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Magistrati e polizia ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
In « Per difendersi dal delitto » del 2 gennaio Conso scorge una garanzia in una polizia giudiziaria posta alla esclusiva dipendenza della magistratura , senza interferenze da parte dell ' esecutivo , eccezione fatta per quelle concernenti l ' organizzazione e il funzionamento , da demandare però al solo ministro della Giustizia . Che l ' autorità giudiziaria disponga direttamente di tale polizia , è scritto all ' art. 109 della Costituzione , e la norma è fuori discussione . Ma la pubblica sicurezza solo in piccola parte è impegnata nella repressione dei reati ; un Commissariato di quartiere è molto preso da pratiche varie : licenze di porto d ' arme , permessi di caccia , passaporti , le varie licenze per cui la legge prevede l ' autorizzazione od il parere della pubblica sicurezza : compiti di conciliazione : liti familiari , l ' affittacamere che vuol mettere fuori l ' inquilino , o la domestica ad ore che viene a deplorare di non essere pagata ; e poi le denunce che non hanno seguito , ragazze scappate di casa , ma che l ' indomani ricompaiono , furti di biciclette , di automobili , e via dicendo . Attraverso quest ' attività il Commissariato acquista un panorama del quartiere , che gli permette d ' intravedere molte cose : le camere affittate ad ore per coppie clandestine , lo sfruttamento di prostitute , i ragazzi sospetti fornitori di droga , la gente che vive lussuosamente ma non paga chi la serve , e via dicendo ; e credo che quando è commesso un delitto , la polizia giudiziaria non possa fare a meno di cominciare a chiedere al Commissariato di quartiere . Separare le due polizie ? Nessuno vi pensa : già si deplora il dualismo carabinieri e pubblica sicurezza . Porre tutta la polizia alle dipendenze del ministero della Giustizia ? Se questo fosse ancora l ' organismo burocratico ch ' era al principio del secolo , non vi vedrei difficoltà ( per quanto sia arduo separare del tutto polizia e funzione politica , che non può non fare capo alla Presidenza del Consiglio ed al ministero dell ' Interno , che sarebbe bene avessero sempre un unico titolare ) ; ma oggi il ministero è costituito per intero da magistrati e cancellieri , che di solito vi arrivano dopo vari anni di servizio presso uffici giudiziari . E mi chiedo sempre se abbia ancora una ragion d ' essere quel ministero , una volta affidate al Consiglio superiore della magistratura promozioni e destinazioni dei giudici . Un ministero per le carceri , i concorsi a notaio , mansioni di alta sorveglianza sullo stato civile , su alcuni ordini professionali , per sottoporre al Capo dello Stato i decreti di grazia e di riconoscimento , dopo sciolto il matrimonio , di figli adulterini ( ma questa figura dell ' adulterino confido scompaia presto ) ? Un ministero in cui il ministro non può rispondere che dell ' operato del personale delle carceri , perché in fatto non ha altri dipendenti . Comunque non so quanto il magistrato sia atto a dirigere la polizia giudiziaria . Il magistrato per un arcaismo della legislazione è legato al cancelliere : non può procedere a nulla senza il cancelliere ed i provvedimenti li adotta per scritto , nella sua sede : ciò che significa legato ad un orario di ufficio , ché i palazzi di giustizia ad una certa ora chiudono le porte . Il ritmo del magistrato è necessariamente non rapido , anche se nel caso l ' uomo sia solerte ; guai se esso s ' imprimesse anche alla polizia . E poi , diciamo la verità : la diffidenza per la polizia e la fiducia nel magistrato sono legate a un abito mentale che siamo in molti a non condividere ( perciò ho gradito le parole del messaggio di Leone che ricordavano le benemerenze delle forze di polizia , che spesso lasciano vittime sul terreno ) ; non ha consistenza la visione del magistrato impassibile , mai annebbiato da preconcetti , e quella del poliziotto che ha la voluttà di colpire , di vedere in ogni persona che interroga un colpevole . Uomini troppo sicuri di sé , del loro intuito , della prima impressione , ed uomini esitanti e dubbiosi ; uomini non disposti a riconoscere di avere preso una via errata ed uomini troppo presto propensi ad abbandonare una traccia , uomini inclini alla pietà ed uomini duri : si trovano in tutti i ranghi . Ed altresì uomini che guardano con nostalgia al passato ed uomini che lo aborrono ; nessuno oggi si sentirebbe di affermare che la magistratura non sia più di un tempo accessibile alle correnti politiche . Polizia a disposizione dei giudici , sì ; ma che serbi una sua libertà di azione , non sia troppo burocratizzata , possa assumere iniziative , se la si vuole arma contro il delitto . Conso parla della presenza del difensore ad ogni interrogatorio , ormai consacrata . So che non si torna indietro ; ma non ne sono entusiasta , specie rispetto al primo incontro tra giudice ( o polizia ) ed indiziato . Enrico Ferri insegnava in argomento ai suoi allievi che vi sono regioni d ' Italia in cui si parla con la bocca ed altre in cui si parla con le mani . È proprio certo che l ' avvocato difenda soltanto l ' interrogato dalle insidie del giudice , e non lo avverta , anche nel modo più corretto , con una obiezione mossa al giudice circa la domanda posta , sul come deve rispondere ? C ' è un romanzo di Arpino , Un delitto d ' onore , che è la storia di una vicenda realmente avvenuta : e chi difendeva l ' imputato era un parlamentare illustre , ch ' ebbe anche cariche di governo , ed uomo integerrimo , la cui memoria è da tutti giustamente onorata ; eppure rimando a quel romanzo a mostrare come , anche nelle sfere più alte , il penalista non possa che suggerire all ' imputato , pur se sicuro autore del delitto ( in quel caso , orrendo ) , la via della sua salvezza .