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Il primo amore ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Tu vuoi far l ' americano era un modo elementare di sintetizzare il fenomeno storico più rilevante ( accanto alla rivoluzione russa ) di questo secolo . Il sogno americano , il mito del progresso senza frontiere , l ' identificazione dell ' America con l ' apice della civiltà . La leggenda è nata con i primi emigranti , suppongo , alla ricerca dell ' Eldorado . Si è materializzata nei grattacieli , simbolo di assalto al sole e ai grandi spazi . E diventata sinonimo di produttività , di conquista , di ottimismo della volontà che supera ogni ostacolo di libertà individuale . Era la giovinezza del mondo , come il comunismo voleva essere l ' infanzia e la maturità dell ' uomo nuovo . Quella leggenda non è stata mai intaccata , né dalla crisi del 1929 , né dallo schiavismo e dal genocidio delle origini , né dal culto della violenza e della Colt come complemento della personalità , né dal trattamento coloniale riservato al subcontinente latino , né dalla perversa mistura degli spiriti animali del capitalismo con una malintesa etica protestante . Ha invece continuato a volare alta non solo con le ali del dollaro ma su quelle dell ' immaginario collettivo , dell ' invenzione filmica ( così potente da trasformare un genocidio in un ' epopea ) , di nuove tecniche applicate perfino alla letteratura ( la grande scoperta di Vittorini e Pavese ) , fino alle lamette da barba e alle jeep , ai pantaloni di tela e agli hamburger . Non so se oggi questa leggenda dell ' America faro di civiltà stia tramontando , come molti pensano analizzando la complessità del mondo contemporaneo e la confusione che regna sotto il cielo e anche in cielo . Non so , quel continente conserva pur sempre il fascino del primo amore e anche se oggi ha il volto ittico di Clinton e quello casalingo della signora Albright , i suoi ammiratori continuano a vederlo radioso com ' era una volta . Questo va appunto rimproverato ai suoi cantori e corifei , agli osservatori , commentatori , politici , intellettuali e strateghi di complemento che al capitalismo americano e alle sue politiche perdonano tutto . Se non fossero falsi amici e cattivi cortigiani , dovrebbero dare al sovrano buoni consigli invece di lusingarlo , compiacerlo e applaudirlo anche quando si mostra nudo in pubblico . Si può anche continuare a discutere , pirandellianamente , se questa guerra che l ' America guida sia umanitaria , anzi altruista , ispirata a nobili fini e condotta con nobili mezzi . Non voglio ripetere ora cose già dette . Voglio solo dire che , comunque questa guerra finisca , dopo di essa la Casa Bianca apparirà ingrigita agli occhi dei quattro quinti del mondo e la statua della libertà apparirà vecchia di secoli . L ' antica immagine è immiserita , sotto il profilo dell ' intelligenza politica e perfino dell ' onore militare . Nessun bollettino di guerra ci ha informato se cinquanta giorni di missili e grappoli di bombe hanno colpito un solo soldato serbo , ma sappiamo di ospedali , mercati , scuole e ambasciate . Non è uno sterminio per quantità ma lo è per concezione e qualità . È una guerra terroristica , questa è la definizione più appropriata , che non uccide anche donne , vecchi e bambini , ma soltanto loro . E su questo fa leva per vincere . È una macchia indelebile , anche se usaste il miglior prodotto made in Usa o la varechina delle nonne . Ma perché avete tolto ai giovani del mondo l ' ultimo mito ? Molti , anche a sinistra , volevano far l ' americano : non poteva questa America lanciare un messaggio di vera grandezza al terzo millennio ? I suoi falsi amici , cantori e cortigiani , che pure hanno letto Gramsci , non hanno insegnato alla dirigenza americana la differenza che passa tra il comando e l ' egemonia . La stessa che passa , per restare nella leggenda , tra Caligola e Cesare Augusto .