StampaQuotidiana ,
Conobbi
Soldati
un
mucchio
di
anni
fa
.
Allora
era
più
vecchio
di
me
.
Oggi
no
,
oggi
siamo
vecchi
uguali
.
Era
magro
come
un
fiammifero
,
e
sulla
sua
fronte
fiammeggiava
un
ciuffetto
nero
.
Lo
conobbi
in
casa
di
mia
sorella
,
a
Torino
.
C
'
erano
varie
persone
che
non
ricordo
,
era
un
pranzo
.
Nel
corso
di
quel
pranzo
,
lui
s
'
arrabbiò
con
qualcuno
e
si
mise
a
urlare
.
Disse
allora
una
frase
,
che
ricordai
sempre
.
La
frase
era
:
«
Gli
amici
non
si
scelgono
»
.
Non
avevo
seguito
il
resto
del
discorso
,
ero
stata
fino
a
quel
momento
distratta
.
Al
vederlo
a
un
tratto
così
infuriato
,
restai
stupita
e
forse
mi
spaventai
.
Urlava
con
voce
roca
,
e
il
suo
erre
francese
rotolava
pieno
di
collera
.
Era
scattato
in
piedi
e
il
ciuffo
nero
sventolava
in
disordine
sul
suo
pallore
.
Finito
il
pranzo
,
crollò
a
sedere
e
disse
ancora
una
volta
con
voce
roca
e
stanca
,
con
un
viso
disfatto
e
desolato
:
«
Non
si
scelgono
.
Gli
amici
non
si
scelgono
»
.
Poi
la
sua
collera
di
colpo
svanì
.
Chiese
a
un
certo
punto
chi
ero
.
Lo
stupì
di
sapere
che
ero
la
sorella
della
persona
che
l
'
aveva
invitato
a
pranzo
.
Disse
che
m
'
aveva
preso
per
una
suivante
.
La
parola
suivante
,
che
io
non
avevo
mai
sentito
prima
d
'
allora
,
mi
umiliò
.
Pensai
che
dovevo
essere
vestita
male
.
Mi
chiese
cosa
facevo
.
Gli
dissi
che
facevo
il
liceo
.
Qualcuno
disse
che
scrivevo
racconti
.
Chiese
di
leggerli
.
Avevo
con
me
quei
racconti
,
in
un
quaderno
,
dentro
la
mia
cartella
nell
'
ingresso
.
La
cartella
l
'
avevo
con
me
perché
ero
venuta
là
direttamente
da
scuola
.
Il
quaderno
l
'
avevo
sempre
con
me
.
Credo
che
me
lo
portavo
sempre
dietro
nella
speranza
che
qualcuno
mi
chiedesse
di
leggerlo
.
Lui
partiva
,
e
promise
di
leggere
il
mio
quaderno
in
viaggio
.
Qualche
giorno
dopo
,
mi
mandò
un
telegramma
.
I
miei
racconti
gli
sembravano
belli
.
Ne
fui
felice
.
Ancora
oggi
gli
sono
grata
per
avermi
mandato
un
telegramma
.
Quel
telegramma
per
molto
tempo
lo
conservai
,
sgualcito
,
in
una
scatola
,
fra
altri
oggetti
che
stimavo
preziosi
.
Era
il
primo
telegramma
che
avessi
mai
ricevuto
;
e
per
molti
anni
ancora
rimase
l
'
unico
.
La
suivante
,
il
telegramma
,
e
la
frase
«
gli
amici
non
si
scelgono
»
,
sono
tre
cose
per
me
inseparabili
dall
'
immagine
di
Soldati
.
La
suivante
e
il
telegramma
non
riguardano
tanto
Soldati
,
quanto
me
stessa
e
la
mia
vanità
.
La
frase
«
gli
amici
non
si
scelgono
»
riguarda
sia
Soldati
che
la
verità
.
Ricordo
di
aver
pensato
,
quella
sera
,
a
tutti
i
miei
amici
,
e
di
essermi
chiesta
se
li
avevo
scelti
o
trovati
per
caso
.
