StampaQuotidiana ,
Nell
'
articolo
«
Il
Concordato
:
revisione
o
denuncia
unilaterale
?
»
l
'
amico
Paolo
Barile
ritiene
che
non
ci
sarebbero
oggi
,
e
ci
sarebbero
ancor
meno
domani
,
ostacoli
seri
ad
una
denuncia
unilaterale
del
Concordato
;
che
non
tutti
i
cattolici
vi
sarebbero
contrari
;
che
,
«
a
certe
condizioni
,
potrebbe
non
costituire
un
atto
di
ostilità
»
.
Le
condizioni
,
se
ben
comprendo
,
sarebbero
un
aggiornamento
delle
congrue
e
degli
aiuti
per
la
costruzione
ed
il
mantenimento
delle
chiese
.
Premesso
che
sarebbe
per
me
un
gran
bel
giorno
quello
in
cui
vedessi
il
Papa
dichiarare
che
considera
decaduti
tutti
i
concordati
,
intendendo
la
Chiesa
vivere
secondo
il
diritto
comune
,
senza
legami
giuridici
con
gli
Stati
,
cui
non
chiede
se
non
la
più
ampia
libertà
,
non
condivido
le
idee
di
Barile
.
Le
manifestazioni
ufficiali
delle
gerarchie
per
l'11
febbraio
sono
state
ancora
una
volta
di
celebrazione
del
grande
bene
che
gli
accordi
lateranensi
recarono
alla
Chiesa
ed
allo
Stato
,
senza
neppure
accenni
alla
revisione
.
Le
contestazioni
indiscriminate
,
senza
limiti
,
spesso
incomposte
,
manifestatesi
in
seno
alla
Chiesa
,
hanno
prodotto
il
consueto
effetto
,
ch
'
era
da
attendersi
in
un
organismo
sempre
forte
e
vitale
:
un
irrigidimento
,
il
rallentamento
di
un
cammino
che
portasse
ad
abbandonare
molte
scorie
del
passato
,
in
cui
molti
speravamo
;
ed
anche
in
questo
campo
delle
relazioni
con
lo
Stato
,
l
'
irrigidimento
si
avverte
.
Hanno
ripreso
lena
i
molti
ch
'
erano
stati
amareggiati
dal
periodo
giovanneo
.
Accanto
a
vescovi
comprensivi
,
con
lo
sguardo
volto
realisticamente
al
mondo
ed
alle
possibilità
che
consente
come
alle
barriere
che
oppone
,
ad
un
ottimo
giovane
clero
,
a
religiosi
e
religiose
eccellenti
educatori
ed
organizzatori
di
opere
di
bene
,
ad
un
piccolo
stuolo
di
laici
,
non
agitati
e
contestatori
,
e
non
attaccati
al
passato
,
rispuntano
quelli
che
nella
mia
gioventù
caratterizzavano
le
giunte
diocesane
:
cattolici
tenacemente
volti
al
passato
,
poco
pensosi
di
problemi
spirituali
e
molto
più
di
problemi
giuridici
,
attaccatissimi
ad
ogni
forma
che
ricordi
l
'
alleanza
del
trono
e
dell
'
altare
.
L
'
acredine
di
certa
polemica
antidivorzista
,
con
la
ripetizione
di
spunti
che
potevano
essere
efficaci
ancora
all
'
inizio
del
secolo
,
ma
che
non
hanno
alcuna
rispondenza
con
le
condizioni
della
famiglia
d
'
oggi
,
rappresenta
un
aspetto
di
questa
mentalità
.
Non
solo
la
reazione
ad
una
denuncia
unilaterale
sarebbe
vivissima
;
ma
mi
chiedo
quale
partito
s
'
imbarcherebbe
in
una
tale
impresa
.
Guardiamoci
intorno
,
amico
Barile
.
Può
essere
doloroso
per
entrambi
che
i
problemi
giuridici
abbiano
scarsa
presa
sulle
masse
;
molto
mi
duole
questo
disinteresse
per
i
problemi
dei
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
,
oggetto
di
meditazione
lungo
l
'
intero
corso
della
mia
vita
.
Ma
la
realtà
è
il
restringersi
sempre
più
del
numero
di
quelli
che
hanno
una
viva
sensibilità
in
materia
;
anche
la
tua
Facoltà
fiorentina
ha
preferito
non
coprire
con
un
titolare
la
cattedra
di
questa
branca
del
diritto
,
per
dare
preferenza
ad
altre
discipline
.
Sta
poi
che
la
soluzione
di
Barile
non
mi
persuade
neppur
essa
.
