Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
Monumento al capitano ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Il capitano Priebke è un uomo fortunato . Non solo perché per cinquant ' anni non ha scontato nessuna pena , come molti suoi amici , ma perché non passa giorno senza che qualcuno corra in sua difesa : giornali autorevoli , firme rinomate , argomenti di ogni genere . La figura del capitano si staglia , sullo sfondo di queste divagazioni , non proprio come quella di un eroe positivo o di un innocente perseguitato , ma come quella di un dignitoso combattente che non si può condannare e neppure giudicare senza fargli torto e senza violentare il buon diritto e la civiltà liberale . E la strage delle Ardeatine decade , su questo sfondo , a episodio militare banale , se non fosse per quel sovrappiù di arianesimo . Non può essere questa l ' intenzione di commentatori come Panebianco , Montanelli , Colletti o altri , ma questo è il risultato che ottengono quando sostengono in buon ordine tesi di questo tipo : che l ' estradizione del capitano è stata « una fregatura » alla quale conveniva sottrarsi , che il capitano ha ovviamente ubbidito , che la politica agraria di Mao ha fatto più vittime dell ' Olocausto , e altre cose così . È probabile che il fortunato capitano ( ma ridiamogli il grado tedesco molto più eloquente ) legga nel fresco dell ' infermeria di Regina Coeli i giornali italiani . Se lo fa , deve divertirsi moltissimo e provare una gran bella soddisfazione . Quando era un piccolo Gauleiter che imperversava in questo paese non poteva immaginare che anche da vecchio avrebbe creato tanta confusione nei tribunali e nell ' intelligencija dello stesso paese . Già l ' avrà fatto ringiovanire l ' idea di trovarsi nel carcere romano a lui ben noto . È da quelle celle infatti , forse anche da quell ' infermeria che vennero prelevate selvaggiamente molte delle 335 vittime designate . C ' è un libro recente di una testimone diretta di cui varrebbe la pena di ripubblicare qualche pagina , anche se non le ha scritte De Felice . Forse il fortunato capitano medita di scrivere un ' autobiografia per il « Corriere della Sera » e chiederà , per rinfrescarsi la memoria , di ispezionare quel « quarto braccio » preferenziale dove ospitava gli ostaggi e i morituri . Ma l ' idea più esilarante , per l ' ex SS , dev ' esser quella che lo dipinge come un neutrale esecutore di ordini . Ma davvero non sanno più , gli uomini colti del 2000 , che cos ' erano e come agivano gli ufficiali nazisti mezzo secolo fa ? Non lo hanno mai saputo ? Allora ci prestino un minimo di ascolto , per favore . Le SS e la Gestapo non ubbidivano , comandavano . Le SS e la Gestapo non prendevano ordini , li impartivano . Furono inventate e addestrate proprio per questo . Non era un ingrato dovere , per un loro ufficiale , sparare alla nuca di sottouomini ebrei o comunisti , ma un onore . Un onore e un privilegio personale , che un bravo comandante mai avrebbe lasciato a un qualsiasi Rottenfiihrero alla bassa truppa come un lavoro sporco . È vero che le tecniche di annientamento della guerra nazista hanno fatto scuola nel mondo , ma non mi pare un ' attenuante . Così divagando e disquisendo , abbiamo eretto al fortunato capitano un monumento di sciocchezze . Anche il maresciallo Kesselring pretese dagli italiani un monumento , e fu Piero Calamandrei maestro di diritto a dettare per l ' occasione un memorabile epitaffio . Forse l ' imparziale Panebianco farebbe bene , la prossima volta , a citare di Calamandrei anche quell ' epitaffio . È anacronistico ma fa ancora rabbrividire .