Ancora
oggi
mi
chiedo
se
gli
amici
si
scelgono
.
Credo
che
,
per
quanto
riguarda
gli
amici
dell
'
infanzia
e
della
giovinezza
,
non
si
scelgono
affatto
ma
ci
vengono
buttati
ai
piedi
dalla
nostra
sorte
.
Gli
amici
dell
'
età
adulta
,
in
qualche
modo
si
scelgono
.
E
'
vero
però
che
nelle
nostre
scelte
,
giocano
sempre
tre
elementi
essenziali
:
in
parte
scegliamo
noi
stessi
,
in
parte
veniamo
scelti
,
e
in
parte
il
caso
sceglie
per
noi
.
D
'
altronde
l
'
atto
della
nostra
scelta
non
ha
grande
valore
.
Scegliendo
i
nostri
amici
,
noi
ubbidiamo
a
un
criterio
di
valutazione
assai
rozzo
,
superficiale
e
confuso
.
Quello
che
conta
non
è
l
'
atto
della
nostra
scelta
,
ma
i
vincoli
che
sorgono
in
noi
dall
'
affetto
e
che
sono
sempre
ciechi
,
imperiosi
e
senza
spiegazione
.
L
'
affetto
non
sceglie
nulla
,
o
meglio
la
sua
scelta
è
così
rapida
che
siamo
subito
immemori
di
averla
compiuta
.
Tornando
a
Soldati
,
nel
ricordare
più
tardi
le
sue
furie
di
quella
sera
compresi
che
egli
non
era
per
nulla
infuriato
.
Recitava
.
Recitava
la
parte
dell
'
uomo
in
collera
.
Quello
che
io
credevo
il
fuoco
della
collera
,
era
in
verità
il
fuoco
della
recitazione
.
Compresi
più
tardi
che
egli
recita
sovente
,
per
divertire
gli
altri
e
se
stesso
.
Mi
colpì
più
tardi
,
leggendo
i
suoi
romanzi
,
il
fatto
che
nei
suoi
romanzi
non
c
'
è
mai
traccia
né
di
simulazione
né
di
sovreccitazione
.
Scrive
in
una
prosa
pacata
,
chiara
,
austera
e
paziente
.
E
una
prosa
invisibile
come
l
'
acqua
o
il
vetro
.
Penso
che
i
suoi
romanzi
provengano
dalla
parte
più
calma
e
più
seria
della
sua
persona
.
Il
gioco
magico
,
nei
suoi
romanzi
,
è
in
genere
quello
di
insinuare
in
una
trasparenza
di
vetro
o
d
'
acqua
,
entro
una
realtà
abitabile
,
respirabile
e
chiara
,
un
'
incrinatura
obliqua
,
un
lampo
verde
e
sinistro
,
che
sembra
provenire
da
altri
mondi
e
indicarne
la
realtà
non
respirabile
,
non
abitabile
,
notturna
e
priva
di
stelle
.
I
suoi
romanzi
sono
,
sempre
o
quasi
sempre
,
storie
d
'
incontri
col
male
.
Nei
suoi
romanzi
,
sempre
o
quasi
sempre
,
ci
sono
due
personaggi
essenziali
.
Un
narratore
,
uno
che
dice
«
io
»
,
persona
da
cui
sembra
scorrere
la
prosa
stessa
della
narrazione
,
pacata
,
nitida
,
non
mai
rotta
da
singhiozzi
,
immune
da
incubi
o
nevrosi
;
persona
che
non
parla
della
sua
vita
o
ne
parla
appena
,
come
non
meritasse
di
parlarne
,
trattandosi
di
una
vita
risolta
e
libera
,
una
vita
che
scorre
nella
piena
luce
del
giorno
;
e
a
un
tratto
,
su
un
angolo
di
strada
,
o
davanti
a
un
chiosco
di
giornali
,
o
in
una
botteguccia
polverosa
,
o
nella
hall
d
'
un
albergo
vecchiotto
con
paralumi
e
tappeti
,
si
profila
al
suo
sguardo
un
secondo
essere
,
qualcuno
a
cui
egli
si
accosta
con
sentimenti
usuali
e
pacati
,
senza
allarme
,
come
ci
si
inoltra
su
quieti
sentieri
erbosi
per
una
passeggiata
tranquilla
.
