StampaQuotidiana ,
Tu
vuoi
far
l
'
americano
era
un
modo
elementare
di
sintetizzare
il
fenomeno
storico
più
rilevante
(
accanto
alla
rivoluzione
russa
)
di
questo
secolo
.
Il
sogno
americano
,
il
mito
del
progresso
senza
frontiere
,
l
'
identificazione
dell
'
America
con
l
'
apice
della
civiltà
.
La
leggenda
è
nata
con
i
primi
emigranti
,
suppongo
,
alla
ricerca
dell
'
Eldorado
.
Si
è
materializzata
nei
grattacieli
,
simbolo
di
assalto
al
sole
e
ai
grandi
spazi
.
E
diventata
sinonimo
di
produttività
,
di
conquista
,
di
ottimismo
della
volontà
che
supera
ogni
ostacolo
di
libertà
individuale
.
Era
la
giovinezza
del
mondo
,
come
il
comunismo
voleva
essere
l
'
infanzia
e
la
maturità
dell
'
uomo
nuovo
.
Quella
leggenda
non
è
stata
mai
intaccata
,
né
dalla
crisi
del
1929
,
né
dallo
schiavismo
e
dal
genocidio
delle
origini
,
né
dal
culto
della
violenza
e
della
Colt
come
complemento
della
personalità
,
né
dal
trattamento
coloniale
riservato
al
subcontinente
latino
,
né
dalla
perversa
mistura
degli
spiriti
animali
del
capitalismo
con
una
malintesa
etica
protestante
.
Ha
invece
continuato
a
volare
alta
non
solo
con
le
ali
del
dollaro
ma
su
quelle
dell
'
immaginario
collettivo
,
dell
'
invenzione
filmica
(
così
potente
da
trasformare
un
genocidio
in
un
'
epopea
)
,
di
nuove
tecniche
applicate
perfino
alla
letteratura
(
la
grande
scoperta
di
Vittorini
e
Pavese
)
,
fino
alle
lamette
da
barba
e
alle
jeep
,
ai
pantaloni
di
tela
e
agli
hamburger
.
Non
so
se
oggi
questa
leggenda
dell
'
America
faro
di
civiltà
stia
tramontando
,
come
molti
pensano
analizzando
la
complessità
del
mondo
contemporaneo
e
la
confusione
che
regna
sotto
il
cielo
e
anche
in
cielo
.
Non
so
,
quel
continente
conserva
pur
sempre
il
fascino
del
primo
amore
e
anche
se
oggi
ha
il
volto
ittico
di
Clinton
e
quello
casalingo
della
signora
Albright
,
i
suoi
ammiratori
continuano
a
vederlo
radioso
com
'
era
una
volta
.
Questo
va
appunto
rimproverato
ai
suoi
cantori
e
corifei
,
agli
osservatori
,
commentatori
,
politici
,
intellettuali
e
strateghi
di
complemento
che
al
capitalismo
americano
e
alle
sue
politiche
perdonano
tutto
.
Se
non
fossero
falsi
amici
e
cattivi
cortigiani
,
dovrebbero
dare
al
sovrano
buoni
consigli
invece
di
lusingarlo
,
compiacerlo
e
applaudirlo
anche
quando
si
mostra
nudo
in
pubblico
.
Si
può
anche
continuare
a
discutere
,
pirandellianamente
,
se
questa
guerra
che
l
'
America
guida
sia
umanitaria
,
anzi
altruista
,
ispirata
a
nobili
fini
e
condotta
con
nobili
mezzi
.
Non
voglio
ripetere
ora
cose
già
dette
.
Voglio
solo
dire
che
,
comunque
questa
guerra
finisca
,
dopo
di
essa
la
Casa
Bianca
apparirà
ingrigita
agli
occhi
dei
quattro
quinti
del
mondo
e
la
statua
della
libertà
apparirà
vecchia
di
secoli
.
L
'
antica
immagine
è
immiserita
,
sotto
il
profilo
dell
'
intelligenza
politica
e
perfino
dell
'
onore
militare
.
Nessun
bollettino
di
guerra
ci
ha
informato
se
cinquanta
giorni
di
missili
e
grappoli
di
bombe
hanno
colpito
un
solo
soldato
serbo
,
ma
sappiamo
di
ospedali
,
mercati
,
scuole
e
ambasciate
.
Non
è
uno
sterminio
per
quantità
ma
lo
è
per
concezione
e
qualità
.
È
una
guerra
terroristica
,
questa
è
la
definizione
più
appropriata
,
che
non
uccide
anche
donne
,
vecchi
e
bambini
,
ma
soltanto
loro
.
E
su
questo
fa
leva
per
vincere
.
È
una
macchia
indelebile
,
anche
se
usaste
il
miglior
prodotto
made
in
Usa
o
la
varechina
delle
nonne
.
Ma
perché
avete
tolto
ai
giovani
del
mondo
l
'
ultimo
mito
?
Molti
,
anche
a
sinistra
,
volevano
far
l
'
americano
:
non
poteva
questa
America
lanciare
un
messaggio
di
vera
grandezza
al
terzo
millennio
?
I
suoi
falsi
amici
,
cantori
e
cortigiani
,
che
pure
hanno
letto
Gramsci
,
non
hanno
insegnato
alla
dirigenza
americana
la
differenza
che
passa
tra
il
comando
e
l
'
egemonia
.
La
stessa
che
passa
,
per
restare
nella
leggenda
,
tra
Caligola
e
Cesare
Augusto
.