Film ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Ho
visto
,
in
un
cineclub
,
un
film
scritto
da
Beckett
,
recitato
da
Buster
Keaton
,
e
chiamato
Film
.
Dura
forse
meno
di
mezz
'
ora
ed
è
privo
di
parole
.
Un
uomo
,
in
una
stanza
,
mette
fine
alla
sua
vita
.
Non
lo
vediamo
né
morire
,
né
uccidersi
;
ma
è
chiaro
che
di
là
da
quei
momenti
,
non
vi
sarà
mai
più
nulla
per
lui
.
Nella
stanza
c
'
è
un
letto
,
una
coperta
,
uno
specchio
,
un
seggiolone
a
dondolo
,
un
gatto
e
un
cane
in
un
cestello
,
un
pesce
in
una
vasca
,
un
pappagallo
in
gabbia
.
Nonostante
questi
mobili
e
questi
animali
,
la
stanza
appare
nuda
e
vuota
.
L
'
istante
in
cui
quell
'
uomo
ha
portato
là
quel
letto
e
quello
specchio
,
quel
cestino
,
quella
vasca
e
quella
gabbia
,
appare
lontanissimo
e
perduto
in
un
tempo
senza
memoria
.
Con
gesti
ansiosi
e
pieni
di
terrore
,
come
inseguito
da
persecutori
invisibili
,
l
'
uomo
copre
con
un
panno
lo
specchio
,
fa
uscire
il
cane
e
il
gatto
,
richiude
la
porta
,
copre
la
vasca
e
la
gabbia
.
Poi
si
siede
sul
seggiolone
e
si
dondola
,
in
mezzo
alla
stanza
.
A
tratti
si
tasta
il
polso
,
con
quell
'
ansia
per
le
proprie
pulsazioni
,
quella
sollecitudine
per
se
stesso
che
sente
chi
non
ha
nessuno
sulla
terra
salvo
se
stesso
,
con
quella
paura
della
morte
che
sente
chi
non
vuole
più
nulla
fuor
che
la
morte
.
Da
una
cartella
di
cuoio
,
egli
trae
e
osserva
alcune
fotografie
.
Sono
antiche
immagini
di
un
essere
che
è
stato
lui
stesso
.
L
'
infanzia
,
il
volto
materno
,
le
feste
scolastiche
,
le
gare
sportive
,
il
matrimonio
,
una
donna
,
un
bambino
.
Sono
le
immagini
di
una
vita
respirabile
,
tiepida
,
abitata
da
affetti
.
Una
vita
ormai
remota
da
quella
stanza
,
da
quelle
suppellettili
desolate
.
Egli
accarezza
un
attimo
,
con
il
pollice
,
la
fotografia
del
bambino
.
Strappa
una
per
una
,
a
metà
,
tutte
le
fotografie
.
Le
strappa
a
metà
una
per
una
,
senza
esitazione
e
questa
volta
senza
ansia
,
attentamente
,
scrupolosamente
.
Le
lascia
cadere
a
terra
.
Finora
non
abbiamo
visto
il
suo
viso
,
ma
sempre
solo
le
sue
mani
,
le
sue
spalle
,
la
sua
sciarpa
,
le
crepe
nel
muro
,
le
pieghe
della
coperta
.
Infine
vediamo
il
suo
viso
:
un
viso
devastato
,
scavato
,
un
occhio
coperto
da
una
benda
nera
.
Per
un
attimo
:
perché
egli
subito
chiude
quel
viso
tra
le
mani
devastate
.
Unico
e
ultimo
gesto
di
pietà
per
se
stesso
;
unico
e
ultimo
tentativo
di
nascondere
a
se
stesso
la
sua
stessa
immagine
,
di
smarrirsi
al
di
là
della
ragione
e
delle
memorie
;
unico
e
ultimo
implorare
il
buio
,
il
nulla
e
la
morte
.
Questo
racconto
rapido
e
muto
,
lo
poteva
recitare
solo
l
'
attore
Buster
Keaton
.
Impossibile
pensare
un
essere
diverso
,
là
in
quella
stanza
.
Egli
non
recita
:
egli
è
quell
'
uomo
.
Della
vita
di
Buster
Keaton
io
non
so
molto
,
salvo
quello
che
sanno
forse
tutti
.
E
morto
solo
e
povero
,
alcuni
anni
fa
.
Probabilmente
i
suoi
ultimi
giorni
furono
assai
simili
alle
ore
di
quell
'
uomo
in
quella
stanza
.
Ebbe
un
destino
crudele
.
Fu
un
attore
comico
famosissimo
ai
tempi
del
muto
;
con
l
'
avvento
del
sonoro
,
non
lo
cercarono
più
e
fu
presto
dimenticato
.
Era
del
resto
impensabile
che
dalla
sua
bocca
uscissero
mai
parole
.
Il
suo
viso
magro
e
arido
,
le
sue
labbra
sigillate
e
negate
al
sorriso
,
le
mascelle
irrigidite
e
contratte
,
erano
la
maschera
stessa
del
silenzio
.
Era
stato
un
grande
attore
,
un
grande
attore
comico
.
La
comicità
nasceva
dalle
sue
mosse
rapide
,
dal
suo
silenzio
,
dalla
sua
fissità
.
Apparvero
sui
giornali
,
a
volte
,
sue
fotografie
.
Un
viso
su
cui
gli
anni
e
l
'
ombra
avevano
scavato
ombre
e
solchi
.
Un
viso
coperto
di
una
rete
di
rughe
fittissime
,
come
una
carta
geografica
.