Questo
secondo
essere
,
sia
esso
un
amico
della
sua
giovinezza
,
o
una
donna
incontrata
in
passato
,
o
semplicemente
uno
sconosciuto
che
desta
la
sua
attenzione
o
pietà
,
lo
conduce
lentamente
fuori
dal
suo
chiarore
giornaliero
e
verso
una
notte
ignota
,
fredda
e
tortuosa
come
una
plaga
d
'
inferno
.
Allora
comprendiamo
che
il
chiosco
dei
giornali
,
la
hall
immersa
nella
rosea
penombra
,
la
botteguccia
dalle
merci
addormentate
,
erano
le
porte
dell
'
inferno
.
Ci
accorgiamo
che
infatti
su
quei
luoghi
pesava
una
strana
paura
.
La
realtà
ignota
nella
quale
il
narratore
si
inoltra
,
sui
passi
di
quel
secondo
essere
che
gli
ispira
insieme
pietà
,
repulsione
e
un
'
acuta
curiosità
,
è
una
realtà
dove
non
ci
sono
esseri
liberi
,
perché
ciascuno
è
servo
d
'
una
macchinazione
tetra
e
ineluttabile
;
una
trama
sottile
e
tortuosa
di
denaro
e
di
ossessioni
sessuali
governa
e
opera
in
questo
mondo
notturno
,
muove
gli
umani
e
li
avviluppa
ai
piedi
d
'
una
potenza
ambigua
,
fredda
come
la
morte
e
indecifrabile
.
E
in
questo
mondo
notturno
,
pesa
il
sospetto
che
il
male
non
si
trovi
situato
là
dove
i
fatti
sembrano
individuarlo
e
situarlo
,
nei
volti
beffardi
e
servili
di
coloro
che
in
noi
chiamiamo
i
malvagi
;
ma
ancora
altrove
,
in
uh
punto
molto
più
lontano
,
dove
non
ne
avvertiamo
che
gli
echi
e
i
lampi
;
o
forse
invece
molto
vicino
:
forse
nelle
pieghe
segrete
della
nostra
stessa
anima
.
Il
narratore
si
sente
a
un
tratto
coinvolto
in
una
sorta
di
sinistra
complicità
.
La
presenza
del
male
in
un
mondo
così
prossimo
al
nostro
,
ci
rende
spie
e
complici
del
male
;
essendo
noi
amici
e
testimoni
del
male
,
forse
siamo
il
male
stesso
.
Quel
volto
insieme
domestico
e
misterioso
che
si
è
avvicinato
al
nostro
,
quella
mano
che
ci
ha
condotto
sulla
plaga
infernale
,
sono
forse
la
nostra
stessa
mano
e
il
nostro
stesso
volto
.
Nell
'
ultimo
romanzo
di
Soldati
,
L
'
attore
,
il
narratore
,
avendo
incontrato
un
amico
di
giovinezza
e
avendo
saputo
di
sue
difficoltà
finanziarie
causategli
dalla
moglie
,
che
ha
il
vizio
del
gioco
,
va
a
trovare
questa
moglie
nella
sua
villa
di
Bordighera
.
L
'
aspetto
abbandonato
della
villa
,
lo
sfacelo
e
il
silenzio
in
cui
giace
il
luogo
,
acuiscono
il
senso
di
angoscia
con
cui
siamo
arrivati
là
.
Nelle
difficoltà
finanziarie
che
l
'
amico
attore
ha
raccontato
,
abbiamo
sospettato
menzogne
e
macchinazioni
.
