StampaQuotidiana ,
Ancora
una
crisi
.
Si
è
sempre
detto
che
le
crisi
non
dovevano
essere
al
buio
.
Ma
più
al
buio
di
così
?
Si
è
ammesso
che
una
crisi
poteva
essere
al
buio
purché
fosse
«
pilotata
»
.
Ma
c
'
è
il
pilota
?
E
se
c
'
è
,
si
può
sapere
chi
è
?
Dal
1968
,
da
quando
è
cominciata
la
degenerazione
del
nostro
sistema
politico
con
quattro
legislature
interrotte
anzitempo
,
e
una
quinta
,
la
presente
,
sulla
cui
fine
naturale
nessuno
è
disposto
a
giurare
,
anche
i
tempi
dei
governi
si
sono
accorciati
:
quindici
in
dodici
anni
rispetto
ai
venticinque
dei
primi
ventitrè
.
Mi
domando
se
questi
dati
di
fatto
siano
presenti
ai
nostri
governanti
e
perché
,
essendo
impossibile
che
siano
a
loro
ignoti
,
non
ne
tengano
il
minimo
conto
.
La
nostra
classe
politica
ha
inventato
non
la
rivoluzione
permanente
ma
la
crisi
permanente
.
Mai
una
volta
che
i
protagonisti
si
degnino
di
spiegare
ai
loro
elettori
,
di
fronte
ai
quali
sono
o
dovrebbero
essere
responsabili
dei
loro
atti
,
quali
siano
la
ragione
e
la
necessità
di
una
nuova
crisi
che
in
genere
scoppia
improvvisa
come
un
temporale
,
anche
se
se
n
'
è
sentito
talvolta
da
lontano
il
brontolio
.
Si
scopre
un
centro
di
potere
occulto
,
dove
ci
sono
corruttori
,
corrotti
e
corrompibili
?
Un
governo
di
persone
responsabili
,
un
governo
autorevole
,
sospende
subito
i
ministri
sospettati
,
prende
rapidamente
provvedimenti
per
diminuire
il
danno
e
il
discredito
che
le
istituzioni
democratiche
ricevono
da
una
scoperta
così
scandalosa
,
cerca
di
far
luce
al
più
presto
sull
'
associazione
segreta
contraria
alla
Costituzione
ed
eventualmente
la
scioglie
.
Niente
di
tutto
questo
:
il
governo
si
dimette
,
apre
la
crisi
,
e
quindi
lascia
tutti
i
problemi
non
risolti
per
trovarseli
aggravati
quando
la
crisi
sarà
finita
.
Un
governo
di
persone
responsabili
.
Responsabili
di
fronte
a
chi
?
Responsabili
rispetto
a
che
cosa
?
Si
è
discusso
in
questi
giorni
in
un
convegno
a
cui
io
stesso
ho
partecipato
il
tema
della
responsabilità
politica
,
un
tema
da
affrontare
con
spirito
realistico
e
strumenti
concettuali
adeguati
.
Quando
si
dice
di
una
persona
che
è
responsabile
si
possono
intendere
due
cose
diverse
:
a
)
che
risponde
delle
proprie
azioni
di
fronte
a
qualcuno
che
sta
sopra
di
lui
;
b
)
che
agisce
rendendosi
esatto
conto
delle
conseguenze
delle
proprie
azioni
.
Proviamo
a
verificare
l
'
esattezza
di
questi
due
aspetti
del
problema
considerando
il
termine
contrario
:
irresponsabile
.
Nel
linguaggio
del
diritto
costituzionale
si
dice
che
un
organo
è
irresponsabile
,
quando
essendo
al
vertice
del
sistema
non
ha
nessuno
al
di
sopra
di
sé
cui
rispondere
delle
proprie
azioni
politiche
(
si
tratta
di
una
caratteristica
tradizionale
del
sovrano
che
vale
,
in
base
all
'
art.
90
della
nostra
Costituzione
,
anche
per
il
presidente
della
Repubblica
)
.
Ma
quando
dico
,
ad
esempio
,
che
uno
di
quei
centauri
catafratti
come
un
guerriero
antico
che
corre
all
'
impazzata
in
una
via
della
città
con
la
sua
motocicletta
fragorosa
,
è
un
irresponsabile
,
voglio
dire
non
già
che
non
risponde
della
sua
azione
di
fronte
a
nessuno
,
ma
che
si
comporta
da
scriteriato
,
da
individuo
che
agisce
senza
tener
conto
delle
conseguenze
della
propria
azione
.
La
gente
dice
sempre
più
spesso
che
la
maggior
parte
dei
nostri
uomini
politici
sono
degli
irresponsabili
.
Ma
in
che
senso
lo
dice
?
Nel
senso
che
non
rispondono
di
fronte
a
nessuno
?
o
nel
senso
che
agiscono
senza
preoccuparsi
troppo
dei
malanni
che
la
loro
azione
produce
?
