubblico
.
Ma
in
ogni
caso
,
per
l
'
arte
come
per
la
teoria
dell
'
arte
,
si
tratta
di
trovare
possibilità
interpretative
e
espressive
che
siano
realmente
tali
e
ogni
opera
d
'
arte
è
una
specie
di
test
che
mette
a
prova
il
valore
di
queste
possibilità
.
Nel
mondo
del
caso
,
anche
l
'
arte
cerca
una
qualche
struttura
o
un
qualche
ordine
,
che
però
rimane
instabile
e
non
elimina
mai
del
tutto
il
pericolo
dell
'
insuccesso
e
della
frustrazione
.