In
questa
coppia
di
coniugi
,
uno
dei
due
è
vittima
dell
'
altro
,
ma
ignoriamo
quale
sia
la
vittima
e
quale
il
persecutore
.
Ma
quando
appare
la
moglie
,
col
suo
fresco
dialetto
triestino
e
la
sua
persona
generosa
,
cordiale
e
ilare
,
l
'
angoscia
è
dissipata
.
Ci
sentiamo
sollevati
e
rassicurati
.
In
questa
donna
,
il
vizio
del
gioco
appare
una
mania
innocente
,
in
qualche
modo
ilare
e
limpida
,
una
cosa
di
cui
si
può
chiacchierare
a
voce
alta
,
nella
piena
luce
del
giorno
,
in
dialetto
triestino
.
Il
suo
affetto
per
il
marito
è
pieno
di
pietà
e
ironia
.
Il
marito
,
«
pòvaro
mona
d
'
un
vecio
»
,
usa
innamorarsi
delle
serve
.
Tale
debolezza
è
in
sé
anch
'
essa
innocente
,
forse
solo
un
poco
pericolosa
.
Tuttavia
ogni
vago
senso
d
'
allarme
svapora
tra
le
risate
cordiali
della
donna
,
argentine
,
generose
di
tenerezza
.
Il
narratore
sta
per
andarsene
sollevato
.
In
quel
momento
si
sente
la
voce
della
serva
.
La
serva
si
rivolge
alla
donna
con
accenti
di
prepotenza
intima
e
brutale
.
Torna
l
'
angoscia
,
e
il
sospetto
di
qualche
fosco
potere
.
Spiando
dalle
finestre
,
il
narratore
vede
la
serva
.
I
suoi
tratti
sono
volgari
e
leggiadri
,
la
persona
è
insieme
banale
e
misteriosa
,
di
una
giovinezza
caparbia
e
fragile
,
forse
costretta
senza
voglia
a
una
parte
crudele
.
L
'
angoscia
sorge
dal
non
sapere
dove
è
il
male
,
da
quale
punto
provengano
gli
agguati
e
le
macchinazioni
del
male
.
La
ragazza
sarà
trovata
morta
,
vittima
predestinata
e
incauta
d
'
una
macchinazione
.
Tra
la
donna
,
la
ragazza
e
l
'
uomo
,
vediamo
lentamente
che
si
è
stesa
una
trama
ingegnosa
e
industriosa
,
avviluppandoli
e
trascinandoli
alla
deriva
.
Essa
è
nata
dalle
profondità
d
'
un
sentimento
amoroso
insieme
tortuoso
e
semplice
,
che
si
alza
sopra
le
congetture
e
le
insidie
con
una
sorta
di
fosca
innocenza
.
Forse
il
male
non
è
situato
fra
questi
esseri
,
ma
ancora
altrove
,
nella
figura
dal
volto
«
duro
e
frivolo
»
che
appare
e
scompare
alle
loro
spalle
e
che
sembra
vincere
.
Tuttavia
il
dubbio
permane
che
anche
il
volto
«
duro
e
frivolo
»
non
sia
nulla
,
che
non
sia
lui
il
vero
artefice
di
agguati
e
disgrazie
,
che
non
sia
una
vipera
ma
un
povero
topo
di
siepe
.
Forse
il
suo
trionfo
è
volgare
e
casuale
,
forse
non
è
che
il
nuoto
cieco
e
immemore
d
'
una
grigia
anguilla
,
il
canto
di
una
rana
in
una
palude
.
Le
trame
del
male
sono
profondamente
immerse
nella
notte
.
La
sola
liberazione
possibile
è
per
gli
esseri
umani
rincorrerne
sulla
terra
le
ombre
sfuggenti
,
spiare
e
interrogare
all
'
infinito
le
orme
del
vero
,
portare
alla
luce
del
giorno
i
pochi
indizi
rubati
nel
cuore
d
'
una
notte
impenetrabile
.