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Cuore ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Giorni fa ho letto che è morta a Torino la vedova di un figlio di De Amicis , Ugo , morto nel '63 . Questo Ugo doveva essere il bambino « Enrico » , eroe del libro Cuore . I giornali riportavano una fotografia di lui con la moglie . I fantasmi della nostra infanzia sono indistruttibili , e non sanno invecchiare ; così mi sono stupita nell ' apprendere che « Enrico » aveva avuto una professione , una moglie , e a un certo punto una faccia rugosa e dei capelli bianchi . Io , da bambina , gli avevo dato un grembiale , un cestino per la merenda e dei riccioli ; e con quei riccioli e con quel cestino lo vedevo procedere sulla sua strada per sempre . Ho scoperto poi con meraviglia che il libro Cuore è stato pubblicato nel 1886 : perciò quando io da piccola lo leggevo , quel libro , e il famoso « Enrico » , erano già vecchi di quarant ' anni . A me non sembrava , leggendolo nell ' infanzia , un libro che appartenesse ad un ' altra età . Il mondo che vi compariva era simile , nelle sue linee essenziali , non al mondo nel quale io vivevo , ma a quello che mi veniva abitualmente offerto nei libri di lettura : era evidentemente il mondo che allora si pensava dovesse essere somministrato all ' infanzia . Confrontando però oggi Cuore con la nostra epoca attuale , mi sembra invece un libro antichissimo : precipitato in un ' età remota , esso non fa che illustrare cose che non esistono più , un mondo caduto in cenere . Ai libri che abbiamo amato nell ' infanzia , restiamo in qualche modo fedeli , nell ' affetto , per tutta la vita . Cuore io lo amavo . Sfogliandolo oggi , scopro però che lo amavo per i molti vizi che sono in esso e che erano , allora , in me . A parte l ' affetto , giudicando oggi Cuore trovo che non ì per niente un bel libro . E abile e falso . E furbissimo , e illustra con efficacia retorica un mondo che , in verità , nella sua sostanza , non è mai esistito se non nei libri . I suoi personaggi non hanno nessuna vita ; definiti all ' inizio , percorrono fino alla fine il cammino e compiono i gesti che fin dall ' inizio ci eravamo aspettati . Garrone è sempre giusto e generoso ; Franti è sempre perfido ; il muratorino fa sempre il muso di lepre . Vi sono , è vero , alcuni ravvedimenti ; il padre di Precossi , fabbro ferraio che era spesso « briaco » , e batteva il figlio , commosso perché il figlio ha preso la medaglia si pente e smette di bere . Ma simili trasformazioni sono in qualche modo prevedibili : la virtù vince il male , il cuore trionfa , la scuola intesa come fucina di buoni sentimenti irradia un fuoco benefico , istruisce al bene . Chi non si ravvede mai , per fortuna , è il perfido Franti . Dico per fortuna , perché ricordo d ' avere assai temuto nella mia infanzia che potesse nel corso del libro diventare buono ; la sua malvagità mi affascinava , e spiavo dietro di lui peccati che non riuscivo a immaginare , ma che mi figuravo anche più sinistri e più foschi di quelli che venivano enumerati . In verità i suoi peccati non mi apparivano mai abbastanza tremendi . Ecco cosa faceva : « ... Non teme nulla , ride in faccia al maestro , ruba quando può , si porta a scuola degli spilloni per tormentare i vicini , si strappa i bottoni dalla giacchetta , e li strappa agli altri , e li gioca , e ha cartella , quaderni , libri , tutto sgualcito , stracciato , sporco , la riga dentellata , la penna mangiata , i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse » . Non riuscendo forse a rappresentare con abbastanza neri colori la sua cattiveria , a un certo momento lo scrittore ci porta davanti sua madre : « affannata , coi capelli grigi arruffati , tutta fradicia di neve ... raccogliendo lo scialle che strascicava , pallida , incurvata , con la testa tremante , e la sentimmo ancor tossire giù per le scale ... Il direttore guardò fisso Franti in mezzo al silenzio della classe , e gli disse con un accento da far tremare : Franti , tu uccidi tua madre » . Dopo avere strappato bottoni e usato spilloni e riso quando gli altri piangevano , Franti a un certo punto tira le trecce a una sorella di Stardi , si azzuffa con Stardi , qualcuno gli vede in mano un coltello : per cui finisce « all ' ergastolo » : immagino che si trattasse di un riformatorio . Comunque sparisce dalla scena per sempre : cosa che a me dispiacque moltissimo , perché era mio grande godimento contemplare la sua figura malvagia . « Franti , tu uccidi tua madre » , e « Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del re : e Franti rise » , sono frasi che nell ' infanzia mi hanno deliziato ; come