Le
labbra
sempre
strette
e
sigillate
.
Dovette
chiudersi
nel
suo
silenzio
,
da
vivo
,
come
in
un
sepolcro
.
Ebbe
solo
qualche
piccola
parte
,
breve
e
secondaria
.
Fu
il
pianista
in
Luci
della
ribalta
.
Film
dovette
essere
uno
dei
suoi
ultimi
film
se
non
l
'
ultimo
;
e
non
ebbe
,
credo
,
alcuna
diffusione
.
A
Chaplin
toccò
una
sorte
diversa
.
Erano
stati
,
credo
,
compagni
di
giovinezza
.
Chaplin
ebbe
a
profusione
tutto
quello
che
lui
,
dopo
una
certa
epoca
,
non
ebbe
più
.
Chaplin
,
dopo
gli
anni
amari
d
'
una
infanzia
orfana
e
povera
,
ebbe
gloria
,
denaro
e
onori
e
li
avrà
per
tutta
la
durata
della
sua
vita
.
La
sua
gloria
è
,
da
tempo
,
indistruttibile
.
Era
,
senza
dubbio
,
un
più
grande
attore
.
I
ricordi
della
sua
infanzia
,
i
tristi
vicoli
popolati
di
poveri
,
divennero
presto
per
lui
un
mondo
remoto
.
Per
moltissimi
anni
,
trasse
la
sua
ispirazione
da
quelle
buie
memorie
.
Inventò
la
figura
immortale
che
ben
conosciamo
.
La
figura
zoppicante
e
rapida
,
con
i
riccioli
neri
intorno
al
volto
pallido
,
con
il
sorriso
luminoso
e
mite
.
Era
anch
'
essa
priva
di
parola
.
Conosceva
bene
anch
'
essa
l
'
inadeguatezza
e
la
miseria
della
parola
umana
.
In
vecchiaia
,
Chaplin
si
trasformò
in
una
persona
che
è
in
qualche
modo
il
contrario
di
quella
figura
randagia
,
zoppicante
e
fuggevole
.
Divenne
un
vecchio
canuto
e
florido
,
ottimista
e
miliardario
.
Vive
in
una
villa
in
Svizzera
,
con
uno
sciame
di
figli
.
Se
per
caso
si
incontrassero
,
l
'
antica
figura
zoppicante
e
randagia
e
questo
furbo
e
florido
vecchio
signore
,
non
avrebbero
niente
da
dirsi
.
In
vecchiaia
,
Chaplin
scrisse
e
parlò
.
Scrisse
perfino
un
libro
di
memorie
.
Quando
ci
accade
di
vedere
sullo
schermo
l
'
antica
figura
che
amiamo
,
dobbiamo
isolarla
dal
ricordo
della
persona
che
l
'
ha
creata
e
che
ne
è
diventata
così
diversa
.
Dobbiamo
scacciare
il
ricordo
dei
pensieri
che
ha
espresso
nel
suo
libro
,
delle
sue
affermazioni
ottimistiche
,
della
sua
vanità
per
nulla
ingenua
,
della
sua
solida
e
robusta
persona
da
cui
è
totalmente
scomparso
ogni
istinto
di
fuga
.
Da
cui
è
scomparso
anche
ogni
istinto
di
libertà
.
Chaplin
ha
fatto
,
in
vecchiaia
alcuni
brutti
film
.
Essi
hanno
avuto
successo
.
Certo
l
'
idea
d
'
aver
fatto
dei
brutti
film
non
l
'
ha
nemmeno
sfiorato
,
essendo
egli
ormai
troppo
compiaciuto
di
sé
per
dire
a
se
stesso
parole
vere
.
D
'
altronde
la
cosa
in
sé
non
avrebbe
importanza
e
i
suoi
brutti
film
non
scalfiscono
il
suo
genio
.
Quando
vediamo
sullo
schermo
la
figura
immortale
da
lui
un
tempo
creata
,
non
pensiamo
ai
suoi
ultimi
brutti
film
.
Pensiamo
invece
alla
sua
persona
attuale
che
si
trova
,
rispetto
alla
sua
persona
antica
,
sull
'
altra
sponda
.
Non
possiamo
fargli
rimprovero
di
essere
diventato
,
in
vecchiaia
,
ricco
e
furbo
.
Penso
che
uno
possa
essere
ricchissimo
e
furbissimo
,
restando
in
qualche
modo
libero
e
randagio
.
Penso
che
sia
difficile
,
ma
possibile
.
Quello
che
rattrista
in
lui
oggi
è
forse
proprio
l
'
ottimismo
.
Le
parole
che
ha
scritto
e
pensato
.
Il
suo
miserevole
e
squallido
ottimismo
di
ottuagenario
a
cui
tutto
è
andato
così
bene
.
Buster
Keaton
non
ha
lasciato
,
che
io
sappia
,
libri
di
memorie
.
Il
silenzio
in
lui
,
e
il
silenzio
che
lo
circondava
,
dev
'
essere
stato
immenso
.
La
vecchiaia
è
infuriata
su
di
lui
devastando
il
suo
corpo
,
il
suo
viso
arido
,
nudo
e
indifeso
.
Egli
però
rimasto
se
stesso
,
sigillato
nel
suo
silenzio
,
fedele
alla
sua
sconfinata
disperazione
che
non
poteva
avere
parole
essendo
la
parola
umana
così
inadeguata
e
miserevole
,
fedele
per
sempre
alla
sua
sconfinata
libertà
di
non
sillabare
mai
una
sola
parola
.