Tanto
tanto
chi
vuole
celebrare
il
matrimonio
religioso
compie
una
scelta
;
ma
perché
l
'
ateo
dovrebbe
concorrere
più
intensamente
d
'
oggi
alla
costruzione
di
chiese
ed
alle
congrue
?
Barile
non
è
favorevole
al
lasciar
disseccare
le
foglie
,
al
dimenticare
norme
di
legge
,
al
tolerari
posse
,
che
è
la
secolare
saggezza
della
Chiesa
.
Come
professore
di
diritto
,
ha
ragione
:
una
legge
c
'
è
o
non
c
'
è
;
se
c
'
è
,
occorre
applicarla
.
Ma
i
politici
fanno
bene
a
discostarsi
talora
dai
professori
di
diritto
.
Penso
allo
Statuto
albertino
,
al
come
si
lasciarono
cadere
la
censura
ecclesiastica
sui
libri
di
religione
,
la
mera
tolleranza
conformemente
alle
leggi
dei
culti
diversi
dal
cattolico
,
come
tutta
la
struttura
di
quel
testo
fu
silenziosamente
e
rapidamente
trasformata
.
Ma
poi
,
adagio
con
le
leggi
che
debbono
essere
applicate
.
Molta
parte
di
quella
che
chiamerei
l
'
impronta
confessionale
dello
Stato
non
deriva
dal
Concordato
,
ma
da
interpretazioni
,
talora
direi
creazioni
giurisprudenziali
,
che
la
Magistratura
potrebbe
anche
abbandonare
.
Per
restare
all
'
ambito
del
matrimonio
,
non
è
scritto
nel
Concordato
,
e
neppure
nella
legge
statale
sul
matrimonio
,
che
il
matrimonio
religioso
celebrato
con
l
'
intesa
che
non
dovesse
essere
trascritto
,
possa
invece
esserlo
ad
ogni
momento
a
richiesta
dell
'
autorità
ecclesiastica
,
anche
contro
la
volontà
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
il
matrimonio
religioso
trascritto
possa
cadere
nel
nulla
anche
per
lo
Stato
,
se
si
scopra
la
esistenza
del
precedente
matrimonio
religioso
non
trascritto
di
uno
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
anche
per
lo
Stato
,
all
'
infuori
di
ogni
previsione
di
legge
,
le
sentenze
ecclesiastiche
in
materia
di
nullità
non
passino
mai
in
giudicato
,
sicché
possa
cadere
la
nuova
famiglia
formatasi
dinanzi
allo
Stato
ed
alla
Chiesa
,
se
venga
riaperto
il
processo
e
posta
nel
nulla
la
sentenza
di
nullità
che
uno
dei
coniugi
aveva
ottenuto
.
Le
due
forme
di
matrimonio
,
con
diverse
conseguenze
per
le
cause
sulla
validità
,
si
sono
giustificate
con
la
libera
scelta
degli
sposi
;
ma
la
giurisprudenza
non
accetta
che
sia
invalida
la
scelta
che
appaia
operata
dall
'
incapace
non
interdetto
;
nel
caso
dell
'
infermo
di
mente
che
abbia
celebrato
matrimonio
in
forma
religiosa
,
il
giudice
statale
declina
la
propria
competenza
.
Non
è
scritto
che
il
giudice
straniero
non
possa
pronunciarsi
sui
matrimoni
concordatari
nemmeno
nei
casi
in
cui
avrebbe
competenza
a
pronunciarsi
rispetto
ai
matrimoni
civili
;
il
posto
che
il
magistrato
italiano
può
prendere
secondo
il
diritto
internazionale
,
non
può
prenderlo
rispetto
al
giudice
ecclesiastico
.
E
'
una
invenzione
della
giurisprudenza
,
senza
alcun
altro
precedente
,
che
se
sia
stata
pronunciata
una
condanna
per
incesto
tra
patrigno
e
figliastra
,
ove
la
Chiesa
consenta
il
loro
matrimonio
,
debba
cadere
la
sentenza
,
debbano
aprirsi
le
porte
del
carcere
,
senza
neppure
un
nuovo
giudizio
di
tribunale
.
Questo
in
un
solo
settore
.
Per
cui
insisterei
su
ciò
che
possa
ottenersi
:
meglio
,
con
una
revisione
compiuta
d
'
intesa
(
ma
che
abbia
una
qualche
estensione
;
se
non
tocchi
che
frange
,
meglio
non
farne
nulla
)
;
diversamente
,
con
quelle
tacite
tolleranze
su
reciproche
disapplicazioni
di
norme
;
infine
rivedendosi
dai
nostri
magistrati
certe
interpretazioni
radicatesi
negli
anni
fra
il
'30
ed
il
'35
,
ma
la
cui
base
a
me
pare
più
che
contestabile
.