pure « Non sono degno di baciarti le mani » , parole scritte da Enrico in risposta a una lettera della sorella , la quale si duole di un suo sgarbo , e gli ricorda le ore passate presso la sua culla quando era piccolo , « invece di divertirmi con le compagne » . Usavo quasi sempre saltare le lettere , perché le trovavo noiosissime : ne mietevo però qualche frase , che recitavo tra me a voce alta con insaziabile commozione . Come mai in quella famiglia si scrivessero tante lettere , ogni sera , pur abitando tutti sotto lo stesso tetto , non me lo sapevo spiegare ; mi sembrava però una cosa piena di seduzione , e mi rammaricavo che in casa mia non vi fosse questa abitudine . In verità quello che mi affascinava in Cuore era il trovarvi un mondo più ordinato , e in fondo per me più rassicurante , del mondo nel quale vivevo . Che fosse quello di Cuore un mondo falso , libresco e inesistente nella realtà , io allora non lo capivo ; i bambini spesso sono attratti dalla falsità ; spesso essi preferiscono lo splendore delle sete artificiali , il luccichio delle perle false , alle vere perle e alla vera seta . E io ero , da bambina , retorica , conformista , e con ideali piccolo - borghesi . Trovavo in Cuore tutto quello che nella mia esistenza mancava . Avrei voluto un padre saggio e sereno ; il mio urlava , sbatteva le porte , le sue norme educative erano urla e fragori di tuono . Avrei voluto una madre che la sera cucisse sotto la lampada . La mia non cuciva , o troppo poco per i miei gusti . Avrei voluto sentir parlare della patria . In casa mia non la nominavano mai . Avrei voluto che si parlasse del re . Usavano dargli dell ' imbecille . A scuola non mi mandavano ; mi facevano studiare in casa , per paura dei microbi . Avrei voluto che si mettesse fuori al balcone , i giorni delle feste patriottiche , la bandiera . Non avevamo bandiera . Alle sfilate militari , alle processioni , non mi portavano , sempre per paura dei microbi . Avrei voluto che mi insegnassero a venerare mia nonna . Invece su mia nonna in casa mia sbuffavano ; perché era , a dir vero , insopportabile . Il mondo di Cuore mi sembrava l ' unico mondo nel quale era bello e nobile vivere . Era un mondo dove tutto appariva al suo posto : il cielo pieno di eroi e di martiri ; le carceri piene di malfattori ; i soldati coperti di sangue sui campi di battaglia ; i genitori e i maestri laboriosamente intenti a soccorrere i poveri e a educare i bambini . Era un mondo che trovavo ben costruito e nel quale mi sentivo sicura e protetta . Lo consideravo indistruttibile ; e tuttavia siccome in casa mia , in qualche modo che mi era oscuro , un simile mondo veniva messo in dubbio e deriso , sorgeva a volte in me il sospetto che vi fosse in esso una crepa segreta , un errore nascosto ed essenziale . Soffocavo però subito quel sospetto : innalzavo intorno a me le mura solide che mi piacevano . Plasmavo il mio proprio mondo a immagine e somiglianza di quel mondo confortevole e immobile : rendevo i miei genitori miti e modesti , rimpicciolivo la mia casa e la facevo rassettata e umile ; abolivo la donna di servizio , facevo di mia madre una specie di formica operosa ; inoltre mi dissanguavo nella fantasia in mille sacrifici sublimi , mi battevo contro i ladri e gli austriaci , mi vedevo la notte in piedi a copiare gli scritti di mio padre , pallida di fatica e incompresa . Incompresa , ma solo per poco : perché in quel mondo così nobile e degno le sofferenze , gli eroismi e la morte venivano a un certo punto sempre salutati e celebrati , trovavano posto in un cielo di gloria , li accompagnavano funerali e bandiere . A volte , agli austriaci e ai ladri sostituivo i fascisti , sembrandomi i soli veri nemici di cui potevo disporre . Ma era questo l ' unico mutamento che portavo su un quadro dai colori indelebili e ben definiti . Oggi , un libro come Cuore io credo che non lo possiamo più leggere ; e certo non lo potremmo pi su scrivere . Esso appartiene a un tempo in cui sull ' onestà , sul sacrificio , sull ' onore , sul coraggio , si scrivevano cose false . Questo voleva dire che c ' erano stati o c ' erano , a un passo di distanza , quegli stessi sentimenti , ma veri . Voleva dire che le parole per esprimerli , vere e false , esistevano . Il falso non è che un ' imitazione , falsa e morta , del vivo e del vero . Oggi l ' onestà , l ' onore , il sacrificio , ci sembrano così lontani da noi , così estranei al nostro mondo che non riusciamo a farne parola ; e siamo completamente ammutoliti , avendo , in questo nostro tempo , orrore della menzogna . Così aspettiamo , in assoluto silenzio , di trovare per le cose che amiamo parole nuove e vere .