Credo
che
nell
'
opinione
pubblica
prevalga
il
secondo
significato
,
specie
di
fronte
alle
crisi
di
governo
,
che
sono
giustamente
percepite
come
una
malattia
del
sistema
,
onde
l
'
impressione
che
tanto
più
frequenti
le
crisi
tanto
più
grave
il
malato
.
Nel
giudizio
comune
la
crisi
di
governo
è
un
atto
che
richiede
ponderazione
e
prudenza
.
L
'
esperienza
di
questi
anni
dovrebbe
aver
insegnato
che
crisi
di
governo
non
ponderate
e
imprudenti
impediscono
alla
legislatura
di
arrivare
sino
alla
fine
:
una
legislatura
non
sopporta
più
di
cinque
governi
,
in
media
uno
all
'
anno
.
La
presente
è
già
giunta
al
quarto
(
dopo
due
governi
Cossiga
e
uno
Forlani
)
ad
appena
due
anni
dall
'
inizio
con
un
'
accelerazione
senza
precedenti
:
un
governo
ogni
sei
mesi
.
Dal
governo
annuale
al
governo
semestrale
.
A
quando
quello
mensile
?
Mentre
i
governi
si
accorciano
,
le
crisi
si
allungano
.
E
quando
le
crisi
si
allungano
,
le
legislature
si
accorciano
.
Il
presidente
Pertini
,
che
non
è
responsabile
nel
primo
significato
del
termine
ma
ha
un
alto
senso
di
responsabilità
nel
secondo
(
il
che
prova
quanto
i
due
significati
debbano
essere
tenuti
distinti
)
,
ha
più
volte
dichiarato
che
non
intende
sciogliere
ancora
una
volta
il
Parlamento
.
Ha
capito
benissimo
che
la
fine
prematura
della
legislatura
sarebbe
un
colpo
mortale
inferto
al
sistema
democratico
.
Ma
l
'
hanno
capito
coloro
che
sono
responsabili
,
nel
senso
costituzionale
,
del
governo
del
paese
?
Quando
appaiono
sugli
schermi
della
televisione
questi
timonieri
più
bravi
nel
pilotare
le
crisi
che
i
governi
,
appaiono
sereni
,
sicuri
di
sé
,
non
sfiorati
da
dubbi
sulla
rotta
da
seguire
,
come
se
fossero
già
in
vista
del
porto
.
Lo
spettatore
si
domanda
con
un
senso
di
angoscia
:
sono
o
non
sono
coscienti
del
lento
ma
inesorabile
logoramento
del
regime
democratico
provocato
da
queste
crisi
,
sempre
brevi
a
parole
,
sempre
lunghe
nei
fatti
,
tanto
promettenti
quando
si
aprono
quanto
deludenti
quando
si
chiudono
?
Ma
se
fossero
davvero
coscienti
si
comporterebbero
davvero
in
questo
modo
?
Ma
allora
sono
degli
incoscienti
?
A
questa
domanda
si
può
rispondere
soltanto
prendendo
in
considerazione
l
'
altra
faccia
del
problema
e
ponendosi
una
diversa
domanda
:
«
Verso
chi
sono
responsabili
?
»
Viene
la
tentazione
di
rispondere
:
«
Verso
nessuno
»
.
Quando
debbono
cadere
le
teste
,
cadono
generalmente
quelle
degli
altri
.
Tanto
che
a
giudicare
dalle
teste
che
cadono
,
si
dovrebbe
concludere
che
la
nostra
classe
politica
conti
il
maggior
numero
di
cittadini
illibati
e
incorruttibili
.
Eppure
in
un
sistema
democratico
non
dovrebbe
rispondere
,
la
classe
politica
,
agli
elettori
?
Le
elezioni
popolari
non
dovrebbero
servire
a
discriminare
i
buoni
dai
cattivi
reggitori
,
gli
onesti
dai
disonesti
?
Ma
è
proprio
così
?
Purtroppo
non
è
così
.
La
reale
potenza
dei
partiti
sta
nella
capacità
che
essi
hanno
di
controllare
i
loro
controllori
.
I
risultati
elettorali
di
questi
anni
sono
lì
a
dimostrare
che
la
cosiddetta
verifica
periodica
del
consenso
in
cui
consiste
l
'
essenza
della
democrazia
si
svolge
in
modo
da
dare
alla
classe
politica
che
ci
ha
governato
sinora
la
tranquilla
coscienza
che
viene
dall
'
aver
sottoposto
la
propria
azione
al
verdetto
del
popolo
,
e
insieme
la
convinzione
di
aver
ben
meritato
della
salvezza
della
patria
.
Controllando
i
propri
controllori
essa
finisce
per
essere
responsabile
,
sì
,
ma
solo
di
fronte
a
se
stessa
.
In
tal
modo
,
il
sistema
è
,
almeno
sino
ad
ora
,
bloccato
.
Ma
chi
è
in
grado
di
sbloccarlo
?